18/01/2016 22:03:01:****: Come stai?
18/01/2016 22:03:01:****: Sinceramente, non saprei come risponderti.
Innanzitutto, la domanda mi è stata posta in maniera totalmente disinteressata, al solito, però mi rendo conto di non saper rispondere neppure a me stessa.
Per quale motivo? Boh. Puntualmente, mentre tutto sembra filar liscio, qualcosa mi afferra da dietro e mi trascina con sé. Ma non riesco a focalizzarla. Malinconia? Tristezza? Ansia? Preoccupazione? Tutto insieme?! Può darsi.
Questa è una di quelle sere in cui faccio fatica a sopportare chiunque, persino me stessa. Non c'è alcuna certezza, alcuna sicurezza, alcuna concretezza. Soltanto il vuoto totale. Un vuoto che logora perché paradossalmente, riempe la mente di punti interrogativi a cui non arriva nessuna risposta.
Detesto i ricordi del passato, che tornano a perseguitarmi. Condizionano il mio presente. Mentre vivo una certa situazione, mi si sgretola tutto tra le mani. E scivolo indietro, esattamente nello stesso errore. Avete presente la sensazione che si prova sfiorando granelli di sabbia che non riesci ad afferrare? Per me ogni cosa corrisponde ad un granello di sabbia. Tutto solitamente svanisce, pur trattandosi di un qualcosa che al tatto sembrava esistesse.
Ma il punto è questo: cosa?
Era davvero così importante?
Ho una rabbia talmente forte repressa dentro, vorrei bruciare tutto ciò che mi circonda. E invece mi tocca controllarmi. Tento di sfogarmi in tutti i modi possibili, ma non posso permettere che la mia stessa rabbia mi distrugga. Non sopporto nulla. Mi sta tutto grandemente sul c***o: le voci, i visi, le stronzate che spara la gente, gli stereotipi comportamentali tutti uguali.
Odio essere così incazzata perché esasperata da tutto e tutti. Ed è odioso anche il fatto che nessuno si interessi a me, come persona, non come bambolina da cacciare dalla scatola quando non si ha niente di meglio da fare.
Avete presente la frase "si è rotto qualcosa dentro di me?"
Per quanto possa sembrare una frase fatta, credetemi, quando capita è proprio così che ci si sente, a pezzi: come se tutte le emozioni represse e trattenute dentro da tempo esplodessero in un colpo, ti sembra di prendere fuoco, di scoppiare e pian piano di crollare come uno stupido castello di sabbia. La senti sul serio la sensazione di qualcosa che va in frantumi. È viscerale. Ed è il massimo del dolore emotivo, quando raggiunge una soglia talmente alta da fondersi con quello fisico. Forse non piango, ma fa male. Forse non lo dico, ma lo sento. Forse non lo dimostro, ma mi importa.
Mi sento come vuota ed incompleta, ma contemporaneamente piena di rabbia e rimpianti. Sento estremamente il bisogno di andarmene via da tutti, e di smetterla di riporre fiducia nelle persone sbagliate, di credere. Dovrei indurire la corazza ancora di più, diventare un muro gelido, potente, che non ceda di fronte a nulla.
Mi dona più il muso duro; anche se sotto la maschera sto male, almeno fuori nessuno se ne accorge, e nessuno ci gode.
So che tutti hanno i propri demoni, ben svegli o tenuti nascosti.
Io sono quella che li affronta e nasconde allo stesso tempo, quella che non si ferma mai, che non molla mai. Sono come in guerra, non posso sedermi e aspettare la mina. Quindi tengo duro. Il passato e le sue conseguenze dovrebbero sfumare, invece mi tormentano, perché non spariscono.
Sono nata in piena tempesta, e continuo a combattere contro un uragano. Ho superato cose terribili, ma pare che sia destinata a perdere continuamente e lottare invano nella guerra contro me stessa, nella mia testa. Il sangue nelle mie vene è composto da errori. La soluzione sarebbe scordare chi sono e immergermi nel buio, per poi riemergere in nuovi colori.
Ma il problema è proprio quando ti fermi, perché inizi a crollare davvero.
Come di sera, tutto rallenta, per poi fermarsi, mentre i pensieri più negativi iniziano ad affiorare. Mi rendo conto di essere abbandonata a me stessa nell'obbligo di sopravvivere.
Non posso far altro che cercare dentro di me quella forza interiore che mi permette riemergere continuamente e tirarla fuori, riscoprire quel motivo per cui valga la pena non mollare, e ignorare quanto fortemente abbia solo voglia di posare le armi, e crollare.