"come se fosse tutto ok"

"Chi trova un amico trova un tesoro". Parliamo del nostro modo di metterci in relazione con i nostri amici e, in generale dei problemi tipici delle relazioni sociali.

"come se fosse tutto ok"

Messaggioda rovinato » 19/07/2023, 17:28



​​questo messaggio è una via di mezzo tra uno sfogo e la richiesta di un consiglio. ormai sto male da moltissimi anni, da quando incontrai delle persone che mi fecero del male, e una delle cose mi ha sconvolto di più, a cui non mi sono mai abituato e a cui forse non mi abituerò mai, sono le persone che ti conoscono (sia amici che familiari), sanno che ti è successo qualcosa di brutto, vedono che stai soffrendo molto e stai sempre peggio, forse intuiscono che ci può essere un legame tra le due cose...ma evitano di toccare l'argomento con la stessa accuratezza con cui si evita di toccare un escremento o un lebbroso.

non so, farmi una domanda del tipo "come stai dopo quella brutta esperienza?" oppure "da quando ti è successa quella cosa/hai conosciuto quella gente sei un po' strano è successo qualcosa? vuoi raccontare?" o domande simili. invece nulla, è un come se ti accoltellano alla schiena, tu sei riverso a terra e la gente che ti conosce viene lì e inizia a conversare amabilmente di qualunque cosa e si mostra anche un po' infastidita dal fatto che non interagisci. sembra che il coltello non lo vede nessuno, che la pozza di sangue non la vede nessuno..e si comportano tutti come se niente fosse, o "come se fosse tutto ok" , niente di strano di cui preoccuparsi. questo comportamento mi ha ferito ulteriormente, senza dire una parola. sembrava che ignorare totalemente la faccenda, e la mia sofferenza, e far cadere tutto nell'oblio più totale fosse il loro modo per "aiutarmi". Però questa indifferenza e questa noncuranza hanno aggiunto altra sofferenza a quella che già avevo. e il problema è che non sapevo nemmeno come comportarmi.. se provavo a portare timidamente la conversazione su di e me su quanto mi fosse accaduto passavo subito per egocentrico, concentrato solo se me stesso, che obbligava gli altri "di prepotenza" a sentire qualcosa che non volevano sentire. quindi così non andava bene. se mi lamentavo che di me e del mio dolore non gliene fregava niente ecco che passavo per vittimista che non apprezzavo la loro presenza e il loro modo di starmi vicino. (della serie: ti diamo qualcosa di cui non hai bisogno, che non ci hai chiesto e che è anche un po' dannoso ma ci devi essere riconoscente ugualmente perchè te lo diamo). e infine quando ho deciso di allontanarmi perchè questa loro indifferenza mi era diventata davvero insopportabile sono passato pure per quello che si arrabbiava e che ce l'aveva con la gente senza motivo. alla fine ero disarmato, non sapevo che fare nè per farmi capire nè per avere quella partecipazione che speravo di avere. voi che ne pensate? consigli, riflessioni, nulla? vi siete mai trovati in situazioni simili?
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rovinato
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"come se fosse tutto ok"

Messaggioda Navigator63 » 19/07/2023, 19:29



rovinato ha scritto:​​una delle cose mi ha sconvolto di più, a cui non mi sono mai abituato e a cui forse non mi abituerò mai, sono le persone che ti conoscono (sia amici che familiari), sanno che ti è successo qualcosa di brutto, vedono che stai soffrendo molto e stai sempre peggio, forse intuiscono che ci può essere un legame tra le due cose...ma evitano di toccare l'argomento con la stessa accuratezza con cui si evita di toccare un escremento o un lebbroso.

In generale, quando questo succede non è per indifferenza, ma perché quelle persone:
- Sono imbarazzate, non sanno cosa dire, quindi nel dubbio evitano l'argomento.
- Sono a disagio di fronte a certi argomenti, o alla sofferenza altrui, quindi fanno finta che non esista per non affrontare quel disagio.
(la famosa frase "l'elefante nel salotto" indica proprio quel tipo di situazioni: tutti sanno che c'è qualcosa che non va, ma preferiscono evitare di parlarne; è simile al "nascondere la testa sotto la sabbia", modo codardo di evitare un problema)

sembrava che ignorare totalemente la faccenda, e la mia sofferenza, e far cadere tutto nell'oblio più totale fosse il loro modo per "aiutarmi".

Come detto, potrebbe invece essere il LORO modo di evitare un disagio o qualcosa che non sanno gestire.
Cioè non lo fanno per fare un dispetto a te, ma per loro motivi opportunistici.

se provavo a portare timidamente la conversazione su di e me su quanto mi fosse accaduto passavo subito per egocentrico, concentrato solo se me stesso, che obbligava gli altri "di prepotenza" a sentire qualcosa che non volevano sentire. quindi così non andava bene. se mi lamentavo che di me e del mio dolore non gliene fregava niente ecco che passavo per vittimista che non apprezzavo la loro presenza e il loro modo di starmi vicino.

Però questi dettagli sembrano indicare una situazione diversa: persone che hanno un loro "status quo", in cui tu hai un certo ruolo, e che non sopportano tu esca dai loro schemi, o chiedi cose che loro non vogliono darti.
Per cui se tu lo fai, la rigirano in modo che sia sempre colpa tua.

Potrebbe indicare un ambiente "tossico", o di persone rigide, in cui non c'è posto per una persona come te o con le tue problematiche.
Nel qual caso hai fatto bene ad allontanarti. Questo vale anche se si tratta di un ambiente famigliare: a volte le famiglie sono ambienti negativi, ed è necessario allontanarsi per il proprio benessere.

Tieni però presente che, mediamente, le persone sono più interessate a se stesse che agli altri. Quindi non puoi aspettarti compassione o comprensione da chiunque. :dunno:
Solo alcuni avranno quella disponibilità, e sta a ciascuno andarsi a cercare chi è disponibile e compatibile.
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"come se fosse tutto ok"

Messaggioda VeraVita » 19/07/2023, 19:40



rovinato ha scritto:​​questo messaggio è una via di mezzo tra uno sfogo e la richiesta di un consiglio. ormai sto male da moltissimi anni, da quando incontrai delle persone che mi fecero del male, e una delle cose mi ha sconvolto di più, a cui non mi sono mai abituato e a cui forse non mi abituerò mai, sono le persone che ti conoscono (sia amici che familiari), sanno che ti è successo qualcosa di brutto, vedono che stai soffrendo molto e stai sempre peggio, forse intuiscono che ci può essere un legame tra le due cose...ma evitano di toccare l'argomento con la stessa accuratezza con cui si evita di toccare un escremento o un lebbroso.

non so, farmi una domanda del tipo "come stai dopo quella brutta esperienza?" oppure "da quando ti è successa quella cosa/hai conosciuto quella gente sei un po' strano è successo qualcosa? vuoi raccontare?" o domande simili. invece nulla, è un come se ti accoltellano alla schiena, tu sei riverso a terra e la gente che ti conosce viene lì e inizia a conversare amabilmente di qualunque cosa e si mostra anche un po' infastidita dal fatto che non interagisci. sembra che il coltello non lo vede nessuno, che la pozza di sangue non la vede nessuno..e si comportano tutti come se niente fosse, o "come se fosse tutto ok" , niente di strano di cui preoccuparsi. questo comportamento mi ha ferito ulteriormente, senza dire una parola. sembrava che ignorare totalemente la faccenda, e la mia sofferenza, e far cadere tutto nell'oblio più totale fosse il loro modo per "aiutarmi". Però questa indifferenza e questa noncuranza hanno aggiunto altra sofferenza a quella che già avevo. e il problema è che non sapevo nemmeno come comportarmi.. se provavo a portare timidamente la conversazione su di e me su quanto mi fosse accaduto passavo subito per egocentrico, concentrato solo se me stesso, che obbligava gli altri "di prepotenza" a sentire qualcosa che non volevano sentire. quindi così non andava bene. se mi lamentavo che di me e del mio dolore non gliene fregava niente ecco che passavo per vittimista che non apprezzavo la loro presenza e il loro modo di starmi vicino. (della serie: ti diamo qualcosa di cui non hai bisogno, che non ci hai chiesto e che è anche un po' dannoso ma ci devi essere riconoscente ugualmente perchè te lo diamo). e infine quando ho deciso di allontanarmi perchè questa loro indifferenza mi era diventata davvero insopportabile sono passato pure per quello che si arrabbiava e che ce l'aveva con la gente senza motivo. alla fine ero disarmato, non sapevo che fare nè per farmi capire nè per avere quella partecipazione che speravo di avere. voi che ne pensate? consigli, riflessioni, nulla? vi siete mai trovati in situazioni simili?


Ciao Rovinato!

Innanzitutto, mi dispiace molto per la tua situazione. E, bè. Penso che ci siamo passati un po' tutti nella tua situazione.
Io mi sento di dirti che porsi queste domande e riflessioni non porta mai a nulla di buono, purtroppo. Più ci pensi e più attiri a te, negatività.
Quindi, il mio consiglio è di vedere il buono che c'è stato di questo periodo e seppellire tutto il marcio. Riscrivere la tua vita con quello che vuoi. Mi sembra di capire che vorresti avere delle nuove amicizie e un nuovo amore. Almeno, da quello che posso immaginare. Cerca di chiederti cosa vuoi dalla tua vita e quali sono i tuoi interessi. Si incomincia sempre da ciò che ci piace. Non far dipendere la tua felicità dagli altri. Ma cerca di volerti più bene. Facendo cose che ti arricchiscano l'anima. Come aiutare il prossimo, ad esempio.
Coraggio e non mollare mai!
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"come se fosse tutto ok"

Messaggioda rovinato » 19/07/2023, 23:15



grazie rifletterò su quello che mi avete scritto. a volte ho avuto la sensazione che mi trattassero un po' come si fa di solito con i senzatetto, che li guardi e pensi "sì sta male ma sono fatti suoi", e fai finta di niente. che se lo fa un estraneo te ne fai una ragione, però quelle erano persone verso cui avevo delle aspettative perchè c'era un legame tra di noi. capisco anche il discorso che ognuno ha i fatti suoi a cui pensare, però tra sobbarcarsi i problemi e la sofferenza di qualcuno e fare come se non esistessero proprio, ci sono delle vie di mezzo credo. però vabbè è così, recriminare è inutile
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