Non sapevo dove collocare questo argomento ad essere sincera, così l'ho messo nella sezione generale. Vado diretta al punto: Cos'è che ci mantiene in vita? Cos'è che ogni giorno ci da la forza di alzarci e andare avanti, proseguendo una vita che come sappiamo non è affatto rose e fiori?Nella mia visione delle cose, penso che ci siano due le risposte a questa domanda, ovvero quelli che io chiamo i due pilastri: innanzitutto c'è bisogno della presenza di persone che tengano a noi, o a cui noi teniamo particolarmente. Sappiamo infatti che l'uomo è un animale sociale e sente la mancanza di persone con cui interagire (indipendentemente dal fatto che siano parenti o meno). Sentiamo spesso, come è frequente in questo forum, persone che si sentono sole e che non riescono a fare amicizia (io inclusa) ma mai mi è capitato di sentire qualcuno che si lamentasse di avere troppe persone intorno. E questo è quindi il primo pilastro. Il secondo è uno scopo di vita. Ci deve pur essere una spinta a voler realizzare qualcosa durante i nostri giorni spesi su questa terra. Che sia diventare ricchi e famosi o aiutare gli altri o anche semplicemente ambire ad avere una famiglia, una casa con un cane ed una vita tranquilla, lo scopo è essenziale all'essere vivente. Cosa succede se uno dei due pilastri cede? Rimane solo l'altro a sostenerci ed è tutto ciò su cui infondiamo le nostre forze, magari con l'aspirazione futura di ricostruire anche il secondo pilastro. Ed è così che quando subiamo un torto o una nostra relazione si incrina, per distrarci ci gettiamo a capofitto sul lavoro(o il mezzo attraverso cui si esplica il nostro scopo); viceversa se a lavoro, succede qualcosa di brutto, ecco che ci rifugiamo fra le braccia di parenti ed amici, affinché possano consolarci. Ma tutto finisce quando entrambi i pilastri crollano, ed ecco che si giunge sulla soglia dell'unica ed orribile soluzione.
Per quanto riguarda me, posso dire che ho persone vicine che mi sostengono e mi danno conforto, famiglia e poche amiche. Il mio primo pilastro è *abbastanza* stabile. Il secondo non so dire se ci sia. Sono una persona abbastanza cinica, so che la mia esistenza in questo mondo non cambierà le sorti del mondo stesso; sono un punto così piccolo in un mondo talmente vasto ed incosciente della mia esistenza che quindi non vedo una reale utilità alla mia persona, adesso come adesso. E così faccio cose tanto per, senza un reale obiettivo ( ed in particolare tanto per accontentare e rendere felici le persone a cui tengo). Faccio cose, vedo luoghi, frequento l'università, tutto in automatico. Si ok lo faccio, altrimenti non saprei che fare. Se mi chiedeste di fare ciò che mi rende felice, non saprei dove mettere la testa, proprio perché non ho la più pallida idea di cosa sia, e la mia fondata insicurezza mi tiene ben lontana dal provare cose nuove per scoprirlo... insomma, risento parecchio dellla mancanza di uno scopo di vita, che per adesso si incentra parecchio sul fare ciò che ci si aspetta che faccia...E voi come siete messi?