Dipendenza affettiva. Spigatemela a parole vostre.

Questo forum offre uno spazio sicuro ad alcolisti e famiglie di alcolisti per sfogare liberamente le proprie emozioni e raccontare la propria storia. È un'opportunità importante per riuscire a togliersi la maschera e unpeso dalle spalle.
È un forum dedicato anche ai disturbi psicosomatici e a chi è affetto da deficit dell'attenzione.

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Messaggioda Net » 17/08/2018, 12:20



Leggo molto spesso di questo tipo di dipendenza. Qualcosina me la sono andata leggero per conto mio, ma, mi interesserebbe capirla, per quanto possibile, dalle parole di qualcuno che l’ha. Vorrei capire come funziona, cosa si sente. Merci
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Quando colui che ascolta non capisce colui che parla, e colui che parla non sa cosa stia dicendo: questa è filosofia. (Voltaire)
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Messaggioda Net » 17/08/2018, 13:08



Ah, PS; La dipendenza affettiva può avere qualcosa a che vedere con la paura di rimanere “soli”?
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Messaggioda Buntaro Mori » 17/08/2018, 13:30



Io credo di esserne stato vittima, anche se forse ha giocato un ruolo fondamentale l'età nella mia esperienza. Nel mio caso credo che sia dipesa proprio dalla paura della solitudine, o meglio, questo è stato il motivo per cui, anche se sapessi che con la mia ex ragazza non poteva funzionare, non la lasciai.
Quando la conobbi ebbe una forte influenza su di me perchè da lei venivo sempre ignorato e maltrattato, quindi quando riuscivo a strapparle attenzioni era sempre una vittoria, ciò dimostra che fin dagli albori nel nostro rapporto c'era qualcosa che potrei definire malato. Col tempo però peggiorò soltanto, per lei rinunciai a tutto pur di non perderla, anche alla mia dignità a ripensarci. Non potevo relazionarmi con altre persone e non potevo scegliere se cambiare o meno scuola per optare con una che si adeguasse meglio ai miei interessi. Una volta perso tutto iniziai ad appoggiarmi a lei completamente, addirittura speravo che lei si facesse delle amicizie per poterle condividere.. Ma soprattutto quello che mi fa credere che ne fossi davvero dipendente è che pensavo che senza di lei sarei morto e che tutte e due le volte che mi lasciò sono stato tentato dal farmi fuori. Per fortuna è stata lei a porre la parola fine a tutto (l'unica cosa per cui le sono grato), io non ne avrei avuto il coraggio probabilmente, la solitudine mi spaventava troppo. A distanza di tempo però mi spaventa più ritornare in quello stato e sto abbracciando la solitudine in maniera molto positiva, per questo ho deciso che fino a quando non sarò diventato più maturo non mi butterò in altre storie. Il problema è che ho paura che questa, inconsciamente, diventi una giustificazione al fatto che oramai non penso sarei più in grado di iniziare un'altra relazione, ma questo è un altro discorso u.u
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Messaggioda Unknown » 17/08/2018, 13:48



Mi sono imbattuto tempo fa in una persona con queste caratteristiche..
Ricordo il pressing asfissiante ricevuto nella fase in cui ero "sfuggente" e con quanta facilità sono poi finito nel cestino dopo che ho iniziato a ricambiare le avances..
Il rifiuto è una componente fondamentale.. Il bisogno di attenzioni, infatti, sembra focalizzato soprattutto verso chi non sembra minimamente intenzionato a darle..
La paura di rimanere soli c'entra ma alla base di solito ci sono problematiche molto più profonde che riguardano il rapporto avuto coi genitori da bambini..
È qui mi fermo perché non essendo un esperto rischierei di dire pataccate..
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Messaggioda Gilgamesh » 17/08/2018, 14:20



Nel mio caso si lega indissolubilmente alla sensazione di una costante inadeguatezza, alla paura di non poter avere o meritarmi certe attenzioni. In qualche modo l'affetto ricevuto diventa quasi una droga di cui non puoi fare a meno e, almeno nel mio caso, ha valore in sè, prescindendo del tutto dalla persona che te lo concede. Infatti non sono dipendente dalla persona, ma semplicemente dal suo affetto; non ho paura di essere lasciato, ma di perdere certe attenzioni si.
Nel mio caso la paura del restare soli esiste, anche se è del tutto ingiustificata. Diciamo che il bisogno è nato e maturato in risposta proprio di una infanzia ed una adolescenza in completa solitudine.
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Messaggioda Mustafà » 17/08/2018, 15:21



Adeguarsi all'altro pur di essere "amati".
Avere necessità di approvazione dall'esterno e cercare tale approvazione.
Non saper stare soli.
Paura dell'abbandono.
Sentirsi incompleti da soli nel senso del non sentirsi nemmeno esistenti,sentire che la propria personalità per esistere ha bisogno di un altro attorno a cui "coagularsi".
Senso di inadeguatezza che porta ad avere un atteggiamento adesivo, a ritenere di non essere in grado di affrontare la vita da soli.
Non saper decidere da soli,non fidarsi di se stessi,appoggiarsi alle scelte altrui.

Sono solo degli esempi,anche parecchio diversi tra loro.
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Messaggioda Unknown » 17/08/2018, 16:27



Buntaro Mori ha scritto:Io credo di esserne stato vittima, anche se forse ha giocato un ruolo fondamentale l'età nella mia esperienza. Nel mio caso credo che sia dipesa proprio dalla paura della solitudine, o meglio, questo è stato il motivo per cui, anche se sapessi che con la mia ex ragazza non poteva funzionare, non la lasciai.
Quando la conobbi ebbe una forte influenza su di me perchè da lei venivo sempre ignorato e maltrattato, quindi quando riuscivo a strapparle attenzioni era sempre una vittoria, ciò dimostra che fin dagli albori nel nostro rapporto c'era qualcosa che potrei definire malato. Col tempo però peggiorò soltanto, per lei rinunciai a tutto pur di non perderla, anche alla mia dignità a ripensarci. Non potevo relazionarmi con altre persone e non potevo scegliere se cambiare o meno scuola per optare con una che si adeguasse meglio ai miei interessi. Una volta perso tutto iniziai ad appoggiarmi a lei completamente, addirittura speravo che lei si facesse delle amicizie per poterle condividere.. Ma soprattutto quello che mi fa credere che ne fossi davvero dipendente è che pensavo che senza di lei sarei morto e che tutte e due le volte che mi lasciò sono stato tentato dal farmi fuori. Per fortuna è stata lei a porre la parola fine a tutto (l'unica cosa per cui le sono grato), io non ne avrei avuto il coraggio probabilmente, la solitudine mi spaventava troppo. A distanza di tempo però mi spaventa più ritornare in quello stato e sto abbracciando la solitudine in maniera molto positiva, per questo ho deciso che fino a quando non sarò diventato più maturo non mi butterò in altre storie. Il problema è che ho paura che questa, inconsciamente, diventi una giustificazione al fatto che oramai non penso sarei più in grado di iniziare un'altra relazione, ma questo è un altro discorso u.u


Se la questione dentro rimane irrisolta con ogni probabilità una eventuale nuova relazione non potrà che ricalcare' il filone di quella precedente..
Una storia d'amore, sempre che di questo si tratta, dovrebbe portare benessere e non certo sofferenza o peggio ancora umiliazione..
Rimanere soli è una prospettiva che spaventa tutti (credo), così come tutti abbiamo bisogno di attenzioni..
Se questo bisogno diventa smisurato al punto da alterare la personalità fino a portare all'umiliazione probabilmente qualcosa non funziona nel modo corretto e a quel punto sarebbe opportuno intervenire..
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Messaggioda Lithium-87 » 17/08/2018, 16:44



Net ha scritto:Ah, PS; La dipendenza affettiva può avere qualcosa a che vedere con la paura di rimanere “soli”?


Forse, me lo sono chiesta spesso. Però credo che per me non sia solo questo, intendo, credo sia principalmente il bisogno disperato di riempire un vuoto dentro incolmabile. Fatto sta che in passato per questo motivo mi è capitato una relazione fortemente distruttiva per me e il mio partner. Ero arrivata ad amare, cercare e provocare il male fisico e psicologico che ci facevamo come una dipendenza che sa di distruggere ma nel contempo ti illude di salvarti. Era che ci alimentavamo a vicenda essendo entrambi sadici e masochisti. Finché con estrema difficoltà mi sono obbligata a finire questo circuito malato rompendo la relazione. Le sue ferite le sento ancora se ci penso.
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Messaggioda Net » 17/08/2018, 18:16



E nel sacco in cui, mia riflessione, non fossimo noi ad essere dipendenti, ma l’altro , quanti riconoscerebbero questo atteggiamento ? Quanti riterrebbero “ malsano” tanto da far presente all’altra persona che quello non è il giusto modo di relazionarsi? Quanti se ne renderebbero conto? E se invece facesse “comodo” sentire che qualcuno dipende da noi per alimentare il nostro ego o bassa autostima, quanto un po’ “vampiri” saremmo?
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Messaggioda Unknown » 17/08/2018, 18:46



Net ha scritto:E nel sacco in cui, mia riflessione, non fossimo noi ad essere dipendenti, ma l’altro , quanti riconoscerebbero questo atteggiamento ? Quanti riterrebbero “ malsano” tanto da far presente all’altra persona che quello non è il giusto modo di relazionarsi? Quanti se ne renderebbero conto? E se invece facesse “comodo” sentire che qualcuno dipende da noi per alimentare il nostro ego o bassa autostima, quanto un po’ “vampiri” saremmo?


Provo a dire la mia.. prendila con le pinze ovviamente.
Da un certo punto di vista può anche far "comodo" avvertire una sorta di dipendenza, ma non è certo questo il modo più "sano" per accrescere il proprio Ego.. Quindi anche in questo caso sarebbe opportuno andare a fondo individuando il meccanismo malfunzionante..
Una persona che ama troppo ( cosi' vengono definite), ma che in realtà non ama affato, riesce a portare avanti un rapporto a lungo termine solo nel caso in cui si crea una co-dipendenza con il partner.. Questo può dar luogo a una sorta di equilibrio instabile che può anche essere costante nel tempo..
In tutti gli altri casi i rapporti sono quasi sempre destinati a saturarsi negli anni.. a volte anche nei mesi.

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