Magia oltre le stelle

Capitolo 5 ed epilogo

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Magia oltre le stelle

Messaggioda l.pallad » 13/02/2023, 11:50



Capitolo 5

A Gabriella si spezzò il cuore alla vista di quanto stava succedendo. Il posto paradisiaco dove si era divertita tanto era caduto nel caos e nella violenza. I troll e i goblin stavano bruciando tutto, le fate più piccole li attaccavano veloci e mortali, con discrezione e rapidità. Quelle più grandi combattevano in groppa a unicorni e pegasi, attaccando sia dall'alto che con la magia. E i satiri facevano altrettanto nelle retrovie. Ma, nonostante gli attacchi vincenti, anche loro subivano molte perdite.

“Vieni!” La intimò Spark. “Cerca di riprenderti. Dobbiamo trovare un punto strategico più sicuro, senza farci ammazzare nel bel mezzo della battaglia.”

I due iniziarono a galoppare nelle retrovie. Lì trovarono tra i feriti gli amici di Spark, e tutti loro furono sorpresi quando videro Gabriella.

“Che cosa ci fai tu qui? E perché sei di nuovo una pegaso?” Le chiese Bolt.

“Non ne ho idea del perché sono di nuovo una pegaso. Sono qui per aiutarvi. Non mi importa cosa pensate di me. Ho passato dei momenti fantastici con voi, per questo non ho alcuna intenzione di lasciarvi morire. Se non posso salvarvi, allora morirò insieme a voi.”

La pegaso era sorpresa di quello che aveva detto. Non aveva mai avuto la grinta di un soldato e non aveva mai partecipato a una rissa, figuriamoci a una battaglia. Ma, in qualche modo, il desiderio di stare con loro e di salvarli le aveva dato una forza che non aveva mai pensato di possedere.
Il gruppo non ebbe la possibilità di rispondere che improvvisamente la terra iniziò a vibrare. Voltandosi, il gruppo di equini vide con orrore una figura gigantesca e incappucciata che sovrastava gli alberi e si avvicinava verso di loro. Gli unicorni e i satiri gli scagliavano contro incantesimi ma, quando lo colpivano, diventava ancora più grande.

“Sì! Sì!” Diceva una voce inquietante e demoniaca “Presto acquisirò il potere assoluto e totale! L'onnipotenza e l'invincibilità saranno mie!” E in quel momento si tolse il cappuccio, rivelando un volto spaventoso, simile a un teschio. Era privo di naso, con la pelle verde, la bocca piena di zanne, due paia di corna sulla testa e due occhi rossi iniettati di sangue.

Gabriella cacciò un urlo alla vista di quell'essere, che non smetteva di crescere.

“E’ quello Manphas?” Domandò, con il cuore colmo di paura.

“Sì. Ma non era così brutto una volta.” rispose Spark con disgusto “Questo dev'essere il prezzo che ha pagato per il suo potere.”

La pegaso non sapeva cosa fare. Credeva davvero di poter fare qualcosa ma, ora che era lì, capì che la sua presenza era inutile. Era troppo tardi per avere ripensamenti, sarebbe morta inutilmente e quel mostro avrebbe vinto.
In quel momento, il gigante alzò le mani e cominciò a sparare raggi di energia azzurra addosso a tutti, senza fare distinzioni tra alleati e nemici. Chiunque venisse colpito, si trasformava in una statua di pietra.

“Ritirata!” Urlò Spark, facendo cenno con lo zoccolo a tutti.

Gabriella cominciò a galoppare insieme al suo amico il più veloce possibile. Ma, per quanto corressero veloci, Manphas riusciva a colpire tutti con una mira eccellente. Più ne colpiva, più il malumore della pegaso aumentava.

“Non è giusto che finisca così!” pensò in preda allo sconforto. In quel momento, un raggio di luce colpì il punto dove stavano correndo lei e Spark. Lei frena, al pensiero di quanto era successo. E, voltandosi, vide che il suo caro unicorno era ormai trasformato in pietra.

“Nooooo! Spark! Cosa ti hanno fatto?” Gridò, abbracciandolo in preda alla disperazione. Poi, non riuscendo più a pensare lucidamente, spalancò le ali e si diresse in volo verso Manphas “Avanti!” Gli urlò. “Prendi anche me e facciamola finita!”

Il gigante posò lo sguardo su di lei e, inizialmente, la guardò come se fosse confuso. Poi le puntò il dito contro e un fascio di luce blu partì da esso, colpendola in pieno. Lei aspettò pazientemente che l'abbraccio della morte la prendesse.

“Ma com’è possibile?!” Urlò il gigante. “Perché non diventi di pietra?” Gabriella si accorse allora che non le era successo niente. “Devi avere qualche potere speciale a proteggerti, tale potere deve essere mio!”

Tese una mano verso di lei per afferrarla. La pegaso schivò la mano con maestria. Lui cominciò a correrle incontro, ignorando tutti gli altri. Gabriella non sapeva cosa stava succedendo, ma poteva approfittarne per salvare i suoi amici.

“Allora vieni a prendermi!” Gli urlò, cominciando a volare lontano dal campo di battaglia.

Manphas la seguì, bramoso di impadronirsi del misterioso potere di cui lei disponeva. La pegaso lo guardava mentre continuava a inseguirla. Era sollevata dal fatto che lo stava allontanando dal campo di battaglia, proteggendo chi non era ancora stato pietrificato. Ma doveva trovare una soluzione per sconfiggerlo, altrimenti sarebbe tornato indietro dopo averla presa. Cercando un possibile punto debole, si accorse che i suoi movimenti erano lenti e goffi, e aveva anche l'impressione che stesse ingrassando sempre di più. Mentre pensava a come sfruttare la cosa, si accorse di alcune liane tra gli alberi e, non avendo in mente di meglio, decise di puntare sul classico: più grandi sono, più si fanno male quando cadono.
Per cui, con un’abile manovra riuscì ad uscire dal suo campo visivo. Volò quindi verso le liane e, afferrandole con la bocca, predispose la trappola per farlo inciampare.
Dopodiché volò di nuovo verso Manphas.

“Ehi, sono qui! Vediamo se riesci a prendermi!” Lo provocò. “Hai tradito la gente di questo posto e hai tradito i tuoi stessi scagnozzi! C’è mai stata la capacità di amare nel tuo cuore?”

“Sciocca!” Ribatté lui. “Quando hai il potere, non hai bisogno di niente e di nessuno! Puoi fare tutto quello che vuoi e prenderti quello che vuoi! È questo ciò che sono!” Continuava ad inseguirla, con la follia nello sguardo “Io sono tutto! Un re, un imperatore, un dio. Nessuno mi è superiore! Io ho il potere assoluto!”

Il mostro fu così consumato dalla follia e dal delirio che non si accorse delle liane, e inciampò. Cadde lentamente a terra, fracassando gli alberi e sollevando un sacco di polvere per lo schianto. In quel momento, qualcosa sembrò uscire dalla sua bocca, come se stesse per vomitare. Per quanto ci provasse, non riuscì più a tenerla e dal suo corpo fuoriuscì tutta la magia che aveva rubato, poi cominciò a sgonfiarsi. Gabriella non sapeva dove stesse andando tutta quella magia, ma di certo stava tornando nel luogo da cui proveniva. Tornò a guardare Manphas che continuava a sgonfiarsi sempre di più, finché non si ridusse ad uno striminzito omuncolo tutto pelle e ossa. Sembrava messo molto male a guardarlo, la pegaso avrebbe anche potuto provare pena per lui, se non avesse visto le cose orribili che aveva fatto. Lo afferrò quindi per il vestito con la bocca, per quanto fosse disgustata da lui, e lo portò indietro in volo per farlo punire dagli abitanti di Apuovia. Durante il tragitto, vide come gli abitanti pietrificati stavano tornando normali. Il cuore le batteva forte al pensiero di quanto stava avvenendo. Quando tornò dove lo aveva lasciato, Spark le corse incontro.

“Spark! Stai bene! Sono così felice!” Poi i due strofinarono i musi l'uno contro l'altro.

*

Tutto volse al meglio. Manphas per i suoi crimini fu condannato a essere imprigionato per sempre in una prigione sotterranea costruita apposta per lui. Anche se la perdita dei suoi poteri, era già una punizione grande per lui.
Le sue truppe, senza un capo a guidarle, furono allo sbando e più facili da sconfiggere.
Gabriella divenne un'eroina, portata in trionfo da tutti. Certo, aveva chiarito che in parte era stata fortuna, ma per loro anche sfruttare i colpi di fortuna era un pregio.

“Per Gabriella: hip-hip-urrà!” Aveva esclamato Summer.

Ci fu una grande festa per lei, con pegaso che le facevano acrobazie aeree e unicorni che sparavano incantesimi per il cielo a mo di fuochi artificiali, mentre i satiri suonavano la musica dei balli.
Anche Bazel poteva finalmente mostrare di nuovo la faccia. A lui fu attribuito il merito del fatto che Gabriella li avesse trovati e salvati, venendo definito responsabile indiretto di quella vittoria. Anche se il massimo che si sentì dire fu:

“Finalmente anche tu ne hai fatta una giusta.”

Gabriella, intanto, si godeva le spazzolate alla criniera da parte delle fate e i buoni frutti che le venivano dati da mangiare. Ormai ad Apuovia tutti l'amavano e l'apprezzavano, e avevano compreso le sue buone intenzioni. Tutti si scusarono con lei per come l'avevano trattata e lei era troppo felice per serbare rancore.

“Ma come hai fatto a tornare pegaso?” Le aveva chiesto poi Bolt.

“Non lo so.” Rispose lei senza nascondere la sua confusione. “Avevo della polvere di cometa che mi era avanzata, ho pensato che avrei voluto aiutarvi, e a quanto pare la magia mi ha dato la capacità di farlo.” Fu la sua ipotesi.

“No.” Rispose Spark in tono molto serio. “Non è andata così.”

“Che intendi?” Gli chiese Gabriella ancora più confusa.

“La polvere di cometa non esaudisce i desideri a comando. Ti da solo quello che il tuo cuore desidera più intensamente e profondamente.”

“Non capisco.”

“Gabriella. Mi hai detto che la magia di Manphas non ti ha trasformato in pietra. Non è un'immunità magica che ti ha protetto.” In quel momento, il suo sguardo si fece cupo. “Temo che tu adesso rimarrai per sempre una pegaso.”

“Cosa?”

"Vedi, ciò che ti ha impedito di diventare pietra non è una barriera magica. Tu hai desiderato di diventare una pegaso per sempre, e questo significa che non puoi essere trasformata in qualcos'altro in alcun modo."

“Ma io sono sicura di non averci pensato.”

“Non è necessario pensarci per farlo accadere. È sufficiente che tu lo voglia nel tuo inconscio per avviare la magia.”

“Vuol dire che sono bloccata così per sempre?” Domandò, guardandosi sconvolta.

“Certo.” Le rispose Spark con un velo di tristezza. “Provate a ritrasformarla in umana o a trasformarla in qualcos'altro e vedrete che non funzionerà, dato che questa volta non è stato un incantesimo malriuscito o difettoso.”

Tutti i maghi lì presenti fecero come disse. Provarono vari incantesimi di trasfigurazione e di annullamento, ma niente funzionò. Qualunque cosa facessero, il suo corpo rimaneva immutato. Per Gabriella, la cosa era piuttosto fastidiosa. Ma il fatto che nulla la trasformasse in qualcos'altro era anche preoccupante, perché confermava quanto Spark aveva detto. Anche gli altri arrivarono alla stessa conclusione e rinunciarono.

“Mi dispiace.” Disse Bazel. “Ma a quanto pare Spark ha ragione. Questa volta non c'è modo per farti tornare normale.”

“Oh, no.” Rispose lei, abbassando lo sguardo con apparente tristezza.

“Non mentirci, Gabriella.” La rimproverò Spark. “Come ho appena detto, la polvere non esaudisce desideri a comando, né quelli impulsivi e avventati. Ti da solo quello che tu desideri veramente nel profondo del tuo cuore. Se sei così, è perché vuoi essere così.”

La pegaso alzo lo sguardo, e sul suo muso si formò un sorriso di pura e assoluta gioia.

“In effetti, è vero.” Ammise lei con orgoglio e vivacità “Sapere che rimarrò così per sempre mi rende molto felice.”

Tutti sussultarono, sorpresi da quell'affermazione. Spark era sconvolto.

“Ma... Perché hai fatto una cosa simile a te stessa? Non capisco.”

Anche Bazel non riusciva a crederci.

“Pensavo che essere umana e tornare nel tuo mondo fosse ciò che volevi. Quando ti ho trasformato per sbaglio ti sei arrabbiata. Perché adesso hai fatto questo a te stessa intenzionalmente e di proposito?”

"Oh, quello era il passato." Gli rispose lei allegramente. "Il tempo trascorso qui è stato il migliore di tutta la mia vita. Stare qui con voi, partecipare a tutte le vostre attività mi ha fatto innamorare di Apuovia." Gli occhi sembravano uscirle fuori dalle orbite per la felicità e sprizzava scintille da tutti i pori. "Quando mi avete insegnato a volare non mi sono mai sentita così viva! Ho cominciato ad apprezzare questo corpo da pegaso molto più del mio vecchio corpo umano!" Si sollevò in aria per dimostrare quanto fosse felice "Ho sempre scritto storie di mondi fantastici pieni di magia, ma viverci in prima persona è molto meglio. È come un sogno che diventa realtà." Nel parlare di tutto questo, si era completamente persa. Poi si rivolse a tutti loro: "Per questo vi dico: non voglio andare via. Fatemi restare con voi e godere appieno la vita come una di voi, vi prego." Concluse, con un'espressione da cucciolo.

Si scambiarono gli sguardi, nessuno era arrabbiato, turbato o dubbioso. Il sorriso e la felicità erano un'espressione comune a tutti in quel momento. Poi volsero lo sguardo a Bazel, che annuì con decisione.

“Gabriella, a nome di tutti quanti, ti dico: sei più che benvenuta tra di noi.” Le annunciò quest'ultimo.

Gabriella era fuori di sé dalla gioia a quella risposta. Fece un nitrito di felicità e cominciò a fare capriole e piroette in aria, mettendosi a ballare. Tutti la lasciarono fare, aveva pieno diritto di sfogarsi.


Epilogo

Quando la notizia della vittoria su Manphas divenne di dominio pubblico, e dopo aver onorato i morti e il periodo di lutto si concluse, venne organizzata una fastosa festa sia per celebrare l'eroismo di Gabriella sia per darle il benvenuto tra di loro. Ufficialmente dissero che, essendo ormai bloccata nella forma di pegaso, non potevano comunque rimandarla sulla Terra né in nessun mondo ignaro dell'esistenza della magia, e che tenerla con loro era la cosa più logica da fare. Ma tutti loro ormai si erano affezionati a Gabriella, perché avevano capito la sua bontà di cuore, ed erano felicissimi che lei rimanesse con loro.
Durante il lutto, Gabriella e Spark erano tornati sulla Terra, nella vecchia casa di lei, e avevano una lettera scritta con la magia per imitare la calligrafia di Gabriella, in modo da far sapere ai suoi amici e alla sua famiglia che se ne stava andando lontano per cambiare vita, rassicurandoli che in futuro si sarebbe fatta sentire. Anche se adesso aveva un radioso futuro come pegaso, non poteva comunque trascurare e ignorare il suo passato da umana. E, anche se non avrebbe potuto dire loro la verità, si sarebbe sempre accertata di non farli preoccupare. Dopotutto, far credere che fosse stata rapita o morta sarebbe stato crudele, e loro non meritavano alcun dolore e preoccupazione.
Tutti si divertirono molto, e Gabriella si sentiva in pace con se stessa. La battaglia era stata terribile, ma almeno ora Apuovia poteva riprendersi da quegli orrori. Ci sarebbe voluto del tempo, ma era più che sicura che alla fine quel mondo e tutti gli altri conquistati da Manphas, sarebbero andati avanti con la loro vita.
Vide poi Spark allontanarsi, e lei, in preda alla curiosità, decise di seguirlo. Arrivò su una collina, dove si poteva vedere tutto il campo in cui c'era la festa.

“Vengo sempre qui quando ho voglia di starmene tranquillo. O quando voglio fare conversazioni private.” Le disse l'unicorno, contemplando il panorama.

“Quindi vuoi parlare in privato con me?” Gli rispose lei, mettendosi accanto a lui.

“Beh, non sarebbe male.”

I due continuarono a contemplare il panorama.

“Penserai che la mia sia stata una scelta stupida.”

“Beh...” Sorrise lui scherzosamente “In fondo ti preferisco così.” I due si fecero delle grasse risate a quella battuta. “Sai...” Le disse poi in tono serio. “C'è qualcosa di molto importante che devo dirti.”

“Ok, ti ascolto.” Gli rispose incuriosita.

I due si voltarono l'uno verso l'altro, guardandosi negli occhi. Lui fece un respiro profondo e disse:

“Il tempo che ho passato insieme a te è stato bellissimo. Sei così dolce, gentile, coraggiosa, e hai tante altre virtù. Mi ritengo onorato di essere stato presente mentre le scoprivi una a una. Questo mi ha fatto capire piano piano che in me stavano crescendo dei sentimenti profondi nei tuoi riguardi.” Il suo corpo cominciò a tremare tutto. “Quello che sento il bisogno di dirti è che... Io ti amo, Gabriella!” Le ultime parole gli uscirono fuori tutte d'un botto.

Gabriella rimase a bocca aperta dalla sorpresa. Poi, sorrise.

“Spark, anch'io ti ritrovo dolce, altruista, gentile e coraggioso. Sei meglio di altri che ho conosciuto nella mai vecchia vita. In tutto il tempo passato insieme ti vedevo solo come un amico.” Lui abbassò lo sguardo, ma lei glielo rialzò con lo zoccolo. “Ma questo era perché dentro mi consideravo ancora umana, e quindi mi sentivo diversa e incompatibile con te. Perché ti vedevo con occhi umani. Ma quando mi sono ritrasformata, ho smesso di considerarmi umana, e mi sono vista come una pegaso dentro e fuori. Quando ho cominciato a vederti con occhi da pegaso, ho capito di amarti anch'io. Ora che non sono più umana, possiamo finalmente stare insieme e donarci l'un l'altro. ”

Spark non ebbe il tempo di rispondere e reagire che lei gli diede un bacio sulle labbra, lungo e passionale, che lui non riuscì a non ricambiare.
Dopo il bacio erano entrambi intontiti da quel momento di intimità.

“Dimmi.” Gli chiese Gabriella con pura dolcezza. “Ora che inizieremo una relazione, mi porteresti con te a vedere altri mondi?”

“Ti farò vedere tutti i mondi dell'universo se è questo che vuoi.” Rispose Spark in totale beatitudine.

Fu così che per entrambi quello fu l'inizio della loro nuova vita, che vissero felicemente nella pace che il mondo di Apuovia era riuscito a riconquistare.
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l.pallad
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