Non so come uscire da questo baratro in cui sono caduta nel corso degli anni e che mi sta uccidendo lentamente. La depressione ha sempre fatto parte di me, da quando ero piccola, così come i pensieri ossessivi sulla morte e sul dolore in generale.
Pensavo che prima o poi la mia mente sarebbe guarita e che certi pensieri sarebbero spariti, invece ho vissuto troppi anni di sofferenza e nonostante io sia giovane non riesco più a reggere questo peso enorme e non riesco più neanche a pensare ad un futuro diverso che possa darmi qualche speranza di essere felice.
Nessuno mi capisce veramente e nessuno mi sta vicino come mi servirebbe. Sono sola, circondata da persone che pensano solo a loro stesse e ai loro bisogni. Ho fallito tutto nella mia vita. Sono un fallimento. Sono stata svuotata di tutto quello di positivo che avevo e non sono stata capace di rialzarmi nei momenti di debolezza. Mi sono lasciata andare sempre di più e mi sono legata ad una persona che mi ha distrutto, umanamente e psicologicamente. Ancora adesso non riesco e non posso distaccarmi da questa persona per motivi esterni che mi obbligano a vivere in una gabbia. Le poche speranze che avevo di poter ritrovare l'amore in qualcun altro, sono svanite appena mi sono resa conto di quanto sono malata, perchè non sono più me stessa e faccio del male a chi mi sta vicino. Nessuno potrebbe starmi vicino e accettarmi per come sono. Ho smesso di credere nell'amore.
Penso costantemente alla morte e a come potrebbe finire tutto nel momento in cui io non ce la facessi più. Questo pensiero mi da sollievo e mi alleggerisce le giornate. Nella mia mente malata penso che tutto prima o poi finirà nel momento in cui io deciderò che non riuscirò più a vivere in questo modo e troverò il momento opportuno per farla finita. Questo pensiero è diventato costante e invadente. E' come se fosse la soluzione a tutti i miei problemi e io la stessi tenendo da parte come ultimo tentativo. Penso che tanto prima o poi sarà tutto finito e che non c'è niente che possa farmi stare meglio se non sparire e risolvere il problema alla radice.
La sera, quando sono a letto, passo ore a fissare il vuoto e penso a come potrei legare delle corde alla finestra o al soffitto e impiccarmi, ma poi penso che non funzionerebbe e che devo trovare un modo più veloce e indolore. Così penso che potrei bere una boccetta intera di xanax mischiato a dell'alcool e ad altre medicine, ma so che non darebbe l'effetto desiderato, finirei in ospedale e alla fine mi ritroverei probabilmente ancora viva. Poi penso che potrei bere dell'acido, oppure usare un coltello, ma mi spaventa l'idea di soffrire così tanto per una cosa che invece dovrebbe essere vissuta in modo sereno. Alla fine arrivo sempre alla conclusione che non so come potrei porre fine alla mia esistenza senza provocare del dolore a me stessa e senza causare problemi a chi mi dovesse trovare in quel momento, ovviamente vorrei evitare sangue e cose troppo forti, mi piacerebbe essere ricordata per come sono, come se mi fossi addormentata nel sonno.
Mi preoccupo di troppe cose, di cosa dovrei scrivere alle persone a cui voglio bene e di quanto soffrirebbero. Così il mio piano fallisce sempre e per non fare stare male la mia famiglia cerco di oscurare questi pensieri e di svuotare la mia mente prendendo 30 gocce di xanax, aumentando la dose se non mi fa più effetto. Non posso permettermi di andare da uno psichiatra e prendere degli antidepressivi, in questo momento l'unico farmaco efficace che mi distrae da tutti i miei pensieri è quello.
Ho ricominciato a tagliarmi dopo due anni. L'altro giorno, dopo mesi di problemi ho avuto un bisogno impellente perchè dovevo scaricare tutta la tensione e la rabbia che provavo, ma non riesco ad essere soddisfatta neanche così, perchè ho paura di tagliare troppo in profondità e di dover andare in ospedale, inoltre devo tagliarmi dove le ferite non siano visibili agli altri. Non voglio morire tagliandomi, ma solo farmi male per stare bene momentaneamente, ma capisco che anche così non posso sentirmi libera di fare quello che vorrei per le conseguenze che ci sarebbero. La sensazione di bruciore che provo mentre taglio la pelle e il fastidio che provo nelle ore seguenti, dove mi sono tagliata, mi fanno stare un po' meglio, ma non risolvono niente.
Tutto questo è inconcludente e mi fa stare sempre peggio. Non mi sento più una persona viva, mi sento un corpo vuoto senz'anima.
Sapere che ci sono persone che vivono una situazione simile alla mia mi fa sentire un po' meno sola...