Yukari Hayasaka ha scritto:Mio malgrado preferisco, sin dal principio di una conoscenza, essere onesta. Non amo perdere tempo e non amo fare perdere tempo agli altri. Al mio ultimo ragazzo l'ho detto prima di iniziare la nostra relazione, che ho delle difficoltà non tanto nell'ottenere, quanto nel mantenere un posto di lavoro. Gli ho parlato di tutto quello che mi riguarda, dunque sapeva perfettamente a cosa andava incontro. Reagiva minimizzando, come se tutto ciò non avesse, per lui, rilevanza alcuna. Mi ha trattata come se mi preoccupassi per nulla, al punto che mi sono chiesta se non fossi io, a quel punto, l'insicura e la pazza visionaria. Il tempo mi ha dato ragione: la relazione ha avuto termine per motivi di natura economica (non avevo mezzi per contribuire alle spese). Quando qualcuno di nuovo cerca di avvicinarsi a me, la prima cosa che chiede è inerente alla mia professione. Sentendo la mia risposta, si ritrae. Vivendo nel mondo reale so che il lavoro serve per mangiare, tuttavia sono arrivata al punto di credere che un lavoro si può pure trovare assieme al modo di tenerselo (ho avuto la fortuna di studiare), però il risultato sarà il medesimo, anzi sarà ancora peggio di prima, perché non saprò mai se quella persona vuole me o il contributo economico che potrei apportare. Significa che, con o senza lavoro, sono destinata a stare da sola. In questo senso, non faccio distinzione fra uomini e donne, perché il problema è diventato comune ad entrambi i sessi.
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