da Karatteriale » 06/03/2014, 1:35
Mi dicono che sono una persona molto diversa rispetto a prima, so che sto maturando e so che si vede.
Da quando ho cominciato a impegnarmi per comunicare con gli altri e scambiare qualche impressione, qualche parola, qualche discorso qualunque.. sto molto meglio: non emano più quell'energia tetra, quel ghigno, quella malinconia.
Continuano in un certo senso a padroneggiare alternanze di stati d'animo completamente contrapposti tra loro, la malinconia può tornare, la rabbia può esplodere; c'è sempre una sorta di frammentazione, di andamento rumoroso dell'umore invece che sinfonico nello spettro emotivo e mentale che mi contraddistingue.
Tuttavia, c'è qualcosa di nuovo. Sta intercedendo la sfumatura di una nota nuova, bella, costante che si sta alzando, che sento io e sente anche chi mi circonda. E questo non può che convincermi ad alzare la testa e proseguire nel presente, nell'ambiente umano che mi aspetta.
E' vero, noi esseri umani possiamo avere qualcosa di losco, anche nella più buona intenzione; abbiamo qualcosa di puzzolente e deprecabile anche da lavati (mi ricordo quando mi nauseava l'odore caratteristico della folla, della massa in luoghi chiusi, un odore di umanità immondo e appiccicoso). Abbiamo atteggiamenti, disposizioni, supposizioni, che ci rendono poco limpidi. Abbiamo inoltre l'inerzia, l'abbandono, la banalità della massa, delle ricorrenze, della vanità, della presunzione.
...Ma non abbiamo solo questo. Abbiamo anche qualcosa di contrapposto a tutto questo, come dire... è il famoso fiore che naturalmente nasce dal letame. Non so come spiegarlo ma so che è ciò che mi tiene ancora legata agli esseri umani, è QUESTO che mi spinge ancora a voler cercare un contatto umano, un volto umano, una figura umana rivestita di pelle umana (l'immonda, nauseabonda pelle, che riveste la carne viva, che è rosea, tipo porcellana sottile addosso a porci, che emette sebo, ormoni, scorie) che parla, si muove, cammina, sorride.
E la pelle, in questo senso, cessa di rappresentare un simbolo di debolezza, di diventa una mano da tendere, una carezza affettuosa, uno sguardo avvolgente, incorniciato da un volto sereno e illuminato dal sole.
E se tagli la pelle, esce il sangue....e c'è dolore.. e questo ci rende maledettamente vivi....
Tutto questo è così strano, inquietante, meraviglioso.
Non so davvero come spiegarlo altrimenti, ma so solo che è su questo che lavorerò, è questo che voglio fare nella vita: fare il meglio, trovare il meglio, riuscire a scorgerlo tra le macerie....lasciare quindi, una volta fuori tempo biologico massimo... il meglio.
Con questo spero di rispondere, in parte, alla domanda e mi auguro davvero che nessuno lo trovi banale, romanticista, femminile, frivolo o cose del genere, è ciò che sento, è la nota che si è alzata senza timidezza, ed è la forza che mi dà ancora uno straccio di fiducia in questo mondo così malandato e sofferente.
Credo che sia in un certo senso il germoglio sano, tenero che spunta al levar del sole prima che l'inquadratura cambi per dimostrare che è un germoglio spuntato per caso in mezzo a una discarica interminabile, nera, deserta.
Se vi rileggete il primo post del topic forse può sempre chiarire qualcosa... sono riconoscente a chiunque provi ad ascoltarmi, anche se non risponde, perché quando scrivo evidenzio comunque un discorso mentale, che viene elaborato e messo a nudo.
Prima di arrivare a questi discorsi ci sono state troppe cose. E' come se mi voltassi indietro e vedessi un percorso discontinuo, spezzato, tortuoso, e stranissimo....a volte in salita, a volte in discesa, a volte luminoso, a volte completamente nero. E' il passato, è ciò che ha formato gli individui che siamo ora.
Insomma c'è stata molta sofferenza inutile, odio, e molta sperimentazione prima di tutto questo;
La pratica che ne conseguirà dopo di tutta questa teoria, sarà semplicemente togliere l'inutile.
La gente prende piede, taluni facendo finta di niente, talaltri facendo finta e basta...
https://www.youtube.com/watch?v=19z9Ch0avEo