Un vecchio adagio recita: l'età non conta! Invece conta eccome! Lo supponevo, ne ero consapevole ancor prima di entrare in questo forum e le mie perplessità non sono state smentite dai fatti. Del resto anch'io quando ero ventenne, trentenne guardavo con sospetto, quasi con ostilità i cinquantenni, categoria alla quale appartengo, come fossero degli intrusi, delle persone non invitate e aggiuntesi in modo subdolo e poco gradite in un mondo che li vede tagliate fuori, dove consigli e suggerimenti vengono considerate ingerenze aliene provenienti da esopianeti o da galassie sconosciute.
Solo ora mi rendo conto dell'importanza che assume il confronto generazionale, confronto non scontro, inteso come terreno dove si incontrano esperienze diverse, modi di vedere e pensare diversi visto nell'ottica di un valore aggiunto in cui gli interlocutori attingono reciprocamente e in modo paritario sulla base del proprio vissuto.
I problemi legati all'essere e all'esistere investono chiunque e a qualsiasi età, si sta male a 15 come a 90 anni, certo i contesti sono diversi ma la sofferenza e il disagio sociale sono i medesimi.
Mi piacerebbe conoscere il vostro punto di vista.
In buona sostanza, cosa ne pensate?