da Royalsapphire » 19/03/2015, 13:46
TIPI DI CAPELLI
CAPELLI GRASSI
Normalmente un capello sano è lucente, morbido ed elastico, mentre il capello grasso si presenta untuoso, opaco, pesante e spesso ammassato sulla testa. Le ghiandole sebacee del cuoio capelluto in condizioni normali secernono la quantità di grasso necessaria per una buona lubrificazione del capello. Quando intervengono fattori diversi, come alterazioni lipidiche o agenti esterni, la secrezione diventa eccessiva e il risultato è quello di avere i capelli grassi. Questa condizione rappresenta certo un problema estetico, ma è considerata anche come una delle principali cause di caduta dei capelli e di alopecia seborroica. L'igiene del cuoio capelluto e del capello grasso è molto importante. Bisogna intervenire con prodotti che contengano sostanze atte a riequilibrare, almeno localmente e in modo provvisorio, questo eccesso di sebo.
CAPELLI SECCHI
Le cause che determinano i capelli secchi o aridi sono molte. Una scarsa produzione di sebo, a causa di una ridotta capacità delle ghiandole, determina una insufficiente lubrificazione del capello che, in questo caso, è naturalmente secco. Possono esistere capelli secchi per ereditarietà, quando l'insufficienza dell'attività delle ghiandole è causata da una distribuzione particolare e diversa degli acidi grassi nell'organismo. In questi casi si ricorre al medico che prescrive cure sia per via interna che esterna. Il vento, il sole eccessivo possono privare il capello dell'umidità necessaria e renderlo poco elastico e delicato, facile a spezzarsi. L'uso eccessivo di phon, di sostanze sgrassanti, di shampoo inadatti, di lozioni alcoliche e di fissatori non adeguati possono rendere i capelli accidentalmente secchi ed elettrizzati. I capelli secchi sono soggetti sia a problemi estetici, perché si presentano opachi e ruvidi, che a problemi strutturali. Le più comuni alterazioni della struttura rilevabili nei capelli secchi sono:
capelli ruvidi, caratterizzate da squame aperte, spesso a causa dell'uso di prodotti troppo alcalini e della cotonatura;
capelli sfibrati, generalmente il problema è determinato da interventi come la decolorazione, la permanente oppure dall'uso per tempi troppo lunghi di sostanze inadatte;
capelli biforcuti, quando oltre a essere sfibrati hanno punte biforcute a causa di trattamenti aggressivi, di calore eccessivo e dall'uso di spazzole a setole dure.
I capelli secchi possono presentare dei rigonfiamenti lungo lo stelo, avere sfilacciamenti di fibre corticali lungo il fusto che creano il tipico aspetto a pennello. Spesso i capelli aridi sono corti, poco pigmentati, ritorti su se stessi per natura, a 180 gradi nel loro asse e molto fragili. I capelli secchi sono molto delicati e si spezzano con facilità, perciò devono essere trattati con delicatezza e con prodotti specifici.
PREGIUDIZI E CREDENZE ERRATE
Si crede comunemente che tagliando di frequente i capelli questi crescano più forti e robusti.
Il taglio frequente non facilita affatto la ricrescita, perché questa interessa la radice dei capelli e non il fusto, sul quale è inutile qualunque azione di miglioramento.
Si crede che lasciar stare tranquilli i capelli sia la cosa migliore.
In realtà un buon massaggio di mobilizzazione del cuoio capelluto è molto utile. Occorre a questo scopo incrociare le due mani, in modo da formare una specie di casco che aderisca perfettamente al cuoio capelluto, imprimendo un movimento di va e vieni in qualsiasi direzione. Il massaggio determina un richiamo di sangue utile alla salute dei capelli.
CONSIGLI PER LA PULIZIA DEI CAPELLI
Per avere una capigliatura sana bisogna mantenerla pulita bene. La pulizia corretta si basa sulle seguenti operazioni fondamentali:
SPAZZOLATURA
Per eliminare la polvere e le cellule morte, che sono soltanto scorie inutili depositate sul cuoio capelluto, per omogenizzare lo strato di grasso lungo i capelli e per la sua azione stimolante sulla circolazione del sangue a livello della radice capillare. L'uso della spazzola, preferibilmente di setola di maiale e nylon arrotondato, è indispensabile per sgombrare il terreno del cuoio capelluto da forfora e da eccesso di grasso e per eliminare capelli morti e altre impurità.
DETERSIONE
Il lavaggio ha lo scopo fondamentale di eliminare l'eccesso di film grasso dai capelli e di detergerli completamente dalle impurità. Dopo il lavaggio i capelli non devono rimanere troppo aridi e secchi quindi, per evitare questi inconvenienti, si devono usare detergenti di buona qualità.Per i capelli normali basta un lavaggio ogni 10 giorni, per quelli grassi ne occorre 1 alla settimana e per i secchi 1 ogni 15 giorni. La scelta di buoni prodotti detergenti è di fondamentale importanza per mantenere sani e morbidi i capelli.
RINFORZO ESOGENO DEI CAPELLI
Molteplici sono le cause di indebolimento, che incidono in progressione sempre maggiore sui capelli, per esempio le permanenti, tanto di moda, che, se troppo aggressive, hanno un'influenza deleteria sulla capigliatura. Con permanenti troppo frequenti, sia a caldo che a freddo, si assottigliano sempre più i capelli sino a farli spezzare. In questi casi e a scopo preventivo sono utili le frizioni con lozioni di cheratina solubile, perché danno ai capelli una verniciatura esterna di cheratina che li irrobustisce e li fortifica.
PROBLEMI DEI CAPELLI
Alcune anomalie del cuoio capelluto, piuttosto frequenti, che possono essere fisiologiche, patologiche oppure occasionali, sono la forfora e la seborrea. Tra i problemi dei capelli, inoltre, sono da considerare anche quello della caduta e quello del colore.
FORFORA
La forfora può essere considerata come una dermatite localizzata al capillizio ed è caratterizzata da una sua desquamazione eccessiva . Normalmente si verifica una desquamazione del cuoio capelluto per liberarsi di cellule morte appiattite, ma talvolta il processo diventa decisamente più intenso sia in presenza di capelli grassi che secchi. A seconda dei 2 casi possono esserci squame cornee grasse, rilevabili per l'impronta unta che lasciano, oppure cornee secche che non lasciano alcuna traccia. Generalmente le squame che si staccano sono piccole, di colore grigio-biancastro e localizzate o in specifiche aree oppure su tutto il cuoio capelluto. Nei bambini questo problema non esiste. La forfora compare dopo la pubertà con l'inizio dell'attività ormonale che stimola le ghiandole sebacee. Interessa il soggetto adulto, può protrarsi per lunghi periodi, può regredire oppure può permanere per tutta la vita. Alcune abitudini cosmetiche come le tinte, l'uso di lozioni alcoliche, lavaggi con sostanze detergenti irritanti possono peggiorare il problema. Il periodo invernale favorisce la comparsa della forfora, la primavera l'attenua, durante l'estate scompare. Eventi psico-fisici stressanti influenzano la formazione della forfora. La forfora fisiologica è tipica di un soggetto, diversa da una persona all'altra e variabile da zona a zona. IL sole, l'aria, i lavaggi, l'inquinamento sono agenti che influenzano la desquamazione. La forfora fisiologica è generata da cause interne come l'insufficienza epatica, malattie del ricambio o del circolo, che causano alterazioni biologiche traducibili in disidrosi, seborrea, atrofia, ipertrofia. La forfora occasionale è dovuta a microrganismi e provocata dall'uso e abuso di trattamenti errati. I danni della forfora si manifestano sui capelli, provocandone la caduta e al cuoio capelluto, con prurito e infezioni. Importante è il problema estetico che ne deriva, perché la persona sembra essere poco pulita a causa delle giacche e camice ricoperte da squame e da capelli.
SEBORREA
La forfora e la dermatite seborroica sono da considerare come due espressioni di diversa gravità dello stesso tipo di problema. Il punto di partenza della dermatite seborroica è il capillizio, ma spesso è presente anche in altre zone del corpo come al naso, nelle orecchie, nella zona genitale o al volto. La seborrea è il primo stadio della dermatite seborroica vera e propria. Inizialmente la desquamazione è minima, quasi invisibile. Con il trascorrere del tempo, influenzata da alcuni stimoli aggravanti, il problema aumenta e si manifesta con caduta dei capelli, desquamazione abbondante, con presenza di croste, con un terribile prurito. La causa della dermatite seborroica è ancora sconosciuta, ma sappiamo che può manifestarsi, così come la seborrea, già nei primi mesi di vita, forse a causa degli ormoni androgeni materni trasmessi per via placentare al bambino. Spesso la seborrea si manifesta nel periodo della pubertà. Può capitare che la comparsa della seborrea sia associata alla presenza di malattie cardiache, oppure in seguito all'assunzione di alcuni farmaci, in concomitanza dell'acne volgare o di malattie da immunodeficienza. In questi casi si parla di una seborrea patologica, ma esiste anche la seborrea occasionale, determinata da fattori ambientali, come il caldo o l'umidità, da alcuni tipi di lavoro, come quello del cuoco che rimane esposto al vapore della cucina per tempi lunghi. Alcuni microorganismi, trattamenti sbagliati, l'uso di prodotti non adeguati, massaggi troppo energici del cuoio capelluto, spazzolature frequenti che causano strattoni ai capelli e al cuoio capelluto possono causare la seborrea. I danni si evidenziano ai capelli, che cadono, al cuoio capelluto, che presenta prurito e infezioni più o meno estese e, naturalmente, influenzano l'estetica di una persona.
Pubblicità
CAPELLI BIANCHI
I capelli bianchi normalmente compaiono con il passare degli anni e, insieme alle rughe, sono il segno classico di senescenza. Talvolta questa situazione non è dovuta al trascorrere del tempo, ma può essere causata da eventi particolari che determinano emozioni forti, oppure da malattie nervose o da dolori molto intensi. I motivi scatenanti possono variare, ma il risultato finale è comunque la colorazione particolare dei capelli. che appaiono bianchi a causa della loro depigmentazione. I pigmenti di melanina non vengono più formati nel loro naturale laboratorio della papilla e del bulbo, probabilmente per un'alterata attività delle ghiandole endocrine. Succede spesso che sottoponendosi ad adeguati trattamenti ormonali, i capelli possono riprendere a pigmentarsi temporaneamente. Oggi non esiste ancora un rimedio per risolvere questo problema e non siamo neppure in grado di impedire che i capelli diventino bianchi. Questa condizione deve essere considerata come un situazione fisiologicamente normale dovuta all'inevitabile processo di invecchiamento. Se i capelli diventano bianchi per altri motivi o su persone giovani bisogna considerare che forse non sono poi così antiestetici, oppure si deve ricorrere a trattamenti di colorazione dal parrucchiere. Fortunatamente al giorno d'oggi le tinture vengono preparate con prodotti ben controllati e possono quindi essere usate con tranquillità. E' sempre consigliabile accertarsi di non essere allergici alle sostanze contenute, che generalmente sono derivate dal mondo vegetale, ed evitare di sottoporsi a questi trattamenti in particolari periodi: sarebbe meglio evitare di tingersi i capelli in corrispondenza del ciclo mestruale quando si è particolarmente sensibili. Durante la menopausa occorre essere cauti con la colorazione dei capelli che deve essere evitata se si soffre di malattie a carico dei reni o se si è anemici. Meglio non fare tinte durante la gravidanza e nei periodi in cui si perdono molti capelli, perché la tintura tende ad accentuare questo problema. Se una persona è in salute può tranquillamente tingersi i capelli, perché questo trattamento eseguito con i moderni prodotti non determina nessun tipo di problema, non ha alcuna azione nociva e non influenza minimamente la calvizie nonostante la credenza popolare dica il contrario.
caduta dei capelli
La caduta dei capelli è un problema che interessa un po' tutti, ma specialmente riguarda gli uomini perché la donna è meno soggetta alla loro caduta. Quando il ricambio fisiologico di capelli diventa eccessivo e se ne perdono più di 100 al giorno, si possono manifestare zone diffuse o circoscritte di rarefazione a carattere transitorio o permanente: le cause che determinano il problema sono molte e diverse, ma quando si manifesta, occorre intervenire rivolgendosi al dermatologo, che può chiarire quale delle molteplici patologie, come disfunzioni endocrine, squilibrio a carico del sistema nervoso, carenze nutrizionali, infezioni microbiche, stress, turbe nervose, dermatosi, follicoliti batteriche o fattori ereditari, sono all'origine dell'eccessiva caduta dei capelli. Soprattutto nel sesso maschile un'eccessiva produzione di sebo con conseguente iperdesquamazione del cuoio capelluto, può favorire l'insorgenza del problema, ma deve essere sempre considerata anche una certa predisposizione ereditaria. In caso di seborrea bisogna intervenire cercando di limitare la secrezione ed evitando la formazione esagerata di forfora usando detergenti leggeri che non aggrediscono il mantello idrolipidico, ma che eliminano il sebo, il sudore, il grasso e le cellule desquamate. In condizioni normali la donna possiede circa 250 capelli per centimetro quadrato; se è bruna ha, in totale, dai 100 ai 120.000 capelli, se è bionda ne ha 130.000, 90.000 quando è rossa, ma succede che una caduta non fisiologica riduca molto queste cifre, specialmente nelle donne, che frequentemente si sottopongono a permanenti, a decolorazioni, che utilizzano detergenti inadeguati e fortemente alcalini danneggiando il naturale mantello lipidico. All'origine della caduta dei capelli può esserci anche una carenza di quelle sostanze nutritive necessarie alla loro vita. Le proteine e particolarmente la cheratina sono fondamentali per la nutrizione; perciò una corretta alimentazione che privilegia l'apporto vitaminico e minerale, una riduzione drastica di fumo e di alcol renderanno i capelli più forti e sani. Un leggero massaggio quotidiano attiva la circolazione periferica ed è indicato per la nutrizione fisiologica del capello. In caso di preoccupante caduta, si può eseguire questa manovra associandola all'uso di lozioni e di prodotti specifici e stimolanti. Bisognerebbe evitare lo stress, l'ansia e la preoccupazione che spesso si associano all'incipiente ed abbondante caduta dei capelli, perché queste sensazioni peggiorano molto il problema e danneggiano i capelli. Tra le cause di caduta dei capelli ci sono quelle ambientali, dovute all'inquinamento chimico delle fabbriche e ai tubi di scappamento delle auto, e quelle stagionali, perché in primavera e in autunno cadono più capelli specialmente se il soggetto patisce particolarmente dei disturbi classici del cambiamento stagionale. Lo sport, gli eccessivi lavaggi dei capelli conseguenti, il sudore e la stanchezza che l'attività fisica intensa determina non fanno bene ai capelli, li indeboliscono e ne facilitano la caduta. Il cloro della piscina danneggia la cuticola, sfibra il capello che lentamente cade. Un motivo di caduta dei capelli è l'invecchiamento, perché si verifica una riduzione del loro diametro e un aumento inevitabile della fase di telogen. Quando la caduta dei capelli è importante e duratura possono manifestarsi condizioni particolari quali l'alopecia Una forma di alopecia comune, ma facilmente evitabile, è quella definita da trazione. Si presenta con un eritema follicolare, occasionalmente con piccole pustole, desquamazione e capelli spezzati. Se la trazione eccessiva viene ripetuta spesso e per molto tempo, compare una cicatrizzazione del follicolo e l'alopecia diventa permanente. Colpisce qualsiasi parte del cuoio capelluto, ma preferibilmente si manifesta ai margini della capigliatura. La cura è quella di evitare trazioni dei capelli dalla stiratura praticata dal parrucchiere all'abitudine, che ancora alcune donne hanno, di andare a dormire con i bigodini in testa. Esistono altri tipi di alopecia nell'adulto determinate da fattori ereditari, genetici, metabolici, virali e patologici che possono essere curati soltanto affrontando il disturbo che le causa. L'uso di farmaci, come la pillola contraccettiva, può determinare un'accelerazione della caduta dei capelli con conseguente leggera alopecia.
TRICOTILLOMANIA
La tricotillomania è quel tic nervoso, paragonabile al succhiamento di un dito o all'onicofagia, che consiste nel continuo giocherellare con i capelli. Involontariamente i ragazzi mentre studiano, guardano la televisione o quando non sanno cosa fare, tirano i capelli e li attorcigliano continuamente. A volte questo vizio può interessare anche le ciglia e le sopracciglia. Questo gesto con il tempo può causare anche la caduta dei capelli nelle zone sottoposte a continua manipolazione. L'intervento possibile è soltanto quello di eliminare il tic nervoso e talvolta, nei casi più importanti, può rendersi necessario anche l'intervento di uno psichiatra.
LA FORFORA
A cura di Francesca Soccorsi
Pityriasis capitis: questo il nome scientifico della forfora, patologia del capello che, con intensità diverse, colpisce una persona su due. La manifestazione caratteristica è un’accentuata desquamazione delle cellule cornee del cuoio capelluto, che si depositano sugli abiti soprattutto a livello delle spalle. Non contagiosa, colpisce prevalentemente individui di sesso maschile di età compresa fra i 18 e i 40 anni. La variante più comune è la forfora a piccole scaglie: più frequente nei mesi invernali, si manifesta con lieve prurito e abbondante turnover di squame secche e grigiastre. La forfora a grosse scaglie, invece, si caratterizza per la sua colorazione giallastra e la consistenza spessa e untuosa. Il prurito è intenso ed è frequente il diradamento dei capelli. Nei casi più gravi il quadro clinico è simile a quello della dermatite seborroica, alla quale può sovrapporsi. Entrambi i tipi di forfora sono caratterizzati dalla presenza di focolai infiammatori costituiti da gruppi di cellule che, probabilmente sollecitate da microrganismi, rilasciano sostanze che contrastano l’infezione. Tali sostanze (mediatori chimici dell’infiammazione) alterano l’ambiente del derma e originano una maggiore desquamazione.
Le cause
Analizzando la cute si osserva come la forfora si accompagni all’infiammazione dei piccoli vasi sottocutanei. Il principale imputato sembra essere un lievito del genere Pityrosporum. Normalmente questo microrganismo costituisce circa la metà della nutrita flora residente sul cuoio capelluto dei soggetti normali. In caso di forfora la sua presenza sale fino al 75%. Non è chiaro, però, se l’aumento della percentuale provochi l’infiammazione locale o se ne sia una conseguenza. L’esatta causa che porta all’incontrollata proliferazione del Pityrospum è incerta; in proposito le ipotesi avanzate sono diverse: eccessiva produzione di sebo, secchezza della cute, stress, debolezza del sistema immunitario, esagerato o insufficiente numero di lavaggi, alimentazione scorretta, fattori climatici, squilibri ormonali (in particolare l’aumento degli ormoni androgeni o l’aumentata sensibilità locale alla loro azione). Il meccanismo attraverso il quale il fungo determina la comparsa della forfora sembrerebbe dovuto alla sua capacità di scindere i trigliceridi, normali costituenti del sebo prodotto dalle ghiandole sebacee, in acidi grassi irritanti, accelerando il rinnovo cellulare.
I rimedi
I soggetti predisposti possono prevenire la forfora con adeguati trattamenti da eseguire a ridosso dei periodi critici dell’anno come l’inverno, quando il problema peggiora a causa della diminuzione dei raggi ultravioletti, che rallentano la velocità di ricambio dell’epidermide ed esercitano un’azione curativa. La scelta del prodotto va sempre effettuata consultando uno specialista perché l’uso di rimedi troppo aggressivi può far peggiorare il quadro clinico. Nell’identikit di uno shampoo o di un balsamo antiforfora entrano in gioco composti multifunzione come il ketoconazolo, lo zinco piritione e il piroctone olamina. Il primo è dotato di una spiccata azione antinfiammatoria ed è un antifungino ad ampio spettro, mentre lo zinco piritione e gli altri derivati piridinici sono dotati di un effetto citostatico e quindi antiproliferativo, oltre a contenere agenti antibattericidi e antifungini. Analoga attività hanno anche i distillati di catrame. Fra i detergenti, un nuovo tipo di prodotto, dall’elevata tollerabilità, è costituito dall’olioshampoo, che basa il suo meccanismo d’azione su un diverso concetto di pulizia, la cosiddetta detersione per affinità: al film idrolipidico del cuoio capelluto si sostituisce il film lipidico contenuto nel prodotto. In generale l’approccio terapeutico viene completato da lenitivi ed emollienti a base oleosa che facilitano il distacco delle squame. In casi importanti il medico può prescrivere steroidi per uso topico. In commercio si trovano anche ritrovati fitoterapici: estratto di peperoncino, aceto di mele, oli essenziali di eucalipto, rosmarino, limone, salvia e ortica possono essere efficaci nei casi di forfora non particolarmente ostinata. Così come l’olio di Tea tree (od olio essenziale di Melaleuca alternifolia), dalle proprietà antisettiche e antifungine. Tutti gli antiforfora vanno adoperati quotidianamente sino a quando il disturbo non scompare, poi il consiglio è di utilizzarli tre volte a settimana, alternandoli, qualora si richiedano lavaggi frequenti, a prodotti particolarmente delicati. Il tempo di applicazione, generalmente di almeno un minuto, deve rispettare le indicazioni del produttore, in modo tale da lasciare agire i principi attivi per un tempo sufficiente. La patologia, tuttavia, risponde alla terapia medica ma tende a recidivare. In più qualche volta possono sovrapporsi psoriasi o dermatite seborroica. Per questo motivo è utile affidarsi sempre allo specialista dermatologo.
Consigli pratici
Anche lo stile di vita può molto nel trattamento della forfora:
- A tavola è bene seguire una dieta ricca di frutta e verdura, ma anche di pesce e proteine magre, per assicurare all’organismo un adeguato apporto di aminoacidi solforati, zinco, omega-3, antiossidanti e vitamine del gruppo B. Da evitare l’abuso di alcol e di alimenti iperlipidici, come i formaggi grassi.
- Se la dieta ne è carente sono utili integratori a base di vitamina A, C ed E, selenio e zinco.
- Frizionare energicamente i capelli sotto la doccia non serve, anzi: questa abitudine tende a irritare ulteriormente il cuoio capelluto.
- In caso di prurito è bene non grattarsi, ma lavare testa con uno shampoo delicato.
- Non utilizzare il phon a distanza troppo ravvicinata ed evitare il getto d’aria troppo caldo, perché in questo modo si rischia di seccare la cute e stimolare la produzione di sebo.
- Fare attenzione a tinte e trattamenti decoloranti: in soggetti allergici e dalla pelle sensibile possono peggiorare il problema.
- Non soffocare i capelli con foulard e cappelli: anche se sembrano fornire un momentaneo sollievo all’imbarazzo della forfora, qualsiasi abitudine che impedisca la corretta traspirazione del cuoio capelluto tende a peggiorare il problema.
- Ridurre l’applicazione sui capelli di cosmetici quali gel, lacche o mousse, che possono essere irritanti per il cuoio capelluto, renderlo più untuoso e aumentare il prurito.
Bibliografia
- Razzoli D., Capelli splendenti a ogni età, Red edizioni
- Dei S., Consigli e rimedi per la cura dei capelli. Chiome sane e belle, Gribaudo
- Cortesi G., Shampoo e trattamenti, Tecniche nuove
- Kirschmann, G.J., Kirschmann J.D. , Almanacco della nutrizione, Alfa Omega editrice.
LA CALVIZIE FEMMINILE
A cura di Maura Peripoli
La caduta dei capelli è un fenomeno che interessa il 20% circa delle donne adulte e può manifestarsi in diversi modi. Generalmente contano i fattori androgenetici, ma non sempre: esistono tante altre cause che vanno individuate tempestivamente per programmare un trattamento “ad hoc”. La forma di alopecia più conosciuta è quella androgenetica ma per combatterla il primo importante passo è quello di ottenere una diagnosi quanto più precisa possibile, appurando che non sussistano altre patologie, prima di iniziare una cura.
Alopecia androgenetica: definizione
Il termine alopecia androgenetica indica la caduta di capelli per diverse cause, ormonali o genetiche, e si può facilmente individuare perché i capelli cominciano ad assottigliarsi e a perdere consistenza. Il processo può iniziare già dall’adolescenza e può continuare fino ai 40 anni. Da non confondere, con questa patologia, quella forma di “rarefazione” dei capelli piuttosto diffusa nelle donne in menopausa: si tratta infatti di un problema transitorio, dovuto ad un momentaneo squilibrio ormonale.
Classificazione dell’alopecia secondo Ludwing
Sono sostanzialmente tre i livelli con i quali viene classificata l’alopecia androgenetica femminile, in base alla gravità:
Alopecia di Primo Tipo: consiste in un diradamento dei capelli su tutta la zona superiore del cuoio capelluto dietro ad una linea anteriore profonda 1-3 cm più o meno conservata.
Alopecia di Secondo Tipo: diradamento marcato dei capelli nella zona superiore del cuoio capelluto dietro ad una linea anteriore anch’essa meno densa.
Alopecia di Terzo Tipo: quando sussiste un diradamento grave su tutta la zona superiore del cuoio capelluto dietro ad una linea anteriore ormai molto diradata.
Cause
L’alopecia androgenetica si caratterizza per il “cambiamento” dei capelli terminali i quali, se si presentano lunghi e spessi, improvvisamente diventano “atropici” (corti e sottili). La causa di tutto ciò risiede nell’aumento del Dht (deidrosterone) il quale, quando “attacca” la proteina appartenente al recettore androgeno o il follicolo, “scatena” un processo autoimmunitario che distrugge la papilla dermica principale responsabile della caduta dei capelli. È importante anche sottolineare che la maggior parte delle donne non diventano mai totalmente calve e generalmente il diradamento si manifesta nella parte centrale della testa.
I geni “responsabili” dell’alopecia androgenetica si chiamano autosomali dominanti e nella maggior parte dei casi vengono ereditati dai genitori, cioè sia dal padre che dalla madre. Tuttavia la patologia può insorgere all’improvviso anche quando non c’è una “familiarità” di alopecia androgenetica. Anche un insufficiente apporto di proteine e ferro può contribuire alla caduta dei capelli, così come un’eccessiva carenza di ferro e una forte anemia. Ma non solo, perché anche l’ipertiroidismo e l’ipotiroidismo possono portare con sé questo problema, oltre ai ben noti farmaci contro il cancro, gli anticoagulanti, i beta bloccanti e alcuni antidepressivi.
Quando si può parlare di alopecia androgenetica?
Generalmente si parla di alopecia androgenetica quando nella donna sono presenti grandi quantità di androgeni e una “certa” condizione di familiarità, ovvero quando si verificano queste due condizioni, magari combinate tra loro. Esiste anche una forma di alopecia “carenziale” e cioè dipendente da un deficit di estrogeni. Nella pratica è facile individuare la patologia perché nella forma “tipica” la caduta dei capelli avviene in modo costante e continuativo nell’arco di alcuni mesi. In questo caso occorrerà prestare particolare attenzione alla cura quotidiana dei capelli e quindi non spazzolarli troppo spesso e soprattutto non in modo troppo energico; cercare di evitare tinture per i capelli, trattamenti particolari o decoloranti: questi servono solo ad accelerare il processo. Occorrerà evitare anche di tenerli legati troppo a lungo o “costretti” in pettinature che “tirano” eccessivamente. Anche la dieta è importante per mantenere sani e forti i capelli: proteine e ferro dovranno essere sempre presenti in un’alimentazione sana ed equilibrata.
Il “pull test” è utile per verificare la caduta dei capelli?
Il “pull test”: è una “verifica” che serve a stabilire se si perdono capelli e soprattutto quanti se ne perdono. È semplice da effettuare e si deve procedere in questo modo: si prende una piccola ciocca di capelli (che ne comprenderà 30 al massimo) e si tirano. In situazione di normalità, dovrebbero cadere al massimo 3 capelli e in questo caso non si può parlare di alopecia androgenetica.
L’importanza di una diagnosi precoce
La diagnosi precoce e tempestiva è molto importante per combattere la caduta dei capelli. È quindi opportuno che, in caso di dubbi, ci si rivolga ad uno specialista che potrà suggerire un centro specializzato il quale saprà stabilire se il primo segno di diradamento dipende da un fattore genetico o da uno squilibrio ormonale anche perché esistono diverse tipologie di ‘caduta’. Tuttavia è normale che, dopo i 40 anni e soprattutto in età di menopausa si verifichino episodi di alopecia androgenetica che viene anche chiamata calvizie femminile.
Il Telogen Effluvium
Viene anche chiamato “caduta a stasi” e si può riconoscere facilmente perché la “caduta” non è concentrata solo in una parte del capo e generalmente compare a distanza di circa sei mesi da un evento scatenante che può essere un parto, una drastica dieta dimagrante o un importante intervento chirurgico, oltre a problemi legati alla tiroide quali le patologie autoimmuni.
Quale la terapia giusta?
Esistono diversi farmaci in grado di ridurre efficacemente la caduta dei capelli. Al momento, il minoxidil rappresenta un ottimo stimolatore della crescita (opportunamente testato e approvato); i risultati naturalmente dipendono dalle modalità di applicazione e dalle dosi utilizzate. Anche altri tre farmaci vengono utilizzati con successo per combattere questo problema: il finasteride, che è un inibitore di uno dei due enzimi che convertono il testosterone in DHT (da non utilizzare però in gravidanza poiché sono stati riscontrati alcuni casi di malformazione del feto); lo spirolonatone che ha fornito buone risposte nel 50% dei casi; l’acido azelaico, efficace sia nell’uomo che nella donna, e che può anche essere combinato con il Minoxidil.