crisbil ha scritto:Secondo me il vostro grosso limite è che non riuscite nemmeno a capire (manco ci provate) la natura dei problemi di chi non è che semplicemente ha vissuto o sta vivendo un periodo di isolamento e lontananza dai rapporti umani... ma quei contatti umani e rapporti non li mai avuti e vissuti, nemmeno le cose più semplici e di base che le persone vivono da adolescenti.. ed arrivano ad una certa età (ben oltre i 30 anni) senza averle vissute .
Non è così semplice come dite, uscirne. Non basta la buona volontà, non bastano gli sforzi e anche farmaci e psicoterapia, alla lunga (lo dico per esperienza), non servono a granché.
Voi usate solo le vostre esperienze senza rendervi conto che non sono universali; e le usate non solo come mezzo di interpretazione degli altri e dei loro comportamenti e problemi - ma, purtroppo, anche di giudizio.
E ciò non è di nessun aiuto, fa solo sentire inadeguati ..o peggio (ma non sembra importarvene manco molto: continuate imperterriti.. a esprimere gli stessi giudizi e valutazioni all'infinito senza nemmeno provare a capire).
Giudicare è una cosa, dare una propria opinione nella speranza di spronare chi legge a migliorare la propria condizione è un'altra.
Qui nessuno ha interesse a puntare il dito verso gli altri, a che scopo poi?
Tutto quel che leggo sono solo opinioni di persone che vorrebbero spronare al cambiamento, e mi pare più che ovvio che si scriva in base alle proprie esperienze, non è che posso scrivere in base alle esperienze di qualcun altro, ognuno ha le proprie, nessuna è meno valida di un'altra e nessuna è universale. Anche sbattere la testa contro lo stesso muro credendo che il proprio destino sia non modificabile viene spesso usato come parametro universale qui dentro, quando poi solo in alcuni casi è veramente poco probabile non poter dare una svolta alla propria vita, spesso semplicemente ci si ostina a crogiolarsi nel proprio dolore o si crede che i farmaci agiscono senza il nostro impegno, idem per la psicoterapia.
In realtà spesso si finisce a crearsi uno scudo intorno credendo così di evitare di avere grane peggiori, finendo a non vivere quasi per niente, perdendo tutto quel tempo che si potrebbe impegnare a fare ben altro, tipo avere degli hobby, un lavoro o una vita sociale.