da Cla » 29/01/2018, 21:43
Sono stata vittima di bullismo in un periodo in cui di bullismo ancora non si parlava ma già esisteva ed era, se possibile, più devastante ancora di oggi. Quando ero ragazzina io, negli anni ottanta, sono stata vittima due volte: dei bulli che annientarono del tutto la mia autostisma; degli insegnanti che attribuirono il mio disagio alla mia timidezza, alla mia incapacità di mettermi in relazione con gli altri, al mio essere troppo permalosa, ecc. Quindi la causa del mio male ero io e non i miei compagni e coetanei che mi fecero bersaglio di comportamenti che ancora mi fanno soffrire dopo trent'anni. E naturalmente non c'era alcun sostegno psicoterapeutico perché questo fenomeno non era conosciuto né affrontato come ora. Inutile anche cercare conforto nella famiglia che certo non avrebbe potuto capirmi per motivi generazionali (i miei nacquero nei primi anni '30 del secolo scorso). Sinceramente io stessa ho capito di essere stata vittima di bullismo solo in questi ultimi anni, da ché si è iniziato a parlare di questo fenomeno. Ne sono rimasta segnata per tutta la vita, mi ha demolita, ha accresciuto enormemente la mia insicurezza. Quando penso ai compagni che mi causarono tanto dolore ancora soffro, alcuni li incontrai dopo diversi anni. Loro ormai adulti non ricordavano nulla ma per me erano rimasti i ragazzini crudeli di allora. Ricordo che guardandoli non riuscivo a vedere gli adulti che erano diventati ma solo i volti dei bulli che erano stati. Quel giorno quando tornai a casa piansi tantissimo come quando ero ragazzina e capii che difficilmente avrei potuto perdonare e sinceramente non avrei mai dimenticato. Questo però significa continuare a dar loro importanza e permettergli di influenzare la mia vita quando invece meriterebbero solo indifferenza. So che mi sono dilungata troppo ma volevo dire a voi che siete ancora giovani di non fare come me. Parlatene, arrabbiatevi, gridate anche ma poi relegate tutto nel passato e guardate avanti liberi perché questa è la migliore risposta.