Rabbia derealizzazione e dolore.

In questa sezione possiamo parlare dei traumi del passato, di psicologia e dei problemi in genere.
Questo è anche il forum sullo sfogo dei propri sensi di colpa.

Rabbia derealizzazione e dolore.

Messaggioda Anuar » 20/07/2018, 9:11



Ho una delle mie crisi, vorrei rompere tutto fatico tantissimo a restare calmo, vorrei farmi del male urlare e abbandonarmi alla derealizzazione così che il mondo smetta di esistere.

Andrò a camminare temo.
Voi che fate quando avete una crisi? Le mie sono dovute al borderline temo.
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Messaggioda Ensō » 20/07/2018, 9:42



Anuar ha scritto:Ho una delle mie crisi, vorrei rompere tutto fatico tantissimo a restare calmo, vorrei farmi del male urlare e abbandonarmi alla derealizzazione così che il mondo smetta di esistere.

Andrò a camminare temo.
Voi che fate quando avete una crisi? Le mie sono dovute al borderline temo.


Ciao Anuar :)

solitamente cerco di distrarmi e di pensare ad altro. Leggo, ascolto musica.
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Messaggioda Mustafà » 20/07/2018, 11:17



Mi sfogo in modo misurato e/o aspetto che passi. Importante è fare l'esercizio di distinguere te dalla crisi. Considerare il sintomo come altro da te,osservarlo.
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Messaggioda Net » 20/07/2018, 11:55



Andare a far altro è sicuramente una cosa/scelta positiva, o comunque l’unica sana che puoi fare quando ti senti in questo stato. È complesso calmarsi quando si han pensieri per la testa, quando sono opprimenti e ci fanno scoppiare, sembra comunque che ci seguano. Io tenterei di stancarmi e o di fare qualcosa di nuovo, diverso, così , dal nulla.. così che la tua mente non entri in un circolo vizioso di pensieri triti e ritriti.
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Messaggioda Anuar » 20/07/2018, 13:40



Ensō ha scritto:solitamente cerco di distrarmi e di pensare ad altro. Leggo, ascolto musica.


Net ha scritto:Andare a far altro è sicuramente una cosa/scelta positiva, o comunque l’unica sana che puoi fare quando ti senti in questo stato. È complesso calmarsi quando si han pensieri per la testa, quando sono opprimenti e ci fanno scoppiare, sembra comunque che ci seguano. Io tenterei di stancarmi e o di fare qualcosa di nuovo, diverso, così , dal nulla.. così che la tua mente non entri in un circolo vizioso di pensieri triti e ritriti.


Credo seguirò questi consigli, anche se distrarsi spesso è difficile, ancora sono un po in crisi però mi sta passando
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Messaggioda Anuar » 20/07/2018, 13:41



Disperso ha scritto:Mi sfogo in modo misurato e/o aspetto che passi. Importante è fare l'esercizio di distinguere te dalla crisi. Considerare il sintomo come altro da te,osservarlo.


In che senso vedere la cosa come un altro me? non può essere dannoso?
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Messaggioda Net » 20/07/2018, 17:47



Anuar ha scritto:
Ensō ha scritto:solitamente cerco di distrarmi e di pensare ad altro. Leggo, ascolto musica.


Net ha scritto:Andare a far altro è sicuramente una cosa/scelta positiva, o comunque l’unica sana che puoi fare quando ti senti in questo stato. È complesso calmarsi quando si han pensieri per la testa, quando sono opprimenti e ci fanno scoppiare, sembra comunque che ci seguano. Io tenterei di stancarmi e o di fare qualcosa di nuovo, diverso, così , dal nulla.. così che la tua mente non entri in un circolo vizioso di pensieri triti e ritriti.


Credo seguirò questi consigli, anche se distrarsi spesso è difficile, ancora sono un po in crisi però mi sta passando


Certo che è difficile, così come lo è osservare una “crisi”, parola che poi non mi suona poi molto bene, è parecchio difficile. Lo stesso tuo scrivere qui è una forma di “distrazione” , ma, difficile è riuscire a cogliere il senso logico della cosa. Questa crisi è scatenata da tale fattore, riesco ad osservarmi dall esterno vedendone il modo errato in cui la sto affrontando? Non è semplice no, non è nemmeno semplice dare un consiglio. Fattori scatenanti, intensità, sono variabili, tutto è variabile. La verità è che oggettivamente si dovrebbe necessariamente in quei casi, sforzarsi tremendamente di razionalizzare.
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Messaggioda Mustafà » 20/07/2018, 19:35



Anuar ha scritto:
Disperso ha scritto:Mi sfogo in modo misurato e/o aspetto che passi. Importante è fare l'esercizio di distinguere te dalla crisi. Considerare il sintomo come altro da te,osservarlo.


In che senso vedere la cosa come un altro me? non può essere dannoso?


Non un altro te. Altro da te. Nel senso che è una cosa tua si, ma non sei tu. Non so come dire, provare a "centrarti": essere in mezzo al "baccano interiore", ma esserci. Un po' come pensare che tu sei immerso in quella cosa e non che quella cosa è in te. Scusa,sembrano giochi di parole...
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Messaggioda Ensō » 21/07/2018, 9:44



Disperso ha scritto:
Anuar ha scritto:
Disperso ha scritto:Mi sfogo in modo misurato e/o aspetto che passi. Importante è fare l'esercizio di distinguere te dalla crisi. Considerare il sintomo come altro da te,osservarlo.


In che senso vedere la cosa come un altro me? non può essere dannoso?


Non un altro te. Altro da te. Nel senso che è una cosa tua si, ma non sei tu. Non so come dire, provare a "centrarti": essere in mezzo al "baccano interiore", ma esserci. Un po' come pensare che tu sei immerso in quella cosa e non che quella cosa è in te. Scusa,sembrano giochi di parole...


Sì, Disperso è vero, non siamo il problema per antonomasia però è anche vero che il problema ci appartiene. E' come essere trascinati dalla corrente di un fiume in piena, noi non siamo la corrente però ne veniamo travolti. La corrente è un fenomeno esterno a noi, mentre la nostra ansia è presente all'interno di noi. Vedere la nostra ansia come se fosse altro da noi è un valido espediente in linea teorica ma di difficile applicazione se non dopo anni di pratica meditativa o di altre tecniche volte a raggiungere questo risultato. A questo punto, secondo me, la cosa migliore sarebbe quella di accettare e riconoscere consapevolmente l'attacco imminente e cercare, non di ignorarlo ma di controllarlo, lasciando assorbire la nostra attenzione da passatempi che ci impegnino attivamente.
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Messaggioda Anuar » 21/07/2018, 13:44



Disperso ha scritto:
Anuar ha scritto:
Disperso ha scritto:Mi sfogo in modo misurato e/o aspetto che passi. Importante è fare l'esercizio di distinguere te dalla crisi. Considerare il sintomo come altro da te,osservarlo.


In che senso vedere la cosa come un altro me? non può essere dannoso?


Non un altro te. Altro da te. Nel senso che è una cosa tua si, ma non sei tu. Non so come dire, provare a "centrarti": essere in mezzo al "baccano interiore", ma esserci. Un po' come pensare che tu sei immerso in quella cosa e non che quella cosa è in te. Scusa,sembrano giochi di parole...


Si credo di capire quel che vuoi dire, in quei momenti tutta via non credo di avere abbastanza concentrazione per farlo, tendo ad arrabbiarmi poi a sprofondare nella derealizzazione, di solito risolvo camminando tanto o dormendo.
Ma è una mezza soluzione perché poi anche se la rabbia svanisce la derealizzazione rimane.
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