Nelle storie presenti nel film "Disconnect",una tratta proprio del bullismo e della pericolosità del mondo virtuale che può diventare un mezzo dei bulli per fare del male.
Inoltre vorrei inserire anche un monologo di Paola Cortellesi:
Mi chiamo Giancarlo Catino e credo nell’amicizia! ho 6 anni e oggi è il mio primo giorno di scuola! ho conosciuto subito la popolazione degli unni: sono i miei compagni di classe! nel giro di tre minuti abbiamo urlato a squarciagola la lettera e. eeeeeeeehhh!!!!!! Giochiamo a buttasse de sotto dalla finestra? (io mi so buttato loro no) - eeeeeeeehhh!!!!!!Giochiamo ad ammazzare gli zombi e le femmine fanno gli zombi? eeeeeeeehhh!!!!!! Poi ho preso 3 ceffoni, 6 sgambetti e 1 cazzottone in testa, è per questo che mi sono ritrovato al primo banco. Andrea Rozzi, un compagnuccio scalmanato, mi ha subito ribattezzato “bersaglio mobile” e la mia schiena è diventata il campo di atterraggio di aerei di carta, bucce di banana e matite spezzate… (ride) mi tirano addosso di tutto! all’ultima ora mi è arrivato in testa pure un compasso! E’ un giorno che non dimenticherò mai… la mia prima cicatrice in fronte!
Mi chiamo Giancarlo Catino e credo nell’amicizia. I miei compagnucci nel corso degli anni hanno declinato il mio nome per scherzo in ogni modo: “giancappio, giancavolo, giancacca e giancoglione.Poi si sono sbizzarriti anche col cognome che ha ispirato una canzoncina mitica che mi cantano sempre a ricreazione: “Catino cretino, sei un quattrocchi e c’hai il pisellino”
Che spasso! Andrea Rozzi per farmi uno scherzo ha sparso la voce che avevo i pidocchi, che matto! oh, ci credete che da allora nessuno mi ha più invitato a una festa? adesso oltre a quattrocchi mi chiamano pure pidocchioso! mio cugino Luca che fa la quinta, a ricreazione l’ha sentiti e dice che non dovrebbero chiamarmi così… io li lascio fare perché penso che prima o poi smetteranno.
Mi chiamo Giancarlo Catino e credo nell’amicizia. Ho 11 anni e sto alle medie! pure i nuovi compagni di scuola sono una banda di buontemponi eh! sono andato un po’ su di peso e così hanno cominciato a chiamarmi con dei nuovi simpatici appellativi: suppli’, bombolone, strofinaccio, cicciottone/ carta da parati, quattrocchi e zinnacchione/ puzza di piedi, cacone, calcinaccio/ sterco, pippa, sega, cicciabomba, palla e straccio.
Non è che mi fa piacere ma pazienza, se penso che Rinaldi lo chiamano vomito, a me è andata di lusso. L’altro giorno mi hanno buttato dentro a un cassonetto della mondezza! sono riuscito fuori tutto sporco de sugo e avanzi. mio cugino Luca che è in terza mi ha visto, io per la vergogna mi sono accucciato nel cassonetto e tutti hanno riso. Come ci torno a scuola domani… Certe sere mi affaccio dalla finestra e mi chiedo come sarebbe volare via e sparire per sempre…. di sicuro non mi chiamerebbero più sterco…
Mi chiamo Giancarlo Catino e credo nell’amicizia. Ho 14 anni e ho iniziato il liceo scientifico. In classe mia ci sono due gruppi…. e poi ci sto io. Ho capito che la cosa migliore è parlare il meno possibile così non mi vedono. Invece che palle non è servito a niente: mi hanno avvolto nel nastro adesivo, mi hanno disegnato un pene sulla fronte col pennarello indelebile. A causa di questo ultimo avvenimento a casa mia si sono accorti di quello che mi fanno a scuola . Mia madre ha fatto un sacco di storie. La verità è che mi vergognavo a parlare con i miei… la verità è che vorrei essere diverso… stamattina sono entrato nella palestra di scuola mia e ho puntato il più carogna dei miei compagni. l’ho guardato fisso negli occhi e ho pensato che volevo sconfiggerlo.
Così l’ho abbracciato … e ho vinto io.
Mi chiamo Giancarlo Catino e credo nell’amicizia.