Io non so cosa sia l'amore, l'affetto.
Non ho alcuna idea di cosa sia. Quello ricevuto intendo perché quando si tratta di donarlo io ne sono capace ma quando dovrei riconoscerlo non riesco.
Forse perché non ne ho mai davvero ricevuto da nessuno.
Ho fatto molti errori nella mia vita ma ne ho pagati sicuramente di più.
Non ho avuto niente di quello che hanno le ragazze, le persone normali. Non ho avuto amicizie, non ho avuto amori, non ho avuto niente.
Che cosa sono io allora? Che cosa è la mia vita?
Ci sono dei momenti in cui mi sento solo un ammasso inutile di energia negativa che appesantisce una realtà già abbastanza grave.
I miei sfoghi, i miei pianti, le crisi e le voglie di fuggire via da tutto e da tutti ma forse solo da me stessa, diventano sempre più frequenti e sono sempre più forti ma solo oggi ho capito perché.
Quel punto di rottura, quel ciglio del baratro, ciò cui avevo più paura di tutto è lì che mi guarda e anche io lo guardo.
Ho pagato anche per sbagli che non ho commesso.
Ho pagato la mia ingenuità, ho pagato i miei sogni, ho pagato anche ogni piccola briciola di affetto che ho involontariamente generato.
Le ho pagate tutte e pensavo di aver toccato il fondo ma il fondo era più giù, sempre più giù.
E io che ancora mi stupisco e mi faccio meraviglia di quello che mi succede. Il vuoto dentro di me diventa sempre più grande ma non mi fagocita. Non lo fa perché sa che sarebbe troppo facile e le cose semplici non possono essere per me.
Schiaffi, schiaffi e ancora schiaffi. Continuamente, perpetuamente, instancabilmente.
E' questa la vita per me, non ne conosco altre. Ogni volta che ho provato a rialzarmi, ogni volta che ho cercato di migliorarmi sono finita rovinosamente con la faccia per terra, ricoperta del fango tiratomi addosso da parte di quelli che prima dicevano di volermi bene.
Ognuno di loro si è preso un pezzo di me e l'ha distrutto. Ognuno di loro ha preso un po' della mia fiducia nel mondo, nel futuro, nel domani e l'ha distrutta.
Ogni volta è stato un po' come morire ma solo oggi mi rendo conto che sono quasi completamente morta. Tra poco di me non resterà più nulla. Nulla di buono.
Non ho le forze per battermi ancora. Non ho le forze per lottare di nuovo contro chi mi fa del male sapendo di farmene in quella che dovrebbe essere la mia rivincita, la mia rinascita. Non posso, non ce la posso fare.
Sono troppo vicina a rompermi del tutto... Sono troppo vicina alla mia distruzione.
Mai come adesso mi sento un cane randagio. Uno di quelli che ne ha passate tante ma scodinzola ancora se un passante gli fa una carezza... Forse è per questo che quando ne vedo uno finisco sempre per piangere. Perché il mio cuore è lì, abbandonato sotto un ponte, malconcio, un po' spelacchiato, disilluso dalla vita e dal mondo.
Temevo che sarebbe arrivato proprio questo momento, quello in cui avrei preferito restare ferma a leccarmi le ferite piuttosto che provarci... E sapete cosa, la colpa non è mai. Non è colpa mia quello che mi è successo. Sto pagando io per la cattiveria di altre persone.
E mi dicono anche che questo è un mio problema, che è un difetto su cui lavorarci. Voler essere lasciata in pace sarebbe un difetto... E' facile parlare quando si tratta di bulli alla tv, dicendo che sono dei mostri e che devono smetterla. Quando poi il bullo è vicino a te e assume forme diverse allora sei tu che devi fartene una ragione... Io non riesco a sentirmi parte di un mondo così, non ci riesco.
E così mi ritrovo a dover pensare che forse dovrei davvero essere io a farmi da parte, che forse quello che pensavo fosse un tentativo di rinascita altro non è che un tentativo fallito miseramente.
Vorrei sparire.
Vorrei fuggire via e scordarmi di tutto questo ma non è possibile e io non so cosa fare per vivere. Non so più a cosa appigliarmi per sopravvivere e restare in piedi.
Forse dovrei solo accasciarmi, per un minuto o due...