Samael

Capitoli da 16 a Epilogo

Questo spazio è dedicato alla raccolta di storie inventate.

Samael

Messaggioda l.pallad » 13/02/2023, 12:47



Alfie 10

Alfie era così sollevato di aver deciso di tornare. Se non lo avesse fatto, o fosse venuto un momento in ritardo, ora tutti loro sarebbero morti. Arrivato alla barriera aveva lasciato la gang indietro per poter parlare da solo con i suoi vecchi amici cercando di non spaventarli. Solo Lisca era venuta con lui, in qualità di sua pesce pilota. Vedendo gli squali e il suo vecchio corpo radunati intorno a quelle rocce e, temendo il peggio, si era lanciato a tutta velocità addosso a loro, confermando la sua preoccupazione.

“Alfie? Sei davvero tu?” chiese Aaron con un tono che trasmetteva più sorpresa che paura.

“Ci dispiace di non averti creduto. Avremmo dovuto riconoscerti subito.” aggiunse Billy.

“Fa niente.” rispose Alfie. “Ne riparliamo dopo.”

In quel momento sentì un dolore sul fianco. A causa dello scatto la ferita della lotta contro Andrew si era riaperta.

“Ma guarda se non è il ladro che ha preso il mio corpo.” disse arrogantemente Tyson. “E non ne hai neanche avuto cura a quanto vedo. È già tanto che non sei ridotto pelle ossa o morto di fame.”

“Beh sono vivo e non vi permetterò di toccarli neppure con una pinna.”

“Oh, il pesciolino si è convinto di essere un vero squalo.” disse Stormy deridendolo insieme agli altri.

Alfie rimase impassibile. Valutando la situazione vide che gli altri pesci pilota stavano impedendo a Lisca di fuggire per chiedere aiuto, quindi doveva cavarsela da solo. La ferita era un impedimento ma non poteva abbandonare i suoi amici.

“Dategli una lezione ma evitate dei danni permanenti. È sempre il mio corpo dopotutto.” ordinò Tyson senza dare al suo avversario il tempo di riflettere ulteriormente.

Gli squali lo accerchiarono, e cominciarono a prenderlo a codate. Alfie tentava disperatamente di difendersi ma, per colpa della ferita e delle indicazioni che ricevevano dal loro capo e la preoccupazione di dover proteggere i suoi amici, non riusciva a sferrare nessun colpo.

“Alfie scappa, non puoi farcela!” gli disse Billy addolorato.

Quelle parole risvegliarono in lui brutti ricordi. Anche i suoi genitori gli avevano detto di scappare, lui lo aveva fatto e loro erano morti.

“No!” sul suo muso si formò un'espressione determinata. “Non permetterò che succeda ancora”.

I pesci spalancarono la bocca allibiti alla risposta del loro amico.

“Se Alfie fa il coraggioso io non sono da meno.” affermò Lampo mettendosi al fianco dell'amico.

“Sono con te.” rispose Aaron facendolo a sua volta.

“Se moriremo, moriremo insieme.” li raggiunse Billy.

“Bene. Questa volta sarò serio e attaccherò.” concluse Fedro.

Il gruppo era circondato con gli altri squali pronti ad attaccare.

“Ma guardavi.” disse Tyson “Avete la decenza di morire con dignità, ma siete comunque soli.”

“Non sono soli.”

Alfie, si voltò riconoscendo la voce di Berard. Tutta la gang era lì, insieme ai loro pesci pilota.

“Lasciate stare il nostro amico. Se avete un problema con lui allora lo avete anche con noi.” ordinò Nathan.

Alfie era così commosso che i suoi nuovi amici erano lì a salvare lui e i suoi vecchi amici.

“Questo lo vedremo gruppo di squali male assortiti. Prendeteli.” Ordinò il pesce angelo.

I due gruppi si scontrarono squalo contro squalo e pesce pilota contro pesce pilota. Fu tutto uno scambio di morsi, e codate. Ma la gang di squali bianchi, con le indicazioni fornitegli da Tyson, riuscivano a prevedere tutte le loro mosse e a contrattaccare in modo efficace.
Lo svantaggio poi si ribaltò quando Aaron, Billy, Lampo, e Fedro vennero in soccorso degli squali amici. Mentre loro distraevano, gli altri approfittarono per colpire.
Questo fino a quando il loro capo adattò una strategia che permise loro di abituarsi alla situazione, portando di nuovo lo scontro alla pari.
Alfie, avendo capito che quei grandi squali bianchi non erano così in capaci ad apportare strategie da soli, prese la sua decisione e, con grande sforzo, nuotò verso il suo vecchio corpo.

“Che cosa pensi di fare?” gli intimò Tyson.

“Quello che va fatto.” rispose.

“Lo sai che non puoi farmi niente. È vero, non sappiamo come ci siamo scambiati né se questa condizione è reversibile o se troveremo il modo di riavere i nostri corpi, ma una cosa è certa. Se a uno dei due accade qualcosa per l'altro è finita. Vuoi davvero rimanere nel mio corpo per sempre?” affermò Tyson per niente intimorito.

“Di questo non sono sicuro.” ammise Alfie “Ma di una cosa sono certo: Non ti permetterò di fare del male ai miei amici!” a quelle parole, prima di dargli il tempo di reagire, spalancò le fauci e addentò il suo vecchio corpo, lo masticò e lo ingoio.

Fatto questo si rilassò e sia per la ferita che per i sentimenti che provava nel sapere cosa aveva fatto e quanto ne conseguiva, perse i sensi.


Alfie 11

Un pesce angelo lo guardava con aria addolorata.

“Sei sicuro di quello che hai fatto?” gli chiese.

Alfie, guardandosi le pinne da squalo sospirò. Il pesce che gli parlava era lui, o meglio il lui che era stato un tempo e che ormai non sarebbe stato più.

“Sì. Ammetto che avevo dei dubbi sulle conseguenze di quel gesto, ma ero sicuro che dovevo proteggere i miei cari a qualunque costo.”

“Potresti rimpiangere questa scelta.”

“Forse, ma solo il tempo lo dirà.”

In quel momento sentì le voci degli altri che lo chiamavano.

“Alfie, svegliati.”

Il cervello del grande squalo bianco riprese a funzionare e il sogno finì.
Riprendendo i sensi Alfie si accorse di essere circondato sia dai vecchi che dai nuovi amici. Non perdeva più sangue ma le ferite facevano ancora male.

“Hai fatto una follia.” lo rimproverò Lisca “Ma almeno stiamo tutti bene.”

“Grazie.” rispose. Poi il suo sguardo si posò verso gli squali. “Sono lieto che non li abbiate mangiati.”

“Ovvio.” rispose Nathan “Abbiamo visto come li difendevi e nessuno rischierebbe la vita per uno spuntino. Così abbiamo avuto la conferma che eri sincero quando dicevi di non essere squalo di nascita. E se loro sono tuoi amici lo sono anche per noi.”

“Ammetto che è strano stare tanto vicino a uno squalo senza provare a scappare.” convenne Fedro.

“Comunque,” chiese Alfie rivolto agli squali “Come avete fatto a sapere che ero in pericolo?”

“Beh, non lo sapevamo in modo diretto.” rispose Lorentz. “Ma quando ho percepito il campo magnetico degli altri squali ho sospettato che potesse esserci qualcosa che non andava. Così siamo venuti e appena in tempo direi.”

“Cos'è successo alla Gang di Tyson?”

“Beh, dopo che lo hai mangiato hanno resistito ancora un po' ma poi, senza di lui a guidarli, siamo riusciti a sopraffarli e sconfiggerli.”

“Meno male.” tirò un sospiro di sollievo. “Almeno sono lieto di sapere che è tutto finito.”

“Davvero?” chiese Aaron “Ma che ci dici di te?”

“Vero.” aggiunse Billy “Hai rinunciato a qualunque possibilità di tornare com'eri pur di salvarci. Sei condannato a rimanere uno squalo per sempre. Non è giusto.” era quasi sul punto di piangere per la tristezza.

“Ormai posso solo accettarlo.” rispose “A volte le cose cambiano nella vita, e possono succedere avvenimenti inspiegabili e fuori controllo ma se riesci in qualche modo ad accettarli si può comunque essere felici.”

“Puoi davvero essere felice in questo stato?” chiese Fedro.

“Sì non temete. Per voi va bene?”

In risposta i quattro pesci si strofinarono amorevolmente su di lui.

“Ma certo. Sei nostro amico e ti vogliamo bene, indipendentemente da quale corpo tu abbia.” gli disse Aaron.

Dopo un lungo momento di tenerezza con i suoi vecchi amici, lo squalo si rivolse ai suoi nuovi amici.

“Direi che è il momento di sistemare le cose presumo.”

“Beh, sì.” rispose Nathan “Ormai sei uno di noi, con tutti i pro e i contro. Sai benissimo che anche se possiamo astenerci dal mangiare i tuoi amici non possiamo farlo con tutti i pesci dell'oceano.”

“Lo so.”

“Quindi la decisione finale dipende dai tuoi vecchi amici.” concluse. “Potete accettarci così come siamo?”

Aaron, Billy, Fedro, e Lampo si guardarono con i musi pieni di dubbi.

“Beh potremmo tentare.” disse infine il pesce palla “Con i giusti compromessi funzionerebbe.”

“Sì, ci avete parlato della vostra importanza nel ciclo della natura e lo capiamo. Ma sarebbe comunque sgradevole per noi vedervi mentre vi nutrite. Magari potreste farlo quando non vi guardiamo. Come si dice: occhio non vede, cuore non duole.”

“Sì, penso sia ragionevole.” convenne Umar.

“Allora non devo scegliere tra di voi?” chiese felicemente Alfie.

“No.” lo rassicurarono tutti.

“L'unica scelta che devi fare riguarda te stesso.” concluse Nathan.

“Bene. Allora scelgo di venire a patti con quello che ero e con quello che sono diventato.” dichiarò “E scelgo di non scegliere tra voi. Siete tutti importanti per me, e quindi vi voglio tutti nella mia vita. In un modo o nell'altro.”

“Allora è deciso.” affermò Fedro. “Tutti amici?”

“Tutti amici!” dissero tutti in coro.


Epilogo

Alfie era da solo di fronte alla tomba dei suoi genitori.

“Ciao mamma e papà, è da molto che non venivo a trovarvi ma sono successe tante cose e volevo parlarvene.” In quel momento sul suo muso si formò un'espressione imbarazzata. “Come potete vedere mi sono trasformato in uno squalo, e ora vivo tra di loro come uno di loro. Ma non temete, anche se mi sono abituato a questo nuovo stile di vita non dimentico le mie origini.” e raccontò quello che gli era successo fino al momento in cui aveva mangiato Tyson per salvare i suoi amici. “All'inizio è stata dura trovare il modo di far andare tutti d'accordo, ma grazie ai giusti compromessi ci siamo riusciti in qualche modo. Ora siamo praticamente una famiglia. Ho smesso di avere gli incubi, avendo finalmente capito che anche così sono parte di questo mondo e ne ho un ruolo ben specifico. I miei vecchi amici, insieme a quelli nuovi, hanno anche scoperto di avere alcune cose in comune, come Lampo con Berard, o Aaron con Nathan. Fedro poi ha fatto emergere il senso dell'umorismo di Umar, e Billy ha condiviso la sua passione per la poetica con Lorentz.” al solo pensarci gli venne da ridere. “Tutto questo mi ha insegnato l'importanza del saper accettare i cambiamenti e a trarne il meglio. Ho finalmente imparato a bilanciare il coraggio con la prudenza, e sono felice che la mia mente sia libera, e tutto perché ho avuto la forza di compiere il primo passo che mi ha portato a questo risultato e aver avuto la perseveranza di continuare.” in quel momento sentì Nathan e Aaron che lo chiamavano. “Beh, ora devo andare ma non temete, tornerò a trovarvi ogni volta che ne avrò la possibilità.” e se ne andò raggiungendo i suoi amici dove si sentì finalmente libero e in pace.
  • 0

l.pallad
Amico level seventeen
 
Stato:
Messaggi: 809
Iscritto il: 28/02/2016, 9:48
Località: Nettuno
Genere: Maschile

Torna a Storie inventate da noi o da altre fonti

Chi c’è in linea in questo momento?

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti

Reputation System ©'