problemi con il proprio amico (sè stessi)

In questa sezione possiamo parlare dei traumi del passato, di psicologia e dei problemi in genere.
Questo è anche il forum sullo sfogo dei propri sensi di colpa.

problemi con il proprio amico (sè stessi)

Messaggioda Enomis » 04/05/2020, 21:18



buonasera a tutti, mi ero iscritto due anni fa ma poi dopo aver cancellato la cronologia del pc non ricordavo più come si chiamasse il forum, mio malgrado, perchè forse se mi fossi sfogato allora avrei già potuto usare qualche prezioso consiglio, e invece no, ho preferito continuare questa sorta di altalena emotiva yin yang dove passo da periodi di completa spensieratezza a periodi di ansia con attacchi di panico, tristezza nostalgica, solitudine, e anche altri sentimenti negativi quali rabbia, invidia e frustrazione, il tutto condito da un senso di vuoto e insoddisfazione.
Vorrei raccontarvi un attimo parte del mio passato, quello che definisco "il periodo d'oro", che dura dai 18 fino ai 24 anni (concluso con la perdita di mia nonna); durante questo periodo ho commesso tanti errori, allora ero giovane e sciocco ed assetato da un senso di potere che oggi mi accorgo essere stupidità; avevo il mio circolo di amici scolastici, con cui si usciva a divertirsi, due in particolare erano gli amici amici, quando eravamo io e uno di loro tutto ok ma se i due si incontravano mi prendevano di mira per farmi ogni genere di dispetti (infischiandosene di come potevo sentirmi, ma vbbè si era giovani e parte della colpa è stata anche mia di non sapermi fare rispettare), ma oltre a loro ero molto amico anche con tutti gli altri della compagnia, e ci si trovava bene in queste uscite. Un anno dopo ho iniziato a frequentare una fumetteria e uscire in parallelo con questi nuovi amici con cui mi trovavo altrettanto bene, mentre il tempo trascorso a casa lo passavo a guardare quelle che già allora erano chiamate teorie del complotto. Queste teorie mi affascinavano per il fatto che si supponeva che dei poteri forti usassero delle tecniche occulte di controllo mentale, così, quasi per scherzo cercai "come evocare i demoni", e mi uscì un mondo nuovo per me, chiamato "occultismo", di cui iniziai ad appassionarmi sempre più. Ma il tempo iniziava a scarseggiare, e così, spinto dall'egoismo di voler conoscere chissà quali segreti, scelsi di abbandonare la mia compagnia scolastica, perchè tanto avevo già gli amici in fumetteria, e ricordo di aver mandato un messaggio a uno dei due amici amici (l'altro era andato in un'università in Cina a studiare), in cui brutalmente gli dissi che sarebbe stato meglio non sentirsi mai più (rimpianto che ancora oggi mi porto dentro).
Ma intanto in quel periodo tutto andava a gonfie vele, mi nutrivo di tutte queste nuove conoscenze (che poi si sono diramate attraverso un maestro esoterista chiamato Gurdjieff) che spaziano dalla fisica quantistica alla psicoterapia cognitiva, fino ad arrivare a quello (che credevo) fosse il mio obiettivo conoscere lo scopo della vita (che ingenuo). Intanto grazie a queste nuove conoscenze, esercizi di presenza, meditazione, e tecniche di persuasione tra cui anche la PNL, avevo raggiunto quello che credo fosse la realizzazione massiva; voglio dire, usando la PNL e rispecchiando (cioè imitando) i comportamenti non verbali altrui, si è in grado di generare subito simpatia e a volte anche empatia nei confronti di chi hai davanti, avevo gli strumenti che desideravo, il "potere". Peccato che la stessa consapevolezza che mi ha fatto capire come entrare in empatia con gli altri mi ha anche fatto capire che tutte le relazioni umane si basano su questi meccanismi e che quindi cose come comprensione, amore, fiducia, amicizia siano in realtà dovute a questi stessi meccanismi che usiamo inconsciamente (cioè, se tu ti vedi rispecchiato in un altro, quell'altro probabilmente diventerà un tuo grande amico, mentre se vedi uno che non ti rispecchia, che parla su "un altro canale", proprio nel vero senso della parola, noi parliamo con uno dei cinque sensi in maniera prevalente e capiamo profondamente solo chi parla con lo stesso canale, mentre chi ne usa un altro lo troviamo noioso o addirittura odioso) mi hanno fatto realizzare che tutta la spontaneità va a farsi benedire e che gli amici ti hanno scelto come tale proprio perchè usiamo lo stesso modo di comunicare.
Nel frattempo la compagnia si disgrega, per appoggiare un mio amico che consideravo tale, finchè gli sono servito, insieme a un altro della compagnia, e quella che è poi diventata la mia migliore amica. Ma anche qua tutto finisce, l'amico che consideravo tale mi invita al suo compleanno a fare aperitivo insieme alla sua fidanzata e altri due amici di lei (fidanzati), e il mio "amico" mi dice: guarda non ti ho detto di venire anche alla cena perchè, beh, siamo tutte coppie ... tranne te
E l'altro della compagnia litiga con la mia amica e se ne esce pure lui, nulla tutto a posto, nonostante siamo rimasti in due ci siamo divertiti più di quando eravamo in compagnia, finchè arriva la tragedia, muore mia nonna, la sola persona al mondo che mi stava ad ascoltare anche per ore ininterrottamente qualunque cosa le raccontassi, e questo fu il colpo di grazia a tutta la struttura di sicurezza e autostima che avevo faticosamente costruito in questo periodo d'oro. Le serate con la mia amica (e altri svariati suoi amici e amiche) proseguono, ma non più come prima, la consapevolezza di avere avuto delle capacità da terapeuta ma non averle usate su mia nonna (che soffriva di pensieri paranoici e anche un pò di depressione), unita agli errori del passato mi ha fatto salire un immenso senso di colpa e una sempre più crescente depressione.
Anno nuovo e la mia amica mi spinge a iscrivermi a scuola di ballo, bellissima esperienza dove conosco molte altre persone (alcune delle quali sono ancora oggi miei amici), lei intanto si fidanza e mi fa conoscere il ragazzo. Io intanto mi costruisco quello che penso possa essere un buon circolo sociale (i ballerini sono persone che spaziano dai 30 ai 60 anni, con la stessa passione dico, quindi sarà un bel gruppo), macchè, a parte quei 4 con cui ho mantenuto un'ottima amicizia, tutti gli altri si sono fidanzati e spariti nel nulla, persino un ragazzo che credevo amico, con cui sognavamo insieme di arrivare a chissà quali livelli nel ballo, trova la ragazza e bum sparito, si dai qualche volta ci troviamo a bere qualcosa e sono già passati 3 anni e non l'ho mai più visto ne sentito. L'anno scorso la mia amica di prima si lascia, e vengo a sapere che il suo ragazzo (il quale lo avevo ospitato anche a casa mia per sei mesi perchè aveva trovato lavoro a 80 km da casa sua, dove abito io, per la fidanzata) il quale affermava sempre che io ero uno dei suoi più grandi amici, in realtà la pensava diversamente, e cioè non gli sono mai piaciuto e usciva con me perchè per forza, la sua ragazza usciva con me quindi doveva farlo anche lui.
Tutta questa serie di eventi e situazioni (un altro sventurato fatto che mi ha portato a conoscere il mondo della dipendenza affettiva è stato un'incidente con sospensione della patente per 6 mesi durante i quali mi sono trovato spoglio della mia indipendenza e costretto a chiedere agli altri un passaggio, situazione davvero frustrante per uno abituato a muoversi da solo in ogni balera nel raggio di 100km), mi hanno portato a oggi, a vivere una perenne angoscia dovuta da una parte ad un tremendo bisogno di attenzioni a punto da sentirmi in ansia e con mille pensieri paranoici catastrofisti su come posso trovarmi solo e abbandonato anche dagli attuali amici, tra cui anche la migliore amica che non molto andrà a convivere a un centinaio di chilometri da me e non la potrò più vedere molto, dal'altro con un frustrante senso di frustrazione per il fatto che gli altri miei amici alla fine dell'emergenza covid non si faranno sentire come adesso (tra lavoro e attività il tempo da passare in videochat scarseggia) mentre io rimarrò nella mia attuale posizione essendo chiuse scuole di ballo e locali (dove troverei gli altri della mia scuola amici e conoscenti), e anche la palestra (che volevo sfruttare per fare nuove conoscenze oltre a provare il crossfit).
In tutto questo la più grande paura è quella di rimanermene a casa, da solo e dimenticato e come conseguenza futura quella di trovarmi costretto a uscire da solo a ballare di nuovo, cosa che mi fa sentire un vero sfigato, voglio dire, tutti in compagnie e poi arrivo io, il lupo solitario che tra un ballo e l'altro cerca di entrare in questi chiusissimi circoli sociali. So che può sembrare una visione esagerata (l'ho detto che sono catastrofista), eppure non so tra il bisogno di essere considerato e la paura di non esserlo abbastanza questo pensiero nella mia testa diventa reale e tangibile

Finisco ringraziando chiunque riesca a leggere tutta questa noiosa pappardella un pò confusionaria perchè scritta di getto basandomi su ricordi che riaffioravano nel frattempo.
E si tutto il mio quesito mentale, tutte queste turbe e paranoie sono legate all'amicizia, valore che ritengo importantissimo e fondamentale (nonostante la questione PNL di qualche anno fa) e sulla paura della perdita di essi (come già accadde tempo addietro)
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Messaggioda Sona » 17/05/2020, 20:55



Ciao, ho letto tutto quello che hai scritto ma devo dirti la verità ho faticato un po’ a capire, quello che posso consigliarti è di trovare qualche amico qui! Ci sono tantissime persone disposte all’ascolto, e sono persone davvero gentili! Sicuramente devi imparare a circondarti di persone migliori, perché un vero amico si fa sentire sempre e ti aiuta sempre, tu purtroppo hai trovato anche delle persone poco gentili, ma devi imparare a riconoscerle ed evitarle, e circondarti solo di persone che ti vogliono davvero bene, spero di esserti stata utile, buona serata
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Messaggioda Enomis » 19/05/2020, 20:09



Sona ha scritto:Ciao, ho letto tutto quello che hai scritto ma devo dirti la verità ho faticato un po’ a capire, quello che posso consigliarti è di trovare qualche amico qui! Ci sono tantissime persone disposte all’ascolto, e sono persone davvero gentili!


ti ringrazio della risposta, te devi essere una di quelle persone gentile che hai citato :)
ho scritto in maniera un pò confusionaria perchè ho scritto di getto, basandomi man mano su quel che mi tornava alla mente, mi hai fatto rendere conto che scrivo in modo abbastanza astratto e poco descrittivo, cercherò in futuro di essere più dettagliato, grazie.
Si il mio intento sul forum è un pò anche quello, cercare nuove opportunità di crescita, nuovi interessi e percè no anche nuove relazioni di amicizia

Sona ha scritto:Sicuramente devi imparare a circondarti di persone migliori, perché un vero amico si fa sentire sempre e ti aiuta sempre, tu purtroppo hai trovato anche delle persone poco gentili, ma devi imparare a riconoscerle ed evitarle, e circondarti solo di persone che ti vogliono davvero bene, spero di esserti stata utile, buona serata

E' quello che mi ha detto anche la mia migliore amica, che scelgo male le amicizie, il problema è che a me dispiace, per esempio se uno di quelli che se ne sono andati ritornasse all'improvviso e mi chiedesse aiuto, mi risulterebbe estremamente difficile negarglielo, e su questo ci devo lavorare
Invece per quanto riguarda il circondarsi solo di persone che mi vogliono bene non riesco proprio a capire come si faccia, da maschio noto che la maggioranza degli altri uomini (di quaunque età) abbia solo il sesso in testa (che poi il fatto che ne parli tanto significa che ne fanno poco e che è un problema) o il calcio, e che qualunque rapporto più stretto e approfondito sia impossibile a meno di non cadere nel servilismo opportunistico in cui sono già caduto;
discorso simile per le ragazze, la maggior parte delle mie amicizie è femminile è vero, ma le sconosciute sono molto fredde perchè nella loro testa passa il messaggio che ci stia provando con loro (anche quando non è vero) e se possono sfruttano la cosa per servirsi di me
Si, forse sono un pò troppo pessimista :lol: , questo è un altro problema su cui devo lavorare
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