Cordis ha scritto:Da allora ho cambiato idea su molte cose, fino a diventare forse un po' estremista dal lato opposto, secondo me solo la vita umana è importante, quella animale è importante solo nella misura in cui serve a preservare la vita umana.
L'argomento è spinoso, ed è anche OT. E' chiaro che Ricki (che è l'OP) si è risentito per questa "intrusione".
Io sono animalista ma so anche che ogni progresso ha un costo. Per cui comprendo
entrambe le posizioni.
Vorrei solo far notare che il concetto di "Il progresso vale il sacrificio" è una
china pericolosa (slippery slope):
- Credere che sacrificare animali per ottenere progressi medici valga la pena, è un passo.
- Il successivo è pensare che sacrificare una persona per salvarne tante valga la pena.
- E poi che sacrificarne 10 per salvarne 1000 valga la pena.
- Oppure che torturarne una per evitare un attacco terroristico (forse) valga la pena (vedi la questione Guantanamo).
- O magari che sacrificare le persone
di un certo tipo (considerate "inferiori") per il bene comune è accettabile; in fondo si è già accettata una distinzione tra mammiferi "inferiori" (cavie) e "superiori" (umani)...
Dove si traccia la linea di confine? E' arbitrario.Una volta che si accetta il concetto che il sacrificio è accettabile, ognuno porrà quel confine in un punto diverso. Magari qualcuno accetterà il sacrificio dei topi, ma non se vengono a prendere il suo cane. Magari qualcuno sacrificherebbe il vicino antipatico; o i meridionali; o i cinesi...
Quello a cui voglio arrivare è che non c'è un'unica posizione morale corretta. La questione è inevitabilmente
moralmente ambigua.
Per cui non mi appare saggio attaccare posizioni diverse dalla propria. Piuttosto ognuno potrebbe considerare dove LUI traccerebbe la linea di confine, e perché. E magari chiedersi perché la SUA linea di confine gli appare più valida di altre.
Detto questo, ritengo che se qualcuno vuole continuare questo argomento è opportuno che lo faccia aprendo un 3D apposito.