Da quando la persona che mi ha fatto del male me ne ha fatto talmente tanto che sono stata sul punto di buttarmi sotto ad un treno, letteralmente, ci penso spesso alla vendetta e ho letto anche tanto su questo, così come sul perdono, suo contrario naturale.
Ho letto molto, ho pensato molto, ho anche cercato, da buona persona razionale che sono, di perdonare. Non nel senso di buttare tutto alle ortiche, cancellare quello che è successo e stop. No. Perdonare nel senso di accettare quello che è successo, ricucire la ferita e trasformare il dolore in qualcosa di costruttivo.
Ma sapete io non ci sono riuscita. Anche solo sfiorare quelle pagine mi ha fatto sprofondare...
Voi dite indifferenza... E io non riesco a non pensare che questa indifferenza, questo "essere superiori", come ripetono sempre a me a mo' di cantilena, in realtà non sia altro che un favore nei confronti di chi ci ha fatto male.
Penso a chi commette il più terribile dei crimini, penso a chi priva qualcuno di qualcosa che possiede. Quando succedono queste cose non si parla mai di indifferenza.
Non lo so dove volevo andare a parare con questo discorso ma ultimamente mi frullano nella testa questi pensieri.
Io stavo camminando, anche con fatica, per la mia strada e qualcuno ha deciso che doveva azzopparmi, senza alcun senso, senza una ragione. Sono arrivata lì ad un soffio...
Che fare allora? Cosa si dovrebbe fare allora? Ammazzare chi mi ha fatto del male? Ho pensato anche a questo. A me cosa cambierebbe? Il mio macigno addosso lo avrei lo stesso, la mia gamba continuerebbe ad essere azzoppata.
Ci vorrebbe la giustizia ma la vita non è giusta. E allora cosa si fa? Certe cose non dovrebbero succedere... Questo pensavo.
E niente... Non ho capito nemmeno io cosa ho detto