Salve a tutti, mi presento, sperando di non annoiare. Vedremo...
Ho 50 anni ormai. Mica pochi mi vien da pensare, ma tant’è non ci posso far nulla, per ora viaggi a ritroso nel tempo non son permessi e quindi qua mi tocca di stare, incastrato in questo tempo dal mio tempo. Come tutti voi d’altronde.
I che vo da dire? Bhu al momento un mi vien in mente granché , ma sicuro via via gli spunti arriveranno, le parole si dispiegheranno leggere, delicate e fruscianti come perle di un rosario. Quando posso e quando ho gli spunti giusti mi vien da pensare a briglia sciolta cercando di dar corso alle riflessioni che nascono spontanee e scrivere poi ne e’ la naturale reificazione (da res: cosa). Perchè forse un pensiero non scritto e’ come un seme nel cemento che non darà frutto per quanto prospero e vitale sia. Ma un scritto senza pensiero soggiacente e’ forse peggio perché lorda la strada ed intralcia il cammino. Al pari dell’erba alta, non ti lascia vedere oltre né procedere per la tua strada, ma ti invischia nel suo nulla vorace.
In gioventù ho avuto pure io i miei problemi comportamentali – relazionali , talvolta pure molto acuti – veri e propri drammi - che non ho mai affrontato del tutto nel senso classico del termine ma ho lasciato che le motivazioni scatenanti, le nascoste pulsioni, le tensioni sommerse nell’abisso del mio io, avessero di che sfogarsi liberamente. Imbastissero pure il loro teatro dove rappresentare le loro bizzarre commedie, forse tragedie, dove io mi organizzavo un posto da spettatore pagante, mio malgrado. E il prezzo del biglietto non è stato il conio ma molto di più : il tempo è stata la moneta a cui ho dovuto attingere (come se fosse senza fine) e gli anni son scorsi , fluenti e inesorabili come gocce di rugiada preziosa tra le dita troppo deboli di un bambino , attraverso me stesso impegnato a risolvere i miei problemi, , mentre gli altri li usavano per vivere e costruirsi una esistenza, una storia, un vissuto. Ma non mi lamento. Ho fatto del mio meglio.
E le spinte interne foriere delle mie tribolazioni , come cavalli irosi, alla fine si son stancate di loro stesse , delle loro sterili bufere e peripezie annegando nel fango da loro prodotto. Quasi naturalmente , quasi automaticamente senza intervento consapevole. Non e’ tutto così semplice ovvio e mi son dovuto aiutare con lo studio e l’impegno introspettivo per avere utensili adatti all uopo e talvolta non mi son potuto esimere da singolar tenzoni a l’arma bianca ed il rosso in terra non era inchiostro che i mostri graffiano e mordono anche e soprattutto quando sono di natura endogena , ma piano piano gli impeti si son smorzati, i marosi si son calmati e come per magia gli spumosi fortunali, bianchissimi dardeggiando come folgori di Zeus, son volti gradatamente dal primigeno calor bianco, al blu freddo e calmo del mare tranquillo della serenità ( forse senile? ) . Forse del blu della sera che preclude il nero della notte eterna. Che non sento ormai tanto lontana come un tempo e che, se dovesse anche venir stasera, la lascerei entrare tranquillamente . Non starò a cercar miseramente un meschino trucco, un espediente, un nepente per illudermi di fugar così la notte nera. Che venga se vuole, se deve, se il suo tempo è davvero giunto, l’accolgo sorridendo, magari prima l’invito a fare un po’ di conversazione, non dico due risate sarebbe davvero paradossale, ma niente partite a scacchi prima, ne massi da spostare poi.
Ma se il tempo non è giunto, e la vecchia falciuta Signora ha per il momento altro da fare non starò ad apparecchiarmi perche prima venga da me. La vita è troppo incredibilmente variegata di imprevisti, di sorprese, di svolte improvvise che la modificano in modi sempre nuovi per desiderarne il termine.
Al pari di un foglio di carta che sembra bianco e privo di significato ma basta che tu prenda una penna e inizi a vergarci parole, a costruire un racconto, una storia che pensavi di possedere compiuta ed ecco che questa si biforca magicamente ed una parola te ne chiama una altra ed una idea che prima non avevi affiora alla mente e mentre la percorri e la rendi intelligible a te in primis, ti accorgi che sei da una altra parte, su un nuovo ramo che non sai dove ti porterà, così la vita ti porta innumerevoli accadimenti, persone, amori che la cambiano imprevedibilmente e non sai più su quale ramo stai, ne quale percorso segui finché capisci che non ha senso chiederselo. E pure se sei giunto in prossimità della fine del tuo ramo e del tuo corso, quale che sia stato, non fermarti a guardare indietro per avere una vista d’insieme. Non c’è. La vita è un incessante perpetuo movimento, un eterno divenire, non un programma bene o male portato avanti.
Prendi il foglio della tua storia e guardalo pure, rileggilo con il sorriso tra i denti, ma non stare a pensare se un altro o mille altri potevano essere stati scritti in maniera migliore. Questo foglio è il tuo. Punto , siine orgoglioso e lieto : avresti potuto non averne e non avresti saputo dove scrivere e l’inchiostro si sarebbe disperso al vento infruttuoso.
Senza che tu lo preveda, domani per caso potresti essere di fronte ad una diafana fanciulla che farà battere il tuo cuore, il cui sguardo quando su di te si posa, porta un ché di benessere che a malapena percepisci ma senti vibrare in tutto te stesso. E se per caso ti avvicini un po’ di più e la sua pelle entra in contatto con la tua allora una miriade di scintille si sprigionano come fuochi d’artificio impazziti in tutto il tuo essere e solo tu vorresti che questo non finisse mai. E quando il fuoco si è placato ti stupisci di aver entro di te questo mare di fiamme dormienti pronte a destarsi ed ad illuminare a giorno l’oscurità che credevi albergare grigia , inamovibile sempiterna. Un semplice fortuito tocco e torna il sole, nascono magie di arcobaleni entro i tuoi occhi. Guardi magari le sue mani che agiscono, che afferrano, che gesticolano, che scrivono e non desideresti altro che prenderle nelle tue e stringerle piano sentendo la sua vitalità infondersi e confondersi nella tua come per magia.
Ma ti controlli, non agisci, non stringi le sue mani nè accarezzi il suo volto, quando sarebbe naturale farlo in altri contesti, e questa pressione inibitoria che eserciti tuo malgrado verso slanci motori, blocca, paralizza, frena anche la tua personalità.
Ti senti legnoso, rigido, innaturale e percepisci di misurare i tuoi comportamenti e le parole che fluiscono con difficoltà come inceppate, nella rena. È come se i centri deputati al controllo delle azioni se attivati costantemente finiscano per controllare anche la tua psiche a riprova del fatto che anima e corpo, non sono disgiunti ma un tutt’uno un continuum. (è forse per questo che nella vita si ha più successo con le donne quando non ti interressano in quanto con loro sei più naturale e disteso: forse c’entra la biochimica piu che la pische.)
Ma se non è destino che questo Angelo ti stia accanto ma debba volare via, non ti crucciare ma siine grato lo stesso che ti ha mostrato una Via, una luce , una possibilità di essere che non pensavi ormai essere alla tua portata. E se domani sarai al buio di nuovo , saprai che la luce é dentro di te e potrebbe sempre tornare chi è capace di risvegliarla prodigiosamente. Non hai che da tenere gli occhi aperti per vederla.
Cacchio non avevo nulla da scrivere e invece ho riempito senza accorgermene qualche pagina, qua stando nel rombo infernale di un jet che mi trapana il cervello. Forse è proprio da questo supplizio che la mia mente si vuole difendere generando idee, emozioni parole che le mie mani scrivono : di nuovo dal corpo alla mente.
Forse se un giorno, anche un’unica volta, qualcuno potra trovare in queste o nelle mie future parole, non una guida neanche un consiglio, ma almeno uno spunto per riflettere, uno specchio in cui mirare i propri mali entro l anima di un altro, e allora avrò ottenuto un senso dello scrivere qua.
Altrimenti tutto e’ vanita’ :
CHE RESTA ALL’UOMO DI TUTTO IL SUO AFFANNO IN CUI SI AFFANNA SOTTO IL SOLE ? GENERAZIONE CHE VA, GENERAZIONE CHE VIENE E LA TERRA NEL SUO CICLO RIMANE. E SORGE IL SOLE ED IL SOLE TRAMONTA ANELANDO AL SUO LUOGO DOV’EGLI RISORGE. SOFFIA A MEZZOGIORNO, POI GIRA A TRAMONTANA E VOLGENDO, VOLGENDO IL VENTO SE NE VA E SOPRA LE SUE SPIRE RITORNA IL VENTO
VANITA DELLE VANITÀ TUTTO E VANITÀ - HAVEL HAVALIM, FUMO DI FUMI TUTTO NON È CHE FUMO ED ECCO FUMO ... TUTTO È VENTO CHE HA FAME ED ECCO TUTTO È VANITÀ E UN CORRER DIETRO AL VENTO
L’Ecclesiaste
Saluti a tutti coloro che sono arrivati fin qui senza maledirmi