Sono arrabbiata con la mia migliore amica.
Con il resto delle persone mi sono abituata ad essere chiamata soltanto a volte, quando capita, un po' ruota di scorta, ho imparato ad usare loro esattamente come loro usano me: io non voglio stare sola e quindi approfitto della loro compagnia quando me la concedono, sperando in qualcosa di migliore o magari sperando di incontrare qualcuno di meritevole attraverso di loro. Invece con lei è diverso, frequentarla è una mia priorità, mi importa davvero, probabilmente troppo. Ho un attaccamento ossessivo verso di lei.
Con gli anni mi sono un po' mitigata a causa dei suoi ripetuti abbandoni, ma internamente penso le stesse cose. Cioè, per dirla tutta, se prima facevo scenate di gelosia a tutto andare ora spengo il cellulare e muoio dentro
, almeno evito che lei mi abbandoni di nuovo o mi tratti male. Alla fine sono problemi miei e se non mi va bene ho solo da mandarla a fanculo (cosa che ho già fatto per poi pentirmene amaramente).
Il problema enorme, fondamentale e mastodontico della mia amicizia con lei è il suo ragazzo, da qualche mese suo convivente. Stanno insieme da anni e non appena si sono messi insieme la nostra amicizia è finita perché lei era sparita. Poi dopo siamo tornate amiche, dopo anni, ma il problema rimane. Ora che convivono il problema è peggiorato, lei ormai pensa tutto il giorno al lavoro, a lui, alle camicie da stirare e a pulire, alla cena, ai pomodori sul balcone.
Per me non c'è spazio, sono stata sostituita dalla suocera, dai parenti di lui, dai nipoti, dalle conviventi dei fratelli di lui, da tutta gente che sa comprenderla molto di più di me, che vivo ancora con i miei e che studio e faccio una vita completamente diversa. Abbiamo 21 anni e a me sembra esagerato il suo stile di vita, penso che sia poco sano e anche molto maschilista (lei passa il suo tempo libero a pulire, lui non ha
mai toccato un piatto, una pentola o una scopa, niente!) ma ormai da quel punto di vista lì non ci capiamo più. Lei ha ereditato quel classico modo di pensare da serva di tutti che io non condivido.
Io vorrei solo portarla via con me. Mi interessa solo di lei, il resto del mondo potrebbe esplodere e morire e non batterei ciglio.
Eppure lei è sempre così impegnata con questa gente, con tutto questo parentado che
non conosce neanche, con tutte queste faccende assurde che le costerebbero la metà se il suo adorato convivente facesse la sua parte. Ma no, io le chiedo di venire un pomeriggio con me in fiera questo weekend e indovina la sua risposta? Deve già andarci, per ben due giorni, con l'intero parentado di lui.
Io non esisto, come sempre...
non ci aveva nemmeno pensato ad andarci con me. Di lui sono gelosa e invidiosa e non me ne frega sinceramente che lui "la renda felice", sempre che sia vero. Vengo sempre all'ultimo posto in tutto, come la settimana scorsa, quando le ho chiesto se voleva venire a fare cena con me ad una festa di paese, ci tenevo e ne avevamo già parlato, ma al momento di deciderci la sua risposta è stata, indovina quale? Doveva già andarci con la famiglia (c'erano parenti di lei e di lui). Lo stesso discorso vale per milioni di altre occasioni, tutte finite nel nulla, in cui io sono stata esclusa. Ma allora dove sta la mia importanza?
Dov'è l'amicizia se poi ci vediamo soltanto nei momenti morti, quando non ha niente da fare? Io non ne posso più. La cosa giusta sarebbe mandarla a f*nculo e lasciarla al suo posto, dove vuole stare. Io non sono importante per lei, sono solo una con cui si trova bene a chiacchierare e a mangiare qualche gelato, ma non faccio parte della famiglia. Non vengo pensata secondo una priorità, prima vengono sempre altre persone, sempre altra gente. Eppure ho fatto tanto per lei, mi impegno quotidianamente con il mio disturbo per non esplodere, mi impegno a fidarmi di lei ogni giorno, mi impegno da morire con tutte le mie forze andando anche contro ai miei stessi pensieri, ma non serve ad un c*zzo se poi lei non mi considera mai. Se mi ignora e fa ripetutamente le cose che mi fanno soffrire escludendomi. Odio il suo convivente, odio quella sua famiglia allargata, davvero odiosa, vorrei farli tutti a pezzi con le mie mani, almeno capirebbe quanto ci si può sentire soli quando le persone a cui tieni seriamente non ci sono. Sono anni che questa situazione va avanti, anche perché non mi sono mai fatta amici tali da sostituirla. E io non trovo una soluzione, dovrei solo rompere o comunque diluire il rapporto ad una semplice conoscenza viste le premesse, ma non ce la faccio. Abbiamo già rotto tante volte ma puntualmente poi ci ricontattiamo e tutto ricomincia da capo, sempre sulle ceneri del mio cuore. Le voglio bene, ma non sono abbastanza stabile psicologicamente per reggere un rapporto simile.