Avarice ha scritto:[...]se è cresciuta in un ambiente intriso di pregiudizi razziali[...]
Quindi solo qualora avesse ricevuto una informazione iniziale, anche travisata? Mi piacerebbe tentare di comprendere questo. Facciamo un esempio concreto: I.X è algerino e mi ha percosso.
Opzione 1: Sono nato in ambiente con pregiudizi lievi, magari mascherati, ma comunque sedimentati nel mio pensiero a livello inconscio.
Oppure.
Opzione 2: Dentro di me si crea un meccanismo inconscio difensivo per cui associo una caratteristica ben particolare all'umiliazione, il dolore e quanto.
Nel primo caso si potrebbe quindi agire sistematicamente sulla cultura e lo sviluppo sociale, generalmente inteso? Nella seconda possibilità dovremo lavorare sulle difficoltà e la protezione dei singoli individui, a livello psicologico dalle trappole che potrebbero tendersi involontariamente?
Credo che si possano verificare entrambe le opzioni, Ava, e queste dipendono dal contesto e dal soggetto che ne elabora i processi sistemico-relazionali.
Per quanto riguarda l'agire, certo, si può contribuire allo sviluppo sociale in modo da minimizzarne i pregiudizi razziali, ma soltanto in parte; e ne spiego i motivi: se esistesse una significativa maggioranza di persone che socialmente favorisca lo sviluppo dei diritti paritari, ci sarebbe comunque una piccola minoranza che gli rema contro.
Una delle variabili sarà sempre il libero pensiero, il che significa che una percentuale si discosterà sempre dal pensiero comune, esprimendo disaccordo.
Avarice ha scritto:Generalizzare non è mai una gran cosa.
Hai ragione, tutte le generalizzazioni sono pericolose, anche questa. Volevo solo chiedere qualche opinione, ma vado sempre O.T. =/
Non mi sembra sia andato OT, tranquillo.