Conviene sempre essere se stessi?

"Chi trova un amico trova un tesoro". Parliamo del nostro modo di metterci in relazione con i nostri amici e, in generale dei problemi tipici delle relazioni sociali.

Conviene sempre essere se stessi?

Messaggioda Massimiliano89 » 07/10/2021, 18:30



Negli ultimi anni sono parecchio cambiato in quanto al fatto di esprimere la mia opinione: non ho quasi più peli sulla lingua.
Ma siamo sicuri che questo sia del tutto un pregio?
Giorni fa, una mia amica con la quale esco spesso mi ha fatto notare che nelle mie affermazioni sono troppo assertivo e spietato. L'argomento in questione era un argomento di politica.
Le mie parole furono " se potessi essere un dittatore, farei del bene al popolo condannando a morte tutti i parlamentari, dal primo all'ultimo ".
Lo ammetto: io la penso così e sono stato (molte volte) duro nel dirlo.
I maestri orientali ci insegnano da millenni a essere noi stessi, e che la costante idea di doversi perfezionare sia veleno per l'anima. Io sono pienamente d'accordo con loro.
Questo, però, per molte persone come me, comporta uno svantaggio nell'odierna società: oggi tutti vogliono omologarsi alla massa, ma non io.
È giusto, secondo voi, che chi non si omologhi alla massa debba essere visto come un " diverso " ?
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Messaggioda Ātman » 07/10/2021, 19:03



I maestri ci insegnano a riconoscere il vero Sé, non a mettere sul piedistallo il nostro ego. Sicuro di non star facendo un po' di confusione?
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Messaggioda Alfa » 07/10/2021, 19:13



Risponderei alla domanda del titolo con un "no". Ritengo che l'unica possibilità di poter essere davvero se stessi siano le relazioni con le persone con cui si hanno i legami più stretti (famiglia, amici, partner, gli unici soggetti che a mio avviso sono in grado di apprezzarci per quello che siamo).

È giusto, secondo voi, che chi non si omologhi alla massa debba essere visto come un " diverso " ?


Per me è un no anche in questo caso. Trovo totalmente incoerente che la società da un lato glorifichi l'importanza della diversità (magari esaltando e dando fama a soggetti dotati di carisma e idee fuori dagli schemi), ma che dall'altro tenda a isolare ed etichettare chi invece (perlomeno i "comuni mortali") non sia allineato a gusti, modi di vivere e di pensare della maggioranza.
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Messaggioda Malky » 07/10/2021, 23:44



Essere noi stessi è una cosa, secondo me, diversa dall'esprimere il proprio potenziale. Il fatto che tu sia te stesso non significa che tu non possa essere fruibile agli altri. Cerco di spiegarmi con una analogia. Sei un libro: letto in Italia, ma scritto in ebraico. Qualcuno può leggerti, ma se vuoi essere letto da qualcuno che non sa l'ebraico scritto dovresti tradurti, oppure abbandonare pretese di comprensione ed espressione.
Non che tu non ne abbia diritto, ma semplicemente non è quello il tuo obiettivo. Tu hai detto una cosa dura, molto questionabile sul "fare del bene" poiché senza espressione specifica (temporale, specialmente). Secondo me hai detto una cosa, ti ha fatto stare bene, ma non ti sei espresso. Io sarò stupido, ma non ho capito perché, come, con quale progetto, eventuale sostituzione e tante altre cose.

Sul diverso preferisco non rispondere. Per pigrizia.
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Messaggioda VeraVita » 08/10/2021, 3:15



Massimiliano89 ha scritto:Negli ultimi anni sono parecchio cambiato in quanto al fatto di esprimere la mia opinione: non ho quasi più peli sulla lingua.
Ma siamo sicuri che questo sia del tutto un pregio?
Giorni fa, una mia amica con la quale esco spesso mi ha fatto notare che nelle mie affermazioni sono troppo assertivo e spietato. L'argomento in questione era un argomento di politica.
Le mie parole furono " se potessi essere un dittatore, farei del bene al popolo condannando a morte tutti i parlamentari, dal primo all'ultimo ".
Lo ammetto: io la penso così e sono stato (molte volte) duro nel dirlo.
I maestri orientali ci insegnano da millenni a essere noi stessi, e che la costante idea di doversi perfezionare sia veleno per l'anima. Io sono pienamente d'accordo con loro.
Questo, però, per molte persone come me, comporta uno svantaggio nell'odierna società: oggi tutti vogliono omologarsi alla massa, ma non io.
È giusto, secondo voi, che chi non si omologhi alla massa debba essere visto come un " diverso " ?


Si, bisogna essere sempre fedeli a sé stessi.
Però, sono anche del parere che c'è modo e modo di dire qualcosa e che quel qualcosa non possa essere apprezzato dagli altri perché hanno avuto un'altra esperienza. Mi spiego meglio: essere sé stessi non significa che la nostra voce sia verità assoluta e che gli altri debbano pensarla per forza come noi.
Poi, per carità se tu senti che ti devi comportare così devi farlo. Però, la vita ti dimostra che le persone hanno dei sentimenti e la lingua Italiana è bella anche perché ha molte sfaccettature e modi per dire qualcosa. Certo, in finale se ti devo dire qualcosa che fa male ti farà male in tutti i modi, ma magari la persona che hai davanti apprezzerà il fatto che hai usato del tatto.
Ad ogni modo ti ripeto, che purtroppo o per fortuna, bisogna nella vita seguire sempre sé stessi. Anche se magari le altre persone non ci apprezzeranno perché essere una persona che noi non vogliamo essere fa male a noi. Non ci aiuta e né ci fa crescere. Poi, io sono del parere che certe cose bisogna tenersele per sé stessi perché purtroppo la gente giudica ed è cattiva.
Insomma, io discorso che hai fatto è molto complesso. Ma, sinceramente, penso che bisogna essere sé stessi, sempre.
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Messaggioda L'Astronomo Incompreso » 08/10/2021, 5:46



Massimiliano89 ha scritto:Negli ultimi anni sono parecchio cambiato in quanto al fatto di esprimere la mia opinione: non ho quasi più peli sulla lingua.
Ma siamo sicuri che questo sia del tutto un pregio?
Giorni fa, una mia amica con la quale esco spesso mi ha fatto notare che nelle mie affermazioni sono troppo assertivo e spietato. L'argomento in questione era un argomento di politica.
Le mie parole furono " se potessi essere un dittatore, farei del bene al popolo condannando a morte tutti i parlamentari, dal primo all'ultimo ".
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Questo, però, per molte persone come me, comporta uno svantaggio nell'odierna società: oggi tutti vogliono omologarsi alla massa, ma non io.
È giusto, secondo voi, che chi non si omologhi alla massa debba essere visto come un " diverso " ?


Secondo me no...
Cioe' se essere se stessi significa superare il limite, la barriera, che c'e' tra noi e il rispetto e la dignita' di un'altra persona no.
Ci sono persone che non hanno peli sulla lingua come hai detto te...ma questo puo' creare dolore.
Uno puo' essere se stesso essendo rispettoso degli altri
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Messaggioda apparente » 08/10/2021, 10:51



A me invece sembra che tutti cerchino di "non omologarsi alla massa" ed essere "diversi", il che alla fine li porta ad essere tutti uguali.
Lo scalino del "sono diretto e dico tutto ciò che penso" è una fase che un po' tutti attraversano nella vita, per poi capire che è meglio ponderare e trovare un equilibrio diverso.

Che poi, parli in modo così diretto, ma realmente faresti ciò che dici? In che modo li stermineresti tutti, se ne avessi la possibilità?
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Messaggioda Hystèria » 08/10/2021, 14:26



La domanda è molto insidiosa e non è affatto semplice risponderti.
Il fatto è che viviamo in una società strana, quasi paradossale.
Chiaramente ogni individuo dovrebbe avere la libertà di comportarsi come più lo aggrada, nei limiti della legalità e dell'amore per il prossimo è sottinteso.
Tuttavia la base della società è proprio di creare una comunità coesa in grado di funzionare all'unisono. Nascondo degli standard e dei comportamenti che i soggetti sono tenuti a seguire. Si finisce per diventare una massa amorfa senza forma ne colori e la società invece di valorizzare le diversità e le sfumature tende a passare questo attegiamento come la prassi. Ora non mi riferisco a politica o cultura ma piuttosto proprio alla personalità di ognuno.
Il giusto equilibrio sarebbe trovare un compromesso: non rinunciare al proprio io ma cercare di smussare gli angoli più ispidi e addolcirli.
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Messaggioda JustBreathing » 08/10/2021, 23:32



C'era una volta un tale che possedeva un asino da soma e un cagnolino da compagnia. All'asino toccavano i compiti più duri e veniva sempre maltrattato dal padrone, che invece adorava il cagnolino e lo trattava come uno di famiglia.
Un giorno, stanco della sua vita priva di soddisfazioni, l'asino chiese al cagnolino: "Perchè io lavoro tutto il giorno e vengo sempre trattato male mentre tu non fai nulla e il padrone ti adora? Cosa fai per essere così amico del padrone?"
Il cagnolino rispose: "Beh, per esempio quando il padrone torna a casa gli corro appresso scodinzolando e gli faccio le feste..."

L'asino allora attese il ritorno a casa del padrone, gli corse appresso, si mise a ballare e con uno zoccolo cercò di accarezzargli la guancia.
Il padrone, spaventato, chiamò i suoi servi che massacrarono l'asino di legnate.

Morale: se ti rendi conto di essere inadeguato, la cosa peggiore a cui puoi credere è la retorica del "sii te stesso".
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Messaggioda LiMonello » 07/11/2021, 23:33



Hystèria ha scritto:Tuttavia la base della società è proprio di creare una comunità coesa in grado di funzionare all'unisono.

Questa è utopia...
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