Imothep ha scritto:Penso che sei una persona che come me osserva molto gli altri e rivedo me in tutto quello che dici. Diciamo che tu almeno hai la fortuna di avere un fidanzato.
Io sono partito con zero amici quando poi a 16 improvvisamente cambia qualcosa. Amici conosciuti grazie a qualcosa che facevamo assieme. Le cose sono andate bene per molti anni, ma poi crescendo siamo arrivati a distaccarci per il lavoro e impegni universitari. Io ho sempre creduto che anche lontani, grazie anche ai mezzi che abbiamo oggi come la videochiamata si può essere vicini all'altro. Anche le distanze non sono più quelle di una volta.
Se uno ci tiene può stare vicino all'altro.
Posso dirti una cosa. Credo che la vera amicizia sia difficile da trovare perché oggi le persone non vogliono sentire cose negative ma solo argomenti semplici e della massa. Se tu stai male ti ascoltano ma poco, quando invece alcuni di noi hanno un cuore che pulsa di sentimenti...
Come trovarla non so dirtelo ma una cosa posso dire, che certe volte anche con questi forum e altri canali tipo social o altro puoi conoscere persone e avere la fortuna di una vera amicizia. Però bisogna esporsi, ovviamente significa anche ferirsi se poi ci fa del male.
APRI IL TUO CUORE A QUALCUNO CHE TI FIDI E PROVA E RICORDA CHE NESSUNO DEVE RIMANERE DA SOLO
Si, avendo un carattere introverso tendo ad osservare e pensare tanto, soppeso attentamente quello che le persone dicono e fanno.
Sul lato delle relazioni amorose sono stata relativamente fortunata dato che sono passata da un legame traumatico e profondamente abusante all'altro. Questa è la prima volta che sento di aver davvero rotto lo schema, anche se a volte l'ansia e la gelosia retroattiva mi angosciano.
Sicuramente adesso come dici tu le distanze sono relative, tra mezzi di trasporto più rapidi e mezzi di comunicazione all'avanguardia, però è anche vero che come hai detto anche tu, la maggior parte delle persone non vuole cose impegnative, quindi quando una relazione si "complica" per via della distanza, spesso finisce che semplicemente muoia lentamente.
In parte lo capisco. Penso infatti che nella vita le persone raramente rappresentino una costante, sono più delle "virgole" che scandiscono periodi della nostra esistenza: vanno e vengono. E va bene così.
Non è che non mi esponga, anzi rispetto a prima mi sforzo di farlo molto di più. E' proprio una questione di assenza di interesse e di coinvolgimento.
Navigator63 ha scritto:Da quel che racconti, le tue difficoltà ed il tuo carattere sembrano influenzati da
ferite emotive profonde (di solito legate all'infanzia e/o al rapporto coi genitori).
Per esempio mi sembra di notare, oltre all'insicurezza (e quindi scarsa autostima), una "
ferita della fiducia", ovvero un'aspettativa che gli altri di deludano o ti tradiscano.
Si be', sono tanti i traumi legati all'infanzia ed al rapporto con i miei che mi porto a presso, però ci lavoro in terapia da quasi 5 anni ormai.
Purtroppo la mia autostima non ha un livello "fisso", tende ad oscillare in funzione di tante cose. La ferita della fiducia è una cosa che si è reiterata più volte, a cominciare dalle promesse non mantenute dei miei, l'abbandono e la mancata fiducia da parte loro in momenti in cui avevo davvero bisogno di aiuto, al tradimento di amici e partner amorosi.
Quindi sì, tendenzialmente sono diffidente, però ormai non coltivo più il loop delle profezia che si autoavvera. Non sto lì a programmare scenari apocalittici o ad alimentare aspettative assurde (anche perché ho sentito addosso il peso di quelle degli altri per tanto tempo e non voglio opprimere nessuno con le mie), semplicemente ci metto più tempo ad aprirmi del tutto con qualcuno, cerco di limitare il danno.
Non penso di allontanare le persone in maniera sistematica. E' solo che quando sento che quella persona non è sincera (e per me la sincerità è alla base di tutto), non riesco a coltivarci niente. Magari ci mantengo un rapporto superficiale, civilissimo ed educato. Ma oltre la cortesia non ci sarà mai nient'altro da parte mia.
Avendo un disturbo borderline di personalità mi rendo conto che in passato, oscillando tra i miei estremi, sono caduta in meccanismi di idealizzazione e svalutazione repentini, ma adesso sono molto più consapevole e riesco a mediare razionalmente su questi schemi appena sento l'impulso di metterli in atto.
Mi interrogo sempre tantissimo sulle mie emozioni e sui miei pensieri, specie in relazione agli altri.
Navigator63 ha scritto:Una terapeuta che attribuisca i problemi alla "sfortuna" mi sembra ben poco competente.
Ci sono sempre della ragioni per come siamo.
Sono perfettamente conscia della mia natura introversa. Non credo sia esclusivamente frutto del mio vissuto, credo che in parte sia anche un'inclinazione naturale alla riflessività. C'è voluto molto tanto per accettarlo, ma l'ho finalmente fatto, nonostante non sia semplice essere introversi in una società a misura di estroverso (so anche io che la timidezza le chiusura siano ben altro, ma impropriamente mi sono state rimproverate diverse volte, quindi magari bisognerebbe sensibilizzare a riguardo in primis gli altri, visto che fin da bambino ti chiedono di essere qualcun altro).
Per quanto riguarda la critica mossa alla mia terapeuta, la trovo inopportuna ed ingiusta. Non ho mai detto che attribuisca i problemi alla sfortuna, ha soltanto detto che il mio disinteresse nei confronti delle persone con le quali mi sono interfacciata non dev'essere per forza legato ad una carenza relazionale mia, ma piuttosto ad un'incompatibilità caratteriale con quelle persone, visto che in altri contesti sono stata molto socievole.
hiraeth- ha scritto:Anche a me mancano molto delle amicizie, ma non femminili. E le amicizie maschili non so se siano possibili. I pochi che si sono da principio finti miei amici cercavano solo sesso, hanno parlato poi i fatti. Non ho la capacità di rapportarmi in modo profondo con le altre donne. ormai mi sono rassegnata.
Comprendo la tua difficoltà con le ragazze, specie nei gruppi... Entrano in gioco dinamiche strane che non capisco.
Anche io ho sempre avuto più facilità a relazionarmi con gli uomini, complice il fatto che comunque avevo più interessi in comune con loro. Però come fai notare anche tu, spesso le cose degeneravano. Io penso che le amicizie tra donne e uomini siano possibili, ma dipende sempre dai singoli individui.
Tranquilla, non è così OT come pensi.
Perché pensi che sia unicamente colpa tua?