Antibiotici

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Antibiotici

Messaggioda Royalsapphire » 19/03/2015, 17:53



GLI ANTIBIOTICI

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Introduzione

Gli antibiotici sono una componente estremamente importante della medicina moderna. Sono usati per combattere le infezioni causate dai batteri.

Gli antibiotici non funzionano contro qualsiasi infezione. Gli antibiotici hanno effetto solo contro le infezioni causate dai batteri e non hanno alcun effetto contro la maggior parte delle infezioni virali. Questo è il motivo per cui il dottore non sempre prescrive gli antibiotici per curare una infezione.

BATTERIO VIRUS

Alcuni antibiotici hanno effetto solo contro alcuni tipi di batteri; altri possono combattere efficacemente uno spettro più ampio. Infezioni batteriche possono includere la tonsillite, la maggior parte delle infezioni all'orecchio, alcune sinusiti, infezioni alla vescica e ai polmoni. In base alla loro reazione ad una colorazione di laboratorio, i batteri patologi si classificano in Gram positivi (Gram+) e Gram negativi (Gram-).

Le infezioni più comuni (come per esempio raffreddori, bronchiti e mal di gola) sono causate da virus. Gli antibiotici non dovrebbero essere usati contro queste infezioni virali perché non aiutano ed anzi possono causare effetti collaterali. Infine va sottolineato che l'abuso di antibiotici contribuisce al problema crescente della resistenza batterica (vedi sotto).
Alcune infezioni virali come l'herpes, alcuni casi di influenza e HIV/AIDS possono essere curati con medicinali antivirali.

In base al tipo di malattia e ai sintomi (e ai risultati di eventuali esami di laboratorio), il dottore può determinare se la prescrizione di un antibiotico sia appropriata.

Gli antibiotici possono causare effetti collaterali

Se il dottore prescrive un antibiotico, sarebbe utile chiedergli quali siano i possibili effetti collaterali da controllare.
Gli antibiotici possono causare nausea , diarrea e mal di stomaco. In alcune persone può nascere una reazione allergica (caratterizzata da macchie sulla pelle e pruriti o in casi più gravi da difficoltà respiratorie). Alcuni antibiotici uccidono anche i batteri che nascono spontaneamente e che sono necessari al funzionamento del corpo umano; questi batteri "buoni" sono poi rimpiazzati da batteri che possono causare diarrea o infezioni. Il soggetto che sperimenta degli effetti collaterali dovrebbe comunicarli al più presto al proprio dottore.

I batteri possono diventare resistenti agli antibiotici

Gli antibiotici sono stati spesso visti come la medicina magica del XX secolo, perché trattano efficacemente malattie gravi, anche mortali. Dopo la scoperta della penicillina, più di 50 anni fa, centinaia di altri antibiotici sono stati creati per combattere infezioni batteriche.
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Ma già pochi anni dopo la loro introduzione, un problema ricorrente è emerso. Batteri trattati frequentemente con lo stesso antibiotico spesso sviluppavano una resistenza alla sostanza, rendendo necessaria una medicina diversa e più potente. I microbi imparavano poi alla svelta anche come resistere a questa nuova sostanza. Questo crea un ciclo in cui si ha bisogno di sostanze sempre più potenti. Anche se gli antibiotici hanno migliorato drasticamente la nostra abilità di trattare molte malattie da infezione, il loro consumo sempre crescente ha creato un problema di resistenza che si traduce in un problema di salute pubblica.

Come indicato, i batteri possono diventare resistenti ad antibiotici che prima erano efficaci. Questa resistenza si sviluppa principalmente dopo un trattamento a lungo termine con uno o più antibiotici che uccidono una ampia varietà di batteri.

I supermicrobi

Quando si assume la penicillina o un altro antibiotico per un infezione, la sostanza di solito uccide la maggior parte dei batteri. Ma talvolta una piccola quantità di germi sopravvive. Questi sopravvissuti possono moltiplicarsi velocemente e prosperare nonostante la presenza dell'antibiotico. Dato che i batteri hanno la capacità di adattare la loro struttura cellulare, possono diventare resistenti ad un futuro trattamento con la stessa medicina. Di conseguenza, i batteri resistenti all'antibiotico, o supermicrobi, come sono talvolta chiamati, non riescono più ad essere trattati da una terapia antibiotica. Questo lascia a disposizione una quantità più limitata di sostanze per trattare malattie comuni, ma potenzialmente mortali. Sfortunatamente i supermicrobi possono anche scambiarsi "segreti di sopravvivenza" con altri batteri, anche di specie diversa, permettendo la crescita di altri organismi resistenti agli antibiotici. Per anni, il potente antibiotico intravenoso vancomicina era una sicura ultima difesa contro alcune infezioni da staffilococco ed enterococco. Ma in anni recenti, alcuni supermicrobi hanno trovato la maniera di resistere alla vancomicina. Un tipo di enterococco resistente alla vancomicina (VRE) è apparso alla fine degli anni '80 ed è da allora prospera. Gli scienziati temono non solo che il VRE continui a prosperare, ma che condivida i suoi segreti genetici per la sopravvivenza con altri batteri come ad esempio lo stafilococco aureo.

Gli antibiotici dovrebbero essere usati solo quando prescritti da un dottore

Non si dovrebbe mai assumere antibiotici prescritti ad un'altra persona o prescritti per una malattia precedente.

Di seguito ci sono tre indicazioni basilari per essere sicuri che un trattamento con gli antibiotici abbia effetto:

Il dosaggio è un fattore molto importante
Se il dosaggio degli antibiotici non è adeguato, non sarà efficace per il trattamento dell'infezione ed i batteri saranno più inclini a sviluppare la resistenza. Questo perché i batteri possono continuare a crescere e sviluppare modi per vanificare gli effetti degli antibiotici.
Gli antibiotici devono essere presi per l'intero lasso di tempo prescritto
Spesso molti pazienti smettono di prendere gli antibiotici appena iniziano a sentirsi meglio e gli sembra che la malattia se ne sia andata. In ogni caso, anche se i sintomi sono svaniti, piccole quantità di batteri possono essere ancora presenti e l'infezione potrebbe tornare se l'uso degli antibiotici fosse interrotto. Non completare il trattamento prescritto potrebbe anche stimolare la resistenza dei batteri. Uno studio recente sul comportamenti della gente nei confronti dei medicinali, riportando che solo il 69 % delle persone porta a termine la prescrizione di antibiotici fattagli.
Gli antibiotici non dovrebbero essere salvati per un uso futuro
Si dovrebbe sempre prendere l'intera quantità di antibiotici prescritti, di modo da non lasciare che questa sostanza sia "avanzata". In ogni caso, se questo accade, gli antibiotici non devono essere presi per curare un'altra malattia. Diversi tipi di infezioni necessitano diversi tipi di antibiotici, ed è per questo che prendere medicine "avanzate" è spesso inefficace. Consultare sempre il dottore se si ha un'infezione: solo il dottore può determinare se si ha un infezione e quale sia il tipo di antibiotico migliore e più sicuro per trattare la malattia in questione.


GLI ANTIBIOTICI "NATURALI"
A cura di Anna Paola Tortora
L'azione compiuta dai farmaci antibiotici è quella di debellare i batteri “cattivi” dell'organismo, rallentandone o bloccandone le riproduzione.
Aldilà della loro indubbia efficacia nella cura delle patologie infettive, gli antibiotici tendono però a neutralizzare anche i batteri saprofiti, indispensabili per un corretto funzionamento dell'organismo. Essi, inoltre, possono incontrare resistenze da parte dello stesso, se esso ha sviluppato la capacità di reazione al farmaco. In diversi casi, quindi, gli antibiotici anziché svolgere un'azione benefica possono provocare dei danni, o quantomeno rivelarsi inefficaci.
Ove la patologia lo permette è possibile, però, ricorrere agli “antibiotici naturali”: sostanze che le piante sviluppano al loro interno come difesa personale dai microrganismi e dai batteri e la cui azione, nell'utilizzo da parte dell'uomo, risulta meno aggressiva e priva degli effetti collaterali degli antibiotici di sintesi. Di più: oltre a debellare il batterio responsabile di una determinata patologia infettiva, gli estratti delle piante possono anche aiutare a rafforzare il sistema immunitario e quindi difenderlo dalle malattie.
Nella medicina naturale, è quindi possibile utilizzare le piante singolarmente oppure usufruire di preparati composti da più di un’erba: in ogni caso, le attuali tecniche di estrazione consentono di ottenere dalla pianta tutta la sua capacità curativa, senza alcuna dispersione.

Di seguito, vengono descritte le proprietà di alcune piante i cui estratti possono essere definiti come "antibiotici naturali".

Aloe vera
Gli estratti dell'aloe vengono utilizzati a scopo terapeutico da più di 6000 anni. Al suo interno sono presenti circa 160 sostanze differenti che agiscono in sinergia: tra di esse è stato individuato il mucopolisaccaride acemannano (presente anche all’interno del ginseng e nell’eleuterococco) che ha proprietà stimolanti e riequilibranti del sistema immunitario perché attiva l’interleuchina (che a sua volta interviene sulla risposta immunitaria dell’organismo) e aiuta la produzione dei linfociti T e B. L’acemannano ha inoltre la capacità di aumentare l’attività delle cellule killer e dei macrofagi oltre a possedere proprietà antivirali, antibatteriche e antimicotiche e quindi svolgere un compito importante nella protezione dell’organismo da batteri e virus. L’aloe ottiene un buon riscontro nella cura di patologie dello stomaco, contro la stipsi e come coadiuvante in caso di affezioni delle vie respiratorie come tosse e bronchiti leggere. Inoltre ha proprietà cicatrizzanti se usata a livello topico sulle ferite, ha effetto rigenerativo e depurativo, lenitivo e antidolorifico in presenza di infiammazioni. Gel e spray a base di aloe vera possono essere utilizzati nella cura delle patologie della pelle, nelle zone colpite da micosi o contro gli inestetismi causati dall’acne.
Oltre alle creme, con l'aloe è possibile preparare bevande, benché il suo sapore non sia molto piacevole, inconveniente cui si può ovviare mescolando l'aloe a succhi di frutta o altre bibite.
In commercio non è difficile trovare creme e preparati a base di aloe vera ma è anche possibile creare dei composti a casa propria. Un esempio è la maschera rinfrescante composta da 100 ml di gel di aloe vera, 300 ml di yogurt, 3 gocce di olio essenziale di camomilla e 1 ml di estratto di propoli; dopo aver mescolato tutti gli ingredienti e steso il composto sul volto, attendere 30 minuti prima di risciacquare. La maschera è particolarmente indicata per le pelli impure.
È possibile utilizzare composti a base di aloe anche come acqua dentifricia per l’igiene orale.

Aglio
L'odore tipico e inconfondibile dell'aglio deriva dalla presenza, all'interno del bulbo, dell’allicina, sostanza che si libera solamente se e quando lo spicchio d’aglio viene intaccato, ovvero tagliato, masticato o schiacciato. L’allicina è il principio attivo che rende l’aglio un ottimo antibiotico naturale; essa infatti ha la capacità di inibire l’azione di svariati batteri così come anche la galicina, un’altra sostanza contenuta nel bulbo. Tutta la pianta contiene inoltre un olio essenziale con proprietà antibiotiche composto dall’allicina, solfiti, diallile e di un enzima (allinasi); presenti all’interno dell’aglio anche diversi fermenti, vitamine, sostanze minerali e oligominerali come potassio, magnesio, calcio, fosforo, iodio e ferro.
Grazie all'elevato numero di sostanze contenute al suo interno, l’aglio ha il potere di rafforzare il sistema immunitario ed è un alleato valido nella lotta ai batteri all’interno dell’organismo. Tra le molte proprietà del bulbo poi c’è quella di essere un alimento febbrifugo, diuretico ed espettorante. Agisce bene come regolatore della pressione, operando così contro l’ipertensione e prevenendo l’arteriosclerosi; è anche un vermicida, un antisettico intestinale, ha un effetto stomachico (favorisce, cioè, la digestione) e carminativo (agisce contro l’aria che si forma nello stomaco e nell’intestino) e funziona bene sulla dissenteria amebica, il tifo e altre malattie infettive. In generale ha una buona azione sulla flora batterica intestinale, soprattutto quando questa è alterata dall’azione degli antibiotici di sintesi.
Per quanto riguarda i metodi di assunzione e le dosi, il modo più semplice è quello di consumare direttamente alcuni spicchi d’aglio durante la giornata: in presenza di dissenteria, ad esempio, si dovranno assumere dai 5 ai 10 spicchi. È possibile però utilizzare anche la tintura d’aglio, facilmente ottenibile spremendo 400 g di spicchi d’aglio all’interno di 250 ml di grappa o vodka; dopo aver fatto riposare in un luogo fresco e buio per circa 2 settimane e aver filtrato, si otterrà un preparato da utilizzare diluendo alcune gocce all’interno di un piccolo quantitativo di acqua.
Con l’aglio si possono anche preparare dei decotti facendo bollire 2 o 3 spicchi schiacciati all’interno di un bicchiere d’acqua o di latte. Esistono infine anche sciroppi a base d’aglio: far bollire 50 g di aglio in un bicchiere d’acqua, quindi filtrare e unire 50 g di zucchero per ottenere un composto da assumere nella dose di 2 o 3 cucchiai al giorno.

Cipolla
Il solfuro di allile, la sostanza responsabile del bruciore agli occhi e della lacrimazione di chi maneggia la cipolla, ha proprietà antisettiche. La cipolla è ricca di vitamine, sali minerali e altri oligoelementi, è utile contro la cattiva digestione, i problemi dell’apparato urinario e cardiovascolare; aiuta inoltre a curare i malanni di stagione. Per avere un effetto fluidificante e decongestionante delle vie aeree, si può preparare uno sciroppo: dopo aver tritato una cipolla, unire 125 ml di acqua e 3 cucchiai di miele, portare il composto ad ebollizione e lasciare riposare; assumere un cucchiaio dello sciroppo fino a 3 volte al giorno

Propoli
La propoli (o il propoli) è una miscela composta da elementi di origine naturale ottenuti sia dalle piante che dagli animali, essendo il prodotto della raccolta di resine e di una successiva lavorazione di queste da parte delle api mediante secrezioni digestive. La propoli così composta viene utilizzata dalle api per sigillare le fessure dell’alveare, ricoprire la cella della regina e avvolgere i resti degli insetti morti per evitare che intorno a questi si sviluppino dei batteri.
All’interno della propoli sono contenuti flavonoidi, aldeidi, idrossiacidi e oli eterici, tutte sostanze altamente benefiche per l’organismo dell’uomo. I flavonoidi, oltre a rafforzare il sistema immunitario, hanno proprietà emostatiche, antinfiammatorie, antiossidanti, antiallergiche e cicatrizzanti. Proteggono inoltre i tessuti e le membrane dai processi degenerativi che le deteriorano; sono utili per combattere i radicali liberi e hanno azione antiossidante.
Tra le varie sostanze contenute nella propoli, ve ne sono alcune particolarmente adatte per la regolazione del sistema immunitario come il calcio, il nichel, lo zinco, il ferro, il rame, il titanio e il vanadio.
La propoli ha proprietà antibatteriche, antivirali e antimicotiche e nella maggior parte dei casi non ha effetti collaterali. Ha proprietà antinfiammatorie grazie alla capacità di raddoppiare il ritmo di riproduzione delle cellule e quindi di accelerare il percorso di guarigione delle ferite; aiuta contro le infiammazioni della pelle, compresi herpes e acne. Come è noto, la propoli svolge un’importante azione contro le malattie che interessano la sfera otorinolaringoiatra e in generale è curativa di tutte le affezioni delle vie respiratorie. Meno nota la sua azione benefica contro le malattie del tratto digerente (principalmente della bocca come alitosi, afte, gengiviti, mal di denti), della pelle e dei disturbi metabolici.

Timo
Sostanze antibiotiche sono contenute anche nel timo, in particolare all’interno degli oli essenziali come il timolo e il carvacrolo. Il timo ha inoltre proprietà antisettiche molto potenti senza essere aggressivo nei confronti delle mucose, anzi preservandole dalle infezioni. L’essenza di timo è stomachica e carminativa; sono svariati i batteri sensibili al timo e molte le patologie che è possibile affrontare con l’ausilio delle sostanze contenute all’interno della pianta.
Del timo si usano l’infuso, l’estratto fluido, ma esso viene utilizzato anche per bagni, la preparazione di compresse e composti per gargarismi.
L’uso interno della pianta è efficace contro l'atonia intestinale e la gastrite cronica; è possibile servirsi di preparati a base di timo anche contro la bronchite acuta, la laringite e la pertosse. In presenza di quest’ultima è consigliata una tisana preparata con 40 g di foglie e fiori di timo, 20 g di rosolida, altrettanti di piantagine, 10 g di verbasco e 10 g di semi di anice: l’infuso ha azione antibatterica, antispasmica ed espettorante.

Tra le altre, numerose piante dalle proprietà antibiotiche vi è la lavanda che possiede un’azione calmante sia della sfera emotiva, facilitando il sonno, sia dell’intestino, ristabilendo la flora batterica intestinale. La senape ha proprietà stimolanti della circolazione sanguigna; impacchi di senape sono utili per combattere le bronchiti, le pleuriti, le polmoniti e per liberare le vie respiratorie dal catarro. Essa è usata anche contro le infreddature gravi e le congestioni della testa; la senape nera trova applicazione contro i reumatismi, le sciatiche, i dolori muscolari, ma anche le infiammazioni delle articolazioni. I chiodi di garofano hanno proprietà carminative, stomachiche e analgesiche; in più sono potenti battericidi e quindi anch’essi inscrivibili nella categoria degli antibiotici naturali.
Infine il pompelmo, in particolare l’estratto ottenuto dai suoi semi, ha la capacità di combattere oltre 800 tipologie di batteri e 100 di funghi; è un rimedio efficace e anch'esso privo di effetti collaterali.

Per tutte le patologie che richiedono l’uso di un antibiotico il consiglio è quello di rivolgersi sempre e comunque ad uno specialista prima di intraprendere qualsiasi cura che escluda l’uso di farmaci di sintesi o affianchi ad essi preparati di origine naturale.

Bibliografia:
- Neumayer P., Antibiotici naturali, Milano, Red Edizioni, 2006;
- Debuigne G., Dizionario delle piante della salute, Perugia, Gremese Editore, 1989;
- Schauenberg P., Paris F., Le piante medicinali, Roma, Newton Compton Editori, 1976.
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