Casatchok ha scritto:Già...Io ad esempio ho paura di comunicare qualcosa di mio perché la gente spesso,anche se fa finta di comprenderti e aiutarti poi lo dice a destra e a sinistra..A volte è meglio tenersi le cose per sé...
Uskebasi ha scritto:Forse è quello che ci frega. L'incomunicabilità è il male peggiore. Io sono una persona che non comunica tutto quanto, non comunica quanto invece avrebbe bisogno di comunicare non alla famiglia, che è già tanto, ma all'esterno. E' chiaro che purtroppo la maggior parte delle persone non è disposta ad ascoltare ed è questo che mi fa temere. Ma la cosa che più temo è quel meccanismo di identificazione che scatta nella mente umana quando si associa la vittima di un trauma al trauma stesso, il che fa scaturire strane dinamiche. Spesso e volentieri le persone a cui in passato ho comunicato qualcosa l'hanno presa male, io raccontavo le mie esperienze dure e loro mi bollavano come "quello che ha passato quella storia", identificavano me coi traumi passati. Ma non è così che si deve fare. Ascoltare vuol dire capire che l'essenza di chi racconta non consiste con ciò che viene raccontato. Un essere umano non deve essere mai ridotto ai traumi passati, invece la gente, quando ci si apre, sembra identificare tutto il tuo essere con quello che hai raccontato. Così diventi "quello coi problemi", non soltanto un essere umano come gli altri. E questa cosa mi blocca nel dire di me.
Spesso e volentieri le persone a cui in passato ho comunicato qualcosa l'hanno presa male, io raccontavo le mie esperienze dure e loro mi bollavano come "quello che ha passato quella storia", identificavano me coi traumi passati.
E questa cosa mi blocca nel dire di me.
Uskebasi ha scritto:Catalogare forse è inevitabile, ma ridurre una persona alla categoria in cui si inquadra, che è una finzione nostra ed arbitraria sia pure utile perché altrimenti non si innescherebbero dei meccanismi di riconoscimento generali del prossimo, è un atto illegittimo per me. Una persona che subito qualcosa non è solo ciò che ha subito, è anche quello ma non solo. E spesso e volentieri anche la psicologia e la psicanalisi toppano paurosamente, identificando la totalità della soggettività con il trauma subito dall'individuo, che è un'operazione sbagliata perché incompleta.
...ma ridurre una persona alla categoria in cui si inquadra...
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