Scrivo su questo forum per la prima volta. Non cerco risposte sagge o illuminazioni, ci ho rinunciato.
Scrivo solo perché sono solo e mi va di condividere con qualcuno, che - chissà - magari si ritrova in quello che dico.
Ho vent'anni, fatti principalmente di studio e fantasie: non riesco a passare una giornata senza fermarmi a pensare a cose inutili o anche solo ad immaginare situazioni irreali che potrebbero portarmi una soddisfazione in più, un sognatore ad occhi aperti insomma... a voi non capita mai?
Vengo da un diploma da classicista, scelsi io il classico perché amavo le lingue antiche e non ero tanto bravo in matematica, quindi vi aspetterete che ora abbia continuato quel percorso che mi ha portato anche la soddisfazione di un buon 100 e lode? Beh ovviamente no, ora sono iscritto a Fisica, logico no?
Il motivo scatenante che mi ha portato a scrivere questo post è che ultimamente ho sostenuto un mezzo esame di Analisi 1 (sì... 1), alla correzione il prof ci ha chiamati ad uno ad uno e mi ha scaricato il mano il compito riconoscendomi (ero infatti quello che gli propose una soluzione un po' bizzarra ad un problema che diede in classe, che stranamente apprezzò) e chiosando: "Ti ho scritto quello che penso... Mi dispiace tanto..." sul foglio stava scritto "che delusione...", difatti ho preso 12/30. E non è nemmeno il mio primo fallimento.
"Che delusione" è lo stesso sentimento che provo io nei confronti di me stesso: sono lento a fare i calcoli e mi distraggo facilmente, non riesco a condurre un esercizio senza che ci sia almeno un errore di segno, o senza sbagliarlo del tutto. E ho vent'anni. Eh sì perché provengo da un grande periodo di indecisione in cui non sapevo se iscrivermi a fisica o piuttosto seguire il consiglio dei miei genitori per iscrivermi alla LUISS a Roma in qualche settore economico che comunque non mi avrebbe dispiaciuto più di tanto.
Ed il bello è che loro difatti mi iscrissero alla LUISS... ma preso da un raptus decisi che dovevo seguire la mia passione: capire come era fatto il mondo, perciò mi iscrissi a fisica.... ma contemporaneamente.
Sì lo so... non si può fare... infatti sono in fermo da una parte. Però capite quanto trovo frustrante la mia condizione?
A Roma mi sembra tutto facile, i professori ti seguono e ti lodano, ti imboccano con il cucchiaino.
Da me invece se non ti prendono a calci nel c*lo e non ti fanno sentire stupido ed ignorante al punto che preferisci non porre domande a lezione per paura che qualche collega inizi a deriderti per l'ovvietà della risposta, non sono contenti.
Fatto sta che provo un enorme senso di insoddisfazione e di fastidio quando ancora di fronte alle mie difficoltà inizio a pentirmi, a pentirmi di essere un sognatore ad occhi aperti.
Chissà, magari gli adulti non ci pensano più ai sogni, magari avrei dovuto anche io lasciarmi disilludere e proseguire verso una strada più comoda e di gran lunga più redditizia... staccare finalmente il cordone ombelicale del desiderio infantile "di fare lo scienziato" per cimentarmi in cose pratiche ed utili.
E intanto... tempus fugit... e mi ritrovo solo, sempre più solo, senza punti di riferimento.