Le persone che soffrono ricercano l'approvazione degli altri (metto anche me stessa nel gruppo pensando a quando stavo male) perché hanno un'autostima molto bassa. Il fatto di non averla implica che per stare meglio con noi stessi dobbiamo ricevere costantemente una gratifica esterna: parole di bontà, complimenti, auguri, nel tentativo di tenere in alto l'asticella. Non si è stati capaci di prodursela da soli, quindi se ne ha bisogno dall'esterno. Il problema? Che in questo modo si vive solo per compiacere a tutti fuorché a noi stessi, si cerca di essere sempre perfetti perché si spera in una sorta di premio che ci dica che stiamo andando bene. Ma è sbagliato fare affidamento sull'esterno, perché il senso di compensazione che sembra mancare in questi casi, si può colmare solo se siamo noi stessi da dentro a soddisfarci. A dirci «Io vado bene così come sono», a ricompensarci ogni giorno di qualcosa che ci fa sentire completi, e che ci fa sentire bene.
