Contraddizioni

Ho di nuovo vomitato. Anche questo fa parte del mio non volermi bene, del non accettarmi per come sono. Quando sono nervosa, arrabbiata, insomma non di ottimo umore, e mangio, il cibo mi resta sullo stomaco, mi sento male, e cosí 2 dita in gola e va meglio. È disgustoso, lo so. Questo almeno per ora non ha effetti fisici evidenti. Lo so che alla lunga i denti ne risentiranno, per non parlare dello stomaco e il resto. Ma per ora non ha importanza. Va bene cosí. È meglio dei tagli, che ci mettono qualche giorno a sparire e non sono sempre facili da nascondere, specialmente in estate.
Ho girato un pochino per il forum. Ci sono tante cose che vorrei scrivere, persone a cui vorrei rispondere. E poi penso se possa davvero giovare a qualcuno, o se semplicemente darei fastidio. Se sono qui, se sto come sto, nonostante l’etá, posso davvero permettermi di dare consigli? Mi stavo interrogando su alcune questioni che ho trovato interessanti. Scelte che ci hanno cambiato, o rovinato la vita? Scelte fatte, o non fatte? Quante ce ne sarebbero. Peró se ci penso bene, ci sono piccole cose che ho adesso, anche paure, o consapevolezze, che mi piacciono, mi danno soddisfazione, mi fanno sentire fiera, e se non avessi fatto le scelte sbagliate in passato magari ora non le avrei.
Mi sento persa nel mare delle mie contraddizioni. Anche un caro amico di penna, o di computer, con cui mi confido da qualche mese, dice che non comprende come riesco a contraddirmi in questo modo. Mi vogli bene e mi detesto allo stesso tempo. Sto cercando di imparare ad essere indulgente, a giudicare di meno, sia me che gli altri. Ma non riesco a perdonare o a non pensare male. Vorrei che il mio ex (posso chiamarlo cosí anche se non siamo arrivato al divorzio ma solo alla separazione?) stesse bene, vorrei che trovasse la persona giusta, che lo apprezzi e ami per ció che è, come non ho saputo fare io, ma non riesco a perdonare me stessa se provo qualcosa per qualcun altro. Vorrei convincermi che stia bene, vorrei che lui mi convincesse. Ma la veritá è che magari lui sta bene. Io non lo so. Lo vedo dal di fuori, ci siamo allontanati (ma era ovvio) e magari lui con la vita che sta facendo adesso sta davvero bene. Sono io che probabilmente non mi sentirei felice in quella situazione, sono sempre stata diversa. Ma soprattutto, sono io che non riesco a smettere di pensare che ho rovinato la vita ad entrambi, rovinato il matrimonio, l’idea di amore, famiglia, e fiducia nel prossimo. Sono io quella infelice.
Sono stata tradita tante volte. Dagli amici, dai finti amici, anche dai veri amici. Dai ragazzi, dai fidanzati, da mio marito (ma era prima del matrimonio). La mia fiducia nei maschi, ma anche nelle donne, nelle persone, fa acqua da tutte le parti. Mi aggrappo a chiunque mi arrivi vicino, mi dico che questa volta sará diverso, riusciró a fidarmi, a non soffocarlo con le mie paure e coi miei dubbi, e non verró tradita di nuovo. Ma non é vero. Non ci credo, sono parole che mi ripeto e poi crolla tutto, appena non ho modo di controllare cosa sta facendo il lui di turno. Sono stata tradita quando ero piú giovane e carina. Per quale motivo ora che sono piú vecchia e brutta dovrebbe essere diverso? Non mi fido e mi dico che starei meglio da sola, ma poi arriva l’ennesimo lui, sembra diverso, io mi credo innamorata, mi butto a briglia sciolta, finché ci conosciamo meglio e comincio a capire che é un essere umano come gli altri. Non è che perché ci vado a letto tutti i giorni, allora si sentirá appagato e non mi fará le corna se gli capita l’occasione. La mia nonna, quando raccontava del nonno (che era giá mancato da anni) non aveva proprio belle parole. Ripeteva che l’occasione fa l’uomo ladro. Mia cugina aveva un fidanzato. Era una storia nata da un tradimento, di lui, con lei. Non mi é piaciuto. Come una bambina capricciosa (di 25 anni!) le ho messo su il muso una sera che eravamo uscite e mi aveva detto si sarebbe aggiunto anche lui. Non mi piaceva, non mi fidavo. Sono stati insieme tanti anni, e io credo, spero, che lui la abbia amata e le abbia anche fatto del bene. Ma era una persona che si lamentava sempre di aver dovuto iniziare a lavorare presto, di non essersi goduto i vent’anni come gli altri. Aveva voglia di divertirsi coi suoi amici, e ogni anno organizzava una vacanza solo maschi. C’erano anche delle serate in discoteca a cui andava senza mia cugina. Una di queste serate, ci ha provato con me. Era ubriaco, e io ero con altri amici nella stessa discoteca. Non era una bella persona, a parere mio. Mia cugina sembrava non badarci. Ma non é una stupida. Non lo è mai stata. Non lo ha mai detto a parole, ma credo che in piú occasioni, quello che avrebbe voluto dire sarebbe stato: é fatto cosí, si vuole divertire, ma nulla di piú. Io lo accetto per com’è perché lo amo. Lo lascio divertire, tanto alla fine torna da me. Sembra una cosa profondamente maschilista da dire. Ma a volte penso: cosí tanti uomini insistono sul fatto che biologicamente parlando l’uomo é fatto per avere piú di una donna. Che per loro il sesso non é sentimento. Che non significa niente. Ci sono addirittura culture in cui un uomo ha diritto ad un harem, e varie mogli. Quelle donne, sono gelose le une delle altre? O accettano/comprendono che l’amore per una non intacchi l’amore per l’altra? È possibile che mia cugina semplicemente fosse su un livello di comprensione piú alto, e sapesse che quel divertirsi non significava davvero nulla, quindi perché preoccuparsi?
Me lo chiedo da tanto, ma io non sono a quel livello. A me, il tradimento sembra una mancanza di rispetto. Non mi interessa niente, sentimento o meno, se stai con una persona la rispetti, se stai con una persona non ti serve altro. Se la persona con cui stai non ti basta piú, allora non è quella giusta, cambia, lasciala libera di essere felice con qualcun altro e tu trovati qualcuno nuovo a tua volta. Ma sembro essere una delle poche bigotte ancora fissate su questa idea.
Volevo scrivere delle riflessioni brevi e intelligenti. Sono finita a scrivere il mio solito papiro, guazzabuglio confusionato di pensieri a caso.
Ho girato un pochino per il forum. Ci sono tante cose che vorrei scrivere, persone a cui vorrei rispondere. E poi penso se possa davvero giovare a qualcuno, o se semplicemente darei fastidio. Se sono qui, se sto come sto, nonostante l’etá, posso davvero permettermi di dare consigli? Mi stavo interrogando su alcune questioni che ho trovato interessanti. Scelte che ci hanno cambiato, o rovinato la vita? Scelte fatte, o non fatte? Quante ce ne sarebbero. Peró se ci penso bene, ci sono piccole cose che ho adesso, anche paure, o consapevolezze, che mi piacciono, mi danno soddisfazione, mi fanno sentire fiera, e se non avessi fatto le scelte sbagliate in passato magari ora non le avrei.
Mi sento persa nel mare delle mie contraddizioni. Anche un caro amico di penna, o di computer, con cui mi confido da qualche mese, dice che non comprende come riesco a contraddirmi in questo modo. Mi vogli bene e mi detesto allo stesso tempo. Sto cercando di imparare ad essere indulgente, a giudicare di meno, sia me che gli altri. Ma non riesco a perdonare o a non pensare male. Vorrei che il mio ex (posso chiamarlo cosí anche se non siamo arrivato al divorzio ma solo alla separazione?) stesse bene, vorrei che trovasse la persona giusta, che lo apprezzi e ami per ció che è, come non ho saputo fare io, ma non riesco a perdonare me stessa se provo qualcosa per qualcun altro. Vorrei convincermi che stia bene, vorrei che lui mi convincesse. Ma la veritá è che magari lui sta bene. Io non lo so. Lo vedo dal di fuori, ci siamo allontanati (ma era ovvio) e magari lui con la vita che sta facendo adesso sta davvero bene. Sono io che probabilmente non mi sentirei felice in quella situazione, sono sempre stata diversa. Ma soprattutto, sono io che non riesco a smettere di pensare che ho rovinato la vita ad entrambi, rovinato il matrimonio, l’idea di amore, famiglia, e fiducia nel prossimo. Sono io quella infelice.
Sono stata tradita tante volte. Dagli amici, dai finti amici, anche dai veri amici. Dai ragazzi, dai fidanzati, da mio marito (ma era prima del matrimonio). La mia fiducia nei maschi, ma anche nelle donne, nelle persone, fa acqua da tutte le parti. Mi aggrappo a chiunque mi arrivi vicino, mi dico che questa volta sará diverso, riusciró a fidarmi, a non soffocarlo con le mie paure e coi miei dubbi, e non verró tradita di nuovo. Ma non é vero. Non ci credo, sono parole che mi ripeto e poi crolla tutto, appena non ho modo di controllare cosa sta facendo il lui di turno. Sono stata tradita quando ero piú giovane e carina. Per quale motivo ora che sono piú vecchia e brutta dovrebbe essere diverso? Non mi fido e mi dico che starei meglio da sola, ma poi arriva l’ennesimo lui, sembra diverso, io mi credo innamorata, mi butto a briglia sciolta, finché ci conosciamo meglio e comincio a capire che é un essere umano come gli altri. Non è che perché ci vado a letto tutti i giorni, allora si sentirá appagato e non mi fará le corna se gli capita l’occasione. La mia nonna, quando raccontava del nonno (che era giá mancato da anni) non aveva proprio belle parole. Ripeteva che l’occasione fa l’uomo ladro. Mia cugina aveva un fidanzato. Era una storia nata da un tradimento, di lui, con lei. Non mi é piaciuto. Come una bambina capricciosa (di 25 anni!) le ho messo su il muso una sera che eravamo uscite e mi aveva detto si sarebbe aggiunto anche lui. Non mi piaceva, non mi fidavo. Sono stati insieme tanti anni, e io credo, spero, che lui la abbia amata e le abbia anche fatto del bene. Ma era una persona che si lamentava sempre di aver dovuto iniziare a lavorare presto, di non essersi goduto i vent’anni come gli altri. Aveva voglia di divertirsi coi suoi amici, e ogni anno organizzava una vacanza solo maschi. C’erano anche delle serate in discoteca a cui andava senza mia cugina. Una di queste serate, ci ha provato con me. Era ubriaco, e io ero con altri amici nella stessa discoteca. Non era una bella persona, a parere mio. Mia cugina sembrava non badarci. Ma non é una stupida. Non lo è mai stata. Non lo ha mai detto a parole, ma credo che in piú occasioni, quello che avrebbe voluto dire sarebbe stato: é fatto cosí, si vuole divertire, ma nulla di piú. Io lo accetto per com’è perché lo amo. Lo lascio divertire, tanto alla fine torna da me. Sembra una cosa profondamente maschilista da dire. Ma a volte penso: cosí tanti uomini insistono sul fatto che biologicamente parlando l’uomo é fatto per avere piú di una donna. Che per loro il sesso non é sentimento. Che non significa niente. Ci sono addirittura culture in cui un uomo ha diritto ad un harem, e varie mogli. Quelle donne, sono gelose le une delle altre? O accettano/comprendono che l’amore per una non intacchi l’amore per l’altra? È possibile che mia cugina semplicemente fosse su un livello di comprensione piú alto, e sapesse che quel divertirsi non significava davvero nulla, quindi perché preoccuparsi?
Me lo chiedo da tanto, ma io non sono a quel livello. A me, il tradimento sembra una mancanza di rispetto. Non mi interessa niente, sentimento o meno, se stai con una persona la rispetti, se stai con una persona non ti serve altro. Se la persona con cui stai non ti basta piú, allora non è quella giusta, cambia, lasciala libera di essere felice con qualcun altro e tu trovati qualcuno nuovo a tua volta. Ma sembro essere una delle poche bigotte ancora fissate su questa idea.
Volevo scrivere delle riflessioni brevi e intelligenti. Sono finita a scrivere il mio solito papiro, guazzabuglio confusionato di pensieri a caso.