COSMETICI

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COSMETICI

Messaggioda Royalsapphire » 03/03/2015, 18:22



I DANNI DA COSMETICI

Tutte le donne, in un modo o nell’altro, ne sono schiave e i dati riportano che ultimamente anche gli uomini ne fanno largo uso. I cosmetici sono sostanze chimiche o naturali che vengono utilizzate generalmente per “abbellire” il proprio aspetto fisico.
Le donne europee, in particolare, vengono definite “cosmetic addict” e cioè “dipendenti dai cosmetici” anche in virtù del fatto che non accettano l’idea di invecchiare. Secondo un recente studio, condotto su 7.800 donne, è stato reso noto che ognuna utilizza mediamente dai 12 ai 14 prodotti cosmetici al giorno, ognuno dei quali composto da circa 25 ingredienti fra additivi e conservanti; in questo modo, quindi, la pelle viene “stressata” da più di 300 sostanze potenzialmente nocive. Prima di utilizzare qualsiasi tipo di cosmetico, sarebbe opportuno fare un check up della pelle, per prevenire spiacevoli effetti indesiderati e patologie allergiche a volte anche gravi. Bisogna inoltre riservare un’attenzione particolare ai prodotti che vengono utilizzati e controllare attentamente prima dell’uso, la composizione degli elementi di un fondotinta, una crema o un mascara.

Contraffazione di cosmetici
Negli ultimi tre anni (dati: dicembre 2009) i carabinieri hanno sequestrato prodotti cosmetici e agro farmaceutici contraffatti per un totale di circa quasi 50 milioni di euro; a tutela dei consumatori il Comando dei Carabinieri che coordina l'attività dei Nuclei antisofisticazioni e sanità, ha siglato un accordo con Federchimica, (la Federazione Nazionale dell'Industria Chimica) per controllare che i prodotti immessi sul mercato dispongano delle necessarie caratteristiche di sicurezza e trasparenza. L’accordo siglato si sta rivelando molto importante per combattere “gli illeciti” e per arginare un fenomeno che nuoce a volte in maniera molto consistente, alla salute dei consumatori.


Come scegliere i cosmetici
Gli ultimi dati riportano che in Europa, le prime ad essere affette da “bulimia da cosmetici”, sono proprio le italiane. Ma i possibili “danni” da cosmetici sono dietro l’angolo: arrossamenti, pruriti, bruciori e secchezza della pelle sono i sintomi che più facilmente possono insorgere se un prodotto non è di qualità e ciò accade soprattutto quando le sostanze in esso contenute hanno un alto fattore irritativo; in questo caso oltre ai sintomi sopra citati possono insorgere anche gravi dermatiti irritative o da contatto. Ma come scegliere un buon prodotto cosmetico e quali sono le caratteristiche che occorre tener presente quando si acquista? Gli specialisti suggeriscono di osservare alcune semplici regole prima di acquistare qualsiasi prodotto cosmetico: innanzitutto occorre effettuare un check up cutaneo e a seguito del risultato, utilizzare un prodotto compatibile con la propria pelle: a tale proposito oggi ci viene incontro la ecodermatologia, cioè la realizzazione di prodotti compatibili con la pelle e con l'ambiente. In secondo luogo è opportuno leggere bene le etichette dei cosmetici con particolare attenzione all’INCI (International Nomenclature Cosmetic Ingredients) che evidenzia le sostanze che realmente compongono il prodotto e assicurarsi di non essere allergici a qualcuna delle sostanze descritte. Un buon cosmetico per essere definito tale, deve ripristinare il fattore di idratazione naturale (NMF) e deve essere dermatologicamente testato con fragranze ipoallergeniche. Il costo elevato di una crema non ne garantisce affatto la qualità che invece viene conferita dall’accurato lavoro di realizzazione che sta a monte del prodotto. Infine, un cosmetico per essere buono deve avere una certa consistenza e deve dare lucentezza e idratazione alla pelle.

Attenzione al mercurio contenuto nel mascara
L’uso del mercurio nel mascara è dannoso e molto pericoloso per la salute. Il Minnesota è stato il primo Stato americano a vietarne l’impiego come conservante nei cosmetici. I commercianti che continuano a vendere prodotti cosmetici con l’aggiunta intenzionale di mercurio per mantenerne le caratteristiche, oggi rischiano di pagare multe salatissime, che vanno dai 700 dollari per i venditori al dettaglio, ai 10.000 dollari per i produttori che non dichiarano la presenza di mercurio sulle etichette dei prodotti. Gli effetti del mercurio, a lungo termine, sono veramente deleteri per l’organismo: il senatore John Marty, democratico di Roseville che ha proposto il divieto, ha affermato che il mercurio, anche in piccolissime percentuali, provoca seri danni neurologici. Tuttavia, gran parte delle case produttrici di cosmetici inserisce ancora il mercurio in prodotti per gli occhi (mascara e l’eye liner), per conservarli meglio. La legge federale permette la presenza di una percentuale di mercurio non superiore alle sessantacinque particelle su un milione. Tale percentuale, se rispettata, non provocherebbe alcun danno agli occhi. I trucchi per gli occhi che contengono mercurio non causano problemi immediati per la salute, ma il mercurio si accumula nel corpo anche semplicemente se una persona inala un vasetto di crema aperto e ciò potrebbe essere molto dannoso anche per le mamme in attesa: il feto infatti, risentendo di questa sostanza nociva, potrebbe presentare un ridotto sviluppo del cervello. Ecco perché è sconsigliabile l’acquisto di prodotti che contengano mercurio, anche in piccole percentuali, in quanto sostanza nociva per l’organismo, in tutte le sue forme.


In aumento i danni da cosmetici
La Unipro (Associazione Italiana Industrie Cosmetiche) ha evidenziato con forza i rischi per la salute, da parte di coloro che scelgono di utilizzare un prodotto contraffatto ed ha proposto l’istituzione di una Commissione Contraffazione Cosmetici per affrontare concretamente il problema. Secondo i dati dell’Associazione, risulterebbero contraffatti circa il 5% dei dentifrici e il 10% dei profumi attualmente in commercio. Le allergie da contatto sono in vertiginoso aumento perché le case produttrici di prodotti di bellezza, tendono sempre più ad inserire nei cosmetici, sostanze allergizzanti tanto che fino a poco tempo fa la percentuale dei prodotti cosiddetti “pericolosi” si attestava intorno al 4% mentre oggi si è arrivati addirittura al 15%. Attenzione anche alle tinture per i capelli, anche quelle usate dai parrucchieri, perché contengono parafenilendiammina (PPD), una sostanza fortemente irritativa; e ciò vale anche per i prodotti “di marca”. I sintomi più pericolosi? Prurito e arrossamenti sono la spia di un’iniziale allergia, che coinvolgerà maggiormente chi già soffre di eczemi o psoriasi, fino ad arrivare a manifestazioni più consistenti quali gonfiore alle mani e ai piedi e nei casi più gravi, difficoltà di respirazione e shock anafilattico, una reazione allergica che coinvolge tutto l’organismo che, se non curata prontamente, può risultare fatale.

Come riconoscere i cosmetici contraffatti?
Non è facile riconoscere un prodotto contraffatto dalla confezione e la strategia migliore per evitare spiacevoli problemi, è quella di fare molta attenzione su dove acquistare i cosmetici: sono da preferire sempre i negozi specializzati (profumerie, farmacie e parafarmacie) che rappresentano in linea generale “canali sicuri”. Infine il prezzo non deve essere sottovalutato: è quasi scontato che, se un prodotto costa poco, sicuramente sarà di scarsa qualità e in questo senso è opportuno diffidare di tutti quei prodotti per il trucco che si trovano sulle bancarelle dei mercatini rionali.
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COSMETICI

Messaggioda Royalsapphire » 19/03/2015, 14:53



No agli Ogm, no al trattamento con sostanze chimiche derivate dal petrolio, sì all’agricoltura biologica. Sono le nuove regole che determinano il comportamento di moltissimi consumatori in tutto il mondo ma, nonostante quello che si potrebbe pensare a una prima lettura, non riguardano il settore dell’alimentazione, bensì quello della cosmesi. O meglio, della BioEcoCosmesi, una nuova parola che si sta prepotentemente imponendo nei vocabolari di professionisti dell’economia, della cosmetica, del marketing.

CAPIRE IL COSMETICO: COMPOSIZIONE E INGREDIENTI


A cura della Dott.ssa Angiola Falconetti

Cerchiamo di capire meglio come è fatto un cosmetico e quali possono essere le sostanze che lo costituiscono. Gli ingredienti che compongono solitamente un prodotto cosmetico sono molteplici e sono compresi nella lista sotto riportata, suddivisi in classi. In gergo tecnico gli ingredienti cosmetici vengono chiamati materie prime:


1. TENSIOATTIVI
2. EMULSIONANTI E SOLUBILIZZANTI
3. LIPIDI
4. ADDITIVI REOLOGICI E FILMOGENI
5. UMETTANTI
6. ANTIOSSIDANTI E SEQUESTRANTI
7. CONSERVANTI E ANTIMICROBICI
8. COLORI E PIGMENTI
9. AUSILIARI E INTERMEDI
10. SOSTANZE FUNZIONALI (PRINCIPI ATTIVI)

Un ingrediente fondamentale che non è stato elencato, ma è una materia prima anchessa, è l'ACQUA : quasi tutti i cosmetici sono costituiti prevalentemente da acqua, anche fino al 90% della composizione, ed è importante che essa possieda precisi requisiti chimico-fisici e di purezza microbiologica.

_ TENSIOATTIVI : sono ingredienti fondamentali per produrre i tensioliti, cui appartengono shampoo, bagnoschiuma, doccia-schiuma e gli altri cosmetici per la detergenza;
_ EMULSIONANTI e SOLUBILIZZANTI : si ritrovano nelle emulsioni, cioè prodotti formati dalla mescolanza di una fase acquosa ed una oleosa, come creme, latti, balsami;
_ LIPIDI : sono ingredienti fondamentali per le emulsioni e rientrano nella composizione anche di rossetti, stick per labbra ed altri prodotti a base grassa;
_ ADDITIVI REOLOGICI e FILMOGENI : servono a dare al cosmetico la consistenza e la scorrevolezza voluta e sono costituenti fondamentali dei gel.

In tutti i prodotti, poi, sono quasi sempre presenti gli ingredienti che vanno dalla classe 6 alla 10 : che acquistiamo cioè un tensiolita , una emulsione , un idrolita (= a base di acqua, come tonici, dopobarba) o un gel troveremo quasi sempre come ingredienti antiossidanti , conservanti , coloranti (non sempre), ausiliari e soprattutto SOSTANZE FUNZIONALI.
Notare che le sostanze appartenenti a queste classi sono anche quelle che più spesso danno problemi di SENSIBILIZZAZIONE o ALLERGENICITÀ , se si escludono le ipersensibilità individuali a determinate sostanze che possono riguardare ovviamente i componenti di qualunque classe.

Le materie prime possono essere di origine varia: minerale, animale, vegetale o di sintesi; attualmente la maggior parte degli ingredienti cosmetici è di origine sintetica, cioè ottenuta in laboratorio, qualcuna è ricavata dal mondo vegetale o animale e qualcosa infine è di origine minerale. A riguardo, esistono due diverse concezioni formulative:

la scuola AMERICANA che predilige la stabilità, la gradevolezza e leconomicità del prodotto, facendo quindi uso di ingredienti perlopiù di sintesi o minerali;
la scuola EUROPEA, di impostazione più naturalistica.

Negli ultimi 6-7 anni, però, stiamo assistendo ad una progressiva VEGETALIZZAZIONE del cosmetico, nel senso che sempre più fornitori di materie prime propongono sostanze ricavate direttamente dal mondo vegetale o da esso derivate con piccole modifiche di laboratorio, oppure ottenute con metodiche di tipo biotecnologico. Questa tendenza dei mercati è dovuta a più di un motivo:

1. La recente riscoperta e valorizzazione della FITOTERAPIA, con lutilizzo delle piante per la cura di sé in senso lato, quindi anche per la cura del proprio corpo;

2. L'acquisizione che i prodotti di origine minerale (in realtà derivati dal petrolio come vaselina e olio di vaselina: i cosiddetti petrolati ) non sono poi così innocui e sicuri;

3. La messa al bando dei prodotti di origine animale in seguito allo scandalo della mucca pazza e alla paura di trasmissione dellENCEFALOPATIA SPONGIFORME BOVINA (BSE) verso linizio degli anni 90 (ricorderete senzaltro una nota marca che pubblicizzava shampoo al midollo di bue o alla placenta: attivi che hanno senzaltro una notevole funzionalità cosmetica, ma che oggi fanno solo rabbrividire);

4. L'espansione del mercati a dimensioni intercontinentali, che obbliga i ricercatori a formulare prodotti che siano ben accetti anche in paesi dove certe materie prime non sono considerate sicure e dove vengono magari richieste altre garanzie (vd. Giappone e Svezia che non consentono limportazione di cosmetici contenenti determinati conservanti, diffusi invece nei mercati europei e statunitensi).



Tutti questi fattori hanno giocato a favore di una costante richiesta di prodotti di origine vegetale ed hanno condizionato, ovviamente, anche la produzione industriale.
Anche se sono in continuo aumento, quindi, le materie prime derivate dal mondo vegetale per le diverse classi di ingredienti indicate, siamo piuttosto lontani dal poter trovare sul mercato un prodotto integralmente vegetale.
Spesso si parla di cosmesi naturale o di cosmesi a base naturale , intendendo con ciò un prodotto cosmetico che contiene uno o più estratti, ricavati dalle piante: generalmente gli estratti vegetali costituiscono i cosiddetti PRINCIPI ATTIVI o SOSTANZE FUNZIONALI (classe 10), materie prime da sempre utilizzate per la caratterizzazione del prodotto, per dargli cioè una connotazione naturale , vegetale e così via. Ovviamente introdurre nel cosmetico uno o più derivati da piante, pur dandogli una connotazione naturale, non significa ottenere un cosmetico vegetale , in cui tutti gli ingredienti utilizzati sono di origine vegetale.
Infatti la maggior parte delle materie prime è ancora prevalentemente di sintesi , dove cè una disponibilità e una possibilità di scelta enorme per tutte le classi; seguono, in termini di disponibilità, varietà e costi, i prodotti di origine vegetale modificati con piccoli procedimenti chimici; solo il 30% delle materie prime è disponibile in forma completamente vegetale.
Al consumatore non resta che privilegiare i prodotti che vantano una elevata percentuale di componenti di origine naturale, cominciando a prestare una maggiore attenzione a quanto riportato in etichetta .
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COSMETICI

Messaggioda Royalsapphire » 19/03/2015, 14:58



I COSMETICI: QUANTO LI CONOSCIAMO?


A cura della Dott.ssa Angiola Falconetti

Nell'immaginario collettivo cosmetico vuol dire prodotto per il trucco e, spesso, soprattutto per gli uomini, qualcosa che riguarda prevalentemente le donne. Niente di più fuorviante!

Definizioni e legislazione

Ogni giorno ciascuno di noi, uomo o donna, utilizza almeno 7 diversi prodotti. Proviamo a contarli: la mattina ci alziamo e ci laviamo le mani e/o il viso con un sapone/detergente (1), usiamo un dentifricio (1), magari facciamo una doccia (1-2) oppure semplicemente usiamo un detergente intimo (1), mettiamo un deodorante (1), magari una crema (1), c'è chi fa la barba (2) e chi si trucca (2-4..) e infine un profumo prima di uscire (1). Abbiamo utilizzato già almeno 7 prodotti e siamo solo all'inizio della giornata; senza contare poi gel, lacca o fissativo per capelli, salviettine profumate o sapone liquido durante il giorno, prodotti solari se siamo al mare o in montagna, e varie ed eventuali.

Cosmetici, quindi, sono tanti prodotti diversi, che vanno da quelli cosiddetti da toiletries (per la pulizia della persona) a quelli di profumeria, la cosmesi decorativa, i prodotti professionali per parrucchieri, estetiste e saloni di bellezza, i prodotti termali, quelli per la protezione solare, ecc.

Si comprende, quindi, come il settore cosmetico sia uno dei più grossi mercati dei beni di largo consumo: è, infatti, il secondo mercato della chimica, dopo la chimica di base, e l'Italia è il terzo mercato europeo come dimensioni, subito dopo Germania e Francia, con un consumo di circa 7,2 milioni di € (14.000 miliardi di vecchie lire) nel 2000 e un incremento del 50% negli ultimi 10 anni. Un grosso giro d'affari e una tendenza a consumi decisamente in crescita.

Tutto questo richiede una costante attenzione alla qualità del prodotto finito e alla sicurezza di chi ne fa uso, perciò l'Unione Europea, negli ultimi 10 anni, ha emanato Direttive volte a disciplinare meglio il settore, date le pressanti richieste da parte del consumatore di prodotti sempre più sicuri, innocui, ecologici, non sperimentati su animali e di scarso impatto sull'ambiente.

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Da parte di chi opera nel settore e formula un cosmetico occorrono competenze scientifiche a largo raggio, che vanno dalla biochimica alla fisica, anatomia e fisiologia della cute, farmacologia e tossicologia, tecnica di formulazione e conoscenze della normativa vigente in materia cosmetica, per garantire un prodotto di qualità sempre più elevata per un consumatore sempre più attento ed esigente.

In Italia la normativa che disciplina il settore fa riferimento alla Legge n. 713/86 e successive modifiche con Decreto Legislativo n. 126/97, oltre alle norme tecniche sull'idoneità dei locali dell'officina cosmetica, contenute nel Decreto Ministeriale n. 328/87. È utile avere presente a grandi linee cosa dice la normativa sul cosmetico, in modo da sapere cosa ci si può o ci si deve aspettare e cosa, invece, non si può pretendere da un prodotto cosmetico.
I cosmetici sono … le sostanze e le preparazioni, diverse dai medicinali, destinate ad essere applicate sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, denti, organi genitali esterni), oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo, esclusivo o prevalente, di pulirli, profumarli, modificarne laspetto, correggere gli odori corporei, proteggerli o mantenerli in buono stato . (art. 1 -L. 713/86- testo integrato). Inoltre ...i prodotti cosmetici non hanno funzionalità terapeutica e non possono vantare attività terapeutiche (art. 2 -L. 713/86- testo integrato).

Riassumendo, le funzionalità cosmetiche fondamentali comprendono:
DETERGENZA
PROTEZIONE
MANTENIMENTO IN BUONE CONDIZIONI
DEODORAZIONE
PROFUMAZIONE
DECORAZIONE
TRATTAMENTI ESTETICI

E i cosmetici sono destinati ad essere applicati su:
EPIDERMIDE
SECREZIONI DELLE GHIANDOLE SEBACEE E SUDORIFERE
PELI E CAPELLI
UNGHIE
LABBRA
DENTI E CAVO ORALE
MUCOSE ESTERNE FEMMINILI E MASCHILI

La legge fornisce quindi un elenco indicativo dei prodotti che si possono considerare cosmetici.
In definitiva tutte le funzionalità e le azioni svolte dal cosmetico non dovrebbero superare il limite della giunzione dermo-epidermica quella sottile linea di demarcazione e congiungimento tra lo strato profondo (il derma) e quello più superficiale (epidermide) della nostra pelle.

In realtà il nostro organismo non funziona a compartimenti stagni: l'epidermide non è strutturalmente isolabile dal derma se non per comodità descrittive e didattiche e pretendere che qualcosa applicata sulla superficie cutanea resti lì e non vada ulteriormente in profondità è, probabilmente, solo una questione di comodo per chi deve spartirsi fette di mercato ed individuare settori di competenza professionale, definendo chi può fare la tal cosa e chi non può vendere la tal'altra.
Tantè vero che un neologismo che probabilmente entrerà ben presto nell'uso comune e nella futura concezione di questi prodotti è quello di cosmeceutico, cioè un cosmetico che avrà sempre più una funzionalità farmaceutica. Al momento questa funzionalità è riservata a pochi formulati ad uso topico (cioè esterno, locale), che sono di esclusiva pertinenza medico-sanitaria, come quelli contenenti estrogeni o acido retinoico, il cui utilizzo è vietato in un prodotto cosmetico.
Sta di fatto comunque che, a norma di legge, un cosmetico non può vantare, né si può pretendere che abbia azioni terapeutiche, curative e quindi azioni a livello sistemico, globale sull'organismo umano.
È interessante, a tal proposito, fare un breve accenno alla questione della cellulite che, come si sa, è una vera e propria patologia, oltre che un inestetismo, tant'è che la definizione medica è Pannicolopatia Edemato-Fibrosclerotica (PEF) o liposclerosi (coniata nel 1983), perché la formazione tipica è un nodulo di cellule adipose degenerate, circondato da tessuto sclerotico e poco irrorato. Tuttavia, siccome la liposclerosi progredisce per stadi di gravità crescente, il cosmetico può intervenire sui primi stadi, tentando di bloccare la progressione della degenerazione tissutale e come coadiuvante nel trattamento della patologia.
Alcuni principi attivi utilizzati nei cosmetici peraltro superano la barriere dermo-epidermica e hanno uninfluenza sull'organismo.

IPPOCASTANO, RUSCO, CENTELLA ASIATICA, EDERA, MIRTILLO NERO

Sembra che i principi attivi contenuti in queste piante intervengano sul riassorbimento degli edemi, ristabilendo la permeabilità vasale e impedendo la fuoriuscita di essudato dai capillari dermici: un intervento, come si comprende, che va ben aldilà della suddetta giunzione dermo-epidermica.
La questione, quindi, resta aperta:
E ammissibile un utilizzo cosmetico (anche a base di piante) i cui principi funzionali agiscono a tali profondità?
E ammissibile purché venga dato al prodotto un taglio squisitamente cosmetico e non terapeutico: nessuna pretesa, insomma, di risolvere il problema, ma forse un piccolo contributo ed un modo per prendersi cura di sé e del proprio corpo.
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COSMETICI

Messaggioda Royalsapphire » 19/03/2015, 14:59



I COSMETICI NATURALI

Come per la medicina si sono recentemente affermate diverse medicine alternative (la fitoterapia, l'aromaterapia, la gemmoterapia, ecc.), così per la cosmesi si sono realizzate differenziazioni sempre più numerose, con diversa e ben dimostrata validità (fitocosmesi, aromacosmesi, gemmocosmesi, ecc.), con un ritorno sia nel primo che nel secondo caso ai trattamenti con prodotti naturali.

Fattori di preferenza, in questo senso, sono l'innocuità cutanea e fisiologica, il desiderio di ritornare alla natura, la pubblicità, purtroppo talvolta fallace, sulle diverse funzionalità delle preparazioni e via dicendo. A ciò si aggiunge anche una conoscenza più approfondita e consapevole da parte delle consumatrici sui trattamenti estetici e sull'inserimento relativamente recente in essi dei prodotti naturali.

E' stato soltanto negli ultimi cinquant'anni che la cosmesi ha subito profonde modifiche, passando da empirica a razionale ed avvalendosi dei prodotti di sintesi chimica. Nel contempo però, col concorso delle nuove conoscenze apportate dalla dermatologia, dalla fisiologia cutanea, dalla chimica e dal metodo sperimentale, si è trasformata in una vera e propria scienza cosmetica .

E' proprio sulla base dei notevolissimi progressi fatti, che la dermocosmesi e tutti i preparati cosmetici del passato devono essere riveduti e corretti sul filo della loro effettiva funzionalità, della loro innocuità cutanea e farmacologica, della loro migliore costituzione e, nel caso di prodotti commerciali, della loro conservabilità, del loro complesso organolettico e della loro carica in microrganismi.

Si deve subito premettere che i cosmetici naturali non intendono contrastare o soppiantare quelli a base di soli prodotti chimici (da un centinaio di materie prime conosciute negli anni 40 siamo passati oggi a più di 30.000), ma semplicemente svolgere un ruolo complementare ed affiancarli nella pratica quotidiana della donna, dalle casalinghe alle estetiste, spesso con indubbi vantaggi funzionali ed economici.

GLI ECCIPIENTI NATURALI

Sono prodotti per lo più neutri o leggermente acidi che servono di supporto e per veicolare estratti attivi e funzionali di piante od organi animali. Sono ottimi eccipienti tutte le polpe di frutta e verdura (che hanno anche una loro funzione specifica), lo yogurt, le cagliate, il latte, il frullato di uova, le farine di cereali e di legumi trasformate,con aggiunta di acqua, in creme semifluide, il miele e via dicendo. Già questi prodotti, tutti ortodermici, hanno una buona azione cutanea emolliente ed idratante ma, se addizionati con estratti fluidi o con altri estratti attivi cosmetici, possono diventare dei veri e propri cosmetici funzionali naturali, con una varietà di composizione e di applicazioni a seconda delle capacità e creatività delle preparatrici.

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LE POLPE E I SUCCHI DI FRUTTA E VERDURE

I primi prodotti della natura studiati trent'anni fa, quando i derivati vegetali erano del tutto dimenticati nelle preparazioni cosmetiche (si facevano creme di cetriolo e di pesca con il solo odore ed il colore trascurando il resto), furono i succhi di frutta e verdura, con le relative polpe omogenate. Fortemente avversati alla loro presentazione (Parigi 1952), costituiscono oggi materie prime naturali di normale impiego cosmetologico. Ad esempio, si sono sperimentate valide l'azione emolliente della banana, dell'albicocca, della pesca; l'azione astringente e schiarente dei succhi di arancia e di limone (a metà diluito con acqua), del pompelmo, della fragola, del lampone; l'azione disarrossante del cetriolo, della melanzana, della lattuga e della zucca; l'azione eudermica della carota, del pomodoro, degli spinaci e via dicendo. Le applicazioni estetiche dei succhi o degli omogenati venivano fatte o direttamente o in preparati addizionati del 3% di glicerina o con copertura di compresse umide, sempre con risultati positivi. Da ricordare i succhi di piante grasse (ad azione idratante) quale il fico d'India, ad es., di aloe (ad azione bioattiva), ecc..

LE ERBE

Le piante officinali e quelle della dermocosmesi sono materie prime cosmetiche di cui ci si occupa ormai da molti anni. Sono stati perfezionati metodi di estrazione integrale per avere a disposizione i fitocomplessi attivi, sia lipo che idrosolubili, delle piante. Esse possono essere usate tal quali (omogenati o contusi delle parti attive per uso diretto con aggiunta di acqua o latte od oli) o attraverso i loro estratti fluidi reperibili in commercio, che si aggiungono agli eccipienti base già citati. Qui si possono citare tutte le piante fitocosmetiche: rinforzanti vasali quali il rusco radice, i frutti del mirtillo e dell'ippocastano, le foglie del gingko, ecc.; emollienti quali la malva, l'altea, il verbasco, la borragine, la farfara; stimolanti come la lavanda, il timo, la salvia, il ginepro, il rosmarino, la santoreggia; bioattivanti quali il luppolo, la calendula, la carota ed i pigmenti della buccia d'arancia; astringenti quali la quercia, il castagno, il nocciolo, la noce, l'amamelide, il mirtillo foglie; capillari (alloro, china, capuccina), ecc.. Il mondo delle piante utili per la cosmetica è ricco di specie ancora poco note da noi, ma conosciute e molto usate nei rispettivi paesi in cui esse crescono allo stato spontaneo. Alcune di queste costituiscono, anzi, l'unico cosmetico di certi paesi (così la Murraja exotica per la Birmania, la Butea superba per la Malesia, la Pueraria mirifica per la Tailandia interna). Si ricordano gli studi fatti sul Gingko biloba della Cina, sulla Centella Asiatica del Madagascar e sull'olio di Melia azadiracta dell'India.

Come già detto, la preparazione di creme e di latti con gli estratti di queste piante è molto semplice: si aggiunge l'estratto che si desidera nella giusta dose dell'eccipiente-base scelto ed in frullatore si agita omogenando il prodotto. Questi prodotti, preparati estemporaneamente, hanno una durata di conservabilità limitata (si possono conservare per qualche giorno in frigorifero)..

GLI OLI ESSENZIALI O ESSENZE

Si ottengono per distillazione delle piante aromatiche, ricavando così una separazione della pasta volatile distillabile da quella fissa non volatile. Questi oli eterei vengono diluiti in solventi rari ed applicati in estetica a seconda della loro funzionalità e delle loro proprietà. Così, per depurare antisetticamente a fondo la pelle; si usano il timo, la lavanda, la santoreggia; per dare un senso di fresco, la menta; contro le scottature, l'iperico in oleolito; per la pelle grassa, le essenze di maggiorana, cipresso, issopo; per le aride, quelle si sandalo, mirto, malvarosa; per le pallide, l'elicriso, la verbena, il limone; per le eritrosiche, il millefoglio, camomilla, sandalo; per le senescenti, la malvarosa, il basilico, la rosa.

I DETERGENTI VEGETALI

E' questo un argomento, ben poco noto ed applicato, data l'enorme pubblicità che sottolinea quelli di sintesi. Eppure molte popolazioni del mondo (specialmente quelle primitive) si servono unicamente di essi. La polpa di banana e il passato di mele cotte sono già due detergenti naturali ottimi, agendo elettrostaticamente sullo sporco (di segno positivo), mentre i tensioattivi, per lo più disortodermici, agiscono in senso chimico-fisico delipidizzando troppo pelle e capelli. Ecco tre ricette di cosmetici naturali detergenti: crema aggrumata, preparata a partire dalle bucce di arancia o limone; latte di mandorle dolci; gelatina di cotogno e polvere di pulizia a base di saponaria. Nel primo caso agiscono le pectine dell'albero delle bucce; nel secondo l'olio e le emicellulose della mandorla; nel terzo le mucillagini; nel quarto le saponine della radice. Anche la polpa della papaia, quella della manioca e della patata, le farine cotte di semi di lino, di legumi e le gelatine di farina di semi di carrube hanno un potere detergente notevole.

LA GEMMOCOSMESI

Si ottengono, in senso restitutivo e bioattivante, ottimi risultati con l'uso di macerati glicerici. I semi germinati e le fitostimoline entrano indirettamente in questa sezione particolare della fitocosmesi e la sperimentazioni fatte su questi prodotti sono state soddisfacenti.

CONCLUSIONI

Si potrebbe qui parlare a lungo di preparazioni per impieghi estetistici particolari (fiordaliso, veronica o rosa per colliri oftalmici; ratania ed iris rizoma per dentifrici; fitolacca, farina di legno di panams o di quillaia o di saponaria per gli shampooings; maschere di bellezza calmanti con millefoglio; stimolanti con melissa o santoreggia o maggiorana; lozione astringente con succo di limone; crema schiarente con omogenato di frutti di rosa canina; peelings con estratto di foglie di rose e via dicendo), ma finiremmo per essere molto prolissi.

In definitiva i principali tipi di cosmetici per la bellezza e per la salute della pelle possono essere preparati in molte varianti utilizzando i prodotti naturali. Sui prodotti chimici essi hanno il vantaggio di essere preelaborati dalla vita e di essere quindi più dermoaffini, il che spiega la scarsa insorgenza di sensibilizzazioni e di irritazioni quando siano rispettate le dosi, le modalità di preparazione e quelle di somministrazione.
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COSMETICI

Messaggioda Royalsapphire » 19/03/2015, 15:02



PRINCIPI ATTIVI DI ORIGINE VEGETALE IN COSMETICI ANTI-AGEING


A cura della Dott.ssa Angiola Falconetti

La prevenzione dell'invecchiamento cutaneo è uno dei più attuali ed interessanti temi di ricerca della moderna cosmetologia. L'obiettivo è lo sviluppo di cosmetici anti-invecchiamento (anti-ageing in inglese) in grado di contrastare la formazione e la comparsa dei tipici segni della senescenza a livello della pelle. Ottenere questo obiettivo con l'utilizzo di principi attivi di origine vegetale aggiunge "valore" al prodotto, rendendolo più vicino alle tendenze di mercato, cioè alle esigenze dei consumatori, e limitando gli effetti collaterali.

I segni dell'invecchiamento

L'invecchiamento cutaneo si manifesta con uno o più dei seguenti segni:

comparsa di micro-rughe
secchezza cutanea
perdita di elasticità della pelle
ipercheratosi (l'ispessimento dello strato superficiale della pelle)
macchie iperpigmentate (le tipiche macchie di colore più scuro, dette anche, con un'espressione piuttosto infelice: "fiori di cimitero")

Le attività anti-invecchiamento

Per svolgere un'attività anti-invecchiamento un cosmetico deve perciò agire a differenti livelli; quanti più aspetti coinvolgerà, tanto più efficace e completa ne risulterà la sua azione anti-ageing. Un cosmetico con funzionalità anti-ageing potrà quindi intervenire:

sull'idratazione degli strati profondi e superficiali della pelle, riducendo la perdita di acqua e restituendo turgore alla nostra cute;
riducendo lo spessore dello strato più esterno (strato corneo) e restituendo elasticità alla pelle; quindi con un piccolo effetto lifting;
sul microcircolo, aumentando la capacità dei capillari sottocutanei di nutrire i tessuti circostanti, mantenendoli "giovani";
prevenendo o riducendo l'azione dannosa dei radicali liberi sulla pelle, generati da vari fattori, quali raggi solari, stress ambientali, farmaci, fumo ecc.

Tra tutte, l'azione anti-radicali liberi è la proprietà anti-ageing per eccellenza, la principale e più specifica e quella su cui, solitamente, si concentrano i formulatori che realizzano cosmetici specifici per questo aspetto.

I radicali liberi

Sono specie chimiche molto instabili e reattive che possiedono una vita brevissima, a volte frazioni di secondo, e agiscono aggressivamente nei confronti delle molecole circostanti, ivi comprese quelle biologiche, degradandole. Un eccesso di radicali liberi determina reazioni a catena, che cominciano a demolire la membrana delle cellule più superficiali della nostra pelle (la principale difesa tra il nostro organismo e l'ambiente esterno) e man mano arrivano a danneggiare strutture profonde delle cellule (DNA e altre macromolecole). Una volta danneggiate queste strutture, le cellule della pelle non sono più in grado di produrre collagene o fibre elastiche, con conseguenze irreversibili sull'elasticità e sul tono della nostra cute. Il nostro organismo dispone di alcuni sistemi di difesa per neutralizzare l'effetto dei radicali liberi, ma spesso il nostro stile di vita (ad esempio il fumo, un'alimentazione troppo ricca di grassi e additivi, stress e inquinamento) ci espone ad un'azione più aggressiva e dannosa di queste molecole, accelerando il normale fenomeno dell'invecchiamento.

È chiaro, quindi, come sia opportuno far fronte a queste aggressioni alla salute del nostro organismo, anche con prodotti cosmetici che aiutino la nostra pelle a difendersi meglio. L'applicazione locale di sostanze antiossidanti può infatti limitare il danneggiamento delle cellule cutanee, prevenendo così la perdita delle caratteristiche della pelle giovane.

Principi attivi naturali

La tendenza del mercato cosmetico, negli ultimi anni, è verso prodotti di origine naturale e vegetale ed in commercio le proposte sono numerose e diversificate. Anche se difficilmente troveremo un cosmetico "pensato" interamente con ingredienti naturali, sempre più facilmente possiamo trovare sostanze attive di origine vegetale nella sua composizione e soprattutto nella composizione di un cosmetico anti-ageing.

Le piante che possiedono proprietà utili alla cosmesi, per formulare prodotti anti-invecchiamento ed in particolare anti-radicali liberi, sono molte. Esamineremo le caratteristiche delle principali, alcune già note e molto diffuse, altre meno conosciute, ma molto interessanti, mettendo in evidenza i principi attivi contenuti, che prevengono la perdita delle caratteristiche della pelle giovane.

L'uva rossa VITIS VINIFERA

Nei semi dell'uva rossa (Vitis vinifera) sono contenute le Proantocianidine, molecole che possiedono un'interessante proprietà: sono dei radical scavenger, in grado, cioè, di "catturare" i radicali liberi neutralizzandoli e rendendoli non più dannosi per le cellule del nostro organismo. Le proantocianidine stanno richiamando l'attenzione di molti ricercatori, che le considerano uno dei gruppi più interessanti tra gli antiossidanti di origine vegetale, anche 15-30 volte più efficaci della vitamina E e degli altri antiossidanti classici.

Il mirtillo nero VACCINIUM MYRTILLUS
I semi di mirtillo nero (Vaccinium myrtillus) contengono due tipi di molecole utili per la nostra pelle: un'elevata percentuale di Acidi Grassi Essenziali, che vanno ad integrare i lipidi delle cellule epidermiche, per vari motivi danneggiati, e i Tocoferoli, appartenenti alla famiglia della Vitamina E, noti per le proprietà antiossidanti.

La soia GLYCINE MAX

La soia (Glycine max) è divenuta molto popolare negli ultimi tempi, grazie al contenuto di alcune sostanze dalle proprietà simili agli estrogeni, gli Isoflavoni. La loro attività ha molteplici effetti anche sull'invecchiamento cutaneo: previene la formazione delle macchie cutanee, rinforza e rende più compatto il tessuto profondo della pelle, il derma, stimolando la sintesi di collagene e riducendo lo sviluppo del tessuto adiposo sottocutaneo.

L'olivello spinoso HIPPOPHAE RHAMNOIDES
Le bacche dell'Olivello spinoso (Hippophae rhamnoides) contengono dosi molto elevate di Acidi Grassi Essenziali, costituenti della pelle. Molto ricchi anche in Carotenoidi, gli estratti di Olivello spinoso possono svolgere complessivamente un'attività protettiva nei confronti dei raggi ultravioletti, antiossidante e coadiuvante nella microcircolazione e nella rigenerazione epiteliale.


Il ribes nero RIBES NIGRUM
I semi di Ribes nero (Ribes nigrum) contengono Acidi Grassi Polinsaturi in quantità fisiologicamente bilanciate, ottimali per l'equilibrio della nostra pelle. Gli estratti di ribes svolgono una notevole azione idratante; combinati poi con i Tocoferoli, dalle proprietà antiossidanti, possiedono una funzionalità anti-invecchiamento nei confronti della pelle.

Il cardo mariano SILYBUM MARIANUM
Molto interessante è il frutto del Cardo mariano (Silybum marianum), che contiene Silimarina, un complesso di sostanze tra cui oli essenziali, lipidi, zuccheri, vitamine C, E, K e flavonoidi. L'azione protettiva di silimarina sembra esercitarsi principalmente sulla membrana cellulare, sia proteggendone direttamente i componenti, sia con un effetto antiossidante: la silimarina, infatti, è considerata un antiossidante in grado di reagire con numerosi radicali liberi, formando composti più stabili e meno reattivi.
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COSMETICI

Messaggioda Royalsapphire » 19/03/2015, 15:11



SCEGLIERE IL COSMETICO: COME LEGGERE LETICHETTA


A cura della Dott.ssa Angiola Falconetti

Al consumatore/consumatrice che voglia sapere cosa compra, quando acquista un cosmetico, mancano spesso gli strumenti utili per decifrare quello strano linguaggio riportato sul retro di tutte le confezioni dei prodotti di bellezza in commercio. Una maggiore conoscenza ed attenzione all'etichetta aiuterebbe a fare scelte più consapevoli, a prevenire eventuali inconvenienti e a darci la sensazione di aver speso con intelligenza i nostri soldi.

Diamo, quindi, uno sguardo all'etichetta di un cosmetico, per cercare di capire quali sono gli ingredienti utilizzati e le quantità contenute nel prodotto che applicheremo sulla nostra pelle. Con la Direttiva CEE del 93, recepita in Italia nel 97, è stata resa obbligatoria, da parte di tutti i paesi dellUE produttori, ma anche importatori di cosmetici, l'indicazione di tutti i componenti di un prodotto finito, per una maggiore trasparenza e a tutela del consumatore. Ciononostante, non è affatto facile, per i non addetti ai lavori, capire cosa è contenuto in esso e tanto meno le concentrazioni degli ingredienti.

Proviamo comunque a dare qualche elemento di interpretazione utile, per chi non sapesse già come si legge letichetta dei cosiddetti Ingredients, posta sul retro della confezione oppure sul foglietto esplicativo. Le varie e numerose componenti del prodotto cosmetico finito vengono scritte secondo un linguaggio internazionale, detto INCI (acronimo che sta per INTERNATIONAL NOMENCLATURE COSMETIC INGREDIENTS ), unico per tutti i paesi della UE (ma leggermente diverso, ad esempio, da quello americano). Questa nomenclatura contiene alcuni termini in latino, la maggior parte in inglese, terminologie tecniche varie (ad esempio di tipo chimico) numeri ed altri simboli. Un insieme, quindi, piuttosto diversificato e disomogeneo di termini in cui bisogna sapersi destreggiare un po', per comprendere cosa utilizziamo. I derivati vegetali, ad esempio, vengono riportati con il nome botanico secondo Linneo (quindi in latino) della pianta da cui sono stati estratti. Molti ingredienti chimici vengono indicati con il nome inglese; i coloranti con un numero che fa riferimento ad un elenco di sostanze chimiche ben catalogate e identificate ciascuna con un numero differente.

A) Esempio di formula riportata sulletichetta di una MASCHERA PER IL VISO IN GEL Etichetta cosmetica - INCI Name
Elenco ingredienti in ordine decrescente di concentrazione fino all1%, poi in ordine sparso:
-> AQUA
-> CHAMOMILLA RECUTITA, ROSA CENTIFOLIA, MALVA SILVESTRIS, CALENDULA OFFICINALIS, TILIA VULGARIS = I derivati vegetali in latino (secondo Linneo con funzione decongestionante, rinfrescante)
-> PROPYLENE GLYCOL = Solvente ed umettante (che trattiene acqua)
-> IMIDAZOLIDINYL UREA = Conservante
-> PARFUM: Nome generico per composti odorosi ed aromatizzanti
-> HYDROXYETHYLCELLULOSE = Modificatori reologici (della viscosità, ovvero della scorrevolezza) e corpi di consistenza
-> EDTA = Agente chelante (che cattura eventuali particelle metalliche)
-> C.I. 75810 = Colorante

B) Esempio di formula riportata sull'etichetta di una CREMA PER IL VISO IDRATANTE/ANTI-AGEING, IN EMULSIONE
Etichetta cosmetica - INCI Name
Elenco ingredienti in ordine decrescente di concentrazione fino all'1%, poi in ordine sparso:
-> AQUA
-> CYCLOMETHICONE CETYL ALCOHOL, GLYCERYL STEARATE, PEG-40 STEARATE, STEARIC ACID, PARAFFIN = Costituenti dell'emulsione
-> VITIS VINIFERA, RIBES NIGRUM, VACCINIUM MYRTILLUS, ALOE VERA, SILYBUM MARIANUM = I derivati vegetali in latino (secondo Linneo) con funzione idratante o anti-ageing
-> RETINYL PALMITATE = Sostanza funzionale con attività antiossidante
-> HYDROLYZED SOY PROTEIN = Derivati vegetali modificati chimicamente, in inglese
-> DIAZOLIDINYL UREA, METHYLPARABEN, PROPRYLPARABEN, DISODIUM EDTA = Conservanti
-> PARFUM= Nome generico per composti odorosi e aromatizzanti
-> C.I. 75810 = Colorante


C) Etichetta cosmetica - INCI Name
Esempio di formula riportata sull'etichetta di uno SHAMPOO
Elenco ingredienti in ordine decrescente di concentrazione fino all'1%, poi in ordine sparso:
-> AQUA
-> SODIUM LAURETH SULFATE, SODIUM MYRETH SULFATE, COCAMIDOPROPYL BETAINE, COCAMIDE DEA = Sostanze detergenti (tensioattivi)
-> POLYQUATERNIUM-7, POLYQUATERNIUM-6 = Sostanze condizionanti
-> URTICA DIOICA, CALENDULA OFFICINALIS = I derivati vegetali in latino (secondo Linneo)
-> IMIDAZOLIDINYL UREA, CITRIC ACID = Conservanti
-> PARFUM/AROMA = Nome generico per composti odorosi e aromatizzanti
-> C.I. 75810 = Colorante



I nomi dei vari ingredienti vengono riportati in etichetta seguendo un ordine che tiene conto della percentuale inserita nel cosmetico, cioè per concentrazione decrescente: l'ingrediente più abbondante nei cosmetici è quasi sempre l'acqua, che nella nomenclatura INCI si scrive in latino aqua, ed infatti la ritroviamo quasi sempre in prima posizione.
Seguono poi tutti gli altri, in base alla rispettiva concentrazione fino a raggiungere l'1%. Al di sotto di questa percentuale, i vari componenti possono essere indicati in ordine sparso, seguendo il criterio che più piace al produttore.
Se quindi è chiaro che prima troviamo scritto un ingrediente nell'elenco, maggiore sarà la sua concentrazione nel prodotto, non è altrettanto chiaro e facile stabilirne la quantità esatta. Questo ovviamente tutela il produttore dalla possibilità che la formula venga copiata con facilità, a discapito tuttavia della comprensibilità del contenuto del prodotto.
Prendiamo quindi l'etichetta reale di un prodotto in commercio, in particolare di una crema che vanta proprietà tonificante e anti-rughe:
INGREDIENTS:

AQUA
CAPRILIC/CAPRIC TRIGLYCERIDE
CETEARYL ALCOHOL
C12-15 ALKYL BENZOATE
GLYCERIN
CETEARYL GLUCOSIDE
PANAX GINSENG
SILYBUM MARIANUM
CALENDULA OFFICINALIS
ACACIA SENEGALENSIS
DAUCUS CAROTA
TOCOPHERYL ACETATE
DIMETHICONE
POTASSIUM CETYL PHOSPHATE
PROPYLENE GLYCOL
THYMUS EXTRACT
PEG-60 HYDROGENATED CASTOR OIL
ALCOHOL DENATUR.
ETHYL LINOLEATE
POLYEACRYLAMIDE
IMIDAZOLIDINYL UREA
CARAMEL
RETINYL PALMITATE
C13-14 ISOPARAFFIN
ZEA MAYS
DISODIUM EDTA
ASCORBYL PALMITATE
LAURETH-7
PARAFFINUM LIQUIDUM
LECITHIN
METHYLCHLOROISOTHIAZOLINONE
METHYLISOTHIAZOLINONE
SODIUM HYALURONATE
PARFUM

Anche se siamo in grado di riconoscere nei primi ingredienti i costituenti dell'emulsione, poi i derivati vegetali che influiscono sull'efficacia del prodotto, di seguito sia sostanze funzionali che strutturali, poi i conservanti ed infine il profumo, in realtà possiamo solo intuire le quantità relative dei vari ingredienti, mentre è del tutto impossibile sapere in che percentuale sono stati utilizzati. Considerando, inoltre, che sotto la soglia dell'1% il produttore può indicare gli ingredienti in ordine sparso, non è detto che l'estratto di calendula (calendula officinalis ) o di carota (daucus carota ) nella nostra crema anti-rughe siano in concentrazione superiore al profumo, che è l'ultimo della lista e generalmente usato in percentuali molto basse, circa 0,1-0,5%.

In questo mare magnum di nomi e quantità, tuttavia, può essere utile avere qualche punto di riferimento: la glicerina , ad esempio, umettante che serve a trattenere l'acqua libera del cosmetico sottraendola ai dannosi microrganismi, ha una soglia massima generalmente del 2-3%. Il tocopheryl acetate (vitamina E), che protegge il cosmetico contro l'ossidazione, solitamente non viene utilizzato in percentuali superiori allo 0,75%; nel nostro esempio lo troviamo in posizione piuttosto alta, eppure siamo già al di sotto dell'1%... L'edta , che serve a bloccare eventuali ioni metallici che ossiderebbero il cosmetico, viene inserito alla percentuale di 0,1. Gli estratti vegetali generalmente vengono inseriti in concentrazioni variabili tra lo 0.2 e il 2-3%, più basse nei prodotti per la detergenza (shampoo, bagnoschiuma, ecc.). In ogni caso l'efficacia vantata dal prodotto finito non è sempre attribuibile alle sostanze funzionali o principi attivi: anche se questi ultimi sono presenti in concentrazioni oggettivamente basse, la funzionalità del cosmetico va valutata nel suo insieme. Non va sottovalutato, infatti, il ruolo che giocano anche le componenti strutturali, cioè gli ingredienti base del cosmetico.Infine l'etichetta di un cosmetico è importante anche per poter individuare, in caso di reazioni allergiche da contatto, quali possono essere gli ingredienti responsabili, tutelandoci, per un futuro acquisto, da inconvenienti analoghi.
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COSMETICI

Messaggioda Royalsapphire » 19/03/2015, 15:12



I COSMECEUTICI

Il termine “cosmeceutical ” – cosmeceutico , in italiano – è stato coniato dal dermatologo americano Albert Kligman agli inizi degli anni ’80 per indicare quel tipo di prodotto cosmetico che, per la sua composizione, non è classificabile come farmaco pur essendo a base di principi fortemente attivi in grado di penetrare la parte superficiale dell’epidermide.
Nonostante la loro diffusione, i cosmeceutici non sono stati ancora definiti sotto il profilo scientifico e normativo, persistendo una ambiguità di fondo rispetto alla legislazione in vigore sulla definizione dei prodotti cosmetici. Secondo l’articolo 1 della legge 713/81, “per prodotti cosmetici si intendono sostanze e preparazioni diverse dai medicinali, destinate ad essere applicate sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni), oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo, esclusivo o prevalente, di pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto, correggere gli odori corporei, proteggerli o mantenerli in buono stato .”
All’art. 2 della legge, si afferma quindi che “i prodotti cosmetici non hanno finalità terapeutiche e non possono vantare attività terapeutiche”.
Nel rispetto della legislazione vigente, dunque, i prodotti cosiddetti cosmeceutici dovrebbero rientrare nella categoria dei farmaci e come tali soggetti a delle norme precise che vanno dall’approvazione del Ministero della Salute all’obbligatorietà della prescrizione medica su ricetta non ripetibile fino alla distribuzione attraverso le farmacie. Eppure le stesse sostanze contenute all’interno dei cosmeceutici venduti in farmacia si possono ritrovare in prodotti cosmetici venduti nelle normali profumerie. I casi, in questo senso, sono molteplici: uno per tutti, il Retinolo che nella sua forma alcolica coincide con la Vitamina A e che può svolgere funzioni cosmetiche; lo stesso Retinolo , nella sua forma acida (acido retinoico ) è un farmaco a tutti gli effetti, spesso presente nelle creme dermatologiche.
In attesa che venga definito correttamente il confine tra cosmetico e farmaco, ci si deve affidare attualmente al buon senso e alla correttezza delle case produttrici che devono garantire l’assoluta sicurezza ed efficacia dei prodotti che non debbono mai interferire con la struttura e le funzioni del corpo e i cui principi attivi devono essere presenti in dosi scientificamente controllati. Deve essere inoltre chiaro che i cosmeceutici possono e debbono intervenire sugli inestetismi della pelle e non per curare e guarire delle malattie cutanee.


Tra i principi attivi non classificati come medicinali presenti nelle formulazioni cosmetiche ci sono l’urea , gli alfa e i beta idrossiadici e, come si è detto, il retinolo ; la presenza degli uni o degli altri dipenderà dal tipo di inestetismo dermatologico da affrontare.
Gli alfa e beta idrossiaci possiedono proprietà antixerosiche, cheratoplastiche e leviganti, ciò che li rende efficaci nei casi di aridità e di ispessimento dell’epidermide, soprattutto del viso.
L’urea e il retinolo sono alla base dei cosmeceutici usati nel trattamento dell’invecchiamento cutaneo. Altri principi attivi con potere antiossidante sono l’acido lipoico e il Dimetil Ammino Etanolo (DMAE): il primo potenzia l’azione delle vitamine antiradicali, contrastando quindi i danni causati dai radicali liberi: il secondo, potenzia e stabilizza la membrana cellulare donando tonicità alla pelle, che si manterrà più giovane grazie anche ad una azione di contrasto della degenerazione del collagene. Buoni risultati si possono raggiungere anche con l’associazione tra i due principi.

La forte azione esercitata dai principi presenti all’interno dei cosmeceutici, aldilà dell’obbligo della prescrizione, induce a suggerire il loro uso a seguito di segnalazione da parte di un medico che conosca sia la dermatologia che la cosmetologia e che possa individuare e segnalare eventuali intolleranze.
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