sto spesso a chiedermi, con volontà o quanto meno labile capacita d'auto criticarmi,perchè alla fine non riesco mai a darmi giusta
risposta, il come mai non riesco mai a piacere completamente qualora,mi trovo a dovermi rapportare con gruppi interi di persone che mi sono
estranee .
ho analizzato il termine estraneo molteplici volte nella mia testa,e credo che l'etimologia più affine sia quello di "lontano da se"
"sconosciuto" ed è l'accezione che raccordo alla mia anima
sin da quando ero bambina, mi piaceva star li'..al centro dell'attenzione e spesso mi riusciva bene , poi mi rendevo conto che
spesso gli sguardi si rivolgevano altrove,e per negligenza o per assurdo non mi è mai successo di tentar di riprendere a mano il gioco.
vado un pò cosi' no, magari attiro qualcuno tirandone fuori una delle mie, perché sono una maga ad voler traplare dietro alla
barriera che ci contrappone dal resto del mondo,una stolta quale voglio essere,e voglio dimostrar d'essere.
quasi mi vergogno del mio mondo, quasi che la mia essenza fosse un pericolo minato
che se trapassata potrebbe nuocere gli altri.
e continuo ad essere come una miccia, che fa scintille e poi esplode.
portandosi via con se,gli occhi annoiati di chi , fine a poco tempo prima,la stava ammirando con curiosità.
succede che,poi esplodi e quando esplodi tutta la meraviglia della parvenza di quello che si è va Via in un attimo
e la posta non vale l'attesa.
l'attendere la dimostrazione tangibile dell'essenza non attira chi vuole solo il teatrino,quello banale,quello ironico,quello
che ti fa ridere, poi dietro le quinte son altre storie.
son storie di lunghe attese,di speranze frammentate ,di pochi sorrisi e poche parole che, come vorrei e non sono in grando di fare,
poter condividere con chi sa andare oltre.
ma non piaccio.. sono "estranea" al mondo o e il mondo è estraneo a me ,ma in ogni caso non vi è causalità fra le due cose.
siamo due istanze separate io e il mondo , che non intermediano più
un po perchè a me ha stufato la finzione, un po perché al mondo la finzione piace.
l'illusione piace
la cecità piace.
sono come tutte le cose nascoste,sotterrate perché se s'esprimono fanno paura , sono come l'oblio del mondo, le sue ombre
sono il mondo che non c'è e che non piace.
sono come milioni di eventi mai successi
sono come qualcosa incapace d'esplodere, nel sottosuolo, a cui forse servirebbe una miccia
o semplicemente sono una delirante, una misera accozzaglia di deliri
non sono mai lucida o sempre troppo lucida , ma forse delirante.
e non mi rammarico per quello che vivo, mi rammarico unicamente di non riuscire mai a vivere.
e quando vivo, l'esplosione e le onde sonore fanno troppo male a quel mondo che non mi ha mai dato conto, ma a cui devo
dar conto io perché è più grande di me.