CAPELLI: Glossario tricologico, salute, problematiche, rimedi

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CAPELLI: Glossario tricologico, salute, problematiche, rimedi

Messaggioda Royalsapphire » 07/03/2015, 8:54



ALOPECIA: perdita totale o parziala di capelli, peli, di origine patologica.  

FORFORA: La forfora è una patologia del cuoio capelluto, che si presenta macroscopicamente come scagliette bianche e secche alla base del capello, e sulla cute soffocando i capelli fino a farli cadere, usare prodotti specifici.

FORFORA GRASSA: La pitiriasi steatoide o forfora grassa è uno dei più diffusi disturbi del cuoio capelluto. Come è noto essa consiste in un’eccessiva desquamazione del cuoio capelluto che si manifesta con squame di colorito giallastro, grasse e spesse che aderiscono alla cute, accompagnate spesso a un fastidioso prurito. Nella forfora grassa oltre alle già citate alterazioni della pelle e della produzione di sebo acido si assiste sovente ad alterazioni infiammatorie che conducono verso la dermatite seborroica. Le cause di queste alterazioni non sono ancora note con certezza, una delle ipotesi più accreditate riconduce la desquamazione forforosa all’azione irritante esercitata da agenti microbici tra cui il Pityrosporon Ovale. 
La terapia della forfora consiste nel controllare le manifestazioni con idonei trattamenti locali ed un adeguato programma di igiene, i capelli andranno lavati tutte le volte che è necessario ottenendo cosi una maggior controllo dell’attività microbica.  

CALVIZIA:  perdita progressiva dei capelli. 

 SEBORREA GRASSA: causa sebo (liquido acido) in eccesso sulla cute e sul cuoio capelluto e può generare prurito alla testa e caduta precoce di capelli, usare prodotti specifici.

SEBORREA FLUENTE: causa sebo ( mal odorante) in eccesso sulla cute, odore di vomito, rifugio ideale per batteri usare prodotti specifici.

SEBORREA OLEOSA: causa sebo molto compatto ( maschile) la causa più diffusa della perdita dei capelli maschili, usare prodotti specifici.  
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Capelli e piante

Messaggioda Royalsapphire » 19/03/2015, 12:47



Le piante possono rivelarsi valide alleate nella cura dei capelli? La risposta è sì e anche a più livelli. Banalmente si potrebbe pensare che l’impiego delle piante in tricologia sia limitato al solo fattore estetico. E invece, sebbene le piante trovino larghissimo impiego nel rendere i capelli più belli, esse si rivelano valide alleate anche nella cura di patologie e disturbi che riguardano la tricologia, anche se con i dovuti limiti.
I due grandi settori in cui si può dividere l’azione delle piante sui capelli sono: la loro azione nella ricrescita dei capelli e il ruolo che i metodi naturali assumono nella cura e nello stato di conservazione di salute degli stessi. È sicuramente nel secondo gruppo che rientra la maggior parte degli impieghi delle piante in tricologia (anche se non mancano erbe in grado di intervenire su problematiche di ricrescita). Per contrastare patologie come calvizie ed alopecia, invece, i farmaci di sintesi si rivelano sicuramente più efficaci.

L’alopecia maschile è causata da un enzima localizzato al livello del follicolo pilifero, quindi in prossimità della radice del pelo, che rende il testosterone “attivo”; questo ormone ha la capacità di bloccare la crescita. I prodotti chimici e gli estratti vegetali impediscono all’enzima di idrogenare e quindi di rendere “attivo” il testosterone, rendendo meno evidente l’assottigliamento del capello. Per contrastare l’alopecia androgenetica si possono utilizzare piante che bloccano l’azione degli ormoni al livello del follicolo pilifero come la serenoa repens, anche se sicuramente sono meno efficaci dei prodotti chimici. Nell’alopecia androgenetica, infatti, non si parla di caduta di capelli ma di assottigliamento del capello fino alla scomparsa del bulbo stesso.


Differente il discorso per quelli che vengono definiti effluvi, cioè cadute improvvise di tanti capelli che danno luogo a rarefazione. Si crea in questi casi uno squilibrio tra il numero dei capelli presenti e quelli in ricrescita. Gli effluvi sono cadute improvvise e temporanee ma non definitive come può essere per l’alopecia androgenetica. Nell’80% dei casi sono determinati da periodi di particolare stress, nella restante percentuale le cause possono essere disfunzioni tiroidee, carenze di ferro o altri sali minerali ma anche l’impiego prolungato di farmaci come antiinfiammatori, antipertensivi, ansiolitici, antibiotici. In tutti questi casi, quindi, il medico dovrà cercare di frenare la caduta e accelerare la ricrescita. In questo ambito la fitoterapia si rivela molto utile: molte piante, la più importante delle quali è la peonia rossa, posseggono glicoproteine dette auxine che aiutano la ricrescita e accelerano il processo di riparazione o mitigano gli effetti della caduta. Esistono sia tisane che compresse ma principalmente si possono usare lozioni già pronte in commercio da utilizzare a livello locale.

Una caduta transitoria di capelli è un fatto che non deve essere sottovalutato: la natura insegna che tutto ciò che è passeggero non va affrontato dal punto di vista medico ma, nel caso delle cadute dei capelli “stagionali” o eccezionali legate ad eventi particolari, è bene intervenire da subito. Esse possono infatti determinare uno stress psicologico che può portare poi ad un aumento del fenomeno. Affrontare il problema e avvalersi dell’uso delle piante, prive di effetti collaterali a differenza dei farmaci di sintesi, è una buona strategia. È importante segnalare comunque che quando si parla di effluvi, il riferimento è a cadute straordinarie di capelli che rimangono tra le mani a ciocche: un dato su tutti è rappresentato dal fatto che perdere fino a 100 capelli al giorno è un evento normale. Trattamenti a base di peonia rossa quindi sono consigliati anche nei periodi dell’anno caratterizzati da una maggior caduta dei capelli, principalmente quando questa interessa soggetti particolarmente ansiosi.

Le cure per i capelli devono avere una durata di almeno 3 mesi per poter dare dei risultati perché il ritmo di crescita del capello fa sì che l’effetto della terapia sia visibile solo dopo tale periodo. Altra ragione è che 90 giorni sono il tempo che impiega un capello per il suo processo di rigenerazione e per questo il principio attivo della pianta deve poter aiutare il capello per tutto il periodo. Differente è il discorso per la velocità della crescita: essa non si può modificare, si può intervenire solo sul numero e lo spessore dei capelli.

Le infiammazioni del cuoio capelluto sono molto frequenti e – benché siano spesso determinate da periodi di forte stress – il più delle volte sono responsabili i prodotti utilizzati per la detersione dei capelli, magari troppo aggressivi e non rispettosi del ph della pelle. Ogni volta che si utilizza un prodotto aggressivo la cute viene portata a rispondere. Il cuoio capelluto è ricco di ghiandole grasse, la risposta è un aumento della secrezione di sebo; è questo il caso della forfora, nonostante il cuoio appaia secco. L’origine di questo disturbo è sempre sebaceo: la forfora, infatti, è sebo che si è seccato, mentre in profondità la problematica continua con la produzione eccessiva di sebo. Combattere la forfora con prodotti aggressivi crea un effetto rimbalzo: è un errore pensare di poterla curare con prodotti che seccano il cuoio, in questo modo non si fa altro che aumentare il problema perché la produzione di sebo aumenta.
Shampoo chimicizzati per eliminare la forfora peggiorano la situazione e, a lungo andare, anche i capelli possono subire un danno. Un principio fondamentale da tenere a mente è che il grasso si scioglie con il grasso, ecco perché il miglior shampoo per affrontare problematiche di questo tipo è quello al miele, uno dei più efficaci sebonormalizzanti esistenti in natura. Se la forfora è particolarmente tenace è possibile usare preparati già esistenti in commercio a base di betulla, achillea o timo. Ognuna di queste piante è indicata per la cura di un particolare aspetto del problema. Sono piante che – come il miele – normalizzano la produzione sebacea e sono quindi indicate nel trattamento delle infiammazioni del cuoio capelluto. Nelle forfore secche, in cui prevale la sensazione di aridità del capo e non è presente prurito, sarà da preferire la betulla; nelle forfore grasse, le più diffuse, dove le squame aderiscono le une sulle altre andando a formare spesso strati molto spessi, molto efficace è l’achillea. La forfora può essere infine molto pruriginosa quando è presente un fungo dal nome pityrosporum: in questi casi, anche se la forfora è poco diffusa, contro il prurito è più indicato il timo. La forfora si concentra principalmente sulla nuca perché lì i capelli tendono ad essere più lunghi e l’evaporazione è più difficoltosa. Consigliati gli shampoo naturali, neutri e senza alcun profumo aggiunto; un buono shampoo non deve fare troppa schiuma. Essa infatti sottrae acqua da pelle e capelli. Meglio gli shampoo olio, che non fanno schiuma, puliscono meglio i capelli e non li danneggiano.
Il ph di tutto ciò che riguarda la pelle deve essere vicino al 5.5, idem per gli shampoo, al contrario solitamente quelli commerciali hanno un ph superiore al 6 favorendo l’attacco da parte di funghi e batteri. Contro la cute secca è utile poi utilizzare prodotti a base di borragine.
La psoriasi confinata al cuoio capelluto trova giovamento con il cardo mariano. È di dovere specificare però che si tratta di una patologia autoimmune che può avere anche aspetti gravi, ecco perché la fitoterapia può essere un coadiuvante ma non una cura.

Piccolo inciso: è importante trattare bene la propria pelle, anche quando si parla di cuoio capelluto, perché essa è un organo unico e, in quanto tale, le infiammazioni che colpiscono una porzione di cute hanno ripercussioni su tutto l’insieme. Un esempio su tutti: alcune forfore sono responsabili addirittura di irritazioni ascellari. I capelli andrebbero tenuti sciolti la maggior parte del tempo perché la trazione a cui sono obbligati quando sono raccolti nell’elastico, fa sì che non circoli sangue nelle zone interessate e che quindi non arrivi nutrimento ai capelli. Preparati a base di ortica aiutano a portare sangue lì dove esso non arriverebbe: in erboristeria si possono trovare preparati a base di ortica già confezionati con i quali tamponare, aiutandosi con della garza, le zone delle tempie e della fronte. La zona subirà un piccolo arrossamento che durerà pochi minuti, segno del fatto che il prodotto sta svolgendo correttamente la sua azione: per tutta la giornata il sangue circolerà meglio.

Grazie alle piante e ai rimedi naturali, infine, è possibile conservare la pettinabilità e la lucentezza dei capelli: le donne tendono ad usare i balsami, ma è importante che essi non siano fatti con grassi animali. In questo caso, infatti, ingrassano ulteriormente la pelle. Meglio i balsami su base vegetale che contengano mucopolisaccaridi, catene zuccherine complesse che avvolgono il capello, lo rendono elastico, pettinabile e accrescono il suo volume andando ad aumentarne leggermente lo spessore. In natura la pianta più ricca di mucopolisaccaridi è l’achillea ma tutte le composite (ad esempio calendula, camomilla e tarassaco) sono ricche di questi zuccheri. In commercio esistono schiume già pronte confezionate con queste piante da usare per la bellezza dei propri capelli.

Contrariamente a quello che si crede i capelli possono essere lavati anche tutti i giorni, l’importante è utilizzare shampoo non aggressivi. Ai capelli nuoce sia l’aggressività di certi prodotti ma anche lo sporco che ristagna. Gli shampoo da uso frequente sono principalmente oleosi.

Come la pelle viene danneggiata dai raggi del sole, stesso discorso vale per i capelli. Questi ultimi, infatti, si trovano a dover sopportare temperature molto alte quando vengono asciugati con phon e piastre ma anche d’estate, a causa dell’azione dei raggi ultravioletti. La natura viene incontro, anche in questo caso, donando soluzioni erboristiche adatte anche a contrastare le lesioni che l’eccessivo calore provoca ai capelli. I capelli, infatti, sono fatti di proteine ricche di zolfo che si staccano a contatto con temperature alte andando a danneggiare il capello nella sua interezza. Per questo non devono essere sottovalutate le doppie punte, sintomo di mala salute dei capelli.
Vietati gli oli essenziali che derivano dagli agrumi prima di sottoporre il capello ad alte temperature, ad eccezione di quello di rosmarino, rimedio antichissimo che è in grado di proteggere i capelli dall’azione del sole. Stesso discorso vale per l’azione di phon e piastre ad alte temperature. Fermo restando che si consiglia caldamente di evitare di stressare i capelli sottoponendoli ad alti livelli di calore, passare tra i capelli con un pettine e dopo averli lavati qualche goccia di olio essenziale di rosmarino, protegge la capigliatura dall’azione della temperatura ma anche del vento e del freddo creando una sorta di schermo.

Infine contro i capelli sfibrati è possibile fare delle maschere e impacchi nutrienti unendo: argilla verde e 10 gocce di tintura madre di achillea; il composto si lascia in posa sui capelli avvolto da un asciugamano fino a che non si secca e in seguito rimosso con uno shampoo delicato e acqua tiepida. La maschera si può applicare anche ogni 15 giorni e, unita all’uso di prodotti naturali e poco aggressivi, aiuta anche a ricompattare le doppie punte.
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CAPELLI: Glossario tricologico, salute, problematiche, rimedi

Messaggioda Royalsapphire » 19/03/2015, 13:43



STRUTTURA E CRESCITA DEI CAPELLI
I capelli sono una struttura in rapida crescita, che necessita di una buona condizione fisica per ottenere uno sviluppo regolare. Una qualsiasi disfunzione ormonale, sanguigna, metabolica, psichica può avere effetti negativi sulla vita del capello; quindi una sua qualsiasi alterazione risulta essere una spia della salute generale di una persona.

Struttura

I capelli possono essere definiti come i peli che nell'essere umano ricoprono il capo, anche se se presentano alcune differenze nella loro dinamica fisiologica e nella loro funzione estetica.

Nascono nei follicoli piliferi, costituti dall'invaginazione dell'epidermide nel derma, di forma più o meno cilindrica, che termina in profondità con una formazione concava di nome bulbo. Sul follicolo si innesta il muscolo erettore del pelo e in questo sbocca il dotto della ghiandola sebacea. Il bulbo racchiude tessuto dermico riccamente vascolarizzato, cioè la papilla dermica, che serve per il nutrimento del pelo. I peli e i capelli sono dotati di sensibilità propria tanto che possono essere definiti come organi di senso cutanei.

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Il follicolo può essere diviso in tre parti:

L'infundibolo , che va dall'imbocco follicolare al punto in cui il dotto della ghiandola sebacea sbocca nel follicolo;

L'istmo , che è il segmento compreso tra lo sbocco della ghiandola sebacea e l'inserzione del muscolo erettore del pelo;

Il segmento inferiore del follicolo , che si diparte dal muscolo erettore del pelo ed è l'unica parte temporanea del pelo, perché scompare durante il ciclo di crescita del pelo.

La parte più importante del follicolo è il bulbo , perché contiene le cellule della matrice del pelo che danno origine a tutte le sue strutture e strati. Tra le cellule della matrice, poste al di sopra della papilla dermica, ci sono sparsi i melanociti responsabili del colore dei capelli La parte cheratinizzata, che emerge dal follicolo pilifero, costituisce il pelo propriamente detto, cioè il fusto. La cheratina è una scleroproteina simile a quella dello strato corneo dell'epidermide, ma quella del pelo ha una maggior quantità di zolfo; nella sua struttura la cheratina contiene un pigmento, cioè la melanina, presente in 2 forme diverse: una filamentosa, che imprime un colore giallo, e una granulare, con un colore variabile dal bruno al nero.

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Il fusto del capello è costituito da 3 strati:

midollo , che è la parte più interna;

corteccia , che è la zona intermedia particolarmente ricca di melanina;

cuticola , che corrisponde alla zona più esterna del capello.

La cuticola è composta da 6-8 strati di cellule appiattite e sovrapposte le une sulle altre, come le tegole di un tetto, con il bordo libero rivolto verso l'estremità del capello. La composizione della cuticola varia a seconda delle zone del capello prese in considerazione e anche dei vari tipi di capelli.

Al di sotto c'è la corteccia, che costituisce la maggior parte del capello e contribuisce alla sua proprietà meccanica.

La terza componente, il midollo, è presente in modo discontinuo oppure continuo in tutti i capelli. I capelli dei neonati vengono definiti lanugoe la loro struttura è leggermente diversa da quella degli adulti. La lanugo, priva del midollo centrale, con il passare dei mesi viene sostituita con i capelli propri dell'adulto. I capelli dell'adulto sono lunghi, pigmentati nel cuoio capelluto, e presentano quasi sempre il midollo. Esistono dei peli, definiti vellus, che possono essere considerati come l'espressione terminale del ciclo vitale del follicolo pilifero, Sono sempre presenti nel soggetto calvo e sostituiscono i peli terminali, cioè i capelli propriamente detti.

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Crescita
La crescita dei capelli si verifica attraverso diverse fasi durante le quali il follicolo passa da periodi di intensa crescita a periodi di quiescenza metabolica e addirittura di involuzione. Queste fasi sono definite come anagen , catagen e telogen.

Anagen
Durante questa fase di crescita si verificano alcune modificazioni a livello della papilla dermica dove le cellule vivono un'attività metabolica. In un secondo tempo le cellule della matrice, situate nel bulbo del follicolo che si presenta raccorciato nel derma in seguito alla fase catagen, entrano in una fase di intensa attività e il follicolo ricomincia a crescere e a formare quel segmento inferiore che era scomparso nel periodo di telogen. La durata della fase di anagen, cioè di crescita del capello, varia in media dai 3 ai 6 anni. I capelli non sono mai tutti nella stessa fase di crescita, tranne che in particolari condizioni patologiche, ma crescono in modo talmente diverso tra di loro che risulta difficile trovare due follicoli contigui nella stessa fase. I capelli durante la fase di anagen crescono di 0,3-0,4 mm. al giorno.

Catagen
È la fase di involuzione, che dura da 2 a 3 settimane, durante la quale il follicolo pilifero subisce varie modificazioni morfologiche e metaboliche. Scompare il segmento inferiore, la lunghezza del follicolo si riduce di circa un terzo, la papilla diventa atrofica, il bulbo diminuisce di grandezza e i melanociti cessano la produzione di pigmento. Se si strappa un capello in questa fase si può vedere che la sua parte terminale, corrispondente al bulbo, è bianca. Le varie alterazioni che si verificano portano il capello alla sua ultima fase di telogen.

Telogen
E' la fase di riposo durante la quale il follicolo è completamente inattivo e come avvolto in un sacchetto connettivale che gli offre riparo fino all'inizio della nuova fase di crescita. Il capello si trova all'interno del follicolo, trattenuto da scarsi legamenti intercellulari che lo fanno restare nel cuoio capelluto fino all'inizio della nuova fase di anagen e talvolta anche per più fasi successive. La fase di telogen dura da 2 a 4 mesi.

A queste varie fasi del capello segue la sua caduta. Ogni giorno muoiono circa 10-30 capelli che, in condizioni ideali, vengono immediatamente sostituiti da nuovi elementi, perché i follicoli hanno cicli vitali sincronizzati tra di loro: infatti il volume totale rimane invariato. Il ricambio dei capelli avviene ogni 2-6 mesi. La lunghezza che un capello può raggiungere dipende da caratteristiche razziali e dalla fase di anagen.

Quando uno stress psicologico, un problema metabolico, un disturbo ormonale intervengono a rompere l'equilibrio esistente nella vita del follicolo e nella ricrescita del capello, può succedere che i follicoli in fase anagen passino a quella telogen determinando una alopecia. Se lo stimolo stressante rimane, oppure se permane la condizione patologica, il capello può modificare il suo diametro e la sua lunghezza. La normale crescita del capello e la sua durata sono quindi da mettere in relazione con una buona condizione del cuoio capelluto, con una buona vitalità della papilla, ma anche con la condizione psico-fisica generale dell'individuo.
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Messaggioda Royalsapphire » 19/03/2015, 13:46



TIPI DI CAPELLI

CAPELLI GRASSI

Normalmente un capello sano è lucente, morbido ed elastico, mentre il capello grasso si presenta untuoso, opaco, pesante e spesso ammassato sulla testa. Le ghiandole sebacee del cuoio capelluto in condizioni normali secernono la quantità di grasso necessaria per una buona lubrificazione del capello. Quando intervengono fattori diversi, come alterazioni lipidiche o agenti esterni, la secrezione diventa eccessiva e il risultato è quello di avere i capelli grassi. Questa condizione rappresenta certo un problema estetico, ma è considerata anche come una delle principali cause di caduta dei capelli e di alopecia seborroica. L'igiene del cuoio capelluto e del capello grasso è molto importante. Bisogna intervenire con prodotti che contengano sostanze atte a riequilibrare, almeno localmente e in modo provvisorio, questo eccesso di sebo.

CAPELLI SECCHI

Le cause che determinano i capelli secchi o aridi sono molte. Una scarsa produzione di sebo, a causa di una ridotta capacità delle ghiandole, determina una insufficiente lubrificazione del capello che, in questo caso, è naturalmente secco. Possono esistere capelli secchi per ereditarietà, quando l'insufficienza dell'attività delle ghiandole è causata da una distribuzione particolare e diversa degli acidi grassi nell'organismo. In questi casi si ricorre al medico che prescrive cure sia per via interna che esterna. Il vento, il sole eccessivo possono privare il capello dell'umidità necessaria e renderlo poco elastico e delicato, facile a spezzarsi. L'uso eccessivo di phon, di sostanze sgrassanti, di shampoo inadatti, di lozioni alcoliche e di fissatori non adeguati possono rendere i capelli accidentalmente secchi ed elettrizzati. I capelli secchi sono soggetti sia a problemi estetici, perché si presentano opachi e ruvidi, che a problemi strutturali. Le più comuni alterazioni della struttura rilevabili nei capelli secchi sono:

capelli ruvidi, caratterizzate da squame aperte, spesso a causa dell'uso di prodotti troppo alcalini e della cotonatura;

capelli sfibrati, generalmente il problema è determinato da interventi come la decolorazione, la permanente oppure dall'uso per tempi troppo lunghi di sostanze inadatte;

capelli biforcuti, quando oltre a essere sfibrati hanno punte biforcute a causa di trattamenti aggressivi, di calore eccessivo e dall'uso di spazzole a setole dure.

I capelli secchi possono presentare dei rigonfiamenti lungo lo stelo, avere sfilacciamenti di fibre corticali lungo il fusto che creano il tipico aspetto a pennello. Spesso i capelli aridi sono corti, poco pigmentati, ritorti su se stessi per natura, a 180 gradi nel loro asse e molto fragili. I capelli secchi sono molto delicati e si spezzano con facilità, perciò devono essere trattati con delicatezza e con prodotti specifici.


PREGIUDIZI E CREDENZE ERRATE

Si crede comunemente che tagliando di frequente i capelli questi crescano più forti e robusti.

Il taglio frequente non facilita affatto la ricrescita, perché questa interessa la radice dei capelli e non il fusto, sul quale è inutile qualunque azione di miglioramento.

Si crede che lasciar stare tranquilli i capelli sia la cosa migliore.

In realtà un buon massaggio di mobilizzazione del cuoio capelluto è molto utile. Occorre a questo scopo incrociare le due mani, in modo da formare una specie di casco che aderisca perfettamente al cuoio capelluto, imprimendo un movimento di va e vieni in qualsiasi direzione. Il massaggio determina un richiamo di sangue utile alla salute dei capelli.

CONSIGLI PER LA PULIZIA DEI CAPELLI

Per avere una capigliatura sana bisogna mantenerla pulita bene. La pulizia corretta si basa sulle seguenti operazioni fondamentali:

SPAZZOLATURA

Per eliminare la polvere e le cellule morte, che sono soltanto scorie inutili depositate sul cuoio capelluto, per omogenizzare lo strato di grasso lungo i capelli e per la sua azione stimolante sulla circolazione del sangue a livello della radice capillare. L'uso della spazzola, preferibilmente di setola di maiale e nylon arrotondato, è indispensabile per sgombrare il terreno del cuoio capelluto da forfora e da eccesso di grasso e per eliminare capelli morti e altre impurità.

DETERSIONE

Il lavaggio ha lo scopo fondamentale di eliminare l'eccesso di film grasso dai capelli e di detergerli completamente dalle impurità. Dopo il lavaggio i capelli non devono rimanere troppo aridi e secchi quindi, per evitare questi inconvenienti, si devono usare detergenti di buona qualità.Per i capelli normali basta un lavaggio ogni 10 giorni, per quelli grassi ne occorre 1 alla settimana e per i secchi 1 ogni 15 giorni. La scelta di buoni prodotti detergenti è di fondamentale importanza per mantenere sani e morbidi i capelli.

RINFORZO ESOGENO DEI CAPELLI

Molteplici sono le cause di indebolimento, che incidono in progressione sempre maggiore sui capelli, per esempio le permanenti, tanto di moda, che, se troppo aggressive, hanno un'influenza deleteria sulla capigliatura. Con permanenti troppo frequenti, sia a caldo che a freddo, si assottigliano sempre più i capelli sino a farli spezzare. In questi casi e a scopo preventivo sono utili le frizioni con lozioni di cheratina solubile, perché danno ai capelli una verniciatura esterna di cheratina che li irrobustisce e li fortifica.



PROBLEMI DEI CAPELLI

Alcune anomalie del cuoio capelluto, piuttosto frequenti, che possono essere fisiologiche, patologiche oppure occasionali, sono la forfora e la seborrea. Tra i problemi dei capelli, inoltre, sono da considerare anche quello della caduta e quello del colore.

FORFORA

La forfora può essere considerata come una dermatite localizzata al capillizio ed è caratterizzata da una sua desquamazione eccessiva . Normalmente si verifica una desquamazione del cuoio capelluto per liberarsi di cellule morte appiattite, ma talvolta il processo diventa decisamente più intenso sia in presenza di capelli grassi che secchi. A seconda dei 2 casi possono esserci squame cornee grasse, rilevabili per l'impronta unta che lasciano, oppure cornee secche che non lasciano alcuna traccia. Generalmente le squame che si staccano sono piccole, di colore grigio-biancastro e localizzate o in specifiche aree oppure su tutto il cuoio capelluto. Nei bambini questo problema non esiste. La forfora compare dopo la pubertà con l'inizio dell'attività ormonale che stimola le ghiandole sebacee. Interessa il soggetto adulto, può protrarsi per lunghi periodi, può regredire oppure può permanere per tutta la vita. Alcune abitudini cosmetiche come le tinte, l'uso di lozioni alcoliche, lavaggi con sostanze detergenti irritanti possono peggiorare il problema. Il periodo invernale favorisce la comparsa della forfora, la primavera l'attenua, durante l'estate scompare. Eventi psico-fisici stressanti influenzano la formazione della forfora. La forfora fisiologica è tipica di un soggetto, diversa da una persona all'altra e variabile da zona a zona. IL sole, l'aria, i lavaggi, l'inquinamento sono agenti che influenzano la desquamazione. La forfora fisiologica è generata da cause interne come l'insufficienza epatica, malattie del ricambio o del circolo, che causano alterazioni biologiche traducibili in disidrosi, seborrea, atrofia, ipertrofia. La forfora occasionale è dovuta a microrganismi e provocata dall'uso e abuso di trattamenti errati. I danni della forfora si manifestano sui capelli, provocandone la caduta e al cuoio capelluto, con prurito e infezioni. Importante è il problema estetico che ne deriva, perché la persona sembra essere poco pulita a causa delle giacche e camice ricoperte da squame e da capelli.

SEBORREA

La forfora e la dermatite seborroica sono da considerare come due espressioni di diversa gravità dello stesso tipo di problema. Il punto di partenza della dermatite seborroica è il capillizio, ma spesso è presente anche in altre zone del corpo come al naso, nelle orecchie, nella zona genitale o al volto. La seborrea è il primo stadio della dermatite seborroica vera e propria. Inizialmente la desquamazione è minima, quasi invisibile. Con il trascorrere del tempo, influenzata da alcuni stimoli aggravanti, il problema aumenta e si manifesta con caduta dei capelli, desquamazione abbondante, con presenza di croste, con un terribile prurito. La causa della dermatite seborroica è ancora sconosciuta, ma sappiamo che può manifestarsi, così come la seborrea, già nei primi mesi di vita, forse a causa degli ormoni androgeni materni trasmessi per via placentare al bambino. Spesso la seborrea si manifesta nel periodo della pubertà. Può capitare che la comparsa della seborrea sia associata alla presenza di malattie cardiache, oppure in seguito all'assunzione di alcuni farmaci, in concomitanza dell'acne volgare o di malattie da immunodeficienza. In questi casi si parla di una seborrea patologica, ma esiste anche la seborrea occasionale, determinata da fattori ambientali, come il caldo o l'umidità, da alcuni tipi di lavoro, come quello del cuoco che rimane esposto al vapore della cucina per tempi lunghi. Alcuni microorganismi, trattamenti sbagliati, l'uso di prodotti non adeguati, massaggi troppo energici del cuoio capelluto, spazzolature frequenti che causano strattoni ai capelli e al cuoio capelluto possono causare la seborrea. I danni si evidenziano ai capelli, che cadono, al cuoio capelluto, che presenta prurito e infezioni più o meno estese e, naturalmente, influenzano l'estetica di una persona.

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CAPELLI BIANCHI

I capelli bianchi normalmente compaiono con il passare degli anni e, insieme alle rughe, sono il segno classico di senescenza. Talvolta questa situazione non è dovuta al trascorrere del tempo, ma può essere causata da eventi particolari che determinano emozioni forti, oppure da malattie nervose o da dolori molto intensi. I motivi scatenanti possono variare, ma il risultato finale è comunque la colorazione particolare dei capelli. che appaiono bianchi a causa della loro depigmentazione. I pigmenti di melanina non vengono più formati nel loro naturale laboratorio della papilla e del bulbo, probabilmente per un'alterata attività delle ghiandole endocrine. Succede spesso che sottoponendosi ad adeguati trattamenti ormonali, i capelli possono riprendere a pigmentarsi temporaneamente. Oggi non esiste ancora un rimedio per risolvere questo problema e non siamo neppure in grado di impedire che i capelli diventino bianchi. Questa condizione deve essere considerata come un situazione fisiologicamente normale dovuta all'inevitabile processo di invecchiamento. Se i capelli diventano bianchi per altri motivi o su persone giovani bisogna considerare che forse non sono poi così antiestetici, oppure si deve ricorrere a trattamenti di colorazione dal parrucchiere. Fortunatamente al giorno d'oggi le tinture vengono preparate con prodotti ben controllati e possono quindi essere usate con tranquillità. E' sempre consigliabile accertarsi di non essere allergici alle sostanze contenute, che generalmente sono derivate dal mondo vegetale, ed evitare di sottoporsi a questi trattamenti in particolari periodi: sarebbe meglio evitare di tingersi i capelli in corrispondenza del ciclo mestruale quando si è particolarmente sensibili. Durante la menopausa occorre essere cauti con la colorazione dei capelli che deve essere evitata se si soffre di malattie a carico dei reni o se si è anemici. Meglio non fare tinte durante la gravidanza e nei periodi in cui si perdono molti capelli, perché la tintura tende ad accentuare questo problema. Se una persona è in salute può tranquillamente tingersi i capelli, perché questo trattamento eseguito con i moderni prodotti non determina nessun tipo di problema, non ha alcuna azione nociva e non influenza minimamente la calvizie nonostante la credenza popolare dica il contrario.

caduta dei capelli

La caduta dei capelli è un problema che interessa un po' tutti, ma specialmente riguarda gli uomini perché la donna è meno soggetta alla loro caduta. Quando il ricambio fisiologico di capelli diventa eccessivo e se ne perdono più di 100 al giorno, si possono manifestare zone diffuse o circoscritte di rarefazione a carattere transitorio o permanente: le cause che determinano il problema sono molte e diverse, ma quando si manifesta, occorre intervenire rivolgendosi al dermatologo, che può chiarire quale delle molteplici patologie, come disfunzioni endocrine, squilibrio a carico del sistema nervoso, carenze nutrizionali, infezioni microbiche, stress, turbe nervose, dermatosi, follicoliti batteriche o fattori ereditari, sono all'origine dell'eccessiva caduta dei capelli. Soprattutto nel sesso maschile un'eccessiva produzione di sebo con conseguente iperdesquamazione del cuoio capelluto, può favorire l'insorgenza del problema, ma deve essere sempre considerata anche una certa predisposizione ereditaria. In caso di seborrea bisogna intervenire cercando di limitare la secrezione ed evitando la formazione esagerata di forfora usando detergenti leggeri che non aggrediscono il mantello idrolipidico, ma che eliminano il sebo, il sudore, il grasso e le cellule desquamate. In condizioni normali la donna possiede circa 250 capelli per centimetro quadrato; se è bruna ha, in totale, dai 100 ai 120.000 capelli, se è bionda ne ha 130.000, 90.000 quando è rossa, ma succede che una caduta non fisiologica riduca molto queste cifre, specialmente nelle donne, che frequentemente si sottopongono a permanenti, a decolorazioni, che utilizzano detergenti inadeguati e fortemente alcalini danneggiando il naturale mantello lipidico. All'origine della caduta dei capelli può esserci anche una carenza di quelle sostanze nutritive necessarie alla loro vita. Le proteine e particolarmente la cheratina sono fondamentali per la nutrizione; perciò una corretta alimentazione che privilegia l'apporto vitaminico e minerale, una riduzione drastica di fumo e di alcol renderanno i capelli più forti e sani. Un leggero massaggio quotidiano attiva la circolazione periferica ed è indicato per la nutrizione fisiologica del capello. In caso di preoccupante caduta, si può eseguire questa manovra associandola all'uso di lozioni e di prodotti specifici e stimolanti. Bisognerebbe evitare lo stress, l'ansia e la preoccupazione che spesso si associano all'incipiente ed abbondante caduta dei capelli, perché queste sensazioni peggiorano molto il problema e danneggiano i capelli. Tra le cause di caduta dei capelli ci sono quelle ambientali, dovute all'inquinamento chimico delle fabbriche e ai tubi di scappamento delle auto, e quelle stagionali, perché in primavera e in autunno cadono più capelli specialmente se il soggetto patisce particolarmente dei disturbi classici del cambiamento stagionale. Lo sport, gli eccessivi lavaggi dei capelli conseguenti, il sudore e la stanchezza che l'attività fisica intensa determina non fanno bene ai capelli, li indeboliscono e ne facilitano la caduta. Il cloro della piscina danneggia la cuticola, sfibra il capello che lentamente cade. Un motivo di caduta dei capelli è l'invecchiamento, perché si verifica una riduzione del loro diametro e un aumento inevitabile della fase di telogen. Quando la caduta dei capelli è importante e duratura possono manifestarsi condizioni particolari quali l'alopecia Una forma di alopecia comune, ma facilmente evitabile, è quella definita da trazione. Si presenta con un eritema follicolare, occasionalmente con piccole pustole, desquamazione e capelli spezzati. Se la trazione eccessiva viene ripetuta spesso e per molto tempo, compare una cicatrizzazione del follicolo e l'alopecia diventa permanente. Colpisce qualsiasi parte del cuoio capelluto, ma preferibilmente si manifesta ai margini della capigliatura. La cura è quella di evitare trazioni dei capelli dalla stiratura praticata dal parrucchiere all'abitudine, che ancora alcune donne hanno, di andare a dormire con i bigodini in testa. Esistono altri tipi di alopecia nell'adulto determinate da fattori ereditari, genetici, metabolici, virali e patologici che possono essere curati soltanto affrontando il disturbo che le causa. L'uso di farmaci, come la pillola contraccettiva, può determinare un'accelerazione della caduta dei capelli con conseguente leggera alopecia.

TRICOTILLOMANIA

La tricotillomania è quel tic nervoso, paragonabile al succhiamento di un dito o all'onicofagia, che consiste nel continuo giocherellare con i capelli. Involontariamente i ragazzi mentre studiano, guardano la televisione o quando non sanno cosa fare, tirano i capelli e li attorcigliano continuamente. A volte questo vizio può interessare anche le ciglia e le sopracciglia. Questo gesto con il tempo può causare anche la caduta dei capelli nelle zone sottoposte a continua manipolazione. L'intervento possibile è soltanto quello di eliminare il tic nervoso e talvolta, nei casi più importanti, può rendersi necessario anche l'intervento di uno psichiatra.


LA FORFORA
A cura di Francesca Soccorsi

Pityriasis capitis: questo il nome scientifico della forfora, patologia del capello che, con intensità diverse, colpisce una persona su due. La manifestazione caratteristica è un’accentuata desquamazione delle cellule cornee del cuoio capelluto, che si depositano sugli abiti soprattutto a livello delle spalle. Non contagiosa, colpisce prevalentemente individui di sesso maschile di età compresa fra i 18 e i 40 anni. La variante più comune è la forfora a piccole scaglie: più frequente nei mesi invernali, si manifesta con lieve prurito e abbondante turnover di squame secche e grigiastre. La forfora a grosse scaglie, invece, si caratterizza per la sua colorazione giallastra e la consistenza spessa e untuosa. Il prurito è intenso ed è frequente il diradamento dei capelli. Nei casi più gravi il quadro clinico è simile a quello della dermatite seborroica, alla quale può sovrapporsi. Entrambi i tipi di forfora sono caratterizzati dalla presenza di focolai infiammatori costituiti da gruppi di cellule che, probabilmente sollecitate da microrganismi, rilasciano sostanze che contrastano l’infezione. Tali sostanze (mediatori chimici dell’infiammazione) alterano l’ambiente del derma e originano una maggiore desquamazione.

Le cause
Analizzando la cute si osserva come la forfora si accompagni all’infiammazione dei piccoli vasi sottocutanei. Il principale imputato sembra essere un lievito del genere Pityrosporum. Normalmente questo microrganismo costituisce circa la metà della nutrita flora residente sul cuoio capelluto dei soggetti normali. In caso di forfora la sua presenza sale fino al 75%. Non è chiaro, però, se l’aumento della percentuale provochi l’infiammazione locale o se ne sia una conseguenza. L’esatta causa che porta all’incontrollata proliferazione del Pityrospum è incerta; in proposito le ipotesi avanzate sono diverse: eccessiva produzione di sebo, secchezza della cute, stress, debolezza del sistema immunitario, esagerato o insufficiente numero di lavaggi, alimentazione scorretta, fattori climatici, squilibri ormonali (in particolare l’aumento degli ormoni androgeni o l’aumentata sensibilità locale alla loro azione). Il meccanismo attraverso il quale il fungo determina la comparsa della forfora sembrerebbe dovuto alla sua capacità di scindere i trigliceridi, normali costituenti del sebo prodotto dalle ghiandole sebacee, in acidi grassi irritanti, accelerando il rinnovo cellulare.


I rimedi
I soggetti predisposti possono prevenire la forfora con adeguati trattamenti da eseguire a ridosso dei periodi critici dell’anno come l’inverno, quando il problema peggiora a causa della diminuzione dei raggi ultravioletti, che rallentano la velocità di ricambio dell’epidermide ed esercitano un’azione curativa. La scelta del prodotto va sempre effettuata consultando uno specialista perché l’uso di rimedi troppo aggressivi può far peggiorare il quadro clinico. Nell’identikit di uno shampoo o di un balsamo antiforfora entrano in gioco composti multifunzione come il ketoconazolo, lo zinco piritione e il piroctone olamina. Il primo è dotato di una spiccata azione antinfiammatoria ed è un antifungino ad ampio spettro, mentre lo zinco piritione e gli altri derivati piridinici sono dotati di un effetto citostatico e quindi antiproliferativo, oltre a contenere agenti antibattericidi e antifungini. Analoga attività hanno anche i distillati di catrame. Fra i detergenti, un nuovo tipo di prodotto, dall’elevata tollerabilità, è costituito dall’olioshampoo, che basa il suo meccanismo d’azione su un diverso concetto di pulizia, la cosiddetta detersione per affinità: al film idrolipidico del cuoio capelluto si sostituisce il film lipidico contenuto nel prodotto. In generale l’approccio terapeutico viene completato da lenitivi ed emollienti a base oleosa che facilitano il distacco delle squame. In casi importanti il medico può prescrivere steroidi per uso topico. In commercio si trovano anche ritrovati fitoterapici: estratto di peperoncino, aceto di mele, oli essenziali di eucalipto, rosmarino, limone, salvia e ortica possono essere efficaci nei casi di forfora non particolarmente ostinata. Così come l’olio di Tea tree (od olio essenziale di Melaleuca alternifolia), dalle proprietà antisettiche e antifungine. Tutti gli antiforfora vanno adoperati quotidianamente sino a quando il disturbo non scompare, poi il consiglio è di utilizzarli tre volte a settimana, alternandoli, qualora si richiedano lavaggi frequenti, a prodotti particolarmente delicati. Il tempo di applicazione, generalmente di almeno un minuto, deve rispettare le indicazioni del produttore, in modo tale da lasciare agire i principi attivi per un tempo sufficiente. La patologia, tuttavia, risponde alla terapia medica ma tende a recidivare. In più qualche volta possono sovrapporsi psoriasi o dermatite seborroica. Per questo motivo è utile affidarsi sempre allo specialista dermatologo.

Consigli pratici
Anche lo stile di vita può molto nel trattamento della forfora:
- A tavola è bene seguire una dieta ricca di frutta e verdura, ma anche di pesce e proteine magre, per assicurare all’organismo un adeguato apporto di aminoacidi solforati, zinco, omega-3, antiossidanti e vitamine del gruppo B. Da evitare l’abuso di alcol e di alimenti iperlipidici, come i formaggi grassi.
- Se la dieta ne è carente sono utili integratori a base di vitamina A, C ed E, selenio e zinco.
- Frizionare energicamente i capelli sotto la doccia non serve, anzi: questa abitudine tende a irritare ulteriormente il cuoio capelluto.
- In caso di prurito è bene non grattarsi, ma lavare testa con uno shampoo delicato.
- Non utilizzare il phon a distanza troppo ravvicinata ed evitare il getto d’aria troppo caldo, perché in questo modo si rischia di seccare la cute e stimolare la produzione di sebo.
- Fare attenzione a tinte e trattamenti decoloranti: in soggetti allergici e dalla pelle sensibile possono peggiorare il problema.
- Non soffocare i capelli con foulard e cappelli: anche se sembrano fornire un momentaneo sollievo all’imbarazzo della forfora, qualsiasi abitudine che impedisca la corretta traspirazione del cuoio capelluto tende a peggiorare il problema.
- Ridurre l’applicazione sui capelli di cosmetici quali gel, lacche o mousse, che possono essere irritanti per il cuoio capelluto, renderlo più untuoso e aumentare il prurito.

Bibliografia
- Razzoli D., Capelli splendenti a ogni età, Red edizioni
- Dei S., Consigli e rimedi per la cura dei capelli. Chiome sane e belle, Gribaudo
- Cortesi G., Shampoo e trattamenti, Tecniche nuove
- Kirschmann, G.J., Kirschmann J.D. , Almanacco della nutrizione, Alfa Omega editrice.


LA CALVIZIE FEMMINILE
A cura di Maura Peripoli

La caduta dei capelli è un fenomeno che interessa il 20% circa delle donne adulte e può manifestarsi in diversi modi. Generalmente contano i fattori androgenetici, ma non sempre: esistono tante altre cause che vanno individuate tempestivamente per programmare un trattamento “ad hoc”. La forma di alopecia più conosciuta è quella androgenetica ma per combatterla il primo importante passo è quello di ottenere una diagnosi quanto più precisa possibile, appurando che non sussistano altre patologie, prima di iniziare una cura.

Alopecia androgenetica: definizione
Il termine alopecia androgenetica indica la caduta di capelli per diverse cause, ormonali o genetiche, e si può facilmente individuare perché i capelli cominciano ad assottigliarsi e a perdere consistenza. Il processo può iniziare già dall’adolescenza e può continuare fino ai 40 anni. Da non confondere, con questa patologia, quella forma di “rarefazione” dei capelli piuttosto diffusa nelle donne in menopausa: si tratta infatti di un problema transitorio, dovuto ad un momentaneo squilibrio ormonale.

Classificazione dell’alopecia secondo Ludwing
Sono sostanzialmente tre i livelli con i quali viene classificata l’alopecia androgenetica femminile, in base alla gravità:
Alopecia di Primo Tipo: consiste in un diradamento dei capelli su tutta la zona superiore del cuoio capelluto dietro ad una linea anteriore profonda 1-3 cm più o meno conservata.
Alopecia di Secondo Tipo: diradamento marcato dei capelli nella zona superiore del cuoio capelluto dietro ad una linea anteriore anch’essa meno densa.
Alopecia di Terzo Tipo: quando sussiste un diradamento grave su tutta la zona superiore del cuoio capelluto dietro ad una linea anteriore ormai molto diradata.


Cause
L’alopecia androgenetica si caratterizza per il “cambiamento” dei capelli terminali i quali, se si presentano lunghi e spessi, improvvisamente diventano “atropici” (corti e sottili). La causa di tutto ciò risiede nell’aumento del Dht (deidrosterone) il quale, quando “attacca” la proteina appartenente al recettore androgeno o il follicolo, “scatena” un processo autoimmunitario che distrugge la papilla dermica principale responsabile della caduta dei capelli. È importante anche sottolineare che la maggior parte delle donne non diventano mai totalmente calve e generalmente il diradamento si manifesta nella parte centrale della testa.
I geni “responsabili” dell’alopecia androgenetica si chiamano autosomali dominanti e nella maggior parte dei casi vengono ereditati dai genitori, cioè sia dal padre che dalla madre. Tuttavia la patologia può insorgere all’improvviso anche quando non c’è una “familiarità” di alopecia androgenetica. Anche un insufficiente apporto di proteine e ferro può contribuire alla caduta dei capelli, così come un’eccessiva carenza di ferro e una forte anemia. Ma non solo, perché anche l’ipertiroidismo e l’ipotiroidismo possono portare con sé questo problema, oltre ai ben noti farmaci contro il cancro, gli anticoagulanti, i beta bloccanti e alcuni antidepressivi.

Quando si può parlare di alopecia androgenetica?
Generalmente si parla di alopecia androgenetica quando nella donna sono presenti grandi quantità di androgeni e una “certa” condizione di familiarità, ovvero quando si verificano queste due condizioni, magari combinate tra loro. Esiste anche una forma di alopecia “carenziale” e cioè dipendente da un deficit di estrogeni. Nella pratica è facile individuare la patologia perché nella forma “tipica” la caduta dei capelli avviene in modo costante e continuativo nell’arco di alcuni mesi. In questo caso occorrerà prestare particolare attenzione alla cura quotidiana dei capelli e quindi non spazzolarli troppo spesso e soprattutto non in modo troppo energico; cercare di evitare tinture per i capelli, trattamenti particolari o decoloranti: questi servono solo ad accelerare il processo. Occorrerà evitare anche di tenerli legati troppo a lungo o “costretti” in pettinature che “tirano” eccessivamente. Anche la dieta è importante per mantenere sani e forti i capelli: proteine e ferro dovranno essere sempre presenti in un’alimentazione sana ed equilibrata.

Il “pull test” è utile per verificare la caduta dei capelli?
Il “pull test”: è una “verifica” che serve a stabilire se si perdono capelli e soprattutto quanti se ne perdono. È semplice da effettuare e si deve procedere in questo modo: si prende una piccola ciocca di capelli (che ne comprenderà 30 al massimo) e si tirano. In situazione di normalità, dovrebbero cadere al massimo 3 capelli e in questo caso non si può parlare di alopecia androgenetica.

L’importanza di una diagnosi precoce
La diagnosi precoce e tempestiva è molto importante per combattere la caduta dei capelli. È quindi opportuno che, in caso di dubbi, ci si rivolga ad uno specialista che potrà suggerire un centro specializzato il quale saprà stabilire se il primo segno di diradamento dipende da un fattore genetico o da uno squilibrio ormonale anche perché esistono diverse tipologie di ‘caduta’. Tuttavia è normale che, dopo i 40 anni e soprattutto in età di menopausa si verifichino episodi di alopecia androgenetica che viene anche chiamata calvizie femminile.

Il Telogen Effluvium
Viene anche chiamato “caduta a stasi” e si può riconoscere facilmente perché la “caduta” non è concentrata solo in una parte del capo e generalmente compare a distanza di circa sei mesi da un evento scatenante che può essere un parto, una drastica dieta dimagrante o un importante intervento chirurgico, oltre a problemi legati alla tiroide quali le patologie autoimmuni.

Quale la terapia giusta?
Esistono diversi farmaci in grado di ridurre efficacemente la caduta dei capelli. Al momento, il minoxidil rappresenta un ottimo stimolatore della crescita (opportunamente testato e approvato); i risultati naturalmente dipendono dalle modalità di applicazione e dalle dosi utilizzate. Anche altri tre farmaci vengono utilizzati con successo per combattere questo problema: il finasteride, che è un inibitore di uno dei due enzimi che convertono il testosterone in DHT (da non utilizzare però in gravidanza poiché sono stati riscontrati alcuni casi di malformazione del feto); lo spirolonatone che ha fornito buone risposte nel 50% dei casi; l’acido azelaico, efficace sia nell’uomo che nella donna, e che può anche essere combinato con il Minoxidil.
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CAPELLI: Glossario tricologico, salute, problematiche, rimedi

Messaggioda Royalsapphire » 19/03/2015, 14:24



SPECIALE CALVIZIE E DIRADAMENTO

Che cosa succede nell'organismo quando si cominciano a perdere i capelli? Quali fenomeni si mettono in moto? Quali sono i rimedi per prevenire, contrastare e, perché no, mascherare il fenomeno?

Che cosa succede nell'organismo quando si cominciano a perdere i capelli? Quali fenomeni si mettono in moto? A parte alcune concause quali stress e cattiva alimentazione, la causa principale della calvizie è da ricercare nel nostro DNA, nella nostra mappa genetica; ecco perché qualcuno è predisposto e qualcun altro no. Scopriamo insieme perché…

La forma di calvizie più diffusa nell'uomo è la calvizie androgenetica.
La forma più aggressiva di questo tipo di calvizie si manifesta intorno ai 18 anni; inizia una massiccia caduta di capelli che ad ogni ciclo vengono sostituiti da capelli sempre più sottili e meno colorati, dovuti all'atrofizzazione del follicolo che pian piano non riesce più ad esprimere un capello sano e robusto come in inizio.
Uno studioso di nome Hamilton , che fu uno dei primi studiosi di questo fenomeno, classificò diversi stadi che portano alla calvizie. Norwood completò gli studi di Hamilton arrivando a classificare ben 12 differenti stadi di calvizie. Sembra che circa l'88% della popolazione maschile sia colpita durante la propria vita da questo tipo di calvizie. In questi soggetti determinate aree dello scalpo (sono sempre escluse le aree temporo-occipitali) possiedono follicoli sensibili agli ormoni maschili (androgeni).

La predisposizione è determinata da fattori genetici. Gli ormoni principali dell'uomo, portati nell'organismo dal sangue, sono prodotti dal sistema endocrino (ipofisi, tiroide, paratiroidi, ghiandole surrenali, ghiandola corticale e midollare, pancreas insulare, gonadi ); essi sono:

Testosterone;
DHT;
DHEA;
Androstenedione.

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Una volta che il testosterone entra nella cellula del follicolo, incontra un enzima, denominato 5-alfa-reduttasi, che trasforma il testosterone in diidrotestosterone (DHT) legandosi all'idrogeno. Nella donna, ove la calvizie androgenetica si manifesta intorno ai 35 anni, sembra che l'ormone imputato della caduta dei capelli sia invece il DHEA.
Questi ormoni, reagendo con particolari strutture proteiche, i RECETTORI, penetrano nel nucleo interferendo con il DNA della cellula e inibendo il follicolo portandolo al rimpicciolimento ed alla incapacità di esprimere un capello sano, sempre più piccolo e debole, sino alla completa atrofizzazione e morte.
I capelli risultano sempre meno grossi e sempre meno colorati, dando l'impressione che il numero sia diminuito, ma in realtà ciò che cambia è la qualità dei capelli.
il capello in questa fase è detto capello vellus ed è molto simile al capello del neonato: sottile, corto, depigmentato. L'organismo, come si trovasse di fronte ad un corpo estraneo, mette in atto delle reazioni autoimmunitarie e cerca di eliminarlo; Si presentano così prurito, rossore, infiammazioni, situazioni spesso associate alla caduta di capelli.

Gli stadi di Hamilton

Come è ben visibile dall'immagine, la calvizie androgenetica avanza progressivamente colpendo in primo luogo le tempie; successivamente il diradamento colpisce anche l'area di vertice ed avanza sino a interessare tutta la parte superiore del capo.
Immagine


Vi sono però non rari casi in cui la calvizie androgenetica colpisce omogeneamente tutta l'area interessata (avviene più spesso nei soggetti di sesso femminile, classifcata secondo la scala di Ludwig) con un lento e progressivo diradamento, oppure casi in cui si verifica un maggior diradamento nell'area di vertice e meno sulle tempie, o viceversa.


ALOPECIA
Che cos'è

Con il termine alopecia si intende la perdita di capelli o di peli e può interessare il cuoio capelluto in toto oppure in modo parziale. Esistono quindi alopecie totali, diffuse e circoscritte. L'aspetto del cuoio capelluto può variare a seconda del tipo di alopecia e si può presentare normale, arrossato, coperto di squame o cicatriziale. Alcune delle forme di alopecia conosciute e, talvolta, frequenti sono:

alopecie congenite, sono piuttosto rare e spesso sono familiari. Sono legate a fragilità congenita del pelo, che si presenta con una serie di rigonfiamenti e di restringimenti lungo la sua lunghezza, e solitamente a livello del primo rigonfiamento il capello si spezza, Il cuoio capelluto si presenta ricoperto da piccole rilevatezze arrossate e l'alopecia è definitiva.
alopecia diffusa acuta si presenta di solito nel corso di patologie a carattere sistemico e si risolve nel giro di 2 o 3 mesi. Anche la gravidanza, interventi chirurgici o shock nervosi possono determinare la comparsa di questo tipo di alopecia.
alopecia traumatica è quella causata dalla tricotillomania, che è un'abitudine morbosa, un tic, che alcuni bambini hanno durante il sonno e talvolta anche adulti specialmente durante un lavoro intellettuale, di strapparsi i capelli. Si riconosce facilmente per la sede , le tempie, e per il carattere simmetrico, l'irregolarità dei contorni e la diversità di lunghezza dei capelli.
alopecia seborroica o calvizie precoce si presenta quasi esclusivamente nei maschi e inizia di solito verso i 20 anni. Talvolta nel giovane la caduta dei capelli può arrestarsi provvisoriamente, ma poi ricomincia lentamente ed inesorabilmente (con aggravamenti stagionali ed in rapporto a stress psico-fisici). Spesso il cuoio capelluto è sede di una micosi, o di un eczema seborroico o di un'essudazione grassa, oleosa che costituisce la seborrea, determinata da eccessiva attività delle ghiandole sebacee. Anche nella donna può esserci abbondante seborrea, ma raramente si giunge alla calvizie. Quando l'alopecia è totale, il cuoio capelluto diventa bianco, liscio, brillante. L'ereditarietà è un fattore sicuramente importante nella predisposizione alla calvizie. Questa calvizie è difficilmente curabile e la maggior parte dei prodotti in commercio, non sono in grado di far ricrescere i capelli.
alopecia aerata è caratterizzata dalla presenza di una o più chiazze completamente glabre, cioè senza peli, ben delimitate, arrotondate e localizzate in un punto qualunque del cuoio capelluto o della barba. La caduta dei capelli e dei peli è rapida fin dall'inizio, infatti la chiazza si forma velocemente. Questa chiazza si presenta bianca, liscia, senza squame e talvolta è lucente. Al bordo si trovano capelli normali mischiati con capelli molto corti, sottili, scolorati verso il cuoio capelluto e di colore normale e ispessiti all'estremità., chiamati a "punto esclamativo". L'evoluzione dell'alopecia aerata è variabile, dopo un inizio rapido, la chiazza si estende lentamente poi si stabilizza e, sulla sua superficie, compare una peluria costituita da peli fini e scolorati, che diventeranno in seguito dei normali capelli. La durata nei casi favorevoli è di 4-10 mesi, ma non è raro che qualche chiazza persista in modo definitivo o che si vada verso un'alopecia totale. Sono frequenti le recidive, che possono presentarsi anche ad anni di distanza. L'alopecia aerata colpisce soggetti di tutte le età, ma specialmente individui dai 20 ai 30 anni Non è ben conosciuta la causa. Si pensa che esista una certa predisposizione familiare e che anche cause occasionali, come infezioni gravi, depressioni psichiche, shock emotivi, possano causarla. Per la terapia si deve tener conto di eventuali cause patologiche, come un problema d'innervazione o di nutrizione del pelo dovuto a una vaso-costrizione dei capillari o disturbi endocrini, e intervenire con una cura generale per risolvere l'alterazione. Sarà utile la somministrazione di preparati ricostituenti e di vitamine, specialmente del gruppo B.



Calvizie e diradamento:
COME CURARSI

Cosa può essere fatto seriamente per far ricrescere i capelli?

Vediamo insieme cosa può essere fatto seriamente per far ricrescere i capelli: le terapie che si appoggiano su farmaci, integratori alimentari e shampoo agiscono secondo differenti angolazioni terapeutiche. E' dunque evidente che con la terapia congiunta di prodotti che agiscono differentemente si aumentano le possibilità di successo.
Per curare la calvizie androgenetica si può intervenire in diversi modi:


1. Inibire la 5-alfa-reduttasi:

evitando la formazione eccessiva di DHT; questo è il principio secondo cui agisce la Finasteride, il più noto farmaco anti-calvizie, ed alcuni prodotti topici coaudiuvanti che contengono principi attivi che possono contrastare l'azione della 5-alfa-reduttasi.

2. Inibire il legame tra il DHT ed i recettori:

utilizzando dei farmaci antiandrogeni, limitandone l'utilizzo ad uso locale. Agiscono secondo questo principio sostanze come lo spironolattone o il progesterone. Questi agenti di trattamento possono essere preparati, dietro prescrizione del Dermatologo, nelle lozioni topiche al minoxidil, aumentandone l'efficacia d'azione. Lo Spironolattone, ad esempio, si è rivelato spesso utile nella calvizie femminile.

3. Agire sulle proteine anomale:

fornendo fattori di crescita con lo scopo di stimolare, allungare ed attivare la fase anagen. E' il principio secondo cui opera il Minoxidil, il farmaco con maggiori studi all'attivo e da molto utilizzato nella cura della calvizie androgenetica, agenti Na-No, agenti SOD (superossidodismutasi), tripeptidi rame, presenti in famosi prodotti americani quali Proxiphen, Proxiphen-N, Folligen ed auxine tricogene, presenti in altri prodotti che hanno la capacità di migliorare il ciclo follicolare e coaudiuvare al trattamento topico di minoxidil, aumentandone l'efficacia.

4. Agire contro i radicali liberi:

Agire contro il superossido, un radicale libero, utilizzando agenti cosiddetti scavenger SOD (agenti spazzini), che hanno azione antiinfiammatoria ed immunostimolante. Possono essere utili anche Fitoterapia, Oligominerali (tra cui le vitamine del gruppo B e minerali quali Ferro, Rame e Zinco) che possono essere assunte tramite integratori alimentari preparati con questo specifico scopo.


Queste sono oggi le vie terapeutiche, farmacologiche con l'ausilio di coaudiuvanti cosmetici, che hanno portato al raggiungimento di apprezzabili e anche sorprendenti risultati; va sempre ricordato che la migliore terapia dovrebbe prevedere una sinergia dei diversi trattamenti, per cercare di colpire la calvizie o la caduta di capelli (che può essere anche dovuta al sommarsi di altri fattori) da tutte le diverse angolazioni ed aumentando di molto le possibilità di successo.

Inoltre, ai farmaci attuali, saranno presto affiancati nuovi e più efficaci prodotti, basati su ulteriori ricerche, che forniranno altre valide possibilità nella cura della calvizie, limitando sempre più gli effetti collaterali ed aumentando le percentuali di successo.
Comunque, in un soggetto in terapia farmacologica con alcuni tra i prodotti attuali, si può già notare se la terapia funziona dopo qualche mese, solitamente 3-4, e vedere poi dei progressivi miglioramenti col passare di altri mesi; all'incirca alla fine del primo anno si possono fare i primi bilanci, e valutare se continuare allo stesso modo od effettuare alcune variazioni alla cura.
Una cosa che non deve spaventare è se dopo 3 settimane circa si nota una intensa caduta di capelli, che si ferma un mese dopo circa; questo che apparentemente può sembrare un brutto segno è invece il primo segno che la cura sta avendo effetto; si chiama caduta indotta; questi capelli caduti saranno poi sostituiti da capelli più spessi e forti ad ogni ciclo, se tutto procede regolarmente; in altri periodi si possono verificare fasi di caduta simile a questa, poiché si assiste ad una sincronizzazione delle fasi del ciclo vitale del capello, simile alla muta negli animali.

Quando però si vede che il processo progredisce rapidamente e le terapie farmacologiche non hanno effetto, l'infoltimento non chirurgico può rivelarsi un alleato prezioso e particolarmente efficace.
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CAPELLI: Glossario tricologico, salute, problematiche, rimedi

Messaggioda Royalsapphire » 11/04/2015, 8:14



I primi segnali che qualcosa sta accadendo ai nostri capelli li abbiamo già un bel po’ di tempo prima che l’inevitabile accada. Tuttavia, spesso, si cerca di affrontare il problema pensando che sia solo un sintomo passeggero, un momento – magari di stress – che passerà e la nostra chioma sarà salva.Il problema è che questo periodo ritenuto transitorio, nella maggioranza dei casi si rivela per quello che è, ossia l’inizio di un processo che, se non affrontato in tempo, porterà alla calvizie.Occhio pertanto alla presenza di molti capelli sul cuscino, o di altrettanti che rimangono attaccati a ciocche sulla spazzola o sul pettine… Sono tutti indizi che i nostri capelli non se la passano bene e che il cuoio capelluto ha bisogno di aiuto.In questi casi, quando finalmente ci si accorge di tutto questo, è speso troppo tardi. E a poco serve correre in farmacia per trovare rimedi o dal parrucchiere.Ma la calvizie o comunque la perdita di capelli non è inevitabile, e si può prevenire. Ed è quello che ritiene anche la prof.ssa Gabriella Fabbrocini, docente di dermatologia e venereologia presso l’Università di Napoli Federico II.«Attraverso appositi test effettuati sulla chioma del paziente – spiega Fabbrocini – è possibile dare valutazioni termo-cosmetologiche per combattere la caduta e capirne le cause, soprattutto per evitare che un problema medico-estetico diventi un problema psicologico, specialmente tra i ragazzi in piena età puberale».Quindi, come affrontare al meglio “la prova pettine”, specialmente durante la stagione autunnale quando la salute dei capelli è messa a dura prova? Affidandosi alla diagnostica, alle terapie efficaci e soprattutto alla prevenzione. Prevenire, mai come in questo caso è meglio che curare.Su questo fronte sono unanimi i pareri degli esperti europei, come quelli di Spagna e Francia, i quali ritengono che la prevenzione passa anche e soprattutto dallo stile di vita: un ottimo stato di salute psicofisica mantiene in forma la nostra chioma. I capelli, ribadiscono gli esperti, sono il riflesso del nostro stile di vita e se siamo malati, stressati o affaticati questi ne risentono.I primi passi sono dunque evitare, per quanto possibile, le situazioni di stress (lavorativo o meno); mangiare sano, equilibrato, anche quando si è assaliti dai serrati ritmi della vita quotidiana, nutrirsi di cibi ricchi di proteine e vitamine B e PP; non fumare; moderare il consumo di alcolici; evitare di sottoporsi a tinte caserecce o intrugli fai-da-te per arginare eventuali diradamenti.Per qualcuno, questi consigli possono apparite scontati, tuttavia è meno scontato conoscere gli appositi test tricologici che nella fase di prevenzione sono utilissimi. E, a tal proposito, la prof.ssa Fabbrocini fa chiarezza sui principali test valutativi della salute del capello, preliminari all’adozione di cure specifiche.Per problemi di calvizie precoce e diradamento si può per esempio ricorrere a esami molto rapidi e per nulla invasivi come la tricoscopia o anche meglio dermatoscopia applicata al cuoio capelluto, oggi attuabile anche con l’handyscope un dermatoscopio manuale con applicazione sull’iPhone, che permette di capire se siamo di fronte a una caduta temporanea o a una vera condizione di alopecia; il tricogramma, una semplice analisi del capello al microscopio che valuta la quota del capello in crescita e quella in caduta e sulla base di tale rapporto ci aiuta a stabilire se siamo in un passaggio da una condizione fisiologica verso una condizione patologica . Per fare diagnosi in caso di patologie complesse , invece, si può intervenire in maniera più invasiva attraverso la biopsia del cuoio capelluto.Ma la salute dei capelli può essere talvolta correlata a uno stato di salute generale per cui può rivelarsi fondamentale un’ecografia tiroidea per valutare eventuali alterazioni che possono rendere i capelli secchi e sfibrati, e quindi più fragili. Nel caso di pazienti del gentil sesso, si può ricorrere a un’ecografia ovarica per valutare se e quanto eventuali problemi tricologici legati soprattutto a un eccesso di sebo e di forfora dipendano dal corretto funzionamento o meno di alcune ghiandole.Ultimamente sul mercato è possibile trovare anche il Test Genetico DX per l’alopecia androgenetica, che anche se non affidabile al 100% integrato con gli altri esami può consentire di fare diagnosi precoce e iniziare una terapia efficace perché si sa che in questi casi prima si interviene e maggiori sono le possibilità di riuscita. L’esame clinico, infatti, individua l’alopecia androgenetica quando la malattia è già conclamata. Quando l’assottigliamento diventa visibile, il paziente affetto da tale disturbo potrebbe aver già perso fino al 50% dei capelli in quell'area del cuoio capelluto.Per quanto riguarda le terapie, il trattamento con Finasteride negli uomini e con Minoxidil nelle donne rimangono i punti cardine di tale patologia, sottolinea la prof.ssa Fabbrocini. Interessante il PRP (Platelet-rich plasma) trattamento al plasma ricco di piastrine, già ampiamente sperimentato nei trattamenti di chirurgia plastica, in grado di potenziare i processi di autorigenerazione delle cellule staminali della zona del “bulge” nei follicoli di pazienti affetti da calvizie.La prevenzione, che rimane sempre l’arma vincente in fatto di salute e malattie, lo è anche quando si tratta di salute dei capelli.  L’importante che la presa di coscienza non avvenga soltanto quando i danni sono ormai irrimediabili. 


fonte: la stampa.it
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Cura dei diversi tipi di capelli

Messaggioda Royalsapphire » 08/05/2015, 20:33



Vitalità e bellezza si conquistano anche a tavola

Un’alimentazione completa fornisce all'organismo tutti i nutrienti utili per la crescita ottimale del capello e per la sua bellezza. Per avere capelli luminosi, voluminosi e forti occorre quindi intervenire con cure specifiche dall’interno; a tal proposito sono utili integratori alimentari specifici, da assumere un paio di volte l’anno per cicli di uno/due mesi: contengono un mix di ingredienti che stimolano la crescita e vitamine e aminoacidi che nutrono la struttura del capello. Ovviamente ciò si rende necessario solo a fronte della necessità di sopperire alle carenze di un’alimentazione incompleta, fornendo all'organismo tutti i nutrienti utili per l’ottimale bellezza del capello. In ogni caso è importante adottare una dieta ricca in frutta e verdura di stagione. Vitamine ed antiossidanti come agrumi, pompelmi, kiwi, fragole, cavolfiore, spinaci e frutti di bosco, ad esempio, aiutano a mantenere in salute il cuoio capelluto. Anche un buon apporto di minerali e proteine, come carni magre e pollame che contengono molto ferro e danno ossigeno alle cellule, inclusi i bulbi piliferi, concorrono alla bellezza delle chiome e favoriscono anche la crescita del capello. Due o tre volte la settimana, è bene preferire pesce, in particolare quello ricco in acidi grassi polinsaturi Omega 3, come le sardine, le aringhe e il salmone.

STRATEGIE MIRATE PER LA BELLEZZA DEI CAPELLI

Per capelli normali
Per capelli normali si intendono capelli sani, né unti e né secchi. Per mantenerli in tale stato nel tempo è bene usare sempre degli shampoo non aggressivi, che non li sfibrano e non li inaridiscono, ma anzi che li rinforzano e li nutriscono. È utile sapere che i comuni shampoo sono costituiti da un cocktail di sostanze chimiche come il Lauramide DEA, agente schiumoso che secca i capelli o le Betaine che possono essere causa di forfora, capelli sfibrati e, se assorbite, sono tossiche per l’epidermide. Per evitare tutto ciò, è possibile realizzarsi da sole un sapone liquido di base a cui possono essere aggiunti gli oli essenziali specifici per le varie tipologie di capelli.
Shampoo base: fare bollire un litro di acqua minerale e poi aggiungere 100 grammi di scaglie di sapone acquistate in erboristeria o presso farmacie specializzate. Mescolare fino a completo scioglimento. Fare raffreddare e versare in un contenitore di vetro. Se il composto non verrà utilizzato per lungo tempo potrà apparire grumoso o gelatinizzato e in quel caso basteranno un paio di giri di frullatore per farlo tornare allo stato cremoso.
Shampoo base idratante: mescolare 100 ml di detergente di base come da ricetta precedentemente descritta con 4 gocce di oli essenziali di olio di borragine, 4 di carota, 3 di geranio e 2 di limone.
Impacco all’Hennè: Per infondere maggior lucentezza e nerbo ai capelli, mescolare 10 cucchiai di hènne neutro con una quantità di yogurt intero atta a rendere un composto morbido, ma non liquido. Aggiungere qualche goccia di olio di oliva o di mandorle dolci. Scaldare a bagnomaria fino a intiepidire l’impasto; procedere dividendo a ciocche i capelli e distribuire su tutta la lunghezza. Fasciare completamente tutta la chioma con la pellicola per alimenti e avvolgere intorno alla testa una sciarpa di lana: così facendo l’impacco si manterrà tiepido e agirà maggiormente. Mantenere in posa per un’ora e risciacquare abbondantemente, prima di passare al lavaggio abituale.
Impacco rivitalizzante per tutti i tipi di capelli: mescolare 3 cucchiai di miele di acacia o millefiori, 3 cucchiai di olio di argan e succo di limone quanto basta senza rendere il composto troppo liquido. Distribuire su tutti i capelli e lasciare in posa almeno 20 minuti prima di risciacquare. L’effetto è subito visibile, i capelli sono lucidi e splendenti perché rimineralizzati e reidratati.

Per capelli secchi
I capelli si inaridiscono quando le ghiandole sebacee non producono più a sufficienza sebo. Da qui inestetismi come doppie punte, tendenza dei capelli ad annodarsi e a spezzarsi facilmente. Esposizioni prolungate al sole e al vento, cloro e continue tinte possono peggiorare la situazione. Tra gli oli essenziali più utilizzati per questo tipo di problema vi sono l’achillea, la lavanda, il prezzemolo, il rosmarino, la carota. Tra gli oli, invece, vegetali quelli più indicati sono quello di avocado, di jojoba o di mandorla.
Ricetta per lo shampoo: mescolare in un frullatore 100 ml di sapone base con 1 cucchiaino da tè di olio di mandorla, 5 gocce di carota, 2 gocce di lavanda, 1 goccia di rosmarino.
Maschera per capelli molto secchi, sfibrati, trattati. 2 cucchiai di olio di jojoba, 2 cucchiai di burro di karitè precedentemente fuso con il sistema bagnomaria, 2 cucchiai di glicerina, 2 cucchiai di olio di semi di lino, 5 gocce olio essenziale di lavanda. Miscelare tutti gli ingredienti e massaggiare partendo dalla cute e su tutta la lunghezza, lasciare in posa almeno 20 minuti. Risciacquare. Questo trattamento idratante e lucidante, nutre in profondità sia la cute che la fibra del capello riducendo l’effetto crespo. Da effettuare, una volta a settimana.
Impacco specifico per doppie punte e capelli lunghi. 1 cucchiaio di olio di ricino, 1 cucchiaio olio germe di grano, 1 tuorlo d'uovo, 5 gocce di olio essenziale di lavanda, amalgamare tutti gli ingredienti e distribuire il composto solo sulle punte sfibrate. Nel caso di capelli lunghi molto sfibrati procedere da metà lunghezza in giù, mettendo in posa almeno 20 minuti, prima di risciacquare. Riduce l’effetto antiestetico di doppie punte e nutre i capelli rovinati da piastre e phon.

Capelli grassi, spenti e poco voluminosi
L'iperattività delle ghiandole sebacee, con produzione di sebo in eccesso che si deposita su capelli, fa sì che i capelli si mostrino unti e apparentemente sporchi anche se lavati da poco, oltre che visibilmente afflosciati. Quando si hanno capelli grassi, è preferibile non esagerare con i lavaggi, per non stimolare troppo il lavoro delle ghiandole sebacee (due volte a settimana sono sufficienti).
Tra gli oli essenziali da aggiungere allo shampoo base per migliorare l’aspetto dei capelli, si consiglia l’utilizzo di basilico, eucalipto, rosmarino e timo. Inoltre, è utile al termine dello shampoo eseguire un risciacquo specifico all’aceto di mela, poiché è considerato un ottimo riequilibratore del ph del cuoio capelluto, migliorando il processo di eliminazione delle cellule morte e liberando i follicoli grazie agli alfa idrossi acidi (aha). L’aceto di mela deterge, quindi, a fondo i follicoli del cuoio capelluto e rimuove cellule morte e sebo in eccesso. Ecco come si prepara: in un bicchiere aggiungere 3 gocce di olio essenziale di timo e un cucchiaio da tavola di aceto di mele. Mescolare energicamente; aggiungere il liquido ad una bacinella di acqua tiepida che servirà poi per un ultimo risciacquo, facendolo scorrere più volte sui capelli.
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LA FITOTERAPIA NELLA CURA DEI CAPELLI

Messaggioda Royalsapphire » 08/05/2015, 20:35



A cura di Anna Paola Tortora,
con la consulenza del Dott. Carlo Di Stanislao,
specialista in Dermatologia, Venereologia,
Allergologia ed Immunologia Clinica,
Università dell'Aquila.

Sono tante le attenzioni che solitamente donne e uomini pongono nel conservare i capelli in salute e molte le problematiche ad essi legate che rischiano di minare anche l’aspetto psicologico della persona affetta da patologie come alopecia, cadute eccessive e simili.
Le piante possono rivelarsi valide alleate nella cura dei capelli? La risposta è sì e anche a più livelli. Banalmente si potrebbe pensare che l’impiego delle piante in tricologia sia limitato al solo fattore estetico. E invece, sebbene le piante trovino larghissimo impiego nel rendere i capelli più belli, esse si rivelano valide alleate anche nella cura di patologie e disturbi che riguardano la tricologia, anche se con i dovuti limiti.
I due grandi settori in cui si può dividere l’azione delle piante sui capelli sono: la loro azione nella ricrescita dei capelli e il ruolo che i metodi naturali assumono nella cura e nello stato di conservazione di salute degli stessi. È sicuramente nel secondo gruppo che rientra la maggior parte degli impieghi delle piante in tricologia (anche se non mancano erbe in grado di intervenire su problematiche di ricrescita). Per contrastare patologie come calvizie ed alopecia, invece, i farmaci di sintesi si rivelano sicuramente più efficaci.

L’alopecia maschile è causata da un enzima localizzato al livello del follicolo pilifero, quindi in prossimità della radice del pelo, che rende il testosterone “attivo”; questo ormone ha la capacità di bloccare la crescita. I prodotti chimici e gli estratti vegetali impediscono all’enzima di idrogenare e quindi di rendere “attivo” il testosterone, rendendo meno evidente l’assottigliamento del capello. Per contrastare l’alopecia androgenetica si possono utilizzare piante che bloccano l’azione degli ormoni al livello del follicolo pilifero come la serenoa repens, anche se sicuramente sono meno efficaci dei prodotti chimici. Nell’alopecia androgenetica, infatti, non si parla di caduta di capelli ma di assottigliamento del capello fino alla scomparsa del bulbo stesso.

Differente il discorso per quelli che vengono definiti effluvi, cioè cadute improvvise di tanti capelli che danno luogo a rarefazione. Si crea in questi casi uno squilibrio tra il numero dei capelli presenti e quelli in ricrescita. Gli effluvi sono cadute improvvise e temporanee ma non definitive come può essere per l’alopecia androgenetica. Nell’80% dei casi sono determinati da periodi di particolare stress, nella restante percentuale le cause possono essere disfunzioni tiroidee, carenze di ferro o altri sali minerali ma anche l’impiego prolungato di farmaci come antiinfiammatori, antipertensivi, ansiolitici, antibiotici. In tutti questi casi, quindi, il medico dovrà cercare di frenare la caduta e accelerare la ricrescita. In questo ambito la fitoterapia si rivela molto utile: molte piante, la più importante delle quali è la peonia rossa, posseggono glicoproteine dette auxine che aiutano la ricrescita e accelerano il processo di riparazione o mitigano gli effetti della caduta. Esistono sia tisane che compresse ma principalmente si possono usare lozioni già pronte in commercio da utilizzare a livello locale.

Una caduta transitoria di capelli è un fatto che non deve essere sottovalutato: la natura insegna che tutto ciò che è passeggero non va affrontato dal punto di vista medico ma, nel caso delle cadute dei capelli “stagionali” o eccezionali legate ad eventi particolari, è bene intervenire da subito. Esse possono infatti determinare uno stress psicologico che può portare poi ad un aumento del fenomeno. Affrontare il problema e avvalersi dell’uso delle piante, prive di effetti collaterali a differenza dei farmaci di sintesi, è una buona strategia. È importante segnalare comunque che quando si parla di effluvi, il riferimento è a cadute straordinarie di capelli che rimangono tra le mani a ciocche: un dato su tutti è rappresentato dal fatto che perdere fino a 100 capelli al giorno è un evento normale. Trattamenti a base di peonia rossa quindi sono consigliati anche nei periodi dell’anno caratterizzati da una maggior caduta dei capelli, principalmente quando questa interessa soggetti particolarmente ansiosi.

Le cure per i capelli devono avere una durata di almeno 3 mesi per poter dare dei risultati perché il ritmo di crescita del capello fa sì che l’effetto della terapia sia visibile solo dopo tale periodo. Altra ragione è che 90 giorni sono il tempo che impiega un capello per il suo processo di rigenerazione e per questo il principio attivo della pianta deve poter aiutare il capello per tutto il periodo. Differente è il discorso per la velocità della crescita: essa non si può modificare, si può intervenire solo sul numero e lo spessore dei capelli.

Le infiammazioni del cuoio capelluto sono molto frequenti e – benché siano spesso determinate da periodi di forte stress – il più delle volte sono responsabili i prodotti utilizzati per la detersione dei capelli, magari troppo aggressivi e non rispettosi del ph della pelle. Ogni volta che si utilizza un prodotto aggressivo la cute viene portata a rispondere. Il cuoio capelluto è ricco di ghiandole grasse, la risposta è un aumento della secrezione di sebo; è questo il caso della forfora, nonostante il cuoio appaia secco. L’origine di questo disturbo è sempre sebaceo: la forfora, infatti, è sebo che si è seccato, mentre in profondità la problematica continua con la produzione eccessiva di sebo. Combattere la forfora con prodotti aggressivi crea un effetto rimbalzo: è un errore pensare di poterla curare con prodotti che seccano il cuoio, in questo modo non si fa altro che aumentare il problema perché la produzione di sebo aumenta.
Shampoo chimicizzati per eliminare la forfora peggiorano la situazione e, a lungo andare, anche i capelli possono subire un danno. Un principio fondamentale da tenere a mente è che il grasso si scioglie con il grasso, ecco perché il miglior shampoo per affrontare problematiche di questo tipo è quello al miele, uno dei più efficaci sebonormalizzanti esistenti in natura. Se la forfora è particolarmente tenace è possibile usare preparati già esistenti in commercio a base di betulla, achillea o timo. Ognuna di queste piante è indicata per la cura di un particolare aspetto del problema. Sono piante che – come il miele – normalizzano la produzione sebacea e sono quindi indicate nel trattamento delle infiammazioni del cuoio capelluto. Nelle forfore secche, in cui prevale la sensazione di aridità del capo e non è presente prurito, sarà da preferire la betulla; nelle forfore grasse, le più diffuse, dove le squame aderiscono le une sulle altre andando a formare spesso strati molto spessi, molto efficace è l’achillea. La forfora può essere infine molto pruriginosa quando è presente un fungo dal nome pityrosporum: in questi casi, anche se la forfora è poco diffusa, contro il prurito è più indicato il timo. La forfora si concentra principalmente sulla nuca perché lì i capelli tendono ad essere più lunghi e l’evaporazione è più difficoltosa. Consigliati gli shampoo naturali, neutri e senza alcun profumo aggiunto; un buono shampoo non deve fare troppa schiuma. Essa infatti sottrae acqua da pelle e capelli. Meglio gli shampoo olio, che non fanno schiuma, puliscono meglio i capelli e non li danneggiano.
Il ph di tutto ciò che riguarda la pelle deve essere vicino al 5.5, idem per gli shampoo, al contrario solitamente quelli commerciali hanno un ph superiore al 6 favorendo l’attacco da parte di funghi e batteri. Contro la cute secca è utile poi utilizzare prodotti a base di borragine.
La psoriasi confinata al cuoio capelluto trova giovamento con il cardo mariano. È di dovere specificare però che si tratta di una patologia autoimmune che può avere anche aspetti gravi, ecco perché la fitoterapia può essere un coadiuvante ma non una cura.

Piccolo inciso: è importante trattare bene la propria pelle, anche quando si parla di cuoio capelluto, perché essa è un organo unico e, in quanto tale, le infiammazioni che colpiscono una porzione di cute hanno ripercussioni su tutto l’insieme. Un esempio su tutti: alcune forfore sono responsabili addirittura di irritazioni ascellari. I capelli andrebbero tenuti sciolti la maggior parte del tempo perché la trazione a cui sono obbligati quando sono raccolti nell’elastico, fa sì che non circoli sangue nelle zone interessate e che quindi non arrivi nutrimento ai capelli. Preparati a base di ortica aiutano a portare sangue lì dove esso non arriverebbe: in erboristeria si possono trovare preparati a base di ortica già confezionati con i quali tamponare, aiutandosi con della garza, le zone delle tempie e della fronte. La zona subirà un piccolo arrossamento che durerà pochi minuti, segno del fatto che il prodotto sta svolgendo correttamente la sua azione: per tutta la giornata il sangue circolerà meglio.

Grazie alle piante e ai rimedi naturali, infine, è possibile conservare la pettinabilità e la lucentezza dei capelli: le donne tendono ad usare i balsami, ma è importante che essi non siano fatti con grassi animali. In questo caso, infatti, ingrassano ulteriormente la pelle. Meglio i balsami su base vegetale che contengano mucopolisaccaridi, catene zuccherine complesse che avvolgono il capello, lo rendono elastico, pettinabile e accrescono il suo volume andando ad aumentarne leggermente lo spessore. In natura la pianta più ricca di mucopolisaccaridi è l’achillea ma tutte le composite (ad esempio calendula, camomilla e tarassaco) sono ricche di questi zuccheri. In commercio esistono schiume già pronte confezionate con queste piante da usare per la bellezza dei propri capelli.

Contrariamente a quello che si crede i capelli possono essere lavati anche tutti i giorni, l’importante è utilizzare shampoo non aggressivi. Ai capelli nuoce sia l’aggressività di certi prodotti ma anche lo sporco che ristagna. Gli shampoo da uso frequente sono principalmente oleosi.

Come la pelle viene danneggiata dai raggi del sole, stesso discorso vale per i capelli. Questi ultimi, infatti, si trovano a dover sopportare temperature molto alte quando vengono asciugati con phon e piastre ma anche d’estate, a causa dell’azione dei raggi ultravioletti. La natura viene incontro, anche in questo caso, donando soluzioni erboristiche adatte anche a contrastare le lesioni che l’eccessivo calore provoca ai capelli. I capelli, infatti, sono fatti di proteine ricche di zolfo che si staccano a contatto con temperature alte andando a danneggiare il capello nella sua interezza. Per questo non devono essere sottovalutate le doppie punte, sintomo di mala salute dei capelli.
Vietati gli oli essenziali che derivano dagli agrumi prima di sottoporre il capello ad alte temperature, ad eccezione di quello di rosmarino, rimedio antichissimo che è in grado di proteggere i capelli dall’azione del sole. Stesso discorso vale per l’azione di phon e piastre ad alte temperature. Fermo restando che si consiglia caldamente di evitare di stressare i capelli sottoponendoli ad alti livelli di calore, passare tra i capelli con un pettine e dopo averli lavati qualche goccia di olio essenziale di rosmarino, protegge la capigliatura dall’azione della temperatura ma anche del vento e del freddo creando una sorta di schermo.

Infine contro i capelli sfibrati è possibile fare delle maschere e impacchi nutrienti unendo: argilla verde e 10 gocce di tintura madre di achillea; il composto si lascia in posa sui capelli avvolto da un asciugamano fino a che non si secca e in seguito rimosso con uno shampoo delicato e acqua tiepida. La maschera si può applicare anche ogni 15 giorni e, unita all’uso di prodotti naturali e poco aggressivi, aiuta anche a ricompattare le doppie punte.
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