Il latte è uno degli alimenti più completi e nutrienti e le sue numerose proprietà sono note fin dai tempi antichi. Viene consumato ad ogni età e in grandi quantità ed è indicato soprattutto per i bambini e gli anziani, ma è amato anche dagli atleti in quanto bevanda dissetante (a parte le sue benefiche proprietà) grazie al suo elevato contenuto di acqua. Il latte è ricco di calcio e vitamina D (fondamentale per la formazione di ossa e denti), di vitamine del gruppo B e A e contiene tutti gli aminoacidi che servono al nostro organismo per rimanere in buona salute.
Il lattosio è lo zucchero del latte (si trova solo in questo alimento) e il grasso ivi contenuto si differenzia da tutti gli altri grassi poiché risulta utilizzabile in modo efficace dall’organismo e facile da digerire. Molte persone sono intolleranti al latte per la mancanza di un enzima, “il lattosio”, carenza colmabile con il ricorso al latte di soia (latte vegetale), dal sapore gradevole, privo di colesterolo, lattosio e caseina. Questo alimento costituisce quindi una valida alternativa al latte–vaccino e viene promosso dagli specialisti anche per tutti coloro i quali sono a rischio di arteriosclerosi proprio perché i grassi animali in esso contenuti sono presenti in quantità minime.
Il latte, alimento completo
Un litro di latte intero generalmente contiene 35 gr. di proteine, 37grammi di grassi, 45 grammi di zuccheri e 10 gr. di sali minerali. Le benefiche proprietà del latte sono a tutti note, ma questo alimento, come già accennato, è particolarmente indicato per il corretto sviluppo delle ossa e dei denti; inoltre favorisce la coagulazione del sangue e fornisce, specialmente a chi brucia molte calorie, l’energia necessaria per svolgere le attività fisiche. Lattalbumina, caseina e calcio sono le proteine in esso contenute e per quanto riguarda le vitamine, sono in esso presenti la B2, B12 e la A.
Particolare importanza assume la notevole quantità di calcio presente in questa bevanda, facile da assorbire e ben utilizzabile dal nostro organismo. Il fosforo è un altrettanto importante minerale presente nel latte e anch’esso contribuisce alla costruzione e al mantenimento dei denti e delle ossa. Perché il latte è considerato un alimento completo? Perché le sue proteine, rappresentate dalla caseina (80%) e lattalbumina (20%), rappresentano un terzo del fabbisogno medio giornaliero di un individuo. Infine in esso sono anche presenti i carboidrati, sotto forma di lattosio, particolarmente importanti per lo sviluppo del tessuto nervoso nei primi mesi di vita.
Il latte di soia come alternativa al latte vaccino
Il latte di soia, come tutti i prodotti a base vegetale, deve essere rigorosamente biologico perché, in caso contrario, potrebbe contenere soia geneticamente modificata. Questo tipo di latte può rappresentare una valida alternativa al latte vaccino, in particolar modo per tutti coloro che hanno fattori di rischio di arteriosclerosi, perché la soia riduce il colesterolo-LDL. Inoltre alcuni dati riportano che, negli uomini che consumano regolarmente il latte di soia, è stata riscontrata una minore incidenza di tumore alla prostata. Alcuni studi evidenziano anche l’effetto protettivo della soia rispetto ai tumori femminili e ai problemi legati all’osteoporosi, ma ciò è ancora da dimostrare. Il latte vegetale, rispetto al latte vaccino, è meno calorico in quanto presenza un contenuto di grassi molto inferiore rispetto al latte intero e leggermente superiore al latte parzialmente scremato. Esso contiene anche fibre, vitamine A, E, B e minerali: tra questi, il ferro è presente in quantità doppie rispetto al latte vaccino. Infine, il latte di soia è un ottimo alleato del fisico, contro i problemi legati all’ipercolesterolemia.
Differenze tra latte pastorizzato e sterilizzato
Il latte pastorizzato è definito “fresco” e può essere utilizzato fino a 4 giorni dalla data in cui è stato confezionato, a patto però che venga conservato in frigorifero. La pastorizzazione avviene quanto il latte viene sottoposto ad una temperatura compresa tra i 74°C-76,5°C per 16 secondi, e subito dopo raffreddato a 2°C-4°C. La migliore qualità del latte è la confezione che contiene la dicitura “alta qualità” e in questo caso il prodotto contiene 15,5% di sieroproteine non denaturate. Questo tipo di latte è particolarmente “sicuro” e proviene da allevamenti “doc”, inoltre il trattamento al quale viene sottoposto, fa sì che vengano conservate quasi interamente tutte le vitamine e le proteine in esso contenute. Il latte sterilizzato uht (ultra high temperature) invece, può essere utilizzato fino a 90 giorni dalla data di confezionamento, naturalmente chiusa e a temperatura ambiente: una volta aperto, deve essere consumato entro 3 o 4 giorni. La sterilizzazione consiste nel riscaldare il latte a 115-135°C per 15-20 minuti e poi raffreddarlo; dopo questo trattamento il latte può quindi essere conservato per lunghi periodi anche se perde gran parte delle vitamine e proteine.
L’importanza dei fermenti lattici
Opportunamente fermentati, i fermenti lattici, che si trovano nel latte, nei formaggi e nello yogurt, contengono acido lattico, sostanza particolarmente benefica per il nostro organismo. Numerose le sue proprietà: i fermenti lattici favoriscono processi vitali indispensabili per lo sviluppo fisiologico, riordinano la flora batterica intestinale, ostacolando lo sviluppo di molti dannosi microrganismi, prevengono le infezioni intestinali, favoriscono la ricostituzione di una adeguata flora batterica dopo particolari cure assunzioni di antibiotici, migliorano la digestione e il funzionamento dell’intestino, rafforzano le difese immunitarie, producendo immunoglobine, contrastano l'avvelenamento da cibo. Spesso il nostro organismo ha bisogno di riequilibrare la flora batterica intestinale, ma spesso con l’alimentazione quotidiana non ci riusciamo e in questo caso quindi diventa molto efficace il ricorso e l’utilizzo dei fermenti lattici i quali, possiedono anche un alcalinizzante. Infine una importante accortezza: evitare di associare insieme all’assunzione di fermenti lattici, i cibi proteici e quelli dolci: in questo caso i fermenti potrebbero perdere il loro potere.
È vero che il latte fa ingrassare?
Come tutti gli alimenti, il latte fa ingrassare se non viene giustamente inserito in un’alimentazione equilibrata e controllate. Il suo apporto calorico è minimo (130 Kcal) se si tiene presente che il fabbisogno calorico giornaliero per un adulto è di circa 2500 Kcal. Il latte, inoltre, consumato a colazione o come spuntino, è un ottimo alleato contro la fame e può essere sostitutivo di altrettanti piccoli pasti che potrebbero aggiungere inutili calorie. In questo senso quindi il latte non fa ingrassare. Un discorso diverso riguarda i bambini che hanno bisogno del latte per la loro crescita e per i quali il consumo giornaliero di questa bevanda dovrebbe essere di 3 o 4 bicchieri al giorno, consumato in tutte le sue forme: yogurt, frullati, purè, sformati ecc…..
La scoperta americana: un bicchiere di latte in più al giorno e si dimagrisce
La notizia arriva dai ricercatori statunitensi dell’università di San Diego: il calcio (contenuto in grande quantità nel latte, come visto), secondo gli studiosi, aiuterebbe l’organismo a bruciare i grassi, e un bicchiere di latte in più al giorno o il consumo di porzioni medie di formaggio, possono fare la differenza, aiutando a dimagrire senza troppe rinunce alimentari.
L’importanza del calcio nell’alimentazione
Un’alimentazione povera di calcio e quindi di latte e derivati, genera una progressiva riduzione della densità ossea. In particolari situazioni, poi, il mancato o insufficiente apporto di questo minerale è particolarmente dannoso: ciò accade soprattutto in particolari situazioni quali la gravidanza (in cui il calcio è assolutamente indispensabile al feto) e durante la delicata fase dell’allattamento (perché il calcio arriva al neonato attraverso il latte materno). Inoltre le persone anziane ne hanno particolarmente bisogno poiché in questa fase della vita, il processo di l’assorbimento intestinale di questo minerale subisce un rallentamento fisiologico e viene favorita l’insorgenza dell’osteoporosi.