appunti di pensieri senza tregua

sfogo

In questa sezione possiamo parlare dei traumi del passato, di psicologia e dei problemi in genere.
Questo è anche il forum sullo sfogo dei propri sensi di colpa.

appunti di pensieri senza tregua

Messaggioda Mariuca » 21/11/2015, 17:07



Mi annoia tutto, questi muri che siamo costretti a rendere accoglienti per noi stessi, queste prigioni in cui tutti viviamo che chamiamo case, le arrediamo credendo di riempirle di molte sfumature della nostra personalità, senza renderci conto che, ci esponiamo ancora di più a essere spettatori di un'anima che detestiamo e che ci fa soffrire, la nostra. Vogliamo sempre cambiare,gli obiettivi che raggiungiamo e crediamo siano gratificanti non sono quasi mai veramente tali, sono torbide insoddisfacenti alternative ai nostri reali desideri.
Che seppelliamo con disprezzo, perchè non dovrebbero mai sorgere, sti maledetti desideri troppo più grandi di noi che ci perseguitano.
Sono stufa del modo in cui passano le ore, più lente dei giorni e degli anni. Le vivo e le soffro molto più degli anni che passano, eppure sono soltanto gli ANNI che parlano veramente. Ne hai ventuno sulla carta ma nei hai ancora 12, 13, per quel che la vita di ha concesso di vivere. Solo nel corpo, qualche smagliatura in più, occhiaie più profonde e crudeli, segni stropicciati di sofferenza.
Sono stufa del modo in cui devo ammazzare il tempo , in cui sono costretta a far finta di avere una vita quando non ce l'ho. In cui devo sforzarmi di rendere interessante un colore che forse non ho mai visto, a cercare capi di abbigliamento per la sicurezza di una fredda coltre che mi protegge da pregiudizi sociali. Di dover svegliarmi, acconciarmi, e far finta di essere interessata a fare una buona colazione, ad ammirare il sole, o ascoltare la pioggia.
Di vedere la madre che affoga i pensieri in libricini da poco per evitare di pensare ai propri, prepotenti pensieri.
Il padre che vaga da un compassionevole amichetto all'altro cercando bassi lavoretti per racimolare soldi, poverino, per farci mangiare, così possiamo vivere, così possiamo vegetare, noi due, madre e figlia, e vivere sopravvivendo di quel cibo schifosamente sudato, noi ,legate da un legame vergognosamente morboso.

Stufa di questo corpo corto e impotente, soggetto a malori continui, che subisce gli sbocchi di una mente malata. Ho un costante rutto represso tra le fauci, onde acide fra lo stomaco, addome gonfio di stress che non nutre. Che peso, che dannazione.
Il pallore che merito per essere così schifosamente fragile, il belletto che devo stendermi ogni mattina sulle mie gote scavate, per apparire sana, per evitare domande irritanti.
Dover apparire sana, dover apparire efficiente, dover apparire controllata, sorridente, affabile; dover apparire assertiva, per poter vivere, dover apparire, addirittura, compassionevole, interessata, con un buon cuore, quando per me, tutti quanti potrebbero anche ingozzarsi della carne dei propri famigliari per quanto mi riguarda, puliamo questo mondo da noi stessi, questo mondo dalle regole troppo spietate per poter vivere bene.

Stufa di questo bruciore pizzicante tra i palmi delle mani, di vampate nella fronte -gli effetti ribelli delle pasticche piene di serotonina che ingoio- di fuoco negli occhi perchè sono prossimi a non vedere più nulla ormai, di bocca che si prosciuga ogni cinque secondi.

Sono stufa di ogni effetto, di ogni dettaglio detritico, che la mia esistenza provoca, persino in questi metri quadrati di stanza in cui trascorro la maggior parte delle ore delle mie giornate.
Delle bottigliette e dei bicchierini pieni di acqua di rubinetto perchè soffro di disidratazione costante, di tappeti e corde che non servono a nulla, di forbicine e lamette e libriccini ben scritti ma senza spessore, di vecchi cd, di tazze di bevande e bibite per non cedere alle abbuffate, dei capelli che perdo sul pavimento, quaderni dove scrivo a caso i miei pensieri del c***o; spesso così, di getto, senza virgole, penso troppo velocemente per potermi permettere di inserire virgole, punteggiatura, anche mentre cammino per strada i miei pensieri sbraitano più forti di me, per questo potrei essere presa per folle, potrei finire catapultata chissà dove, ma sono solo sovraffollata, questo corpo, ha troppe anime che sbraitano, sto impazzendo.
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Messaggioda gatto di schrödinger » 21/11/2015, 18:21



Alcuni pensieri meritano delle risposte, in molti casi sensate. Altri, "solo" una riflessione che almeno prova ad essere empatica.
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Messaggioda Mariuca » 21/11/2015, 18:34



Il mio tentativo non era di essere " empatica" , so che molte persone potrebbero condividere come mi sento, altre solo disapprovare e magari, schifare pure.
Questo è un semplice sfogo personale e basta.

Se credi di avere delle risposte, sarei curiosa di sapere, anche se non so a quali pensieri ti riferisci.
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Messaggioda gatto di schrödinger » 21/11/2015, 18:48



Scusa il mio ermetismo. Non ho nessuna risposta e capendo appunto quanto fossero personali i tuoi pensieri volevo semplicemente lasciare una traccia sul fatto che mi sono soffermato più volte su diversi passaggi.
Per l'empatia, intendevo in senso lato e sicuramente non è sempre a doppio senso o comunque voluta.
Detto questo, perdona il mio essere stato inopportuno, se tale lo hai ritenuto.
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Messaggioda alex_super_tramp » 21/11/2015, 20:04



Mariuca mi ha molto colpito quello che hai scritto,hai una grande sensibilità e sai esprimerla con grande efficacia, fossi in te proverei a scrivere un libro e a proporlo a qualche editore.
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Messaggioda Sarah » 21/11/2015, 20:09



Hai lo stile che preferisco per descrivere determinate situazioni, sei molto sensibile.
Le cose che dici arrivano subito, riuscendo a cogliere quasi l'angoscia che nascondono parole così pesanti. Sei una grande persona, non saresti mai riuscita ad esprimere tutti questi sentimenti altrimenti.
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Messaggioda Mariuca » 21/11/2015, 20:13



gatto di schrödinger ha scritto:Scusa il mio ermetismo. Non ho nessuna risposta e capendo appunto quanto fossero personali i tuoi pensieri volevo semplicemente lasciare una traccia sul fatto che mi sono soffermato più volte su diversi passaggi.
Per l'empatia, intendevo in senso lato e sicuramente non è sempre a doppio senso o comunque voluta.
Detto questo, perdona il mio essere stato inopportuno, se tale lo hai ritenuto.


No, non ti ho ritenuto inopportuno, ero solo un po' perplessa a dire il vero. :imbarazzo: Comunque mi pare di capire che , cerchi delle risposte simili a quelle che cerco io, forse.

alex_super_tramp ha scritto:Mariuca mi ha molto colpito quello che hai scritto,hai una grande sensibilità e sai esprimerla con grande efficacia, fossi in te proverei a scrivere un libro e a proporlo a qualche editore.

Grazie Alex, sei davvero gentile a dire questo :shy: Non nego che ci ho pensato ma, devo trovare le forze, a volte mettere per iscritto certi ricordi o pensieri in generale, mi fa stare ancora peggio.
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Messaggioda Mariuca » 23/11/2015, 14:56



Sarah, ti ringrazio davvero tanto, non mi é quasi mai capitato di ricevere parole così belle nei miei confronti.
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Messaggioda Mariuca » 23/11/2015, 15:09



Sempre, quando si tratta di cibo, di sensi di colpa, di tentazioni, di coscienza del mio aspetto, di voglia di soddisfazioni perverse, mi sembra di sentire questi pensieri, dei bisbigli di un masochismo che vuole sembrare promettente.

"Prendi, raccogli ciò che di gradevole c'e in giro e , prima di mettere in bocca, tappezza le tue sensazioni di spezie ripugnanti, imbruttisci quei bocconcini come vuoi, volta dopo volta, giorno dopo giorno, sgranocchia acqua, suda davanti all'immagine che ti restituisce lo specchio; pian piano la cambierai, muterai nel fuscello grazioso che vuoi essere, una sola immagine, un'ombra appena colorata, tenuta in piedi da solide lacrime tra la linfa del corpicino, un'immagine bella e leggera, e morta, schiacciata dal suo vissuto di sacre repressioni, che splendono laddove prima sostava, esposta con sgrazia, quella carne eccessiva che ti sei scucita di dosso".


Non riesco a non cedere a questi bisbigli, anche se so che, nella realtà sono molto più crudi, sgradevoli da eseguire, da subire; rispetto a come suonano nei momenti in cui li ascolto. In cui mi ascolto.
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Messaggioda Mariuca » 11/02/2016, 8:25



[ Mi sento parecchio male ultimamente, e anche piuttosto " osservata" al riguardo.
Non so mai come esprimermi, quindi posto un mio ennesimo sfogo. È una risposta a molte cose che mi vengono chieste : violin: . ]
~

Talvolta, si sono sentiti dei racconti di individui sperduti nel nulla, morenti di fame, o in carestia.
L'importante era riempire quel sacco convulso che è il loro stomaco; che fossero vermi, carne cruda o qualche forma di nutrimento raccattato dalle spazzature.
Lo stesso avviene quando la nostra anima è agli sgoccioli, quando si dimena nella carestia, nel fetore moribondo della tristezza senza antidoto.
Quest'anima si contorce se vuota, cerca pienezza per sopravvivere, impazzisce, quando non sa più di cosa nutrirsi. E così raccatta disperatamente ogni emozione di altre, arbitrarie discariche, putride e dimenticate; con la sete che preme; munge le ferite col sale , raccoglie lame incorporee di uomini senza scrupoli, i vermi se li inchioda a uno sguardo disperato e poi insensibile.
Un anima affamata e insoddisfatta, non si lascia morire, e non combatte per essere quel che non è.
Un anima così affiora dai crampi che essa stessa si procura, si riconosce solo nel dolore, ogni volta più profondo, ogni volta più plateale.
Così ogni volta rinasce, ferendosi senza sosta, violenza dopo violenza, fino alla fine.
Non è più umana, fa di te un relitto, un paziente senza speranze, un fenomeno da baraccone, oppure un criminale.
Nessuno si accorge che sei soltanto sopravvissuto.
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