Odio me stesso...

...con tutto il cuore

In questa sezione possiamo parlare dei traumi del passato, di psicologia e dei problemi in genere.
Questo è anche il forum sullo sfogo dei propri sensi di colpa.

Odio me stesso...

Messaggioda Masquerade » 13/12/2016, 12:57



JustBreathing ha scritto:
Masquerade ha scritto: Finché non riuscirai a vederti come veramente meriti, non riusciranno neanche gli altri a percepirti in maniera diversa.


Avresti dovuto vedermi, quest'estate, in mezzo alla mia vecchia compagnia.

Avresti visto delle persone buone (se non altro perchè continuano a chiamarmi), dei ragazzi positivi, con tanta voglia di divertirsi e di stare in compagnia, avresti riso con loro e scherzato con loro, ti saresti ricordata a lungo dei loro sorrisi.
E in mezzo a loro, avresti visto un coso di quasi uno e novanta, dalle movenze sgraziate, che ogni tanto provava a sua volta a ridere, ma risultava solo ridicolo, e che molto più spesso stava in silenzio, sforzandosi di alzare la testa, con la pressione di chi ha paura di sbagliare che trasudava da qualsiasi poro. Avresti pensato a cosa ci facesse in mezzo a una compagnia così meravigliosa. E avresti pensato "ma questo qui, doveva esserci per forza?"
E di sicuro, non lo avresti avvicinato neanche a distanza binocolo.

Credere in me stesso, stante questa situazione e dopo tutto il lavoro che avevo fatto con impegno e dedizione, è impossibile.


Non credo proprio che avrei pensato questo. :rolleyes:
Altro si. Di sicuro avrei osservato con attenzione e pensato qualcosa. Ma dubito seriamente che sarebbe stato questo. ^_^
Perché questo è ciò che avrebbe pensato Just, non io. :shifty:

Ci conto che mi farai sapere i progressi. ;)
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Re: Odio me stesso...

Messaggioda Lizard17 » 13/12/2016, 14:46



Il cosiddetto oblio di Nietzsche


Cerca di credere che il passato è fatto ....pensa a cosa puoi fare ...penaa che sei nato ora ....pensa che hai tutto ancora da imparare ...pensa che inizia ora la tua vita .....il passato è passato ......sei nato ora ....ora ti chiedo che cosa vuoi fare ? Continuare a pensare a ciò che è stato ...a ciò che eri o al fatto che sei una persona nuova con nuove esperienze da fare e tanto ancora da fare

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Messaggioda Premio Nobel » 13/12/2016, 21:52



Sorprenderò quanto sto per dire, ma secondo me il problema è molto meno grande di quanto possa sembrare.

Mi spiego meglio: da quanto tu dici sembra che il tuo problema consista nella solitudine, o nella mancanza di una compagnia soddisfacente.

In realtà, però, credo che sia un problema meno gravoso di quanto ti possa apparire. Non tanto perchè esso non esista o perchè esso non abbia comunque caratteristiche importanti, ma piuttosto perchè mi sembra tu gli stia dando una importanza eccessiva.

Supponendo che una persona di 30 anni non abbia mai avuto un amico, e non abbia mai avuto una storia d'amore. È uno sfigato?
No, perchè in realtà una persona non è definita soltanto dal suo rapporto con gli altri, ma anche le sue proprie abilità (come ad esempio il lavoro).

Tu, tra l'altro, non rientri nemmeno in questo caso estremo. Conseguentemente hai potuto avere dei risultati anche in ambito relazionale.
Curiosamente, nonostante sia un lustro più giovane di te, mi ritrovo sostanzialmente nella stessa situazione relazionale.
Ho sempre avuto un rapporto non Pacifico con le ragazze, ed ho cambiato molteplici compagnie di amici (nel mio caso, però, ho avuto anche la lucidità di vedere come spesso amici che ritenevo persone brillanti non lo fossero stato per nulla, è che io, invece, non sono stato così sfigato come mi consideravo).

Non nego l'esistenza di questo problema, e talvolta si fa sentire: a breve ci sarà il mio compleanno, ed capodanno. Li passerò probabilmente da solo, in quanto, anche se posso permettermi di fare qualcosa, non c'è nessuno interessato a fare qualcosa con me.
Ma mi rendo conto, allo stesso tempo, che in altri aspetti, riesco ad avere migliori performance, e quindi mi rifiuto di svilirmi soltanto perchè non ho l'approvazione degli altri.
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Messaggioda JustBreathing » 13/12/2016, 22:29



Premio Nobel ha scritto:Sorprenderò quanto sto per dire, ma secondo me il problema è molto meno grande di quanto possa sembrare.

Mi spiego meglio: da quanto tu dici sembra che il tuo problema consista nella solitudine, o nella mancanza di una compagnia soddisfacente.

In realtà, però, credo che sia un problema meno gravoso di quanto ti possa apparire. Non tanto perchè esso non esista o perchè esso non abbia comunque caratteristiche importanti, ma piuttosto perchè mi sembra tu gli stia dando una importanza eccessiva.

Supponendo che una persona di 30 anni non abbia mai avuto un amico, e non abbia mai avuto una storia d'amore. È uno sfigato?
No, perchè in realtà una persona non è definita soltanto dal suo rapporto con gli altri, ma anche le sue proprie abilità (come ad esempio il lavoro).

Tu, tra l'altro, non rientri nemmeno in questo caso estremo. Conseguentemente hai potuto avere dei risultati anche in ambito relazionale.
Curiosamente, nonostante sia un lustro più giovane di te, mi ritrovo sostanzialmente nella stessa situazione relazionale.
Ho sempre avuto un rapporto non Pacifico con le ragazze, ed ho cambiato molteplici compagnie di amici (nel mio caso, però, ho avuto anche la lucidità di vedere come spesso amici che ritenevo persone brillanti non lo fossero stato per nulla, è che io, invece, non sono stato così sfigato come mi consideravo).

Non nego l'esistenza di questo problema, e talvolta si fa sentire: a breve ci sarà il mio compleanno, ed capodanno. Li passerò probabilmente da solo, in quanto, anche se posso permettermi di fare qualcosa, non c'è nessuno interessato a fare qualcosa con me.
Ma mi rendo conto, allo stesso tempo, che in altri aspetti, riesco ad avere migliori performance, e quindi mi rifiuto di svilirmi soltanto perchè non ho l'approvazione degli altri.


Questo post fa il paio con quello di Masquerade; unendo i due, si può trarre il messaggio che quello che conta è guardare alle proprie doti, apprezzarle, in attesa che possano farlo gli altri.
Nella mia vita, c'è stato un solo periodo in cui ci sono riuscito: quello in cui ho frequentato un corso, che ho affrontato nella speranza di liquidarlo il prima possibile, vedendolo come una parentesi.
In questo corso, ero il migliore di tutti ed ero diventato, improvvisamente, quello che avevo sempre sognato.
Brillante, intelligente, sicuro di sè, trascinatore. Tutti i corsisti mi ammiravano, i docenti del corso mi stimavano, ero finalmente il leader, il vincente.

In questo periodo ho avuto quella che è stata la cosa più vicina a una frequentazione femminile. Ho conosciuto una donna che è, ad oggi, l'unica persona a cui andavo bene così com'ero. Con la mia goffaggine, con la mia incapacità, con la mia sfiga. Ma lei mi vedeva come il brillante corsista che stupiva tutti per il suo modo raffinato di parlare (io che ho sempre parlato una schifezza, perchè l'insicurezza mi porta a mangiarmi le parole e perchè imito i dialetti di dove mi trovo per apparire integrato, senza saperne parlare nessuno perchè non ho una città che definisco "di dove sono") per la sua spigliatezza nell'affrontare gli argomenti del corso, per come, quando studiavamo insieme, riusciva a memorizzare e imparare immediatamente il contenuto di una slide (una delle tantissime mie doti che non servono a un c***o)

Dopo mesi che ci conoscevamo, ebbi occasione di dirle (in un contesto assolutamente tranquillo e sereno, niente drammi quindi) che non ero, in realtà, quella persona che lei vedeva. Che avevo una vita piena di problemi, che mi sentivo costantemente un fallito, che non ero mai stato un trascinatore, risultando invisibile agli altri.
Lei si disse assolutamente stupita, dicendo che mai avrebbe pensato che io potessi essere una persona di indole negativa e dalla commiserazione facile.

Il corso finì, e io pensai di essere cambiato.
No, non era cambiato un c***o. Tornai a frequentare i miei vecchi amici, i primi amici veri della mia vita; ero sempre goffo, sempre gregario. Poi ho cambiato di nuovo città per lavoro, ritrovandomi completamente solo.

Quest'estate, poi, c'è stata lei.
Ho cercato con tutto me stesso di palesare quelle presunte doti emerse durante il mio periodo magico del corso. Ho cercato con tutto me stesso di non apparire debole, di non apparire introverso, di non apparire goffo.
Non c'è stato verso.
Lo stupido, odioso, insopportabilmente goffo JustBreathing ha avuto di nuovo la meglio.

Poi fine settembre, e la mazzata definitiva di cui non voglio parlare qui. Che si unisce a questa.

Non so cosa sia successo, in quel periodo del corso. Ma resta una parentesi, un raggio di luce in una vita da perdente nato, che io rincorro senza riuscire a illuminarmi di nuovo, e nel frattempo il tempo passa inesorabile, e sono sempre solo, e sempre senza aver mai provato l'amore.
In me c'è ancora una piccola voce di speranza.
Ma quella voce, viene zittita da ogni volta che inciampo in un gradino (non è una metafora, ma un riferimento alla mia odiosa goffaggine) da ogni volta che non riesco ad aprire una bottiglia, o a legare le chiavi al portachiavi, da ogni volta che saluto una persona e questa si gira dall'altra parte, da ogni volta che parlo con mio padre e lui risponde facendo capire che non mi ha ascoltato e ha finto di farlo, da ogni volta che mia madre mi dice che so solo lamentarmi, da ogni volta che su una chat faccio una battuta e viene ignorata per poi vedere le risate a crepapelle di tutti quando la fa qualcun altro identica, da ogni volta che telefono a mio fratello, la persona più importante della mia vita, e lui non mi risponde.
Viene zittita da ogni volta che entro nella mia casa bella, accogliente, ma desolatamente vuota, da ogni volta che la sveglia suona alle sei di mattina per andare al lavoro mentre altre persone della mia età vivono ancora la vita felice e spensierata di un tempo, da ogni volta che in palestra mi ci vogliono cinque minuti per capire un esercizio.

Viene zittita da ogni volta che ripenso a lei, e a come una persona dal mio aspetto estetico e dalle mie esperienze di lavoro e di vita avrebbe avuto molte più possibilità di conquistarla, e a come lei sarebbe stata felice potendo beneficiare di tutto quello che ho ottenuto nella vita nonostante l'abbia dovuta affrontare dentro questo schifoso, imbranato, pesante, goffo involucro, di tutte quelle cose mie, che sarebbero state sue per sempre.
Purtroppo davanti a lei, c'era proprio quell'involucro. Talmente schifoso e ridicolo, da non lasciar trasparire le cose belle che ci sono dentro.

Andrà meglio di così, un giorno. Forse.
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Messaggioda Premio Nobel » 14/12/2016, 0:44



In realtà, credo che io e Masquerade ti stiamo suggerendo due idee diverse, per quanto complementari.

Masquerade, se non sbaglio, mette l'accento sulle possibilità di cambiamento. Accennavi tu stesso che lei sa un po' di più di queste tue problematiche.

Io personalmente, non ti sto dicendo prima di tutto di cambiare. Non che possa essere utile, ma non è quello ciò che io ti sto suggerendo.
Piuttosto di dare un peso minore a quelle che tu definisci sconfitte, o 'vita da goffaggine'. I motivi sono i seguenti:

1) puoi comunque considerare che questi sono i tuoi problemi principali, non hai problemi 'più gravi' [come può essere di salute, di soldi, di legge, di incolumità ... i quali, allo stesso tempo, possono essere presenti in molte altre persone].
2) il fatto che tu non abbia questo tipo di relazioni, non credo ti maledica la tua esistenza, condannandola ad una vita grama. Non per altro che come facevo precedentemente riferimento, anche se una persona non riuscisse a relazionarsi con gli altri, non sarebbe una vita da sfigato.
3) allo stesso tempo, potrebbero comunque esserci delle cose che ti rendono orgoglioso (come l'aver vinto la sfida contro il sovrappeso, oppure il tuo stesso lavoro). Che diciamo, credo ci siano comunque delle situazioni in cui tu risulti vincitore nel confronto con gli altri.

Può però essere perverso il confronto con il prossimo, soprattutto se non si riesce a stare al passo con gli altri. Il fatto che in una, o più cose, io non stia al passo con i miei coetanei, o simili, non deve essere visto come una sconfitta. Il paragone può essere pericoloso.
Un esempio analogo:
se io mi paragono con il mio vicino super-ricco è ovvio che io mi considererò sempre un povero sfigato. Ciò non significa che lo sia. I punti di partenza sono diversi, sia per il reddito, sia per la personalità.
Un paragone più corretto sarebbe quello con se stessi nel corso del tempo, per vedere proprio i progressi fatti.

Per vedere ciò potresti provare a farti questa domanda: perché tu vorresti un amico, o una ragazza? per stare effettivamente meno solo, o perché non vuoi essere diverso dagli altri?
Certo, non si può negare che comunque ci si confronti con gli altri, e che sentirsi simili possa essere piacevole. Non è stupido conformismo.
Un esempio personale: passeggiando in città, mi da fastidio vedere coppiette, che magari si tengono per mano, o si scambiano effusioni.
Questo mi fa ricordare come io non sia molto in grado di essere meno solo. Pur tuttavia, se non mi ricordano questi terzi le mie debolezze, sostanzialmente sto tranquillo.

In passato, mi svegliavo e mi addormentavo tormentandomi della mia solitudine. Mi rovinavo l'esistenza, in quanto godevo sempre di meno delle altre cose che avevo.
Oggi il problema non l'ho risolto comunque, ad essere solo sono comunque solo. Sento comunque di essere solo, sono anche scettico sull'innamorarmi di qualcuna (anche perché adesso sto anche passando la maggior parte del tempo a casa!!!).
Sono personalmente scettico nel cambiamento: non perché esso non avvenga, io stesso riscontro di essere cambiato negli ultimi 6 anni. Ma non sempre quel cambiamento era voluto o pianificato. --- Non è avvenuto di punto in bianco, come invece qualche amico mi ha cercato di convincere.

Mi rendo però conto che la mia esistenza ha molte altre cose buone, ed anche cose più che buone, e sarebbe stato un peccato gettarle alle ortiche solo perché sono single.
Anche se non avessi delle buone doti (o non avessi una buona considerazione delle mie opportunità di me stesso) non vorrei gettare alle ortiche:
per il semplice fatto che io mi amo. Non voglio buttare la mia vita perché voglio il bene per la mia vita.
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Messaggioda Masquerade » 14/12/2016, 14:48



Credo invece che abbia ragione Just. Io e te Nobel non stiamo dicendo cose proprio diverse.
Il cambiamento di cui parlo è un effetto del volersi bene, dell'accettarsi e piacersi così come si è.

Just, prima che tu dica che è impossibile che ciò accada, perché detesti questa tua goffaggine, visto che mi pare tu sappia anche scrivere, che ne dici di provare a scrivere una storia divertente di un ragazzo goffo che inciampa e combina guai? Una di quelle che fa proprio ridere e spinge il lettore ad amare quel personaggio e a sperare che non cambi mai da com'è. Ispirati a te stesso, fallo in chiave ironica e aggiungici un po di fantasia, di quella che serve per ampliare un racconto.
Consideralo un esercizio. Devi guardare con occhi diversi la tua goffaggine. Trasforma il disprezzo in ironia. Provaci. ;)
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Messaggioda JustBreathing » 14/12/2016, 19:42



Masquerade ha scritto:Credo invece che abbia ragione Just. Io e te Nobel non stiamo dicendo cose proprio diverse.
Il cambiamento di cui parlo è un effetto del volersi bene, dell'accettarsi e piacersi così come si è.

Just, prima che tu dica che è impossibile che ciò accada, perché detesti questa tua goffaggine, visto che mi pare tu sappia anche scrivere, che ne dici di provare a scrivere una storia divertente di un ragazzo goffo che inciampa e combina guai? Una di quelle che fa proprio ridere e spinge il lettore ad amare quel personaggio e a sperare che non cambi mai da com'è. Ispirati a te stesso, fallo in chiave ironica e aggiungici un po di fantasia, di quella che serve per ampliare un racconto.
Consideralo un esercizio. Devi guardare con occhi diversi la tua goffaggine. Trasforma il disprezzo in ironia. Provaci. ;)


Non ho idea di come tu lo abbia capito, ma in realtà io scrivo davvero racconti, molto spesso (anche canzoni, ma quelle mi escono meno spesso, sono più bravo con la prosa che con i versi) A volte mi escono più o meno decenti, altre volte no e quindi li lascio nel PC, che è anche pieno di pezzi di racconti da completare.

Scrivere un racconto allegro su una persona goffa come me non sarebbe facile, però; quando si scrive, è la tua anima che parla, esattamente come quando si disegna o si dipinge, e la mia anima attualmente odia me stesso come si odia il peggior nemico, quello che ti ha distrutto la vita. Temo che anche sforzandomi, non mi uscirebbe nulla di allegro; sembrerebbe forzato e non farebbe ridere.
Avrò bisogno di almeno un paio di ore completamente libere, e di trovarmi in quelle ore nella massima serenità possibile, onde evitare attacchi di rabbia alla prima riga, ma è un esercizio che voglio provare a fare, tanto più che era un po' che cercavo ispirazione per qualche pezzo nuovo.

Ps. La donna del corso, tra le altre cose, mi chiese di scrivere un racconto su di lei...
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