Il conto, prego

Ci rivolgiamo a tutti coloro che sono arrabbiati e vogliono sfogare la propria rabbia per eliminarla in modo innocuo, grazie allo sfogo scritto.
Questo forum accoglie anche le vittime di bullismo e cyberbullismo e spera che chiunque venga carico di odio possa con lo sfogo allontanare da sé questo sentimento.

Il conto, prego

Messaggioda Sciusciula » 03/07/2013, 13:48



Salve a tutti. Sono una ragazza di Napoli che ha provato a chiedere aiuto ad un avvocato, al centro antiviolenza della sua città e ad un'operatrice del sostegno psicologico organizzato dall'università, senza successo.
Mi sto rodendo l'anima. Sto facendo i conti con sensazioni e sentimenti devastanti che non riesco a gestire, perchè loro gestiscono me. Non solo mi è stato fatto del male, ma "la vita" , "gli eventi", stanno mettendo il dito nella piaga, e non capisco il motivo di tanto accanimento verso di me. Mi sento un po' Giobbe un po' Cassandra. Sono sempre stata una persona buona, non ho mai fatto volontariamente del male a nessuno, eppure sono stata punita sia dal libero arbitrio di una persona, sia dagli eventi. Non predico certo il futuro, ma non vengo "creduta".
Di tutti i sentimenti che si associano alle molestie, ad onor del vero non avrei mai pensato di dover fare i conti con l'invidia. Il rancore e l'invidia mi stanno consumando. Io, che non sono mai stata una persona invidiosa, non sapendo neanche che cosa si intedesse con quella parola, adesso posso dire di conoscerla bene la bastard@. Ah, come scalcia ed urla!. Si fa sentire ogni giorno.
Ho una morale , e sono cresciuta con l'idea che chi fa del male viene schiacciato e paga per le sue azioni , e che chi subisce ha una vita più rosea del carnefice. Non immaginavo che la vita premiasse il carnefice con fidanzata, vacanze,lavoro, amici e divertimento. Io ho aspettato che la Rivincita arrivasse, ma non ha bussato alla mia porta. E dopo che aspetti, ed aspetti, ed aspetti pazientemente, alla fine ci si stanca di fare quella "superiore" e si inizia a desiderare la Vendetta. Chi dice che la Vendetta non risolve nulla, che non ripara nulla e che è solo temporanea, non sa di che parla ed ha il cervello molto confuso e pieno zeppo di false illusioni come quella che ho appena descritto. Gli/le consiglio di andar via dall'Iperuranio, il mondo delle idee "alte", e di ritornare sul pianeta Terra. Ma la Vendetta, a differenza della Rivincita, te la devi creare da sola. Un anno fa decido di rivolgermi ad un avvocato per dar sfogo a ciò che portavo dentro dall'anno precedente. Ho fatto la volontaria per un'associazione animalista e decido di rivolgermi al "capo", con cui avevo molta confidenza, e che fa appunto l'avvocato. Non devo averlo "convinto" tanto. Evidentemente deve essere sembrata come la classica love story partenopea. Lui ci prova vigorosamente con la sua ex, lei lo rifiuta, lui se la prende e lei decide di avere <<una reazione esagerata>> cercando di portare l'innamorato rifiutato in tribunale. << Con la crisi che c'è, non si può mica rovinare la vita ad un ragazzo perché ci ha provato !>>, mi dice. Sono frustrata da quello che ho letto un paio di giorni fa su un giornale: la Cassazione ha stabilito che fare l'occhiolino è considerata molestia. Non capisco perchè nel mio caso non POSSA esserlo. E si arriva sempre più in basso. Non immaginavo che mi sarei mai ritrovata A DOVER PREGARE, A CONVINCERE avvocati e psicoterapeuti che quello che mi è successo non può essere catalogato come una "avances del fidanzatino innamorato". Non lo permetto e non lo accetto. Non è stato così. E lo dimostra come stanno andando le cose. Non mi si può dire che ho avuto una <<reazione esagerata>> ,sproporzionata all'accaduto. E come si d e v e reagire allora? Se il tuo ex- ragazzo mentre piangi per consolarti inizia a metterti le mani fra le gambe e tu le allontani e lui ci riprova. Se si sbottona la patta dei pantaloni, ti "tira", ti affera per la testa per avere un rapporto orale, come ci si deve comportare? Se tu fai tutto per divincolarti, e lui ti trascina, ti riprende, cosa dovevo fare? Se si passa i 10 mesi successivi a casa, senza uscirci,buttata a letto a piangere , e facendo solo questo ogni s i n g o l o giorno, più volte al giorno, abbandonando l'università; se dopo questi mesi chiusa a casa decido di fuggire, provando ad andare all'estero a cercare lavoro, ma non avendo la forza di uscire dal letto della camera d'albergo, e ritorni a casa con la coda fra le gambe. Se non ti rassegni e tenti di cambiare città ma ti succede lo stesso, sperperando i risparmi che mettevi da parte per eventuali corsi all'estero. Se poi ti riscrivi all'università cambiando indirizzo, ma dopo 1 anno devi dare ancora il primo esame, e probabilmente l'anno prossimo dovrai ri-seguire gli insegnamenti del primo, perchè hai valuto "strafare" e alcuni non li hai seguiti (mi sono iscritta a febbraio 2012, un anno fa, al 2 semestre, ma accademicamente sono iscritta al 2 anno); se vai fino alla fine di luglio all'università perchè vuoi avere la testa "impegnata", perché hai paura di stare a casa, hai pura dell'estate, perché rimani da sola, in balia di te stessa, perché ci ripensi in continuazione, ma neanche all'università riesci a studiare perché hai scelto una facoltà umanistica e qui non si studiano grafici e numeri ma parole, parole che ti fanno ricordare, che ti riportano alla testa i momenti brutti; se scegli lingue a Napoli, ma non vai all'Orientale, l'università apposita per le lingue, ma scegli 1 altra università non tanto nota per le lingue, proprio per non fare incontri spiacevoli, per stare nel tuo cantuccio, per rifarti una nuova vita, e ti capita di incontrare la sua attuale fidanzata, messa lì, appositamente per te, dal "caso", dal "fato", dalla "vita", dagli "eventi", da qualcuno o qualcosa che prova un piacere sadico a vederti soffrire, ricordandoti ogni volta che la incontri quello che ti è successo, e vedendola ti poni la fatidica domanda: << Perchè proprio a me?>> e ti parte l'invidia, l'invidia pura, perché sei costretta ad assistere all'università come la sua vita va a gonfie vele, come eccelle negli esami, quante opportunità la ragazza riesce a cogliere come l'erasmus, il proggetto leonardo, non essendo la sua vita sfiorata dalla violenza, e tu che invece arranchi, rimani indietro e cadi, e ti rodi perché devi assistere forzatamente ad un successo che non è il tuo, alla vita che avresti potuto avere, a tutte quelle possibilità sfumate che LUI ti ha spazzato via in un colpo? Se non hai più una comfort zone, perché all'università hai paura di incontrare chi ti ricorda la tua sofferenza e perché un paio di mesi fa ritornando a casa hai scoperto che LUI è venuto a lavorare di fronte casa tua? se è venuto a lavorare difonte al tuo palazzo e dopo 2 mesi ha finito di lavorare lì e tu ti domandi<< Perchè ho dovuto assistere anche a questo? Ho sprecato la possibilità di dirgli come mi sta condizionando e rovinando la vita?>> ; se sapeste che lui è venuto, dopo 2 anni da quella notte in macchina, a lavorare sotto casa vostra non per farlo apposta, ma piuttosto perchè per lui è normale perchè pensa di non aver fatto nulla di male? ; se sapeste che nessuno sa niente, che la sua immagine è bella e pulita e che i suoi amici lo reputano un ragazzo dolce e mite che non ne sarebbe mai capace?; se a volte ti ritrovi a sperare e a supplicare che oggi sia il tuo ultimo giorno, che lo stress o un incidente ti porti via?
Allora vai da una psicologa.
Ma la psicologa la pensa come l'avvocato, "ci ha provato", sebbene lei mostri più di umanità. Ma vede il tutto come delle "avances".
Allora vai contemporaneamente in un centro antiviolenza, prendi appuntamento, per avere altro supporto psicologico ed altri consigli legali, ma bussi alla porta e nessuno ti apre. Letteralmente. Aspetti 30 minuti davanti alla porta, bussi, chiami sul telefono ma squilla a vuoto. Da quella porta esce un'operatrice per fumare e tu sgattaioli dentro, e noti che c'erano persone dentro. Provi a ricomporre il numero e vedi che non rispondono anche se ci sono. Aspetti in attesa che che qualcuno ti riceva, per poi scoprire che non avevano segnato l'appuntamento. Trovi comunque un'operatrice ma tu, che già non avevi voglia di raccontare il tutto, che già ti sentivi rifiutata e il comportamento del centro ti ha fatto sentire peggio, con la paura di raccontare la tua storiella in un luogo in cui ogni giorno vengono ragazze abusate e stuprate , e tu ritieni che quando ti ascolteranno non ti prenderanno sul serio, perchè ormai tutti quelli a cui ti rivolgi la pensano come l'avvocato, ovvero " l'ex fidanzatino ci ha provato e questa scatena un putiferio per una stupidaggine".
Allora che fare? Che fare se si ha voglia di chiedere il "conto" ma tu devi solo ingoiare e star zitta? Se fosse riuscito nell'intento di avere un rapporto orale non avrei avuto tanta diffidenza inspiegata da avvocati e psicoterapeuti. Cosa fare se ti sfoghi su siti diversi, ricevi messaggi di comprensione, ma tutto ciò non basta? Cosa fare se le uniche cose che ti rimangono sono frasi cliché dette da persone che non sanno e parlano, come "la vendetta non serve" e "ciò che non ti distrugge ti fortifica" e che come unica consolazione ti rimane "Tutto ha uno scopo", e tu hai la sensazione che ti debba "far bastare" ciò? E intanto stai a guardare come la vita LO PREMIA e l'odio, l'invidia, il rancore, la disperazione e l'angoscia ti distruggono.
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<<Poiché so bene che quelli sono dei reietti, non solo dei mendicanti; no, non sono affatto dei mendicanti, bisogna distinguere. Sono rifiuti, bucce di uomini che il destino ha sputato. Umidi della saliva del destino, stanno appiccicati a un muro, a un lampione, a una colonnina pubblicitaria, o gocciolano lungo la strada, lasciandosi dietro una traccia scura e sudicia.>>

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Messaggioda Sciusciula » 03/07/2013, 18:22



Non so chi mi abbia scritto in privato, purtroppo non posso ancora leggere i messaggi privati e di conseguenza, non so cosa mi abbia scritto :(
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<<Poiché so bene che quelli sono dei reietti, non solo dei mendicanti; no, non sono affatto dei mendicanti, bisogna distinguere. Sono rifiuti, bucce di uomini che il destino ha sputato. Umidi della saliva del destino, stanno appiccicati a un muro, a un lampione, a una colonnina pubblicitaria, o gocciolano lungo la strada, lasciandosi dietro una traccia scura e sudicia.>>

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Messaggioda Sciusciula » 03/07/2013, 21:07



" [..] la condizione necessaria per la rinascita psicologica della bimba ( vittima ), è la certezza della punizione del colpevole".

Parole sante.
È quando la punizione del colpevole non arriva, si chiede alle vittime il "sacrificio" di sopportare per andare avanti, di salvarsi da sole.
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<<Poiché so bene che quelli sono dei reietti, non solo dei mendicanti; no, non sono affatto dei mendicanti, bisogna distinguere. Sono rifiuti, bucce di uomini che il destino ha sputato. Umidi della saliva del destino, stanno appiccicati a un muro, a un lampione, a una colonnina pubblicitaria, o gocciolano lungo la strada, lasciandosi dietro una traccia scura e sudicia.>>

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Messaggioda Mercurio » 03/07/2013, 22:50



Ciao!..non so come ci si puo sentire in una situazione del genere perciò non voglio darti consigli ne dirti frasi fatte come dici giustamente tu ma l'ingiustizia la conosco bene, è incredibile tanta superficialità da parte delle persone che avrebbero dovuto aiutarti, mi dispiace tanto.. viviamo in una società a dir poco schifosa e menefregista, verrei io a Napoli a darti la giustizia che meriti..posso solo dire coraggio!!!!!!!!!
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Che cos'è il sigillo della raggiunta libertà?Non provare più vergogna davanti a se stessi.
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Messaggioda Rothko » 03/07/2013, 23:53



Anch'io non so cosa dire. L'ingiustizia nella vita prima o poi la sperimentiamo tutti, anche se nella forma in cui è toccata a te è ben più pesante di quella che la maggior parte delle persone conoscono. Di certo non sei sola e basta aprire un quotidiano per rendersene conto: questa società di merda si accorge dell'ingiustizia solo quando è ormai troppo tardi per ripararla. Hai provato ad andare da un altro psicologo? L'unica cosa che posso dirti è di parlarne il più possibile e di non darti per vinta. Se un avvocato è str***o, o uno psicologo è idiota, non significa che tutti lo siano.
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Messaggioda Heisenberg » 04/07/2013, 18:27



Probabilmente sarò l'unico a dirti così, ma perché non ti prendi una "piccola" vendetta su di lui? Rovinagli la macchina, imbrattagli la casa, fondagli le finestre a sassate. Ti farà sentire meglio. Sentirai di avere anche in minima parte pareggiato l'universo. E poi ti sentirai di aver agito, di non essere più in balia degli eventi ad aspettare qualcosa. Ti sarai ripresa la tua libertà.
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Messaggioda Meiko » 05/07/2013, 14:05



Ciao.
Prima di tutto mi è piaciuto molto come hai scritto, non è stato per nulla noioso leggerti. C’è una velata patina d’ironia che mi attira. Sono rimasta colpita da alcune cose
Sciusciula ha scritto:la Cassazione ha stabilito che fare l'occhiolino è considerata molestia.

Davvero? come siamo caduti in basso.. tra poco non si potrà neanche respirare. (ciò non vuole affatto essere una mancanza di rispetto alla tua storia, ci mancherebbe, solo che fanno tutte ste sentenze del cavolo e poi lasciano gli stupratori in libertà. E' diventato proibito salutare ma puoi violentare a oltranza.. mah…)
Sciusciula ha scritto:<< Con la crisi che c'è, non si può mica rovinare la vita ad un ragazzo perché ci ha provato !>>

Ma che gli frega? tanto non verrebbe pagato? E' la prima volta che sento 'ste parole da un avvocato, giuro che vorrei conoscerlo. Uno che si preoccupa di non far spendere soldi alla gente deve avere qualcosa che non va, ma in senso buono.
Sciusciula ha scritto:non può essere catalogato come una "avances del fidanzatino innamorato". Non lo permetto e non lo accetto

Giusto! Se fare l’occhiolino è molestia allora quello che hai subito tu deve per forza rientrare nelle situazioni non concesse.

Io non sarei così invidiosa della sua nuova fidanzata: sta con un uomo che non conosce davvero.. potrebbe avere brutte sorprese in futuro…
Trovo che il fatto di non avergli potuto dire che ti sta condizionando la vita sia stata una gran botta di fondoschiena. Hai idea di come si sarebbe sentito, di quale potere lo avresti concretamente dotato? No, non puoi andare là e dirgli che ti sta condizionando, perché nello stesso momento disprezzeresti te stessa buttando la tua dignità e il tuo orgoglio sotto i piedi e innalzando lui a onnipotente disgraziato in grado di giocare con la tua vita. Non devi dare questo potere a una persona, lui non deve sapere. Per il tuo bene, credo..
Sciusciula ha scritto:bussi alla porta e nessuno ti apre. Letteralmente. Aspetti 30 minuti davanti alla porta, bussi, chiami sul telefono ma squilla a vuoto. Da quella porta esce un'operatrice per fumare e tu sgattaioli dentro, e noti che c'erano persone dentro. Provi a ricomporre il numero e vedi che non rispondono anche se ci sono. Aspetti in attesa che che qualcuno ti riceva, per poi scoprire che non avevano segnato l'appuntamento.

Questi non hanno voglia di lavorare. ci vorrebbero persone con una certa sensibilità.. io segnalerei pure loro….

Cmq concordo con Heis: prenditi la tua vendetta. Non è vero che non serve. Non dovrei dire ste cose, ma, come si dice, certe frasi sono fatte per essere dette da chi non ci crede. In alcuni casi la vendetta serve, eccome.
Smetti di andare in giro a raccontare la tua storia, non cercare giustizia da chi non può dartela (e probabilmente in un tribunale saresti costretta ancora una volta a rivivere tutto di nuovo.. ma chi te lo fa fare?).
Escogita qualcosa, bucagli una ruota, spaccagli un finestrino, fagli uno scherzo al telefono, metti uno scarafaggio tra i libri della sua nuova ragazza.. sai quanto ti senti appagata dopo?

Chiedo scusa, ste cose non si dovrebbero dire, ma quando ci vuole ci vuole.
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Messaggioda Sciusciula » 07/07/2013, 11:32



Meiko ha scritto:Trovo che il fatto di non avergli potuto dire che ti sta condizionando la vita sia stata una gran botta di fondoschiena. Hai idea di come si sarebbe sentito, di quale potere lo avresti concretamente dotato? No, non puoi andare là e dirgli che ti sta condizionando, perché nello stesso momento disprezzeresti te stessa buttando la tua dignità e il tuo orgoglio sotto i piedi e innalzando lui a onnipotente disgraziato in grado di giocare con la tua vita. Non devi dare questo potere a una persona, lui non deve sapere. Per il tuo bene, credo...


Più volte ho "sognato" di vomitargli in faccia tutto. Tutto quanto. Perché se io sto zitta lui ci guadagna soltanto. Io sono qui a pagare le conseguenze delle sua azioni e niente 'sfiora lui'. Io non l'ho detto a nessuno di quello che è successo, se non all'avvocato ed alla psicoterapeuta. La sua immagine agli occhi degli altri è pulita. Si agli occhi miei non lo è, ma a cosa serve saperlo solo io? Questo mi dà giustizia? Questo mi "placa" forse? Siamo forse "pari" così? Il fatto di non poterlo " toccare" con una denuncia, il fatto di non poter dire a nessuno di cosa è capace di fare , alimenta in me la frustrazione di dovermi stare zitta ed ingoiare giù tutto. Mi devo <<stare>>. È questo quello che ho ripetuto all'avvocato e alla psicologa: << Quindi finisce così? Io ho subito, io ne pago le atroci conseguenze, io mi devo star zitta e sono sempre io quella che deve fare lo sforzo di buttarsi tutto alle spalle senza avere nulla da cui ripartire (una denuncia oppure raccontare tutto a chi pensa che lui sia un bravo ragazzo) ? Lui non è stato sfiorato da nulla, anzi, è come se la vita l'avesse voluto premiare: fidanzate, amici, serate, vacanze, lavoro. Questo per lui è stato un incoraggiamento. Fosse rimasto da solo come un cane per 10 anni, avesse perso gli amici, non trovasse un lavoro con cui pagarsi le vacanze, allora avrei avuto un minimo di "soddisfazione" . Ha vinto lui. Mettiamo il caso che fra 10 anni io viaggio per il mondo,vado ad Harvard e guadagno milioni. Questo che vorrebbe dire, che siamo "pari"? Non me ne frega se fra 10 anni farà il fattorino o lavorerà alle poste. Lui è felice, quindi non siamo "pari" per niente>>.
La psicoterapeuta nella seduta di mercoledì, che è stata l'ultima che l'università può offrirmi, mi ha detto che si, non saremo mai "pari", mi ha cacciato la frase cliché che << lui non ha vinto del tutto>> e che questa è una rabbia autodistruttiva, che deve trasformarsi e deve essere sfogata in altri modi. Concordo che questa rabbia, questo dolore siano autodistruttivi, ma rimane sempre il fatto che A ME viene chiesto lo sforzo sovrumano di "lasciar perdere" senza neanche che lui sia sfiorato dalle conseguenze delle sue azioni. Si richiede sforzi e sacrifici alle vittime, mai ai colpevoli. E quindi immagino. E quindi "sogno". Quanto sarebbe bello poter smerd@re in pubblico lui e qualche suo amico che sapeva? Se solo ne avessi l'occasione. E se lo dicessi alla madre di che merd@ di figlio ha cresciuto? Finirebbe però ancora una volta con me che vengo additata come una "ex gelosa"? Come ho già scritto, se io "mi sto zitta",se mi tengo solo per me questa storia, lui ci guadagna solamente. Ma se lo "smaschero" in pubblico, se viene giudicato ( cosa che a lui da fastidio), allora si che non ci guadagna. Ma cosa potrebbe pensare? "Va bene, ha raccontato a tutti quello che ha dovuto subire, s'è sfogata un po', ha avuto ciò che voleva, adesso abbiamo pareggiato i conti."?
Quanto durerà la sua faccia da "cane bastonato"? Non penso che starà anni, piegato in un letto a piangere, autoescludendosi tutti i piaceri della vita? Qualche giorno? Quanto può durare un rimorso? Immagino fino a quando non farà troppo caldo e quindi via a divertirsi a mare, oppure fino a quando non ci si scoccia di stare a casa e via al pub o al parco della rimembranza a fotttere in macchina. Oppure fino a quando, guardandosi allo specchio, invece di vedere lo "sporco", si nota che per stare già a maggio si è ancora troppo pallidi per lo standard dei napoletani e via al mare ad abbronzarsi (forse l'abbronzatura serve per rinsaldare il grado di parantela con la merd@?)
Nel caso mi fosse data questa possibilità, avendo avuto anni per pensareci e per 'sognare' , non mi farei ingannare. Se uno si sente in colpa, alza il kulo e va al primo commissariato ad autodenunciarsi. Allora sì che credo al suo pentimento. Non è scusa se si dice << s c u s a>>. Ma qualcosa mi dice che lui non ci penserebbe proprio a rovinarsi la vita. Meglio lasciare che "quella" (io) se la veda da sola. E non penso che la madre, venuta a conoscenza di tutto, sarebbe dell'idea opposta.
E che cosa penserebbe gli amici di vecchia data? "Lo conosco da anni, non sarebbemai in grado di farlo" , penserebbe il suo migliore amico o suo cugino. "Lui è così dolce, non mi ha mai toccata", direbbe la sua migliore amica oppure una ex fidanzata. Evidentemente c'erano loro in macchina quella sera. Senza offesa, ma avendo sempre avuto anni per pensare e rifletterci, loro potranno pure conoscerlo da 25 anni, ma non penso che il suo migliore amico o suo cugino siano mai stati presi con la forza e costretti a praticargli un rapporto orale. Può essere il tuo migliore amico fin dall'infanzia, ma quando si parla di sesso non si sa come si trasformano le persone che conosci. E desso potrà anche essere un fidanzato modello, ma questo non vuold dire che non è capace di aggredire una ragazza perché si doveva svuotare le palle.
E gli amici che sapevano? Noto che quelli al corrente studiano per diventare avvocato oppure sono nell'esercito. che scelta coerente. Queste sono tutte professioni in cui si dovrebbe *idealmente* aiutare gli altri e difenderli, ma questi si sono fatti scivolare tutto addosso. È vero, non avevamo confidenza. Eravamo tutti nella stessa classe e loro con me non parlavano. Ma non esiste dire "non sono affari miei, non voglio sapere nulla". Non è un ragionamento valido, non è una scusa che tenga. Non eravamo amici e quindi avranno pensato che "non mi dovevano niente".
Sarò io che ho un concetto di morale evidentemente più alto del loro, ma per me quando si tratta di cose così gravi, "importanti", serie e delicate come le molestie, non esiste amicizia, né legami di parentela così forti da girare la testa dall'altra parte. Ma avranno pensato che non è uno stupro, quindi non c'è nulla di grave a non farsi immischiare.
È vero, non si tratta di uno stupro e come lessi da qualche altra parte, penso che chi abbia subito cose ben più gravi come " un ex innamorato che ci prova" ( a vederla cinicamente come l'avvocato), avrebbe "preferito" una molestia ad uno stupro. A me viene da pensare che se una cosa apparentemente "banale" come una molestia è in grado di avere le conseguenze che sta avendo su di me, se una "molestiuccia" è in grado di fermarti la vita, farle prendere un'altro corso o , in certi casi, spezzarla, è da immaginarsi cosa possa comportare uno stupro.
Spero di non aver offeso nessuno con queste parole.
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<<Poiché so bene che quelli sono dei reietti, non solo dei mendicanti; no, non sono affatto dei mendicanti, bisogna distinguere. Sono rifiuti, bucce di uomini che il destino ha sputato. Umidi della saliva del destino, stanno appiccicati a un muro, a un lampione, a una colonnina pubblicitaria, o gocciolano lungo la strada, lasciandosi dietro una traccia scura e sudicia.>>

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Messaggioda papillon123 » 07/07/2013, 14:24



Quello che,e' accaduto a,te indica quanto in Italia ci troviamo indietro rispetto agli altri paesi europei, per quanto riguarda i diritti delle donne, ed a cosa bisogna andare incontro quando ti rivolgi agli avvocati per casi del genere...ti fanno sentire una battona...lo so, perche' testimoniai in un processo per stupro e gli avvocati dello stupratore insinuarono che non stavo bene di testa...tutti i torti non li avevano, pero' intanto il tizio aveva commesso i fatti, infatti e' ststo cpndannato a 7 anni di reclusione, non noccioline...nonostante tutto il tizio in questione ha la sua pagina facebook e continua a "stuprare" chi gli capita....e' l'Italia, purtroppo...i deboli qui non li tutela nessuno!!! Tu vai avanti e quando rivedi il tuo ex cche ti ha fatto del male umilialo davanti a tutti...e' la migliore vendetta per questi maschi depravati, che usano le donne come se fossero bambole gonfiabili, senza un briciolo di rispetto e sensibilita'....
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Messaggioda Sciusciula » 07/07/2013, 16:34



papillon123 ha scritto:Tu vai avanti e quando rivedi il tuo ex cche ti ha fatto del male umilialo davanti a tutti...e' la migliore vendetta per questi maschi depravati, che usano le donne come se fossero bambole gonfiabili, senza un briciolo di rispetto e sensibilita'....


Non voglio ritrovarmi fra 10 anni con il rimorso per non aver fatto niente, non voglio ritrovarmi ancora piena di rincore verso di me per non averle tentate tutto. Per questo andai dall'avvocato, per questo ho provato a chiedere aiuto in un centro antiviolenza, avrei voluto avvalermi anche di un consulto legale. C'è l'ho con me perché ho sprecato l'opportunità , quando è venuto a lavorare sotto casa mia, di potergli almeno inviare una misera diffida, invitandolo a stare lontano dal luogo in cui abito. Almeno gli avrei fatto capire che per arrivare a pagare un'avvocato quello che mi ha fatto non deve essere stata "una sciocchezza". La mia psicoterapeuta diceva di "andare avanti" ma io non ci riesco se lui non viene "toccato" a livelo legale. Ma le ho tentate tutte e non hanno funzionato. Che senso avrebbe mandare adesso una diffida? Avrei dovuto mandarla un mese fa ma non l'ho fatto perché sfiduciata dagli avvocati ma soprattutto perché quell' "andare avanti" suonava alle mie orecchie come un "butta giù anche questa beffa, fai questo SACRIFICIO, anche se vuol dire alimentare ancora questo senso di impotenza ed ingiustizia, e SOFFRI".
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<<Poiché so bene che quelli sono dei reietti, non solo dei mendicanti; no, non sono affatto dei mendicanti, bisogna distinguere. Sono rifiuti, bucce di uomini che il destino ha sputato. Umidi della saliva del destino, stanno appiccicati a un muro, a un lampione, a una colonnina pubblicitaria, o gocciolano lungo la strada, lasciandosi dietro una traccia scura e sudicia.>>

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Citazione: Aver volontà di togliersi dall'ingiustizia è delitto o justizia?

Beatrice Cenci, anno domini 1599
Genere: Femminile

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