Ho editato il messaggio per inserire una traduzione più fedele. Per andare direttamente all'originale inglese può essere utile questa pagina di Wiki/en:
https://en.wikipedia.org/wiki/Robert_F. ... _of_Kansas
Mi sento davvero incompreso oggi...
Premio Nobel ha scritto:Non capisco proprio cosa vuoi dimostrare con il discorso di Robert Kennedy.
Premio Nobel ha scritto:Non capisco proprio cosa vuoi dimostrare con il discorso di Robert Kennedy. (Tenuto poi conto che fa riferimento al Pil, il quale ha una definizione specifica, conosciuta in realtà da Kennedy stesso per le cose che scrive, ma si omette completamente di dirla).
The welfare of a nation can scarcely be inferred from a measurement of national income.
Simon Kuznets in report to the Congress, 1934; Cited in: Gernot Kohler, Emilio José Chaves (2003) Globalization: Critical Perspectives. p. 336
Questa è una riflessione di Kuznet sul Pil, sua invenzione degli anni 30 circa, e Nobel per l'economia nel 1971. "Il benessere di una nazione può essere modificato scarsamente da una misura del reddito nazionale"
Confondere la ricchezza prodotta con il benessere non è corretto, o per essere più precisi, non si può pensare che le due cose siano uguali l'una con l'altra. Comprendo perfettamente che risulti essere affascinante come discorso poichè sicuramente non considera gli elementi immateriali ed è un semplice calcolo di spesa, ma il presente discorso in realtà non ci suggerisce una alternativa o una soluzione. Non ci dice quale sarebbe un migliore indicatore che possa esprimere non tanto la ricchezza o la produzione di un paese, quanto piuttosto il benessere (ci sono vari indici, come avevo già avuto modo di scrivere in precedenza, come l'indice di sviluppo umano, oppure il benessere equo sostenibile, o ancora il consumo terrestre, etc. .... la quasi totalità di questi indici in realtà fa sempre e solo riferimento al Pil, il quale risulta essere comunque una delle più grandi invenzioni statistiche che la scienza economica abbia avuto)
Faccio io allora una domanda: se l'economia di un paese deve tendere al benessere, ciò significherebbe che l'economia tende alla felicità? La risposta secondo me è semplicemente no.L'economia non tende alla felicità poichè la felicità non è di fatto un bene commercializzabile e quindi non può essere ottenuta dall'economia. Un sistema economico mi può permettere di avere molteplici beni che posso servirmi per soddisfare le mie necessità, ma non tutte le mie necessità potranno essere soddisfatte (se io voglio la sincerità di un amico, non la potrò comprare, perchè la sincerità non è un bene commercializzabile) ... allo stesso tempo
Non capisco perchè secondo te Anuar sostanzialmente la società sia così, mi spiego meglio: da come scrivi mi appare quasi come se gli altri effettivamente siano affetti da queste costrizioni e costringimenti impartiti dalla società, mentre tu od altre persone simili invece no.
Non credo funzioni così, un po' perchè la società non è qualcosa di completamente estraneo a noi, ma comunque è qualcosa creata da noi intesa come collettività e non è nemmeno immutabile.
Comprendo perfettamente che la società eserciti una influenza su ciascuno di noi (ad esempio, anche soltanto tutte le leggi sono influenze sul nostro comportamento) però non sono sempre così negative è nemmeno così forti come potrebbe sembrare.
Il fatto che io voglia comperarmi un vestito alla moda o un iPhone nuovo in ultima istanza è dovuto perchè lo voglio io, cioè perchè almeno in parte è dovuto ad una scelta individuale (se così non fosse, qualsiasi criminale potrebbe dichiarare di essere stato plagiato dalla società, e ciò, oltre che essere paradossale, è ingiusto perchè leverebbe ogni responsabilità individuale).
Sicuramente una società basata su un modello "altruista" è positiva, che si possa preoccupare delle persone in difficoltà o di valori alti, però io credo che manchi un passaggio: perchè se le persone si dichiarano altruiste la società che compongono non risulta essere così?
Io credo che il problema non possa non essere individuale, perchè altrimenti non si spiegherebbe da dove possa derivare ad esempio tutto quel l'egoismo è quella mancanza di valori che tu denunci. Di conseguenza, se però gli individui non sono così buoni come potrebbe sembrare, non possiamo pretendere che la società non sia figlia di questo egoismo. Parafrasando Hegel, è la "pappa del cuore" .
Premio Nobel ha scritto:Faccio io allora una domanda: se l'economia di un paese deve tendere al benessere, ciò significherebbe che l'economia tende alla felicità?
Premio Nobel ha scritto:L'economia non tende alla felicità poichè la felicità non è di fatto un bene commercializzabile e quindi non può essere ottenuta dall'economia
Anuar ha scritto:Forse in un era più romantica, la felicità ed il denaro erano due cose distinte, ma oggi giorno coincidono sempre di più, con questo non dico che siano una cosa sola, ne che siano in simbiosi, dico solo che molti ponti sono stati buttati fra le due cose.Molti sogni sono stati strumentalizzati, e resi "affittabili", come il sogno di avere una ragazza, molti paesi offrono ragazze in affitto come il Giappone, ci sono app che ti consentono di comunicare con una ragazza fittizia, o il sogno del sesso, che è commercializzabile fin dalla notte dei tempi.Ci sono commerci sui sogni, prendi il sogno comune di quasi tutti i ragazzini (tranne me) quando andavo a scuola, diventare calciatori, certo che puoi essere un calciatore, basta che paghi.Io volevo fare una scuola d'arte, e diventare un grafico a 15 anni, ed ora vorrei tanto studiare letteratura e diventare uno scrittore, e mi piacerebbe tutt'ora studiare grafica, ma non posso, perché non ho i soldi.Non c'è stata mai un era in cui lo studio dell'arte era gratuito, non lo nego, ho solo voluto concedermi degli esempi.Ma quello che voglio, e farti notare quanto siano numerosi i ponti buttati fra economia e felicità.L'economia e gli spot televisivi mica ti mostrano quanto sia importante la famiglia, quanto lo siano gli amici, o quanto sia bello farsi una passeggiata in un bosco o lungo il mare, quanto sia bello il mondo e che bisogna rispettarlo. Ti mostra che tutto può essere comprato col denaro se ne hai abbastanza, anche l'amore e il sesso in alcuni paesi, e ricorda che oggi non siamo figli di predicatori, o figli di religioni o di filosofi, siamo figli della televisione, di internet e degli slogan pubblicitari.
Anuar ha scritto:Comunque è interessante il tuo, ma non migliora la situazione, quel che voglio dire, in che modo il disegno da te mostrato aiuta le persone depresse senza denaro che desiderano qualcosa che solo il denaro può comprare, ad acquistare o a smettere di desiderare talune cose?
Premio Nobel ha scritto:ahah, secondo te Anuar io sarei più simile al sacerdote o al militare?
Premio Nobel ha scritto:Quanto avevo detto era una descrizione dell'economia, non tanto una situazione desiderabile di come un sistema economico dovrebbe essere, comunque, non sono sempre sicuro che le persone depresse se possono comperare qualcosa allora non saranno più depresse (ad esempio, la depressione post-lutto è difficilmente colmabile con qualsiasi tipologia di bene o servizio).
Premio Nobel ha scritto:Facendo però salvo che effettivamente comperando una serie di beni sia effettivamente possibile uscire fuori da una depressione, a mio modo di vedere le soluzioni solo le seguenti:
1) o trovo il modo di racimolare i soldi per potermi permettere questo genere di beni (generalmente con il lavoro)
2) o trovo qualcuno che sia disposto a pagare per me (anche obbligandolo, tutto sommato, se uno ci pensa bene, anche il SSN funziona proprio con questo metodo, persone che non sono malate pagano le prestazioni alle persone malate, attraverso la tassazione)
3) o trovo un modo in cui non abbia più bisogno di quel bene (ad esempio, perché il problema scompare o si risolve in altra maniera oppure perde di interesse).
La scelta tra questi tre elementi dipende un po' da se ed un po' dal problema. A mio modo di vedere, comunque, per problematiche di depressione è sostanzialmente il punto 3) quello necessario, ovvero sia essere in grado di non avere più quel bisogno, non tanto perché soddisfatto dal consumo di qualcosa, ma perché decade l'interesse.
quanto ha detto Pandino in realtà non l'ho molto compreso, ma non capisco come mai proprio la Belle Époque risulti essere lo spartiacque dei sentimenti. Sapevo che Hobswan poneva lo scoppio della Grande Guerra e quindi la fine di quella epoca come il punto iniziale del secolo breve (il Novecento), però quanto suggerito qui poi non lo comprendo.
Anuar ha scritto:Credo che tu sia più simile al militare, dimostri di avere una mente precisa e calcolatrice, capace di fare pensieri molto lineari e schematici, sintomo probabilmente di un principale utilizzo dell'emisfero sinistro del cervello.
Io sono l'esatto contrario, tendo a sognare, ad essere più artistico che schematico, invece di esaminare i problemi in modo analitico tendo ad esaminarli in modo più artistico analizzandolo per come dovrebbe essere e non per com'è ora.
Anuar ha scritto:- Abito in un paesotto di montagna, e per più di 7 anni qui non è arrivato neppure l'autobus, se avessi avuto un po di soldi avrei potuto farmi la patente, e magari avrei avuto una vita sociale adesso, ma sono solo, e questo mi ha portato alla depressione.
- Sono stato incastrato in una relazione a distanza per quasi 10 anni, se avessi avuto qualche soldo, avrei potuto prendere il treno ed andarla a trovare, magari adesso sarei più vicino al mio sogno di avere una famiglia di quanto lo sono ora, e anche questo mi ha portato alla depressione.
- Sempre se avessi avuto dei soldi avrei potuto continuare le scuole, scegliere quel famoso ramo artistico, e conoscere persone come me, e si torna al punto uno, solitudine.Come vedi, ci sono i motivi in cui i soldi possano essere indirettamente causa di depressione.
Anuar ha scritto:Ed infine come dici nel punto 3, anche rinunciare porta al rimpianto, che spesso è causa di depressione.Un esempio: sono cresciuto da solo, orfano è povero, non ho fatto molte cose che avrei voluto perché mio padre non aveva la possibilità economica, ed ora a tratti (quando cala l'apatia e provo sentimenti), divento depresso, perché non ho mai potuto avere feste di compleanno, non ho mai potuto fare corsi o sport di alcun tipo, perché non avevo soldi per andare alla scuola che volevo, non avevo soldi per invitare una ragazza ad uscire, e casa nostra per un po non aveva mobili e quindi non potevo invitare gente a casa.E calcola che io sono una sola persona, ora immagina tutti coloro che come me hanno problemi simili.Per questo dico che secondo me, l'economia moderna è una delle cause che spinge alla depressione, assieme alla dieta e alla tecnologia anti-sociale.
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