Premio Nobel ha scritto:Sorprenderò quanto sto per dire, ma secondo me il problema è molto meno grande di quanto possa sembrare.
Mi spiego meglio: da quanto tu dici sembra che il tuo problema consista nella solitudine, o nella mancanza di una compagnia soddisfacente.
In realtà, però, credo che sia un problema meno gravoso di quanto ti possa apparire. Non tanto perchè esso non esista o perchè esso non abbia comunque caratteristiche importanti, ma piuttosto perchè mi sembra tu gli stia dando una importanza eccessiva.
Supponendo che una persona di 30 anni non abbia mai avuto un amico, e non abbia mai avuto una storia d'amore. È uno sfigato?
No, perchè in realtà una persona non è definita soltanto dal suo rapporto con gli altri, ma anche le sue proprie abilità (come ad esempio il lavoro).
Tu, tra l'altro, non rientri nemmeno in questo caso estremo. Conseguentemente hai potuto avere dei risultati anche in ambito relazionale.
Curiosamente, nonostante sia un lustro più giovane di te, mi ritrovo sostanzialmente nella stessa situazione relazionale.
Ho sempre avuto un rapporto non Pacifico con le ragazze, ed ho cambiato molteplici compagnie di amici (nel mio caso, però, ho avuto anche la lucidità di vedere come spesso amici che ritenevo persone brillanti non lo fossero stato per nulla, è che io, invece, non sono stato così sfigato come mi consideravo).
Non nego l'esistenza di questo problema, e talvolta si fa sentire: a breve ci sarà il mio compleanno, ed capodanno. Li passerò probabilmente da solo, in quanto, anche se posso permettermi di fare qualcosa, non c'è nessuno interessato a fare qualcosa con me.
Ma mi rendo conto, allo stesso tempo, che in altri aspetti, riesco ad avere migliori performance, e quindi mi rifiuto di svilirmi soltanto perchè non ho l'approvazione degli altri.
Questo post fa il paio con quello di Masquerade; unendo i due, si può trarre il messaggio che quello che conta è guardare alle proprie doti, apprezzarle, in attesa che possano farlo gli altri.
Nella mia vita, c'è stato un solo periodo in cui ci sono riuscito: quello in cui ho frequentato un corso, che ho affrontato nella speranza di liquidarlo il prima possibile, vedendolo come una parentesi.
In questo corso, ero il migliore di tutti ed ero diventato, improvvisamente, quello che avevo sempre sognato.
Brillante, intelligente, sicuro di sè, trascinatore. Tutti i corsisti mi ammiravano, i docenti del corso mi stimavano, ero finalmente il leader, il vincente.
In questo periodo ho avuto quella che è stata la cosa più vicina a una frequentazione femminile. Ho conosciuto una donna che è, ad oggi, l'unica persona a cui andavo bene così com'ero. Con la mia goffaggine, con la mia incapacità, con la mia sfiga. Ma lei mi vedeva come il brillante corsista che stupiva tutti per il suo modo raffinato di parlare (io che ho sempre parlato una schifezza, perchè l'insicurezza mi porta a mangiarmi le parole e perchè imito i dialetti di dove mi trovo per apparire integrato, senza saperne parlare nessuno perchè non ho una città che definisco "di dove sono") per la sua spigliatezza nell'affrontare gli argomenti del corso, per come, quando studiavamo insieme, riusciva a memorizzare e imparare immediatamente il contenuto di una slide (una delle tantissime mie doti che non servono a un c***o)
Dopo mesi che ci conoscevamo, ebbi occasione di dirle (in un contesto assolutamente tranquillo e sereno, niente drammi quindi) che non ero, in realtà, quella persona che lei vedeva. Che avevo una vita piena di problemi, che mi sentivo costantemente un fallito, che non ero mai stato un trascinatore, risultando invisibile agli altri.
Lei si disse assolutamente stupita, dicendo che mai avrebbe pensato che io potessi essere una persona di indole negativa e dalla commiserazione facile.
Il corso finì, e io pensai di essere cambiato.
No, non era cambiato un c***o. Tornai a frequentare i miei vecchi amici, i primi amici veri della mia vita; ero sempre goffo, sempre gregario. Poi ho cambiato di nuovo città per lavoro, ritrovandomi completamente solo.
Quest'estate, poi, c'è stata lei.
Ho cercato con tutto me stesso di palesare quelle presunte doti emerse durante il mio periodo magico del corso. Ho cercato con tutto me stesso di non apparire debole, di non apparire introverso, di non apparire goffo.
Non c'è stato verso.
Lo stupido, odioso, insopportabilmente goffo JustBreathing ha avuto di nuovo la meglio.
Poi fine settembre, e la mazzata definitiva di cui non voglio parlare qui. Che si unisce a questa.
Non so cosa sia successo, in quel periodo del corso. Ma resta una parentesi, un raggio di luce in una vita da perdente nato, che io rincorro senza riuscire a illuminarmi di nuovo, e nel frattempo il tempo passa inesorabile, e sono sempre solo, e sempre senza aver mai provato l'amore.
In me c'è ancora una piccola voce di speranza.
Ma quella voce, viene zittita da ogni volta che inciampo in un gradino (non è una metafora, ma un riferimento alla mia odiosa goffaggine) da ogni volta che non riesco ad aprire una bottiglia, o a legare le chiavi al portachiavi, da ogni volta che saluto una persona e questa si gira dall'altra parte, da ogni volta che parlo con mio padre e lui risponde facendo capire che non mi ha ascoltato e ha finto di farlo, da ogni volta che mia madre mi dice che so solo lamentarmi, da ogni volta che su una chat faccio una battuta e viene ignorata per poi vedere le risate a crepapelle di tutti quando la fa qualcun altro identica, da ogni volta che telefono a mio fratello, la persona più importante della mia vita, e lui non mi risponde.
Viene zittita da ogni volta che entro nella mia casa bella, accogliente, ma desolatamente vuota, da ogni volta che la sveglia suona alle sei di mattina per andare al lavoro mentre altre persone della mia età vivono ancora la vita felice e spensierata di un tempo, da ogni volta che in palestra mi ci vogliono cinque minuti per capire un esercizio.
Viene zittita da ogni volta che ripenso a lei, e a come una persona dal mio aspetto estetico e dalle mie esperienze di lavoro e di vita avrebbe avuto molte più possibilità di conquistarla, e a come lei sarebbe stata felice potendo beneficiare di tutto quello che ho ottenuto nella vita nonostante l'abbia dovuta affrontare dentro questo schifoso, imbranato, pesante, goffo involucro, di tutte quelle cose mie, che sarebbero state sue per sempre.
Purtroppo davanti a lei, c'era proprio quell'involucro. Talmente schifoso e ridicolo, da non lasciar trasparire le cose belle che ci sono dentro.
Andrà meglio di così, un giorno. Forse.