Salve a tutti. Sono una ragazza di Napoli che ha provato a chiedere aiuto ad un avvocato, al centro antiviolenza della sua città e ad un'operatrice del sostegno psicologico organizzato dall'università, senza successo.
Mi sto rodendo l'anima. Sto facendo i conti con sensazioni e sentimenti devastanti che non riesco a gestire, perchè loro gestiscono me. Non solo mi è stato fatto del male, ma "la vita" , "gli eventi", stanno mettendo il dito nella piaga, e non capisco il motivo di tanto accanimento verso di me. Mi sento un po' Giobbe un po' Cassandra. Sono sempre stata una persona buona, non ho mai fatto volontariamente del male a nessuno, eppure sono stata punita sia dal libero arbitrio di una persona, sia dagli eventi. Non predico certo il futuro, ma non vengo "creduta".
Di tutti i sentimenti che si associano alle molestie, ad onor del vero non avrei mai pensato di dover fare i conti con l'invidia. Il rancore e l'invidia mi stanno consumando. Io, che non sono mai stata una persona invidiosa, non sapendo neanche che cosa si intedesse con quella parola, adesso posso dire di conoscerla bene la bastard@. Ah, come scalcia ed urla!. Si fa sentire ogni giorno.
Ho una morale , e sono cresciuta con l'idea che chi fa del male viene schiacciato e paga per le sue azioni , e che chi subisce ha una vita più rosea del carnefice. Non immaginavo che la vita premiasse il carnefice con fidanzata, vacanze,lavoro, amici e divertimento. Io ho aspettato che la Rivincita arrivasse, ma non ha bussato alla mia porta. E dopo che aspetti, ed aspetti, ed aspetti pazientemente, alla fine ci si stanca di fare quella "superiore" e si inizia a desiderare la Vendetta. Chi dice che la Vendetta non risolve nulla, che non ripara nulla e che è solo temporanea, non sa di che parla ed ha il cervello molto confuso e pieno zeppo di false illusioni come quella che ho appena descritto. Gli/le consiglio di andar via dall'Iperuranio, il mondo delle idee "alte", e di ritornare sul pianeta Terra. Ma la Vendetta, a differenza della Rivincita, te la devi creare da sola. Un anno fa decido di rivolgermi ad un avvocato per dar sfogo a ciò che portavo dentro dall'anno precedente. Ho fatto la volontaria per un'associazione animalista e decido di rivolgermi al "capo", con cui avevo molta confidenza, e che fa appunto l'avvocato. Non devo averlo "convinto" tanto. Evidentemente deve essere sembrata come la classica love story partenopea. Lui ci prova vigorosamente con la sua ex, lei lo rifiuta, lui se la prende e lei decide di avere <<una reazione esagerata>> cercando di portare l'innamorato rifiutato in tribunale. << Con la crisi che c'è, non si può mica rovinare la vita ad un ragazzo perché ci ha provato !>>, mi dice. Sono frustrata da quello che ho letto un paio di giorni fa su un giornale: la Cassazione ha stabilito che fare l'occhiolino è considerata molestia. Non capisco perchè nel mio caso non POSSA esserlo. E si arriva sempre più in basso. Non immaginavo che mi sarei mai ritrovata A DOVER PREGARE, A CONVINCERE avvocati e psicoterapeuti che quello che mi è successo non può essere catalogato come una "avances del fidanzatino innamorato". Non lo permetto e non lo accetto. Non è stato così. E lo dimostra come stanno andando le cose. Non mi si può dire che ho avuto una <<reazione esagerata>> ,sproporzionata all'accaduto. E come si d e v e reagire allora? Se il tuo ex- ragazzo mentre piangi per consolarti inizia a metterti le mani fra le gambe e tu le allontani e lui ci riprova. Se si sbottona la patta dei pantaloni, ti "tira", ti affera per la testa per avere un rapporto orale, come ci si deve comportare? Se tu fai tutto per divincolarti, e lui ti trascina, ti riprende, cosa dovevo fare? Se si passa i 10 mesi successivi a casa, senza uscirci,buttata a letto a piangere , e facendo solo questo ogni s i n g o l o giorno, più volte al giorno, abbandonando l'università; se dopo questi mesi chiusa a casa decido di fuggire, provando ad andare all'estero a cercare lavoro, ma non avendo la forza di uscire dal letto della camera d'albergo, e ritorni a casa con la coda fra le gambe. Se non ti rassegni e tenti di cambiare città ma ti succede lo stesso, sperperando i risparmi che mettevi da parte per eventuali corsi all'estero. Se poi ti riscrivi all'università cambiando indirizzo, ma dopo 1 anno devi dare ancora il primo esame, e probabilmente l'anno prossimo dovrai ri-seguire gli insegnamenti del primo, perchè hai valuto "strafare" e alcuni non li hai seguiti (mi sono iscritta a febbraio 2012, un anno fa, al 2 semestre, ma accademicamente sono iscritta al 2 anno); se vai fino alla fine di luglio all'università perchè vuoi avere la testa "impegnata", perché hai paura di stare a casa, hai pura dell'estate, perché rimani da sola, in balia di te stessa, perché ci ripensi in continuazione, ma neanche all'università riesci a studiare perché hai scelto una facoltà umanistica e qui non si studiano grafici e numeri ma parole, parole che ti fanno ricordare, che ti riportano alla testa i momenti brutti; se scegli lingue a Napoli, ma non vai all'Orientale, l'università apposita per le lingue, ma scegli 1 altra università non tanto nota per le lingue, proprio per non fare incontri spiacevoli, per stare nel tuo cantuccio, per rifarti una nuova vita, e ti capita di incontrare la sua attuale fidanzata, messa lì, appositamente per te, dal "caso", dal "fato", dalla "vita", dagli "eventi", da qualcuno o qualcosa che prova un piacere sadico a vederti soffrire, ricordandoti ogni volta che la incontri quello che ti è successo, e vedendola ti poni la fatidica domanda: << Perchè proprio a me?>> e ti parte l'invidia, l'invidia pura, perché sei costretta ad assistere all'università come la sua vita va a gonfie vele, come eccelle negli esami, quante opportunità la ragazza riesce a cogliere come l'erasmus, il proggetto leonardo, non essendo la sua vita sfiorata dalla violenza, e tu che invece arranchi, rimani indietro e cadi, e ti rodi perché devi assistere forzatamente ad un successo che non è il tuo, alla vita che avresti potuto avere, a tutte quelle possibilità sfumate che LUI ti ha spazzato via in un colpo? Se non hai più una comfort zone, perché all'università hai paura di incontrare chi ti ricorda la tua sofferenza e perché un paio di mesi fa ritornando a casa hai scoperto che LUI è venuto a lavorare di fronte casa tua? se è venuto a lavorare difonte al tuo palazzo e dopo 2 mesi ha finito di lavorare lì e tu ti domandi<< Perchè ho dovuto assistere anche a questo? Ho sprecato la possibilità di dirgli come mi sta condizionando e rovinando la vita?>> ; se sapeste che lui è venuto, dopo 2 anni da quella notte in macchina, a lavorare sotto casa vostra non per farlo apposta, ma piuttosto perchè per lui è normale perchè pensa di non aver fatto nulla di male? ; se sapeste che nessuno sa niente, che la sua immagine è bella e pulita e che i suoi amici lo reputano un ragazzo dolce e mite che non ne sarebbe mai capace?; se a volte ti ritrovi a sperare e a supplicare che oggi sia il tuo ultimo giorno, che lo stress o un incidente ti porti via?
Allora vai da una psicologa.
Ma la psicologa la pensa come l'avvocato, "ci ha provato", sebbene lei mostri più di umanità. Ma vede il tutto come delle "avances".
Allora vai contemporaneamente in un centro antiviolenza, prendi appuntamento, per avere altro supporto psicologico ed altri consigli legali, ma bussi alla porta e nessuno ti apre. Letteralmente. Aspetti 30 minuti davanti alla porta, bussi, chiami sul telefono ma squilla a vuoto. Da quella porta esce un'operatrice per fumare e tu sgattaioli dentro, e noti che c'erano persone dentro. Provi a ricomporre il numero e vedi che non rispondono anche se ci sono. Aspetti in attesa che che qualcuno ti riceva, per poi scoprire che non avevano segnato l'appuntamento. Trovi comunque un'operatrice ma tu, che già non avevi voglia di raccontare il tutto, che già ti sentivi rifiutata e il comportamento del centro ti ha fatto sentire peggio, con la paura di raccontare la tua storiella in un luogo in cui ogni giorno vengono ragazze abusate e stuprate , e tu ritieni che quando ti ascolteranno non ti prenderanno sul serio, perchè ormai tutti quelli a cui ti rivolgi la pensano come l'avvocato, ovvero " l'ex fidanzatino ci ha provato e questa scatena un putiferio per una stupidaggine".
Allora che fare? Che fare se si ha voglia di chiedere il "conto" ma tu devi solo ingoiare e star zitta? Se fosse riuscito nell'intento di avere un rapporto orale non avrei avuto tanta diffidenza inspiegata da avvocati e psicoterapeuti. Cosa fare se ti sfoghi su siti diversi, ricevi messaggi di comprensione, ma tutto ciò non basta? Cosa fare se le uniche cose che ti rimangono sono frasi cliché dette da persone che non sanno e parlano, come "la vendetta non serve" e "ciò che non ti distrugge ti fortifica" e che come unica consolazione ti rimane "Tutto ha uno scopo", e tu hai la sensazione che ti debba "far bastare" ciò? E intanto stai a guardare come la vita LO PREMIA e l'odio, l'invidia, il rancore, la disperazione e l'angoscia ti distruggono.