LaCele ha scritto:Non è nemmeno un “rievocare un ricordo”, non rievoco i ricordi, li uso per creare degli spunti nella mia mente, mi serve una base realistica da ricalcare. Come dici tu, quando eri depresso non riuscivi...perché? Perché eri immerso in tutta una serie di pensieri e cose negative che bloccavano la tua immaginazione, cioè mica puoi far immaginare il mare a qualcuno che non L ha mai visto.
è una sorta di esercizio spirituale, un rituale catartico, un po’ come doccia-netflix-pizza per tirarsi su da una giornata pesante.
Quando ero depresso (cioè durante il mio periodo di patologia acuta) stavo gestendo un trauma. La depressione mi ha scaraventato via dalla vita dei miei sogni di adolescente. La depressione è una malattia: ti blocca qualunque cosa tu stia facendo nella vita. Nella depressione si entra e non si sa quando e se se ne esce. Ecco, queste parole per far capire bene cosa significa essere in uno stato di depressione organica: la depressione non è solo una "questione d'umore". A uno che non ha mai visto la luce e che non ha mai condotto una bella vita, non puoi chiedergli di sognare. Non sa come farlo. Per questo esistono queste tecniche: per ridare fiducia a chi non ce l'ha più e non sa come uscirne. Da depresso non riuscivo a sognare perché non sapevo come farlo, non sapevo che era possibile farlo e non sapevo che era possibile sognare di tutto. Certamente l'ambiente influiva, l'ambiente è tutto. Se metti un depresso a Villa Certosa, almeno durante una sessione di Bunga Bunga si sentirà meglio. Ma io non vivevo a Villa Certosa. Poi sono arrivati quelli del nuovo pensiero. Ho iniziato da un personaggio come Jim Rohn e poi sono approdato a uno dei più famosi maestri del nuovo pensiero che è Napoleon Hill. Molta gente ha bisogno che qualcuno dica che anzitutto "E' possibile" ed è possibile "cambiare".
Non solo ero immerso in cose negative che non stimolavano l'immaginazione e la proattività ma c'erano dei farmaci: a questi ultimi devo un lungo periodo di stasi psico-fisica. Davvero io riguardo tutta la mia storia e credo veramente di essere stato drogato e non curato. So benissimo che qualche lettore potrà storcere il naso, ma vorrei presentarvi tanto il me stesso allettato che - ancora "normale" e fiducioso degli esperti - si curava con tutti i crismi suggeriti.
Il paragone con Netfix c'entra e non c'entra. Netfix ti manipola dall'esterno, captando la tua attenzione e programmandola sui contenuti offerti, che riceviamo passivamente. E' una programmazione passiva, e siamo alla mercé di ciò che Netfix e l'industria cinematografica sceglie di produrre.
L'atto immaginativo, direbbe qualche mago (e già, la radice della parola immaginazione riconduce al MAGUS), è atto supremo e sovrano. Appartiene solo a individui capaci di scegliere e di decidere. A individui che sovrappongono l'universo di dentro a quello di fuori. E' un Netfix al contrario: "io sono il regista della mia vita".