Formicolii alle Gambe

fonte: mypersonaltrainer.it e supersalute.it

Qui potete trovare informazioni utili su come curare delle comuni patologie.

Formicolii alle Gambe

Messaggioda Royalsapphire » 17/11/2017, 10:09



https://www.progettoasco.it/riviste/riv ... nterno.pdf
Formicolii alle gambe: cosa sono


Legamenti e tendini
Entrambi sono costituiti da tessuto connettivo.
I legamenti di nostro interesse sono quelli che collegano due ossa (esempio i legamenti Crociati o Collaterali del ginocchio).
I tendini collegano il muscolo all'osso e, semplificando, hanno due diversi aspetti: quelli a forma di "cordone" (come ad esempio il tendine Rotuleo che è la terminazione/inserzione del muscolo Quadricipite Femorale sulla tibia), e quelli piatti detti aponeurosi come quella dei muscoli lombari.

Strettamente collegate ai tendini sono le "borse sinoviali". Sono delle sacche piene di liquido sinoviale, che proteggono l'inserzione tendinea nei punti di maggior attrito con le ossa. La loro funzione è quella di evitare un'infiammazione: la tendinite che, se protratta nel tempo, va incontro a possibile calcificazione (accumulo si sali di calcio) rendendo il tendine, già di suo poco elastico, fragile e a rischio di lacerazione.


Articolazioni, Ossa e Muscoli Stabilizzatori
Le articolazioni sono giunzioni tra capi ossei, connessi tramite vari tessuti connettivi e da robusti legamenti costituiti anch'essi da tessuto connettivo.
Possono essere di tipo mobile (ad esempio l'articolazione della spalla), semimobile (gomito) o fisso (come le articolazioni delle ossa del cranio).
Noi prestiamo interesse alle prime due , ovvero alle articolazioni con un certo grado di mobilità. Generalmente i capi ossei sono rivestiti da cartilagine (collagene) la quale svolge una funzione di cuscinetto/compressibilità ed elasticità. In alcune articolazioni non proprio combacianti, tali discordanze sono eliminate tramite i menischi fibrocartilaginei che permettono scambi nutritivi e una maggiore sollecitazione meccanica.

Esternamente all'articolazione c'è la capsula articolare, un manicotto fibroso, ricopre l'intera articolazione, fissandosi ai margini della cartilagine. Profondamente ad essa si trova la membrana sinoviale che può essere: semplice se ridotta ad un esile strato fibroso o complessa se spessa e ricca di cellule, vasi e nervi. Infine la cavità articolare, che è la spazio tra il capo osseo e la capsula articolare ripieno di liquido sinoviale, che ha il compito di attutire gli urti.

Per i muscoli stabilizzatori un esempio lo riscontriamo nella Cuffia dei Rotatori, che per un gioco di forze mobilizzano e stabilizzano diverse ossa nell'articolazione della spalla. La disposizione di questi muscoli e le loro inserzioni tendinee permettono una vasta gamma di movimenti del braccio-spalla e, proprio per questo, devono essere sempre trattati con attenzione sia durante il gesto sportivo che nel massaggio.



Muscoli o articolazioni: come distinguere il dolore?
Come si differenzia un dolore più prettamente muscolare da un dolore articolare?
È piuttosto semplice: il dolore muscolare colpisce una zona del corpo abbastanza vasta (ad esempio le spalle oppure la coscia) mentre il dolore articolare si manifesta in un punto più preciso, che coincide con le giunture articolari tra un osso e l’altro.
Tra i dolori muscolari, i più diffusi sono quelli alle spalle, alla schiena (zona lombare soprattutto) e alle gambe (anche se in quest’ultimo si manifesta soprattutto dopo uno sforzo fisico).
I dolori articolari colpiscono solitamente i gomiti, le anche, le ginocchia e le caviglie.
Con l’arrivo dell’inverno, questi dolori tendono ad accentuarsi principalmente per due motivi:
•il freddo è in grado di penetrare nei tessuti lasciandoli più rigidi e meno elastici;
•l’umidità crea depositi stagnanti all’interno del corpo, soprattutto nella zona articolare.

Ciò che danneggia maggiormente e accentua i dolori muscolari e articolari è la staticità, il mancato movimento e l’infiammazione tissutale che si crea.


In campo medico, i formicolii alle gambe sono conosciuti come "parestesie agli arti inferiori": si tratta di un sintomo comune a numerose patologie di gravità variabile. I pazienti che soffrono di formicolii alle gambe lamentano spesso intorpidimento od insensibilità agli arti inferiori che, nelle forme innocue, tendono a regredire spontaneamente dopo alcuni secondi o minuti.
Formicolii alle gambeNelle varianti più gravi, invece, i formicolii alle gambe possono mascherare una patologia di fondo: l'intorpidimento agli arti è talvolta descritto come doloroso, bruciante, pulsante o accompagnato da una particolare sensazione "pungente" (simile ad aghi che pungono la pelle).
Nonostante si possano manifestare in qualsiasi area del corpo, i formicolii tendono a preferire gli arti inferiori (dunque gambe, piedi e dita) e, talvolta, quelli superiori.

Una situazione frequente di dolore muscolare acuto è dovuto ai crampi, contrazioni involontarie e improvvise di un muscolo o di un fascio di muscoli. Il disturbo si manifesta con una fitta intensa non solamente durante uno sforzo, ma anche a riposo, che immobilizza la parte colpita, mentre il muscolo appare contratto e duro. Anche se le cause sono molte, quella più frequente è dovuta a una riduzione localizzata del flusso di sangue: mancando l’ossigeno e il nutrimento necessario, il muscolo va incontro a dolore.

Un’altra causa di dolore muscolare è dovuta alla rabdomiolisi, cioè la rottura delle cellule dei muscoli.


Infiammazione: ecco la causa principale
Alla base di ogni dolore c’è un’infiammazione del tessuto sottostante, sia esso muscolare o articolare. L’infiammazione può crearsi da un’eccessiva rigidità (causata ad esempio dal freddo o dal poco movimento) oppure dal riflesso di un organo o apparato circostante che si trova in stato di forte infiammazione.
In quest’ultimo caso, il dolore muscolare o articolare è un riflesso di un problema che si trova altrove, spesso nelle vicinanze: se non si risolve il problema all’origine, non si troverà beneficio nemmeno a livello muscolare o articolare.
Molte persone, ad esempio, svolgono un’attività fisica piuttosto regolare e non si espongono particolarmente al freddo invernale, eppure vivono quotidianamente con fastidi e dolori senza trovare soluzione. Sono questi i casi in cui è necessario indagare la situazione generale all’interno del corpo e capire che cosa provoca di riflesso il dolore a un muscolo o a un’articolazione.

I dolori riflessi
Può sembrare strano, ma un organo o un apparato in disequilibrio energetico, ovvero che non lavora correttamente, sprigiona nei tessuti circostanti le tossine in eccesso, infiammando muscoli o articolazioni ad esso annessi.
Un’ultima cosa da sottolineare è la legge del basso-alto e viceversa: è una legge su cui si basa la medicina naturale (mediterranea classica o tradizionale cinese) che richiama il concetto già espresso di “infiammazione riflessa”.
Cosa significa nello specifico? Si tratta di un collegamento che avviene all’interno del corpo che fa sì che un dolore in zona alta (ad esempio cervicale) possa trovare la sua origine nella zona bassa del corpo (ad esempio organi genitali).

Facciamo allora qualche esempio di dolore riflesso:
•per la legge alto-basso, un dolore ai muscoli delle spalle può richiamare un’infiammazione presente all’apparato genitale;
•o ancora, un dolore alla zona lombare della schiena può essere il riflesso di un’infiammazione al viscere circostante, ovvero l’intestino.

Ricapitolando, i dolori articolari o muscolari possono essere provocati da una causa esterna come il freddo, l’umidità o uno sforzo fisico maggiore del solito, oppure possono essere il riflesso di un malfunzionamento all’interno del corpo.
Se possiamo escludere la causa esterna, certamente l’indagine deve essere più approfondita.




Cure Farmacologiche


Quasi tutte le principali raccomandazioni prevedono l’utilizzo dei farmaci (soprattutto paracetamolo, farmaci antinfiammatori (FANS), oppiacei e miorilassanti) (Tab. I). Il razionale d’uso e i criteri di scelta sono abbastanza chiari per i farmaci antalgici (paracetamolo e oppiacei), e per i farmaci antinfiammatori (FANS, steroidi), mentre non è affatto chiaro quando sia necessario o appropriato l’utilizzo dei farmaci cosiddetti miorilassanti. Nelle stesse Linee Guida Italiane si raccomanda di prescrivere i farmaci
miorilassanti valutando “caso per caso”. Inoltre non vi sono chiari riferimenti in letteratura sulle differenze tra i diversi farmaci miorilassanti presenti in commercio, né sui criteri per scegliere l’uno al posto dell’altro.


Gli unici farmaci utilizzati contro i crampi e gli spasmi muscolari (MA solo nel caso in cui questi diventino invalidanti) sono i miorilassanti. Rilassano la muscolatura scheletrica e liscia. Possono essere ad uso orale (sistemici), parenterale (iniezione) e topico (pomata, gel o crema); per i crampi vengono solitamente utilizzati questi ultimi o al massimo quelli sistemici. I più utilizzati nelle contratture sono quelli che agiscono sul sistema nervoso centrale:
Tiocolchicoside (ad esempio Muscoril®, Miotens®): esercita la sua attività mediante un meccanismo d'azione che implica l'antagonizzazione del recettore GABA-A.

Si possono applicare anche FANS per uso esterno, come per esempio quelli a base di ibuprofene sale di lisina al 10%, che garantiscono un rapido ed efficace assorbimento e non comportano gli effetti collaterali a livello gantrointestinale tipici dei FANS da assumere per bocca.

Anche le benzodiazepine hanno un effetto miorilassante, ma generalmente non vengono utilizzate nel trattamento di sintomi lievi come i crampi. Più spesso invece, trovano impiego nelle forme di contrattura o affaticamento muscolare eccessivo e generalizzato.


Il rimedio naturale fai da te per i dolori articolari e muscolari
Quando si soffre di dolori muscolari o articolari è sempre bene accertare, come dicevamo, l’origine del disturbo. Esiste però un valido aiuto che arriva da Madre Natura, indicato sia in caso di dolore post traumatico che in caso di infiammazione riflessa. Ecco allora la ricetta giusta fai-da-te per alleviare i disturbi muscolari e articolari.
Si applica un impacco di argilla verde arricchita con 4-5 gocce di olio essenziale di zenzero e di lavanda sulla zona interessata e si mantiene in applicazione per almeno 45 minuti.
Si procede poi sciacquando la zona interessata con acqua tiepida/calda e si massaggia la zona con pomata di arnica in caso di trauma, oppure con pomata di artiglio del diavolo in caso di rigidità muscolare o infiammazione riflessa del tessuto.

Glucosammina e magnesio per le articolazioni e i muscoli
La glucosammina favorisce il tropismo dei tessuti, sostenendo in particolare il benessere osteoarticolare. Le articolazioni sono il punto d’incontro tra due ossa e possono presentare livelli diversi di motilità. In condizioni normali le articolazioni sono rivestite dalla cartilagine, un tessuto elastico che funge da cuscinetto ammortizzatore, consentendo il movimento delle articolazioni e impedendo lo sfregamento tra le ossa che vengono in contatto. La glucosammina favorisce la mobilità articolare nutrendo e proteggendo il trofismo di tendini e legamenti.
Contrastando l’effetto stimolante del calcio, il magnesio svolge un ruolo importante per le decontrazioni neuromuscolari. È d’aiuto durante la crescita ossea ed è necessario per un buon funzionamento dei muscoli.


Cause e malattie correlate


con il termine crampi si fa abitualmente riferimento a qualsiasi dolore di tipo spastico (è alquanto comune sentir parlare, per esempio, di crampi allo stomaco).

Le cause dei crampi

Le cause dei crampi sono numerose (e non tutte sono perfettamente note):
•circolazione scarsa in un soggetto sano – Solitamente i crampi si verificano a riposo, a causa di una diminuzione della circolazione sanguigna, legata a una riduzione della temperatura corporea. Anche condizioni climatiche sfavorevoli (abbassamento della temperatura ambientale) possono creare le condizioni migliori per l’insorgere di crampi perché esse agiscono sulla circolazione sanguigna del soggetto.
•Posizione innaturale in un soggetto sano – In questo caso i crampi si manifestano perché la normale circolazione del sangue è ostacolata e ciò provoca una contrazione muscolare anomala.
•Circolazione scarsa in un soggetto affetto da patologia vascolare – In questo caso l’alterata circolazione deriva da una patologia vascolare (per esempio l’insufficienza venosa, l’insufficienza arteriosa, le vasculopatie periferiche, la sindrome di Raynaud ecc.).
•Squilibrio chimico in un soggetto affetto da patologie – Spesso i crampi sono uno degli effetti collaterali relativi ai farmaci assunti per contrastare determinate patologie; una categoria di farmaci che può essere causa di crampi è, per esempio, quella dei diuretici. Altri farmaci che possono essere all’origine del disturbo sono la cimetidina, i clofibrati, la fenotiazina, il litio, la nifedipina, la penicillamina, il salbutamolo, le statine e la terbutalina.
•Squilibrio chimico in un soggetto sano – La sudorazione eccessiva può provocare un’alterazione dell’ambiente di contrazione del muscolo che risponde in modo anomalo.
•Fatica in un soggetto sano – La fatica provoca alterazioni biochimiche che portano all’incapacità da parte del muscolo di contrarsi in modo corretto.

Crampi notturni

I crampi notturni sono un problema comune a molte persone; vengono detti notturni perché, tipicamente insorgono durante le ore del riposo notturno. In genere interessano i muscoli dei polpacci o quelli del piede provocando una notevole flessione plantare del piede o delle dita di quest’ultimo. L’intensità del dolore è tale che provocano il risveglio del soggetto. Nella maggior parte dei casi la durata dei crampi notturni è piuttosto breve, ma spesso hanno la tendenza a ricomparire nel corso della notte. Più raramente sono interessati i muscoli della zona antero-laterale della gamba e quelli della regione posteriore della coscia. I muscoli colpiti da crampi sono contratti e induriti e, a seconda dei casi, tornano alla normalità in un lasso di tempo che può variare da pochi minuti ad alcune ore. In alcuni casi, invero non troppo frequentemente, a seconda della gravità della manifestazione, il soggetto avverte un indolenzimento regionale diffuso che permane per alcuni giorni.










L’eziologia dei crampi notturni non è perfettamente nota e sulla loro causa sono state fatte molte ipotesi; alcuni ritengono che il problema sia da ricercarsi nella disidratazione, altri propendono per un basso livello ematico di minerali quali calcio, magnesio e sodio, altri ancora ipotizzano che il problema si verifichi a causa di particolari movimenti compiuti durante il sonno.

Crampi notturni vengono segnalati anche da soggetti affetti da patologie quali cirrosi epatica, diabete, ipotiroidismo, morbo di Parkinson ecc., ma qui, ovviamente, la questione è molto diversa; non stiamo, infatti, parlando di soggetti sani e i crampi notturni possono essere spiegabili con squilibri indotti dalle patologie in corso o dai medicinali assunti per trattarle.




È possibile prevenire i crampi notturni? La risposta non è facile; non essendo nota con precisione la loro causa, è azzardato fornire rimedi. C’è chi consiglia di astenersi dal consumo di caffeina e di altre sostanze a effetto stimolante, mentre altri suggeriscono di eseguire alcuni esercizi di stretching prima di coricarsi. Vi è poi il suggerimento del ricorso ai farmaci, in particolar modo a quelli a base di chinino. L’utilizzo di questa tipologia di farmaci per combattere i crampi notturni è fonte di notevoli discussioni fra gli addetti ai lavori; molti sono favorevoli, molti altri sono nettamente contrari, anche a fronte dei numerosi effetti collaterali a essi legati. Attualmente, tutto considerato, la bilancia sempre pendere dalla parte di coloro che sconsigliano il ricorso al chinino.

Crampi professionali

crampi occupazionaliI crampi professionali (noti anche come crampi occupazionali) sono disturbi da tempo classificati nell’ambito delle distonie focali (in passato erano invece considerati disturbi di natura psicologica); le distonie focali sono quelle sindromi caratterizzate da contrazioni muscolari prolungate che provocano torsioni, movimenti ripetitivi e/o posture abnormi.




Si parla di crampi professionali in quanto insorgono generalmente in occasioni di atti professionali costantemente ripetuti. L’esempio classico è il cosiddetto crampo dello scrivano, ma sono noti anche il crampo del pianista, del violinista, del dattilografo ecc.). Rappresentano la tipica manifestazione del danno da costante ripetizione di un movimento (l’espressione anglosassone che viene utilizzata è repetitive strain injury).

Gli approcci terapeutici ai crampi occupazionali sono stati di diverso tipo, dalle tecniche di rilassamento muscolare ai farmaci somministrati per via sistemica per non parlare del ricorso alle cosiddette terapie non convenzionali. In linea generale i risultati sono stati spesso abbastanza deludenti. Nel crampo dello scrivano, per esempio, attualmente, nei casi meno gravi si ricorre alla somministrazione di farmaci antinfiammatori e miorilassanti e al massaggio mentre nei casi più gravi l’unica terapia che offre risultati concreti è la chirurgia.

Buoni risultati, in alcuni casi, vengono ottenuti con la terapia botulinica; l’inoculazione della tossina botulinica nel muscolo interessato, pur provocando una certa debolezza, peraltro temporanea, riesce ad alleviare i sintomi del problema. La terapia con tossina botulinica deve essere ripetuta alla ricomparsa dei sintomi. Generalmente trascorrono 3-4 mesi fra una somministrazione e l’altra. Il numero delle sedute varia a seconda della tipologia di disturbo e della risposta del soggetto.




I crampi da calore

Vengono definiti crampi da calore quei crampi che si verificano nel corso dell’esecuzione di sforzi fisici in ambienti particolarmente caldi (temperatura >38 °C), umidi e scarsamente ventilati.

I crampi da calore sono un’evenienza piuttosto comune in determinate professioni, i tipici casi sono rappresentati dai lavoratori delle acciaierie, dai minatori, dal personale delle sale macchina ecc.




I crampi da calore, caratterizzati da gravi spasmi a carico dei muscoli striati – e spesso accompagnati da abbondante sudorazione, astenia, midriasi (dilatazione delle pupille) e polso debole – si verificano a causa dell’eccessiva perdita di liquidi reintegrata soltanto con acqua; la conseguenza è che viene a verificarsi una perdita relativa di sodio e, in alcuni casi, anche di magnesio e potassio.

I crampi da calore vengono anche definiti sindrome (o malattia) di Edsall.

Trattare i crampi da calore è abbastanza semplice; per ottenere la remissione del crampo, infatti, è sufficiente ricorrere a impacchi caldo-umidi (41-43 °C circa) e ingerire liquidi o alimenti contenenti cloruro di sodio.

Ai soggetti più predisposti a sviluppare crampi da calore viene talvolta suggerita, a scopo preventivo, l’assunzione di tavolette di cloruro di sodio. L’uso di questi integratori però non è scevro da fastidiosi effetti collaterali (irritazioni gastriche e talvolta edema) e pertanto è una pratica che non dovrebbe essere incoraggiata.

Crampi e gravidanza

In alcune donne i cosiddetti “sintomi da impianto” rappresentano i primi segnali di una gravidanza; detti sintomi sono di vario tipo; fra le altre cose, alcune donne avvertono dolori crampiformi che vengono definiti appunto crampi da impianto (anche crampi da annidamento o, ancora, crampi da attecchimento).

Avvertire crampi addominali durante il periodo di gravidanza può essere normale, ma in alcuni casi possono essere la spia di problemi di una certa gravità; talvolta infatti rappresentano, in associazione a perdite ematiche dalla vagine, i sintomi di un aborto spontaneo; in altri casi sono il segnale di una gravidanza ectopica oppure di un parto prematuro.



Altre tipologie di crampi

Il termine crampo viene utilizzato anche per definire particolari patologie.

Un tipico esempio è il cosiddetto crampo dell’accessorio; terminologia con la quale si fa riferimento al torcicollo spasmodico (anche distonia cervicale), un disturbo neurologico a carico dei muscoli del collo che provoca torsione e movimenti rapidi della testa verso la spalla.

Un altro esempio è rappresentato dall’espressione crampo intermittente, locuzione con la quale, in alcune occasioni, ci si riferisce alla tetania.


Crampi e sport di resistenza

crampiI crampi nei soggetti che praticano sport non sono infrequenti, in particolar modo fra gli amatori (non è comunque una rarità assistere a episodi di crampi in calciatori professionisti).

Le cause dei crampi in atleti di resistenza sono soprattutto le ultime due riportate nell’elenco in apertura di articolo (squilibrio chimico e fatica) e in particolar modo, contrariamente alla credenza comune, l’ultima, ovvero la fatica. Il fatto che lo squilibrio chimico riguardi una piccola porzione di atleti è dimostrato dal fatto che, a parità di sudorazione (pensiamo a una giornata molto calda e afosa trascorsa a riposo sotto il sole), in condizioni di riposo il crampo non si verifica; e si verifica, invece, anche se si reidrata con acqua e sali il soggetto durante uno sforzo particolarmente pesante.


In un runner dedito a gare di fondo il 90% dei casi di crampi è da attribuirsi a fatica, il 5% all’eccessiva sudorazione e il rimanente ad altre cause, non ultima lo stress psicologico.

È importante notare che quando si parla di fatica ci si riferisce allo standard medio dell’atleta in questione, non assoluto. Nel caso di amatori, ciò significa una fatica esagerata rispetto al grado di allenamento del soggetto.

La cura – In soggetti sani non esistono cure contro i crampi che si manifestano più o meno regolarmente in occasione di sforzi fisici prolungati. La ripetitività del problema rende abbastanza evidente che non si tratta di uno squilibrio chimico legato alla sudorazione perché in genere il fenomeno si verifica anche in condizioni climatiche normali.

È abbastanza inutile sovraccaricarsi di sali nella vana speranza che il crampo non si verifichi. È decisamente meglio adattare l’allenamento alla competizione che si vuole affrontare. Infatti il crampo si verifica con incidenza decisamente maggiore in soggetti poco allenati alla distanza. Generalizzando il soggetto tipico che soffre di crampi nelle corse di resistenza in modo costante è un:
•soggetto in sovrappeso, leggero o marcato o che sia
•soggetto non allenato alla distanza, intesa come qualità/quantità.

Infatti il sovrappeso causa traumatismi che amplificano la fatica muscolare e rendono ancora più evidenti le carenze di allenamento del soggetto. In genere l’atleta che soffre di crampi durante i suoi allenamenti non riesce a far coincidere sedute in cui siano presenti quantità e qualità (lunghissimi veloci per la maratona) o sceglie distanze troppo brevi rispetto a quella di gara (per esempio 20-25 km salvo poi avere i crampi dopo aver passato il trentesimo chilometro di una maratona) oppure sceglie ritmi troppo blandi con distanze corrette (lunghissimi lenti, 20-30″/km sopra il ritmo gara) con il risultato che il muscolo non si allena a sostenere una certa intensità a lungo e comunque va in tilt.


Il crampo è cioè la spia del nostro allenamento alla distanza corsa al ritmo che abbiamo impostato. Anziché ingurgitare quintali di sali, proviamo ad allenarci meglio!

Per ulteriori approfondimenti si consulti il nostro articolo I crampi in maratona.

Crampo e contrattura – Ovviamente il crampo non va confuso con la contrattura, un fenomeno anch’esso legato alla fatica muscolare. La differenza principale è la reversibilità. Una contrattura non è reversibile (guarisce) che in qualche giorno, mentre per il crampo si parla di frazioni di ora. Purtroppo la confusione è totale anche negli addetti ai lavori che consigliano per i crampi riscaldamento e stretching (utili per evitare contratture) prima dell’evento sportivo. Ovvio che è difficile da attribuire al mancato riscaldamento un crampo che si manifesti dopo due ore di corsa!

Cosa fare – È necessario massaggiare la parte dolente, riscaldandola (niente ghiaccio, già questa è una differenza fondamentale con le contratture, per cui è fondamentale la diagnosi che può essere fatta banalmente in base al dolore: nel caso di contrattura il soggetto a riposo non avverte dolore, al massimo un leggero fastidio, mentre nel caso di crampo, anche interrompendo, il gesto atletico il dolore è molto vivo) e cercando di stirare il muscolo contratto.

Nel caso di crampi al polpaccio (fra i più frequenti) basta sdraiarsi a terra con la gamba tesa e afferrarsi le punte delle dita del piede, tirandole a forza verso di sé; se si tratta della coscia, con l’aiuto di un operatore, si alza la gamba e si spinge il ginocchio verso il basso. Le manovre devono essere eseguite piuttosto dolcemente.





Come accennato, i formicolii alle gambe costituiscono un sintomo che accomuna numerose patologie, anche serie. Ricordiamo, tuttavia, che i formicolii alle gambe possono anche rivelarsi innocui e dipendere, per esempio, dall'assunzione di una postura scorretta per un periodo di tempo relativamente lungo.
La temporanea mancanza di afflusso sanguigno a livello delle gambe può favorire la comparsa di formicolii: spesso, questo fenomeno si manifesta assumendo una scorretta posizione durante il sonno, oppure rimanendo seduti con le gambe incrociate per lungo tempo senza muovere l'arto.
Ad ogni modo, in alcuni casi, i formicolii alle gambe costituiscono un'avvisaglia di malattie importanti, talvolta anche molto gravi. Quando la fastidiosa percezione di intorpidimento alle gambe diventa una condizione frequente, che si protrae per parecchi minuti, il paziente dovrebbe rivolgersi immediatamente al medico per indagare sulla causa che vi si pone alle origini.
I formicolii alle gambe possono essere spia accesa di:
Anemia sideropenica: malattia piuttosto subdola, l'anemia sideropenica non esordisce generalmente con alcun sintomo specifico. Con il progredire della malattia, l'anemia da carenza di ferro può innescare prodromi di entità variabile, tra cui anche i formicolii alle gambe.
Aterosclerosi: la formazione di una placca aterosclerotica in un'arteria può compromettere il movimento, la capacità di linguaggio e/o di deambulazione. I formicolii a gambe e braccia ne costituiscono alcuni sintomi caratteristici.
Carenza vitaminiche: in alcuni casi, i formicolii alle gambe riflettono segnali d'allarme inviati dall'organismo per avvisare una carenza vitaminica (es. Vit. B12).
Claudicatio intermittens (o zoppia intermittente): oltre a dolori crampiformi a livello delle gambe e difficoltà di deambulazione, la malattia si caratterizza spesso per sintomi secondari come debolezza, estremità fredde, vertigini e formicolii alle gambe.
Compromissione di un nervo lungo la colonna vertebrale: i formicolii alle gambe possono manifestarsi come conseguenza della compromissione di uno o più nervi nel segmento lombo-sacrale della colonna vertebrale. In simili circostanze, il paziente colpito lamenta generalmente anche mal di schiena, dolore alle gambe e prurito più o meno intenso.
Danno neurologico indotto da piombo, alcol o fumo.
Embolia arteriosa: l'intorpidimento ed il formicolio di braccia o gambe possono costituire un'avvisaglia di embolia arteriosa (ostruzione di una o più arterie causata da emboli, ovvero coaguli di sangue o bolla d'aria).
Epilessia e convulsioni: i formicolii alle gambe rappresentano un sintomo premonitore di epilessia e convulsioni.
Ernia discale: i malati da ernia discale lamentano spesso intorpidimenti e formicolii a livello degli arti inferiori. Talvolta, il formicolio si trasforma in un vero e proprio dolore, che può propagarsi a livello di coscia, glutei, ginocchio e piede.
Ictus: l'ictus è espressione di un insufficiente apporto di sangue ad un'area cerebrale più o meno estesa. Uno dei sintomi anticipatori dell'ictus è costituito proprio dai formicolii, che possono colpire sia le gambe che le braccia.
Infezioni erpetiche: l'Herpes simplex e l'Herpes zoster possono causare intorpidimenti e formicolii nel punto d'infezione. In particolare, la specie zoster è spesso causa di formicolii a livello delle gambe: in tal caso, la parestesia è temporanea, ed anticipa i sintomi veri e propri dell'infezione (eruzione cutanea dolorosissima, febbre, malessere generale, brividi, mal di stomaco, cefalea).
Neuropatia diabetica: la patologia si caratterizza anche per intorpidimenti e formicolii a livello di gambe e piedi, che spesso sfociano in un vero e proprio dolore.
Mielite trasversa: si tratta di una rara sindrome neuro-immunitaria del sistema nervoso centrale, responsabile di danni neuronali a carico del midollo spinale. La mielite trasversa innesca disfunzioni motorie e sensoriali, in cui i formicolii alle gambe sono pressoché una costante.
Radioterapia e chemioterapia: queste strategie terapiche per il trattamento di tumori possono originare una serie di effetti collaterali altamente invalidanti. Non è raro che i pazienti oncologici sottoposti al trattamento chemio/radioterapico lamentino anche formicolii più o meno intensi in differenti parti del corpo: spesso, i formicolii compaiono dopo il contatto con un oggetto molto freddo o molto caldo, ma possono manifestarsi anche improvvisamente, e colpire braccia e gambe.
Sciatica: anche questa malattia (infiammazione del nervo sciatico) è spesso accompagnata da formicolii alle gambe.
Sclerosi multipla: alcuni pazienti affetti da sclerosi multipla riferiscono sintomi simili a parestesia in tutto il corpo.
Sindrome delle gambe senza riposo: molti pazienti che ne sono affetti lamentano costanti formicolii alle gambe, spesso durante il riposo notturno. L'intorpidimento degli arti tende a placarsi con il movimento, negando al malcapitato un sonno riposante.
Sindrome di Guillain-Barrè: oltre a difficoltà respiratorie, dolore neuropatico ed alterazioni della coagulazione del sangue, i pazienti affetti dalla sindrome di Guillain-Barrè lamentano spesso intorpidimenti e formicolii alle gambe, che possono degenerare fino alla paralisi progressiva degli arti.
Spondilosi cervicale: si tratta di una malattia degenerativa coinvolgente rachide, tessuti intervertebrali contigui e corpi vertebrali. I formicolii alle gambe, più o meno intensi, costituiscono sintomi piuttosto ricorrenti tra i pazienti spondilosici.
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