Ci sono periodi in cui brillo di positività e nessuno può fermarmi. Mi prefiggo degli obbiettivi che devo assolutamente raggiungere a costo di annullare chiunque e qualunque cosa mi circondi. E poi ci sono periodi in cui reggo a fatica questa fottuta maschera, il dolore che porto dentro mi distrugge, e diventa davvero complicato resistere, specie senza poterne parlare a nessuno.
Non sopporto niente e nessuno, divento molto aggressiva, le stronzate della gente me le fanno girare tantissimo, non tollero vittimismi, lamentele, o eccessivo positivismo, non tollero un c***o. Avrei bisogno di finire in isolamento, mi sta tutto scomodo.
Ma proviamo a parlare delle mie valvole di sfogo: un tempo riuscivo a calmarmi leggendo, volavo con la mente in un'altra dimensione, magari con della musica e nel posto giusto, che si trattasse della mia camera, di un parco, o di un semplice bar in periferia; oppure correndo, stravolgendo i ritmi fino a smettere di pensare. Ma è da un pò che questi metodi ormai servono a poco. Non mi concentro neppur volendo nella lettura, e stravolgendo gli allenamenti in palestra sono finita due o tre volte al pronto soccorso, mi sono dovuta fermare per forza. Nemmeno stare con le persone che amo mi aiuta, in questi casi necessito di stare sola, sarei deleteria anche per loro. So che non è il modo giusto di affrontare i problemi. Tutto quello che faccio, scappare, ignorare, incazzarmi, non serve a niente. Dovrei trovare il coraggio di risolvere il problema. Ma non ci riesco.
Il mio modo di comportarmi deriva da una guerra che ha stravolto la mia vita. Troppi traumi, troppe sofferenze. Sono cambiate tantissime cose, ma il dolore pare che non si allevi mai, è davvero troppo grande.
Non ho la forza di affrontare il mio passato, di accettare quel che è stato, di accettare che sia fermo indietro. Ho paura di riviverne il ricordo, e se non riuscirò mai a parlarne probabilmente non lo supererò mai. E' questo che mi porta ad una sorta di autodistruzione, che poi vera autodistruzione non è: capita che non riesca a reagire, all'improvviso smetto di combattere, accuso i colpi, e non curo le ferite nell'attesa che guariscano da sole, perché esasperata da tutto e tutti.
E' davvero insopportabile non poter esternare quello che sento, non riuscire ad essere sincera nemmeno con me stessa. Conosco le mie paure, conosco le mie debolezze, e la causa di questi crolli. Ma non posso combatterli. Non voglio assolutamente fare i conti con i mostri del passato, né che qualcuno conosca la mia storia. E sapete cos'è che fa davvero male? Spesso cerco di ignorare quello che ho vissuto finora, di lasciarmi tutto alle spalle, ma non posso, perché torna a perseguitarmi, il dolore torna a distruggermi. Porto innumerevoli cicatrici che bruciano solo al pensiero.
Non so da dove iniziare per provare a risolvere. Questi sono i momenti in cui mi sento persa. Non può aiutarmi nessuno.
La tensione mi sconvolge i pensieri. C'è un misto di rancore, paura, vergogna per quello che ho vissuto, per quello che sto diventando, o potrei diventare qualora sto casino degenerasse. Dopotutto questo è un periodo importantissimo, che determinerà il mio futuro.
Boh... ora come ora vorrei che attorno a me sparisse ogni cosa. Vorrei poter dimenticare il presente, e proiettarmi direttamente in un futuro diverso.
