Giri di schiaffi

Ci rivolgiamo a tutti coloro che sono arrabbiati e vogliono sfogare la propria rabbia per eliminarla in modo innocuo, grazie allo sfogo scritto.
Questo forum accoglie anche le vittime di bullismo e cyberbullismo e spera che chiunque venga carico di odio possa con lo sfogo allontanare da sé questo sentimento.

Giri di schiaffi

Messaggioda Sekhmet » 16/03/2015, 1:14



Neo-iscritta e inauguro questo forum raccontando un po' di ciò che ho dentro.. C'è depressione, rabbia, odio, bullismo...tutto. E non sapevo se scriverlo qui o di là.
Ogni volta che mi capita qualcosa, ci penso e ripenso, lo so è un mio errore; e ripenso a tutte le sfighe, a quanto sono state ingiuste, e a quel punto mi sale l'odio. Per tutti, uomini, dei, gente che sta bene, gente stupida.
Sono arrivata però a questo punto non a caso, credo. Non ho avuto una vita bella. Per niente. Ho sofferto di disturbi d'ansia fin dalla prima elementare perché non ho frequentato l'asilo e altri bambini prima di allora, ero sempre tenuta da mia madre e mia nonna; piangevo come una disperata in classe e a distanza di anni la direttrice della scuola ricordava questi avvenimenti con scherno (che vergogna). Mia nonna poi si ammala di Alzheimer quando ho 8-9 anni, ma i miei purtroppo non la portano da nessuno specialista fino a molti anni dopo e per molto tempo fanno finta quasi che il male non esista, tanto che me la fanno fare da madrina alla cresima (ho fatto catechismo non proprio di mia volontà..), dove c'era una sorta di rituale da compiere e lei ovviamente, poveraccia, sbaglia tutto. La portano a ricevimento dalle mie maestre, e scambia mia madre per sua sorella..e altre amenità del genere. Inutile dire che ho passato il periodo delle medie depressa, 1) per la situazione della nonna, 2) per mia madre che non è mai stata molto reattiva, anzi; da lì svilupperà una depressione con tratti passivo-aggressivi che dura tutt'ora 3) perché ovviamente, vista la mia "debolezza" del periodo, non ero in sintonia con i compagni di classe e venivo bullizzata (mi dicevano che puzzavo, mi sputavano addosso e mi rubavano le cose). Non solo, due maestre, idiote, non capendo che ero depressa, pensavano che fossi svogliata e mi avevano preso di mira. Una di loro mi ha veramente trattata da cani, da denuncia, perché era pazza e una volta venne ricoverata per un esaurimento perché fece una scenata in classe; non so ancora chi ringraziare perché me ne stetti a casa quella mattina, non ho idea di cosa mi avrebbe fatto.
Passa quel periodo, l'adolescenza va avanti con la malattia e la morte della nonna e la depressione della mamma (mai curata, psicologi e psichiatri sono i medici dei pazzi per lei), mio padre poveraccio che ha sempre avuto meno ruolo in tutto questo perché si è ammazzato di straordinari e poi è morto davvero, di cancro, quando avevo appena 22 anni.
Sembra incredibile ma ho tenuto duro fino a lì, l'incubo vero è stata la convivenza sola con mia madre...che per più di un anno non mi ha permesso di dormire fuori casa col mio ragazzo di allora, pena scenate da trattamento sanitario obbligatorio...che per molte settimane ha avuto bisogno di me per fare tutto, dalla spesa a pagare le bollette, non era capace, faceva tutto mio padre... che scoppiava di rabbia quando la esortavo a farlo da sé, perché secondo me a 50 anni era normale saper pagare le bollette, ma secondo lei lo dicevo perché me ne infischiavo di lei e la odiavo, e l'avrei voluta volentieri morta e tante altre amenità (che a volte saltano fuori tutt'ora). Riesco a sopravvivere a questo, alla successiva morte di mio nonno (altra demenza e altra depressione di mamma) a altre peripezie (e depressioni mie) negli anni successivi, non degne di racconto; con mia madre le cose vanno meglio (specie nei periodi dove la vita è "calma" e c'è la solita routine) ma ho sempre rivangato il passato e ci sono stata male più volte.
E oggi vengo qui, piena di disperazione.... perché il mio adorato gatto mi ha lasciata. Sembrerà ironico, dopo tutta la devastazione che è stata la mia vita, ma chi lo pensa è pregato di uscire da questo post e non tornarci mai più. Non aveva neanche due anni, ma il cuore già distrutto da una cardiopatia congenita, scoperta appena un mese fa. Io..non lo so, è stata la goccia di troppo, sono 5 giorni che piango, batto i pugni contro il muro, bestemmio il creatore pur non credendoci, perché non so con chi prendermela per questo destino infame. Sfido chiunque a non giudicarlo infame. E scusate, mi dispiace anche dirlo, ma a volte a leggere certi racconti di ragazzini depressi perché sono stati traditi dalla fidanzatina, o viceversa, o persone depresse solo perché non hanno stimoli nella vita.. o la prendo bene e sorrido, o mi prende ancora più rabbia, Facciamo a cambio?? Forza, chi vuole fare a cambio?

Onestamente, c'è qualcuno che può consigliarmi una linea di pensiero, una filosofia, un qualcosa che mi renda la vita più lieve e mi faccia andare avanti senza il fardello ormai pesantissimo del passato?
Grazie a tutti quelli che sono arrivati in fondo.
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Messaggioda Richard_Benson » 16/03/2015, 2:06



Ciao Sekhmet, innanzitutto benvenuta nel forum.

Ho letto il tuo post tutto d'un fiato e che dire... intanto ti faccio i miei complimenti per la forza d'animo che hai avuto nel reagire e nell'andare avanti di fronte a tutte queste avversità che la vita ti ha posto davanti: spero che non ti suonino retorici, perchè ti assicuro che mi vengono dal cuore.

Alcune delle cose che hai scritto le posso capire perfettamente. Intanto pure io, purtroppo, ho avuto una nonna malata di Alzheimer e poi morta: fortunatamente però ce ne accorgemmo subito e riuscimmo a farle vivere gli ultimi anni della sua vita in discreta pace. Poi ho una sorella laureata in psicologia che ha fatto la tesi sulla Pet Therapy, quindi posso capire perfettamente l'attaccamento che hai avuto per il tuo gatto e il dolore per la sua perdita.

Difficile consigliarti una linea di pensiero per il futuro: bisognerebbe sapere quanti anni hai (poco più di 22, a quanto ho capito), se studi o lavori, se sei fidanzata o single, ecc. Una cosa però posso dirtela, come sempre in questi casi: ciò che non uccide, fortifica. E se tu sei riuscita a passare questi momenti, queste tragedie, questi drammi, bhe... allora devi solo fare i complimenti a te stessa perchè difficilmente la vita potrà metterti emotivamente in difficoltà da questo momento in poi.
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Messaggioda FirePhoenix » 16/03/2015, 9:53



Sei forte.
Con quello che hai passato nessuno sarà in grado di buttarti giù sul lavoro, se non sarai tu a lasciarglielo fare.
Semplicemente, sei molto più forte di quanto credi ora, te ne renderai conto quando vedrai le persone crollare per un niente mentre tu andrai avanti superandole.
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Messaggioda Sekhmet » 16/03/2015, 13:48



Ciao, e grazie per aver letto.
Per chiarire, ho passato i 30 anni, sto per laurearmi e ho un ragazzo e alcuni amici, che per fortuna sono le persone che ci vogliono. Se non avessi loro non so come farei; o meglio, ho passato anche periodi senza nessuno, veramente nessuno, è stato terribile. Non voglio rifarlo.
Non sono così forte, spesso e volentieri sono in conflitto con mia madre e me la prendo con lei, e litighiamo per un nonnulla; siamo veramente diverse, io e lei, e da quello che ho descritto può sembrare che non le voglia bene; gliene voglio, e tanto, ma alcuni momenti sono stati così brutti e ci siamo capite e venute incontro così poco, che a tratti si, l'ho anche odiata. E mi sono legata al dito tante cose, non avrei voluto, ma è successo.
Poi ho capito che l'odio è una reazione che, senza rendersene conto, ricerca lei. La ricerca per sé. Ha un meccanismo perverso che descriverò in altri post, perché anche questo è un macigno che mi sono sempre portata dietro e di cui devo liberarmi.

Non penso di essere forte, ho anzi paura di aver sopportato così tanto che crollerò presto per una stupidaggine; ho poche forze, e la disgrazia del mio amato gatto me le ha tolte del tutto; oltretutto vedo poco il mio ragazzo perché ha anche lui un sacco di beghe familiari al momento.. mi sento sfinita anche per quello, son proprio periodi di melma che si sono ripetuti talmente tante volte nella mia vita, che sono proprio stanca.
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