Probabilmente sarà un argomento trito e ritrito. Mi capita rare volte di lamentarmi, ma adesso ho davvero bisogno di un consiglio, perchè sono quasi arrivato al limite. Un conto erano le mie relazioni amorose fallimentari, che quelle "via la spina, via il dolore". Uno quando capisce di essere in una relazione tossica cerca di scappare il prima possibile, con tutti i mali che ne conseguono, comunque superabili, anche perchè questa persona non la rivedrai più. Poi il tempo fa la sua parte. Ma gli amici? Quella rete di supporto, non indispensabile, ma utile per passare il tempo divertendosi, avere un confronto e un confronto (poi lì dipende come ognuno vive l'amicizia, ci sono diversi modi). Ma penso che ormai il tempo delle mele sia finito. Nel senso che non mi trovo più per nulla. Abbiamo passato tutta l'adolescenza assieme, abbiamo condiviso serate, divertimenti, giochi, vacanze, ma adesso stanno diventando a me sconosciuti. Ci siamo allontanati, come si allontanao i pezzi compatti che dapprima componevano un iceberg maestoso, ovviamente prima che arrivasse del riscaldamento climatico. Forse sto cambiando anche io, il percorso terapeutico mi ha aperto gli occhi su quanto fossero velenose le mie amicizie e l'ambiente circostante. Probabilmente sto cambiando anche carattere. Ma la verità è che loro mi sembrano già "finiti", mentre io sembro in "evoluzione". Cosa voglio dire?
A loro va bene così, si sono adeguati alla realtà del paesino, ad una mentalità chiusa, ad una vita ordinaria e tutta uguale. Hanno trovato il loro posto e hanno avuto la fortuna di nascere in un luogo a loro favorevole, così per c*lo, senza nemmeno provare a cercare il loro posto nel mondo, perchè l'avevano già trovato. Luogo in cui, oltre alla nostra compagnia, sono riusciti ad ambientarsi, fare amicizia, conoscere gente ed avere relazioni stabili.
Penso che il mio atteggiamento mentale abbia fatto molto nel compromettere la mia crescita in questo luogo. La verità è che non mi sono mai sentito di "appartenere" a questo posto. Non mi è mai interessato, ricordo che già da piccolo sarei voluto andarmene dalla mia famiglia e stavo male per questo. Sognavo di fare le valigie e partire. Non so forse per via delle litigate tra i miei, o forse perchè ogni discussione mi colpiva troppo profondamente, in ogni caso non sono mai stato benissimo. Questo lo psicologo l'aveva capito, ragione per cui il prossimo anno mi iscriverò a lingue ed una volta finita la triennale, inizierò a girare il mondo in cerca del mio posto. Sempre che prima non mi capiti di poter fare un'esperienza in erasmus (lo spero davvero). In seguito penso inizierò con il fare il receptionist in qualche hotel. Il mio sogno sarebbe scrivere, ma la verità è che sono leggermente una frana . Vedremo se si avvererà un giorno. Nel frattempo voglio vedere come sarà il clima nella nuova città in cui andrò a studiare, magari la mentalità più aperta e il maggior numero di possibilità e persone mi farà crescere e mi farà vedere la vita al di là della siepe. Quella siepe che in realtà non è altro che il limite mentale auto-imposto dei paesani in genere. Solo adesso stanno facendo i bandi elettorali e assemblee in vista dell'elezione del nuovo sindaco, non si parla d'altro e sinceramente me ne frega talmente poco, che preferirei imbarcarmi sul primo aereo per katmandu e non fare più ritorno... Se avessi le p*lle lo farei davvero...
Come se non bastasse non riusciamo nemmeno ad organizzare una vacanza insieme, non riusciamo a metterci d'accordo. Alcuni si sono fidanzati e giustamente vanno per i cavoli loro.Altri sono fidanzati, ma ci tengono a rompere le p*lle e a dettar legge. Iniziano anche ad esserci degli screzi tra le varie coppie pffffff ... Adesso stiamo cercando di far quadrare le cose. Annullando il viaggio possibilmente o togliendo chi è più preso male degli altri, ma davvero, non ho più parole. devo assolutamente cambiare aria...
Io non so se è l'aria delle piccole realtà che dà alla testa, ma davvero ditemi, anche in città esiste questo bigottismo o no?