Peeling

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Peeling

Messaggioda Royalsapphire » 24/03/2015, 17:15



IL PEELING



Il peeling, come trattamento per levigare e migliorare l'aspetto della cute, è conosciuto fin dall'antichità. Numerose testimonianze ci pervengono dall' Egitto, dalla Grecia, dalla Turchia, dall' India e da Babilonia. Infinite sono le sostanze utilizzate: zolfo, pomice, polveri minerali, polveri di piante e fiori finemente macinate e miscelate a sostanze ed ingredienti di origine vegetale.

In epoca moderna, l'utilizzo e le sperimentazioni con vari tipi di peeling, ci riportano a P.G. Unna, dermatologo tedesco, che studiò e sperimentò con successo numerose sostanze e metodiche peeling. Infatti, nel 1882, descrisse, sperimentò e pubblicò i risultati ottenuti con l'impiego dell'acido salicilico , della resorcina , del fenolo e del tricloracetico.
Un dermatologo inglese, Mackee, utilizzò e sperimentò, pubblicandone i risultati nel 1952, il fenolo per il trattamento delle cicatrici post-acneiche. Si deve a La Gassè la tecnica occlusiva post-peeling al fenolo, sperimentata durante la prima guerra mondiale e importata negli USA dalla nipote Antoinette negli anni ' 30 e ' 40, per il trattamento delle rughe e delle cicatrici post-acneiche.
L'uso del tricloracetico, dell'acido salicilico e dell'acido lattico, è divenuto sempre più popolare dagli anni ' 70 agli ani ' 80, periodo in cui Van Scott, Yu e Murad divulgarono i risultati ottenuti nella terapia di numerosi inestetismi e patologie cutanee con l'utilizzo dell'acido glicolico e degli AHA in generale.

Che cosa è il peeling

La pelle è un organo dinamico. Ogni giorno lo strato corneo elimina, attraverso un meccanismo fisiologico, un numero infinito di cellule cheratinizzate. Il peeling chimico è una forma accelerata di esfoliazione che avviene attraverso l'uso di una sostanza chimica. Un peeling molto superficiale accelera l'esfoliazione naturale dello strato corneo, mentre un peeling che agisce a livello più profondo crea necrosi e infiammazione nell'epidermide, nel derma papillare o nel derma reticolare.
Il peeling chimico crea evidenti cambiamenti nella pelle attraverso tre meccanismi d'azione:

Stimolazione del turnover cellulare attraverso la rimozione delle cellule morte dello strato corneo.
Eliminazione di cellule epidermiche danneggiate e degenerate, che saranno rimpiazzate da cellule epidermiche normali. Questo risultato sarà particolarmente evidente nel trattamento delle cheratosi attiniche e delle pigmentazioni anomale.
Introduzione di una reazione infiammatoria e attivazione dei mediatori dell'infiammazione (un meccanismo ancora poco conosciuto) che attiva la produzione di nuove fibre di collagene e di glicosaminoglicani (meccanismi rivitalizzanti del derma)

Dal momento che peeling che agiscono a livelli epidermici profondi comportano anche rischi di complicazioni ed esiti indesiderati, è indispensabile eseguire trattamenti e terapie che ottengono eccellenti risultati con il minor rischio possibile.
E' questo il concetto moderno di peeling: eseguendo varie sedute di peeling superficiali o di media profondità otterremo, attraverso un risultato cumulativo, risultati estetici eccellenti e duraturi senza rischi di effetti indesiderati.

Indicazioni al peeling chimico

Cheratosi e invecchiamento cutaneo
Discromie
Cicatrici post - acneiche
Acne volgare e rosacea
Radiodermiti
Smagliature
Dermatite seborroica

Classificazione dei vari tipi di peeling
(secondo Mark G. Rubin, Dermatologo della University of California di San Diego)

Peeling molto superficiale: questo tipo di peeling rimuove soltanto lo strato corneo superficiale
Peeling superficiale: questo tipo di peeling crea necrosi di una parte o di tutto lo strato epidermico arrivando allo strato basale dell'epidermide
Peeling di media profondità: questo tipo di peeling crea necrosi dell'epidermide e di parte del derma papillare
Peeling profondo: questo tipo di peeling crea necrosi dell'epidermide, del derma papillare e può estendersi fino al derma reticolare

Le sostanze chimiche utilizzate:

Acido retnoico
5-Fluorouracil (5-Fu)
Jessner' s Solution
Resorcina
Acido salicilico
Acido tricloracetico
Alfa-idrossi-acidi
Alfa-Keto-acidi (acido piruvico)
Fenolo

La profondità del peeling dipende da numerosi fattori, quali:

Il tipo di sostanza utilizzata
La concentrazione della sostanza utilizzata
Il numero dei passaggi con la sostanza prescelta sulla stessa zona di pelle
La tecnica di applicazione
La preparazione della pelle nella fase pre-trattamento
Il tipo di trattamento cutaneo nel periodo precedente il peeling
Il tipo di pelle del paziente
La zona di cute trattata
Il tempo di posa dell'agente chimico prescelto sulla pelle

Considerando tutte queste variabili, è naturale comprendere che qualsiasi classificazione relativa ai vari tipi di peeling non può essere classificata in maniera matematica, dal momento che con la stessa sostanza possiamo ottenere su un tipo di pelle un risultato superficiale, mentre su un altro tipo di pelle un peeling medio - profondo.
Naturalmente l'esperienza, la competenza e la sensibilità del medico sono condizioni indispensabili per la riuscita della terapia.
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Trattamento preliminare

Per la preparazione corretta della pelle si consiglia l'uso di formulazioni domiciliari contenenti alfa - idrossi - acidi nelle due settimane precedenti il peeling.
Questo tipo di preparazione della cute consente di ottenere un risultato più evidente e una più rapida riepitelizzazione. Tale più rapida riepitelizzazione diminuisce il rischio di infezioni e complicanze. L'uso di cosmetici contenenti acido glicolico , nelle settimane precedenti il peeling, assicura allo stesso modo una più veloce riepitelizzazione e guarigione della pelle. Inoltre l'uso di queste sostanze e acido glicolico come metodiche di preparazione ad un peeling chimico, riducono l'incidenza di iperpigmentazioni post-infiammatorie.
Anche l'uso di sostanze depigmentanti (idrochinone, acido cogico, acido azelaico ), è consigliabile per prevenire ed attenuare la comparsa di iperpigmentazioni post-infiammatorie. Il meccanismo d'azione di queste sostanze è quello di inibire la tirosinasi , enzima responsabile della conversione della tirosina in L-dopa. Quindi, utilizzando per qualche settimana prima di un peeling una sostanza ad effetto schiarente che blocca la tirosinasi, e impedisce la deposizione della melanina sulla superficie cutanea, diminuisce notevolmente il rischio di reazioni post-infiammatorie e di pigmentazioni anomale.

Sostanze preparatorie al peeling chimico

AHA
Idrochinone
Acido cogico
Sunblock

Il paziente che desidera sottoporsi ad un peeling chimico deve essere correttamente informato sulle modalità del trattamento stesso :

Che tipo di benefici si possono ottenere.
Quali sono i tempi di guarigione.
Quali sono i disagi che deve affrontare nel periodo post- peeling.
Quali sono i rischi della procedura.

L'informazione corretta e puntuale sulle reazioni cutanee, sul comportamento ed il protocollo domiciliare post-peeling che il paziente deve gestire nel periodo successivo al trattamento è importante per stabilire un rapporto di perfetta collaborazione tra il medico ed il paziente ed ottimizzare i risultati. E' inoltre importante nella fase preliminare, preparatoria mostrare al paziente una documentazione fotografica esauriente e significativa dei casi precedentemente trattati e del tipo di risultato ottenuto. E' necessario inoltre fotografare il paziente per documentare gli inestetismi e le patologie presenti sulla pelle prima del trattamento. Generalmente, il paziente dimentica come era la sua cute prima del trattamento. La documentazione fotografica serve soprattutto a documentare la presenza di inestetismi, neoformazioni (nevi, teleangectasie, cicatrici) presenti prima dell'applicazione, che potrebbero in seguito essere imputate al peeling. E' molto importante, inoltre, far firmare il consenso dal paziente.

Peeling con TCA (acido tricloracetico)

L'acido tricloracetico è una delle sostanze più usate e studiate per la realizzazione di peeling di media profondità.

Caratteristiche:

Non è tossico;
Può essere usato, a seconda della concentrazione utilizzata, per realizzare peeling superficiali, di media profondità e peeling profondi.
Non è costoso;
E' una sostanza stabile;
Non deve essere neutralizzato;
La profondità del peeling è correlata con l'intensità del frost;
Può essere ripetuto più volte sullo stesso paziente.

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Il protocollo di trattamento del peeling con TCA, anche con l'utilizzo di differenti concentrazioni, è simile. Possono essere utilizzate concentrazioni che variano dal 10 al 40 %. In generale concentrazioni dal 10 al 25 % sono usate per la realizzazione di peeling superficiali, intraepidermici, mentre concentrazioni dal 30 al 40 % sono utilizzate per realizzare peeling che arrivano a livello del derma papillare. La penetrazione della sostanza peeling è influenzata da numerose variabili, tra le quali il tipo di pelle e lo spessore, il metodo di applicazione della sostanza, la preparazione della pelle al peeling, etc. Un fattore molto importante, per ottenere un risultato soddisfacente, è la corretta valutazione dei differenti spessori cutanei. Il medico esperto valuterà le differenti aree cutanee ed applicherà le concentrazioni adatte, a seconda delle differenti aree di pelle, valutando il numero dei passaggi ed il tempo di posa.

Indicazioni per il peeling al TCA:

Invecchiamento cutaneo, elastosi;
Discromie , iperpigmentazioni, melasma gravidico;
Cheratosi;
Esiti cicatriziali post-acneici;
Smagliature;
Esiti cicatriziali post-chirurgici;
Dermatite seborroica e rosacea.

L'acido tricloracetico (TCA), può essere utilizzato da solo o in combinazione con altre sostanze e metodiche: con la soluzione di Jessner, con l'acido glicolico, con la microdermoabrasione. L'utilizzo in combinazione con altre metodiche è in genere finalizzato al raggiungimento di risultati più evidenti e duraturi.

Trattamento post peeling

Il paziente deve essere correttamente informato sulle procedure post peeling, per evitare disagi e complicanze;

La pelle deve essere detersa con un detergente delicato, risciacquata con cura ed estrema delicatezza. E' necessario, dopo il risciacquo, asciugare la cute evitando qualsiasi tipo di sfregamento o irritazione per non provocare esfoliazione precoce in qualche zona di pelle (utilizzare asciugamani di lino, evitando quelli di spugna)
Nei giorni post-peeling è necessario mantenere la cute costantemente protetta con un prodotto emolliente, che dovrà essere applicato con delicatezza, evitando manovre manuali aggressive.
Il tempo di guarigione varia, a seconda della concentrazione utilizzata. Dai 4 giorni con le concentrazioni dal 10 al 15 %, da 8 a 12 giorni con concentrazioni superiori.
E' importante, infine,, raccomandare al paziente di evitare in maniera assoluta esposizioni al sole o a lampade UVA - UVB, soprattutto nel caso di pelli scure e predisposte ad iperpigmentazione, per almeno due mesi dopo l'applicazione del peeling. Si raccomanda di usare con estrema disciplina, ogni giorno, un prodotto protettivo contenenti schermi e filtri solari protettivi, anche in casa.


TRATTAMENTO PEELING / RIGENERANTE CON AHA


L'acido glicolico (un alfa-idrossi-acido - AHA), applicato sulla cute, scioglie i legami tra le cellule dello strato corneo, cioè il primo strato dell’epidermide, causando la rottura dei desmosomi intercellulari ed una modificazione dei legami ionici e svolge un'azione a livello del derma, dove stimola la neosintesi delle fibre collagene ed elastiche.

Gli effetti dell'acido glicolico sulla struttura e funzione della cute dipendono da numerosi fattori tra cui la concentrazione usata, il veicolo, il tempo di esposizione ed il tipo di pelle su cui viene applicato. L'azione varia anche in relazione alla zona cutanea da trattare: nelle aree ricche di ghiandole sebacee, ad esempio l'effetto è maggiore.

Impieghi dell'acido glicolico

Allo stato attuale l'acido glicolico trova impiego in una vasta gamma di patologie dermatologiche. Negli stati ipercheratosici cutanei, come nel caso di cute secca, ittiosi e psoriasi, la sua azione epidermolitica e riducente della coesività corneocitaria è in grado di determinare una netta diminuzione dello spessore dello strato corneo. Nell'acne, l'utilizzazione di acido glicolico come presidio esclusivo o in associazione alle terapie tradizionali permette di ottenere brillanti risultati, in particolare nelle forme comedoniche ed in quelle papulo-pustolose. Nelle varietà nodulo - cistiche e conglobate riduce il tempo di assunzione di antibiotici per via sistemica, limitando quindi gli effetti collaterali ad essi legati. L'acido glicolico gioca inoltre un ruolo importante nel ridurre le manifestazioni cutanee dell'invecchiamento e del fotoinvecchiamento. In particolare, agendo sulla coesività dei corneociti, riducendo quindi lo spessore dello strato corneo, contribuisce ad una riduzione delle rughe sottili. Inoltre esso svolge un'attività umettante, con conseguente miglioramento dello stato di idratazione cutanea, ed è stato ipotizzato che si possa rendere responsabile di un aumento dello spessore dermico attraverso un incremento della sintesi di glicosaminoglicani. L'acido glicolico è anche impiegato con successo negli stati di iperpigmentazione cutanea in associazione con sostanze depigmentanti, in modo da favorire la maggiore penetrazione di queste ultime e determinare quindi un'azione più efficace.
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AHA - Alfa-idrossi-acidi

L'acido glicolico è il primo della serie degli alfa-idrossi-acidi. Gli alfa-idrossi-acidi (AHA) costituiscono un gruppo di acidi organici che si trovano allo stato naturale in molti tipi di frutta ed alimenti. Tra questi, oltre l'acido glicolico presente nella canna da zucchero, si citano l'acido malico estratto dalle mele, l'acido tartarico dall'uva, l'acido piruvico e citrico dall'arancio e pompelmo e l'acido lattico dal latte acido. L'acido glicolico è' costituito da due atomi di carbonio ed è perciò facilmente penetrabile a livello cutaneo e quindi adeguato per l'uso dermatologico. La sua introduzione in campo cosmetico è iniziata negli anni '70 da parte di Van Scott e Yu. Attualmente le preparazioni disponibili commercialmente comprendono una vasta gamma di prodotti contenenti concentrazioni di acido glicolico variabili dal 2 al 70%. Il pH dell'acido glicolico è 0,5, il pH ottimale per eseguire il peeling è tra 3 e 4.5, mentre l'attività risulta fortemente ridotta a pH 7.

Controindicazioni

Prima di effettuare la terapia con acido glicolico è buona norma eseguire un'anamnesi accurata per escludere in particolare malattie autoimmuni in atto, allergie ed herpes simplex recidivanti. In questa ultima evenienza è possibile eseguire la terapia solo dopo adeguata profilassi antivirale. Andrebbero inoltre esclusi dal trattamento i soggetti che fanno uso di isotretinoina e che sono sottoposti a radioterapia, pazienti con cicatrici recenti e che hanno eseguito sedute di crioterapia nel mese precedente. L'acido glicolico non è tossico, non è teratogeno, né fotosensibilizzante. Gli unici effetti collaterali riportati possono essere un eritema, un'epidermolisi marcata con evidente esfoliazione, irritazione della congiuntiva qualora venga applicato nella zona periorbitale. In conclusione, l'acido glicolico ha dimostrato peculiari proprietà terapeutiche, che ne suggeriscono l'uso in una vasta gamma di patologie dermatologiche ed in particolare in quelle affezioni in cui è presente un alterato processo di cheratinizzazione.


LA PULIZIA DEL VISO



La pulizia del viso è considerata nel campo estetico il trattamento di base e serve a rimuovere dalla superficie cutanea le impurità, le cellule morte (le lamelle cornee in via di desquamazione) ed i punti neri (comedoni).

Alcuni fattori potenziano l'effetto cosmetico:

l'umidità, perché macera lo strato corneo (la parte esterna della cute) provocando la dilatazione dei pori.
l'aumento della temperatura cutanea, perché diminuisce la viscosità del sebo e quindi facilita la rimozione dei comedoni (punti neri).
la vasodilatazione, perché stimola l'ossigenazione dei tessuti.

Nel passato le donne ricorrevano all'uso di suffumigi e di impacchi caldi, oggi tali pratiche sono sostituite da moderni generatori di vapore arricchito di ossigeno nascente ed il trattamento viene effettuato da estetiste. Per la scelta della metodica, è necessario osservare accuratamente la tipologia cutanea per individuare cosmetici, apparecchiature, procedure e frequenza del trattamento.

La "Pulizia del viso" si configura come il trattamento classico di base per mantenere la corretta funzionalità cutanea e preparare la pelle a pratiche estetiche e/o mediche per prevenire o attenuare gli inestetismi più diffusi.
Pulizia del viso - Esempio di protocollo

Detersione accurata della pelle utilizzando un detergente adatto alla tipologia cutanea;
Tonificazione utilizzando una lozione tonica analcolica adatta alla tipologia cutanea:
Applicazione di un peeling (contenente enzimi, AHA o BHA etc...) o di un gommage per favorire il distacco delle lamelle cornee superficiali che mescolandosi al sebo e alle impurità formano un tappo che blocca l'ostio follicolare causando la formazione del comedone;
Applicazione del vapore caldo ozonizzato per ottimizzare la preparazione della pelle e facilitare l'estrazione manuale delle impurità e dei comedoni;
Eliminazione manuale accurata e delicata dei comedoni;
Applicazione di un siero concentrato adatto al tipo di pelle ad effetto: calmante/disarrossante, sebo-equilibrante, idratante/nutriente, tonificante/restitutivo;
Applicazione di una dose di crema adatta al tipo di pelle per eseguire un accurato massaggio manuale, idratare, nutrire;
Esecuzione del drenaggio linfatico del viso e del collo utilizzando una speciale apparecchiatura studiata per l'esecuzione di questa tecnica;
Applicazione della maschera personalizzata adatta al tipo di pelle (maschere di argille ad effetto calmante ed assorbente, maschere/gel arricchite con fitoestratti e complessi vegetali, maschere/crema con effetto idratante ed emolliente etc.);
Eliminazione dei residui di maschera e tonificazione;
Conclusione del trattamento con l'applicazione di un cosmetico idratante/protettivo secondo la tipologia cutanea.

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L'esperto consiglia

Ecco alcuni accorgimenti per aiutare a mantenere a lungo l'effetto di tali trattamenti:

Utilizzare due volte al giorno un detergente ed un tonico adatti al tipo di pelle per effettuare una accurata pulizia, eliminare i residui del maquillage e rimuovere le sostanze che si depositano sulla superficie cutanea ( polvere - prodotti dell'ambiente - sebo, ecc.). Una corretta e quotidiana igiene cutanea è alla base della salute e della bellezza dell'epidermide.
Utilizzare ogni giorno un prodotto idratante: qualsiasi tipo di pelle necessita di una corretta e costante idratazione. Completare con l'applicazione di un prodotto specifico per il tipo di pelle, per esempio: sebo - normalizzante nel caso di pelle impura e seborroica, nutriente/emolliente nel caso di pelle particolarmente arida e povera dei lipidi naturali, un prodotto decongenstionante - disarrossante, nel caso di pelle sensibile e con tendenza all'arrossamento e alla couperose.
Utilizzare ogni mattina (365 giorni l'anno) un prodotto contenente fattori di protezione UVA/UVB se si vive in ambienti soleggiati o se si svolgono attività all'aria aperta.
Utilizzare due volte alla settimana una maschera adatta al tipo di pelle.


Seguendo questi consigli si può mantenere una pelle più pura ed equilibrata e prevenire ed attenuare gli inestetismi più diffusi.



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IL PEELING CON LA SOLUZIONE DI JESSNER
A cura del Prof. Maurizio Fraticelli

La soluzione di Jessner è una preparazione a base di una miscela di caustici per peeling superficiali e molto superficiali, nella cui composizione sono presenti sia l’acido salicilico che l’acido lattico, oltre alla resorcina e all’alcool denaturato.
La soluzione si presenta di color ambra chiaro e tende ad oscurarsi alla luce e all’aria, a causa della fotosensibilità dell’acido salicilico. Buon esfoliante, dotato cioè di un buon potere cheratolitico, la soluzione è caratterizzata da potere schiarente.

Di contro, alcuni degli ingredienti che compongono la soluzione possono dare tossicità, in particolare l’acido salicilico e la resorcina, e la applicazione sulla cute provocare bruciore e pizzicore, maggiore se raffrontato all’acido tricloracetico al 10-15%, inoltre esso è dose dipendente, più ne viene applicato più va in profondità.
Quando la soluzione di Jessner è usata da sola, essa permette l’esecuzione di un peeling superficiale, tale da essere paragonato ad un acido glicolico al 70% o TCA 10-15%. Se invece tale soluzione è usata in combinazione con altri caustici, la sua potenza aumenta fino ad assumere le caratteristiche di un peeling di media forza.

Prima di effettuare il peeling con la soluzione di Jessner, per ottenere i migliori risultati, è opportuno preparare la pelle, per es. con α idrossiacidi a basse concentrazioni già alcuni giorni prima.
L’effetto della terapia pre-peeling, si concretizza nella stimolazione del turnover dell’epidermide, con fenomeni di riduzione dello strato corneo, una normalizzazione della produzione di sebo con rimozione del grasso in eccesso e dei detriti cellulari.
Trovandosi di fronte ad una pelle macchiata, la preparazione prevederà l’uso di sostanze diverse, quali per esempio agenti sbiancanti come il retinolo.
Qualunque sia la preparazione essa dovrà essere soft, per evitare che successivamente la soluzione di Jessner sia troppo aggressiva.
L’esecuzione del peeling prevede, in un primo tempo, una accurata pulizia della cute mediante sostanze sgrassanti come alcool o acetone, successivamente verrà applicato il caustico.
L’apposizione della soluzione sulla cute, avviene tramite diversi strumenti come appositi pennelli con setole sintetiche a forma di lingua di gatto, applicatori in cotone o garze; qualunque sia lo strumento adoperato si dovrà applicare uno strato uniforme.
Generalmente sarebbero da preferire gli applicatori monouso; i pennelli sono difficilmente sterilizzabili, quest’ultimi e gli applicatori in cotone sono più utilizzati nel caso di pelli sottili e sensibili mentre le garze, che per la loro struttura permettono una maggiore penetrazione, sono più indicate per le pelli spesse e seborroiche. L’applicazione di multistrati sovrapposti ed uniformi aumenta la profondità del peeling e parallelamente si intensificano il rossore ed il bruciore.

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Con la soluzione di Jessner si può effettuare un peeling molto superficiale indicato come di “primo livello”; esso si ottiene con il passaggio di un solo strato di soluzione: il paziente presenterà un lieve eritema definito anche come “eritema pallido”, senza o con poco disagio, inteso come bruciore. È possibile, in dipendenza dello spessore della cute, osservare un lieve sbiancamento cutaneo. Poi si può osservare una lieve desquamazione per 24-48 ore o più, in dipendenza delle caratteristiche della cute o nessuna desquamazione.
Nel caso in cui si passano sulla cute più strati - in genere fino a quattro/cinque - si determina un peeling superficiale detto di “secondo livello”: sul viso del paziente si osserverà un maggiore eritema rispetto al livello 1, indicato come eritema rosso con un certo disagio per il paziente per via del bruciore, in genere moderato e della durata di alcuni minuti. Nelle successive 48/72 ore si potrà apprezzare una buona desquamazione della cute, il cui colore rosso marrone determina un aspetto di “pelle bruciata dal vento”.
Incrementando ulteriormente il passaggio della soluzione sulla cute si arriva al peeling di “terzo livello” con maggiore profondità, come testimoniano sia il maggior eritema sia il bruciore più intenso; l’esfoliazione in questo caso dura circa 8-10 giorni, se il peeling è ben condotto non si formano croste importanti, in quanto l’azione del caustico non interessa il derma.

Al di là del numero degli strati, la profondità e la incisività della soluzione di Jessner dipendono da:
- La preparazione del paziente;
- Gli strati di applicazione;
- Lo spessore dello strato corneo;
- La sensibilità della pelle;
- Il metodo di applicazione.

Per cui, in riferimento a tutti questi parametri, in una cute assai spessa, per esempio, ci possono volere anche più di uno strato per arrivare ad un peeling di primo livello.
Quando ci si trova di fronte a pelli particolarmente sensibili, si può effettuare un primo passaggio, osservare poi la reazione cutanea, che si realizza di norma entro 4-6 minuti, poi possono essere applicati i successivi strati, valutando ulteriormente la reazione cutanea.
Terminato il peeling, comincia quella fase definita come post-peeling, i pazienti percepiscono la pelle che “tira”, per cui viene fatto abbondante uso di creme emollienti; nel caso in cui ci si trovi di fronte a cute con tramatura fine e quindi delicata, essa può sensibilizzarsi e perciò si consiglia l’uso di utili emollienti senza profumazione come quelli vegetali; inoltre è opportuno non usare cosmetici e farmaci aggressivi fino a quando la cute si presenta arrossata.

Effettuare un peeling con la soluzione di Jessner ha i suoi vantaggi, in quanto questa miscela è considerata “delicata”, adatta a pelli sensibili; il peeling ha una “naturale” tendenza ad essere più uniforme rispetto ad altri peeling; possiede un buon potere esfoliante non aggressivo come altri caustici per cui raramente diventa più profondo del voluto. Può essere usato efficacemente, insieme a trattamenti domiciliari, nelle macchie cutanee migliorando anche la fotoriflettenza della pelle, generalmente il paziente è subito dopo il peeling “presentabile” (peeling socializzante).

Utilizzando la soluzione di Jessner, considerando che essa contiene la resorcina, si deve fare attenzione al rischio di tossicità nel caso in cui si trattano vaste aree, tuttavia il rischio è molto basso rispetto ad un peeling puro con resorcina. Oltre alla resorcina, anche l’acido salicilico può essere fonte di tossicità, in ogni caso questa dipende dalla concentrazione delle suddette sostanze assorbite dalla pelle, dal numero degli strati e dall’ampiezza dell’area trattata: limitandosi al viso, collo e decolleté, in assenza di specifiche controindicazioni non vi è rischio di tossicità.
Tra le altre complicanze ricordiamo la reazione allergica: la resorcina è quella che maggiormente può indurre allergia, utile può essere un test retroauricolare alcuni giorni prima. Una piccola percentuale di pazienti, può andare incontro ad eritema per diverse settimane, ma ciò non dovrò preoccupare perché non si tratta dello stesso eritema dei peeling medi. È un eritema che si presenta minimo al mattino, peggiora con il lavaggio del viso, con il vino, il sole, cibi con spezie, esercizio fisico, sale e con tutte le attività che aumentano la vascolarizzazione.

Le principali indicazioni della soluzione di Jessner sono rappresentate dalla terapia antiaging (per l’effetto cheratolitico) e dalla terapia delle ipercromie.
La soluzione di Jessner può essere usata come componente del peeling misto, essendo l’altro componente il TCA (acido tricloroacetico). Usando queste sostanze si ottiene un peeling medio in grado di raggiungere la porzione superiore del derma reticolare.
L’acido tricloroacetico è probabilmente il numero due dei caustici utilizzati come peeling, preceduto soltanto dall’acido glicolico.
Indicato per peeling superficiali e medi, produce esfoliazione cutanea relativamente profonda, senza seria tossicità sistemica. L’acido è infatti neutralizzato dal siero all’altezza del derma superficiale, precedendo quindi l’assorbimento ematico, per cui si può utilizzare in pazienti con patologie renali, epatiche o cardiache.
Il TCA, se applicato per tempi sufficientemente lunghi, è in grado di arrivare al derma determinando il caratteristico whitening o frost, testimone della coagulazione delle proteine e formazione di sali.
In alcuni soggetti il peeling di media entità può determinare delle complicanze come: iperpigmentazioni, eritema prolungato (massimo 3 mesi), cicatrici.
In considerazione del fatto che il TCA usato per un peeling medio può essere responsabile di complicanze come le ipercromie, per ridurre l’incidenza di questo danno è stato utilizzato il peeling misto. Si usa in un primo tempo la soluzione di Jessner, successivamente si procede con il TCA.
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Il razionale dell’utilizzo della soluzione di Jessner è quello di “aprire la strada” al TCA permettendone un più rapido ed uniforme assorbimento.
Il peeling in genere è unico con guarigione di circa 10 giorni, (può essere ripetuto dopo alcuni mesi).
Si applica la soluzione di Jessner, secondo il tipo di pelle, da 1 a 4 strati, compare eritema e si attende alcuni minuti, poi si procede con il TCA che penetra rapidamente, in quanto la soluzione di Jessner ha rotto la barriera epidermica.
Applicato il TCA ed ottenuto il frost si sciacqua con acqua fresca, inoltre vengono applicate compresse di ghiaccio per qualche minuto. Il paziente viene poi trattato con creme emollienti.

Dopo il peeling compare edema, desquamazione ed eritema, quest’ultimo presente per almeno una settimana. Tra le complicanze si possono annoverare le iperpigmentazioni, l’eritema prolungato (3 mesi), le cicatrici. Prima di eseguire questo tipo di peeling è opportuno prestare attenzione al fatto che devono essere trascorse almeno 6 settimane da un intervento di chirurgia estetica, 2-3 settimane prima o dopo impianti di filler, 6-10 mesi da terapie con farmaci antiacne per via orale (vitamina A).
Inoltre in riferimento al peeling combinato è consigliabile evitare: l’esposizione al sole, la ginnastica con sudorazione, la mimica non strettamente necessaria, graffiare o strofinare il viso, prestare attenzione nel lavare i capelli.
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Peeling

Messaggioda Royalsapphire » 08/05/2015, 17:29



TRATTAMENTO PEELING / RIGENERANTE CON AHA


L'acido glicolico (un alfa-idrossi-acido - AHA), applicato sulla cute, scioglie i legami tra le cellule dello strato corneo, cioè il primo strato dell’epidermide, causando la rottura dei desmosomi intercellulari ed una modificazione dei legami ionici e svolge un'azione a livello del derma, dove stimola la neosintesi delle fibre collagene ed elastiche.

Gli effetti dell'acido glicolico sulla struttura e funzione della cute dipendono da numerosi fattori tra cui la concentrazione usata, il veicolo, il tempo di esposizione ed il tipo di pelle su cui viene applicato. L'azione varia anche in relazione alla zona cutanea da trattare: nelle aree ricche di ghiandole sebacee, ad esempio l'effetto è maggiore.

Impieghi dell'acido glicolico

Allo stato attuale l'acido glicolico trova impiego in una vasta gamma di patologie dermatologiche. Negli stati ipercheratosici cutanei, come nel caso di cute secca, ittiosi e psoriasi, la sua azione epidermolitica e riducente della coesività corneocitaria è in grado di determinare una netta diminuzione dello spessore dello strato corneo. Nell'acne, l'utilizzazione di acido glicolico come presidio esclusivo o in associazione alle terapie tradizionali permette di ottenere brillanti risultati, in particolare nelle forme comedoniche ed in quelle papulo-pustolose. Nelle varietà nodulo - cistiche e conglobate riduce il tempo di assunzione di antibiotici per via sistemica, limitando quindi gli effetti collaterali ad essi legati. L'acido glicolico gioca inoltre un ruolo importante nel ridurre le manifestazioni cutanee dell'invecchiamento e del fotoinvecchiamento. In particolare, agendo sulla coesività dei corneociti, riducendo quindi lo spessore dello strato corneo, contribuisce ad una riduzione delle rughe sottili. Inoltre esso svolge un'attività umettante, con conseguente miglioramento dello stato di idratazione cutanea, ed è stato ipotizzato che si possa rendere responsabile di un aumento dello spessore dermico attraverso un incremento della sintesi di glicosaminoglicani. L'acido glicolico è anche impiegato con successo negli stati di iperpigmentazione cutanea in associazione con sostanze depigmentanti, in modo da favorire la maggiore penetrazione di queste ultime e determinare quindi un'azione più efficace.
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AHA - Alfa-idrossi-acidi

L'acido glicolico è il primo della serie degli alfa-idrossi-acidi. Gli alfa-idrossi-acidi (AHA) costituiscono un gruppo di acidi organici che si trovano allo stato naturale in molti tipi di frutta ed alimenti. Tra questi, oltre l'acido glicolico presente nella canna da zucchero, si citano l'acido malico estratto dalle mele, l'acido tartarico dall'uva, l'acido piruvico e citrico dall'arancio e pompelmo e l'acido lattico dal latte acido. L'acido glicolico è' costituito da due atomi di carbonio ed è perciò facilmente penetrabile a livello cutaneo e quindi adeguato per l'uso dermatologico. La sua introduzione in campo cosmetico è iniziata negli anni '70 da parte di Van Scott e Yu. Attualmente le preparazioni disponibili commercialmente comprendono una vasta gamma di prodotti contenenti concentrazioni di acido glicolico variabili dal 2 al 70%. Il pH dell'acido glicolico è 0,5, il pH ottimale per eseguire il peeling è tra 3 e 4.5, mentre l'attività risulta fortemente ridotta a pH 7.

Controindicazioni

Prima di effettuare la terapia con acido glicolico è buona norma eseguire un'anamnesi accurata per escludere in particolare malattie autoimmuni in atto, allergie ed herpes simplex recidivanti. In questa ultima evenienza è possibile eseguire la terapia solo dopo adeguata profilassi antivirale. Andrebbero inoltre esclusi dal trattamento i soggetti che fanno uso di isotretinoina e che sono sottoposti a radioterapia, pazienti con cicatrici recenti e che hanno eseguito sedute di crioterapia nel mese precedente. L'acido glicolico non è tossico, non è teratogeno, né fotosensibilizzante. Gli unici effetti collaterali riportati possono essere un eritema, un'epidermolisi marcata con evidente esfoliazione, irritazione della congiuntiva qualora venga applicato nella zona periorbitale. In conclusione, l'acido glicolico ha dimostrato peculiari proprietà terapeutiche, che ne suggeriscono l'uso in una vasta gamma di patologie dermatologiche ed in particolare in quelle affezioni in cui è presente un alterato processo di cheratinizzazione.
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IL PEELING CON LA SOLUZIONE DI JESSNER

Messaggioda Royalsapphire » 08/05/2015, 18:06



A cura del Prof. Maurizio Fraticelli

La soluzione di Jessner è una preparazione a base di una miscela di caustici per peeling superficiali e molto superficiali, nella cui composizione sono presenti sia l’acido salicilico che l’acido lattico, oltre alla resorcina e all’alcool denaturato.
La soluzione si presenta di color ambra chiaro e tende ad oscurarsi alla luce e all’aria, a causa della fotosensibilità dell’acido salicilico. Buon esfoliante, dotato cioè di un buon potere cheratolitico, la soluzione è caratterizzata da potere schiarente.

Di contro, alcuni degli ingredienti che compongono la soluzione possono dare tossicità, in particolare l’acido salicilico e la resorcina, e la applicazione sulla cute provocare bruciore e pizzicore, maggiore se raffrontato all’acido tricloracetico al 10-15%, inoltre esso è dose dipendente, più ne viene applicato più va in profondità.
Quando la soluzione di Jessner è usata da sola, essa permette l’esecuzione di un peeling superficiale, tale da essere paragonato ad un acido glicolico al 70% o TCA 10-15%. Se invece tale soluzione è usata in combinazione con altri caustici, la sua potenza aumenta fino ad assumere le caratteristiche di un peeling di media forza.

Prima di effettuare il peeling con la soluzione di Jessner, per ottenere i migliori risultati, è opportuno preparare la pelle, per es. con α idrossiacidi a basse concentrazioni già alcuni giorni prima.
L’effetto della terapia pre-peeling, si concretizza nella stimolazione del turnover dell’epidermide, con fenomeni di riduzione dello strato corneo, una normalizzazione della produzione di sebo con rimozione del grasso in eccesso e dei detriti cellulari.
Trovandosi di fronte ad una pelle macchiata, la preparazione prevederà l’uso di sostanze diverse, quali per esempio agenti sbiancanti come il retinolo.
Qualunque sia la preparazione essa dovrà essere soft, per evitare che successivamente la soluzione di Jessner sia troppo aggressiva.
L’esecuzione del peeling prevede, in un primo tempo, una accurata pulizia della cute mediante sostanze sgrassanti come alcool o acetone, successivamente verrà applicato il caustico.
L’apposizione della soluzione sulla cute, avviene tramite diversi strumenti come appositi pennelli con setole sintetiche a forma di lingua di gatto, applicatori in cotone o garze; qualunque sia lo strumento adoperato si dovrà applicare uno strato uniforme.
Generalmente sarebbero da preferire gli applicatori monouso; i pennelli sono difficilmente sterilizzabili, quest’ultimi e gli applicatori in cotone sono più utilizzati nel caso di pelli sottili e sensibili mentre le garze, che per la loro struttura permettono una maggiore penetrazione, sono più indicate per le pelli spesse e seborroiche. L’applicazione di multistrati sovrapposti ed uniformi aumenta la profondità del peeling e parallelamente si intensificano il rossore ed il bruciore.

Con la soluzione di Jessner si può effettuare un peeling molto superficiale indicato come di “primo livello”; esso si ottiene con il passaggio di un solo strato di soluzione: il paziente presenterà un lieve eritema definito anche come “eritema pallido”, senza o con poco disagio, inteso come bruciore. È possibile, in dipendenza dello spessore della cute, osservare un lieve sbiancamento cutaneo. Poi si può osservare una lieve desquamazione per 24-48 ore o più, in dipendenza delle caratteristiche della cute o nessuna desquamazione.
Nel caso in cui si passano sulla cute più strati - in genere fino a quattro/cinque - si determina un peeling superficiale detto di “secondo livello”: sul viso del paziente si osserverà un maggiore eritema rispetto al livello 1, indicato come eritema rosso con un certo disagio per il paziente per via del bruciore, in genere moderato e della durata di alcuni minuti. Nelle successive 48/72 ore si potrà apprezzare una buona desquamazione della cute, il cui colore rosso marrone determina un aspetto di “pelle bruciata dal vento”.
Incrementando ulteriormente il passaggio della soluzione sulla cute si arriva al peeling di “terzo livello” con maggiore profondità, come testimoniano sia il maggior eritema sia il bruciore più intenso; l’esfoliazione in questo caso dura circa 8-10 giorni, se il peeling è ben condotto non si formano croste importanti, in quanto l’azione del caustico non interessa il derma.

Al di là del numero degli strati, la profondità e la incisività della soluzione di Jessner dipendono da:
- La preparazione del paziente;
- Gli strati di applicazione;
- Lo spessore dello strato corneo;
- La sensibilità della pelle;
- Il metodo di applicazione.

Per cui, in riferimento a tutti questi parametri, in una cute assai spessa, per esempio, ci possono volere anche più di uno strato per arrivare ad un peeling di primo livello.
Quando ci si trova di fronte a pelli particolarmente sensibili, si può effettuare un primo passaggio, osservare poi la reazione cutanea, che si realizza di norma entro 4-6 minuti, poi possono essere applicati i successivi strati, valutando ulteriormente la reazione cutanea.
Terminato il peeling, comincia quella fase definita come post-peeling, i pazienti percepiscono la pelle che “tira”, per cui viene fatto abbondante uso di creme emollienti; nel caso in cui ci si trovi di fronte a cute con tramatura fine e quindi delicata, essa può sensibilizzarsi e perciò si consiglia l’uso di utili emollienti senza profumazione come quelli vegetali; inoltre è opportuno non usare cosmetici e farmaci aggressivi fino a quando la cute si presenta arrossata.

Effettuare un peeling con la soluzione di Jessner ha i suoi vantaggi, in quanto questa miscela è considerata “delicata”, adatta a pelli sensibili; il peeling ha una “naturale” tendenza ad essere più uniforme rispetto ad altri peeling; possiede un buon potere esfoliante non aggressivo come altri caustici per cui raramente diventa più profondo del voluto. Può essere usato efficacemente, insieme a trattamenti domiciliari, nelle macchie cutanee migliorando anche la fotoriflettenza della pelle, generalmente il paziente è subito dopo il peeling “presentabile” (peeling socializzante).

Utilizzando la soluzione di Jessner, considerando che essa contiene la resorcina, si deve fare attenzione al rischio di tossicità nel caso in cui si trattano vaste aree, tuttavia il rischio è molto basso rispetto ad un peeling puro con resorcina. Oltre alla resorcina, anche l’acido salicilico può essere fonte di tossicità, in ogni caso questa dipende dalla concentrazione delle suddette sostanze assorbite dalla pelle, dal numero degli strati e dall’ampiezza dell’area trattata: limitandosi al viso, collo e decolleté, in assenza di specifiche controindicazioni non vi è rischio di tossicità.
Tra le altre complicanze ricordiamo la reazione allergica: la resorcina è quella che maggiormente può indurre allergia, utile può essere un test retroauricolare alcuni giorni prima. Una piccola percentuale di pazienti, può andare incontro ad eritema per diverse settimane, ma ciò non dovrò preoccupare perché non si tratta dello stesso eritema dei peeling medi. È un eritema che si presenta minimo al mattino, peggiora con il lavaggio del viso, con il vino, il sole, cibi con spezie, esercizio fisico, sale e con tutte le attività che aumentano la vascolarizzazione.

Le principali indicazioni della soluzione di Jessner sono rappresentate dalla terapia antiaging (per l’effetto cheratolitico) e dalla terapia delle ipercromie.
La soluzione di Jessner può essere usata come componente del peeling misto, essendo l’altro componente il TCA (acido tricloroacetico). Usando queste sostanze si ottiene un peeling medio in grado di raggiungere la porzione superiore del derma reticolare.
L’acido tricloroacetico è probabilmente il numero due dei caustici utilizzati come peeling, preceduto soltanto dall’acido glicolico.
Indicato per peeling superficiali e medi, produce esfoliazione cutanea relativamente profonda, senza seria tossicità sistemica. L’acido è infatti neutralizzato dal siero all’altezza del derma superficiale, precedendo quindi l’assorbimento ematico, per cui si può utilizzare in pazienti con patologie renali, epatiche o cardiache.
Il TCA, se applicato per tempi sufficientemente lunghi, è in grado di arrivare al derma determinando il caratteristico whitening o frost, testimone della coagulazione delle proteine e formazione di sali.
In alcuni soggetti il peeling di media entità può determinare delle complicanze come: iperpigmentazioni, eritema prolungato (massimo 3 mesi), cicatrici.
In considerazione del fatto che il TCA usato per un peeling medio può essere responsabile di complicanze come le ipercromie, per ridurre l’incidenza di questo danno è stato utilizzato il peeling misto. Si usa in un primo tempo la soluzione di Jessner, successivamente si procede con il TCA.

Il razionale dell’utilizzo della soluzione di Jessner è quello di “aprire la strada” al TCA permettendone un più rapido ed uniforme assorbimento.
Il peeling in genere è unico con guarigione di circa 10 giorni, (può essere ripetuto dopo alcuni mesi).
Si applica la soluzione di Jessner, secondo il tipo di pelle, da 1 a 4 strati, compare eritema e si attende alcuni minuti, poi si procede con il TCA che penetra rapidamente, in quanto la soluzione di Jessner ha rotto la barriera epidermica.
Applicato il TCA ed ottenuto il frost si sciacqua con acqua fresca, inoltre vengono applicate compresse di ghiaccio per qualche minuto. Il paziente viene poi trattato con creme emollienti.

Dopo il peeling compare edema, desquamazione ed eritema, quest’ultimo presente per almeno una settimana. Tra le complicanze si possono annoverare le iperpigmentazioni, l’eritema prolungato (3 mesi), le cicatrici. Prima di eseguire questo tipo di peeling è opportuno prestare attenzione al fatto che devono essere trascorse almeno 6 settimane da un intervento di chirurgia estetica, 2-3 settimane prima o dopo impianti di filler, 6-10 mesi da terapie con farmaci antiacne per via orale (vitamina A).
Inoltre in riferimento al peeling combinato è consigliabile evitare: l’esposizione al sole, la ginnastica con sudorazione, la mimica non strettamente necessaria, graffiare o strofinare il viso, prestare attenzione nel lavare i capelli.
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