Sentinella ha scritto:L'ossessione del suicidio è propria di colui che non può né vivere né morire, e la cui attenzione non si allontana mai da questa duplice impossibilità.
Praticamente, dopo che mi sono accadute determinate vicissitudini, è esattamente questo il mio pensiero fisso, esattamente come il paradosso del gatto di Schrödinger, io sono il gatto dentro la scatola e sono sia vivo che morto nello stesso tempo.
Navigator63 ha scritto:Veramente ci sono anche molte persone che si dedicano alla prevenzione del suicidio e si fanno in quattro per aiutare le persone che hanno tendenze suicide. Una di queste iniziative è il Telefono Amico, di cui conosco personalmente membri da anni.
Credi alla mia personale esperienza. Senza offesa, le associazioni per la prevenzione del suicidio sono gestite da volontari a tempo perso e utili solamente in casi molto superficiali, richiamano loro senza un orario prestabilito e questo è un grosso problema per chi non ha un posto riservato dove parlare liberamente a qualsiasi orario, inoltre queste associazioni sono basate sull'idea che tutte le persone siano estroverse, mentre ci sono tante persone introverse (informatevi sull'introversione) che non riescono a discutere verbalmente, ma principalmente con lo scritto.
Questo è il motivo per cui mi sono iscritto al servizio mail@micaTAI proprio di Telefono Amico e dopo avergli raccontato la mia assurda storia questa è stata la risposta.
"sono senza parole e non ne ho nemmeno per risollevarti il morale. È una storia incredibile con risvolti assurdi che tu devi portarti sulle spalle. Purtroppo non è ancora finito il tuo calvario ma ti auguro, con tutto il cuore, che succeda qualcosa di straordinario per cui tu possa iniziare a dimenticare questo stillicidio di cattiverie e guardare al futuro con speranza. Tu sai che io sarò qui se avessi bisogno di una parola o di liberati la mente."Era il 13.08.2023 quando ricevetti la suddetta risposta ed a distanza di un anno la situazione è addirittura peggiorata.
Navigator63 ha scritto:Il desiderio di suicidio compare sempre in persone problematiche, fortemente sofferenti, con degli squilibri o dei traumi. Ma non vuol dire che l'aspirante suicida sia "pazzo" (termine che non mi piace e vuol dire poco o nulla), bensì che soffre di qualche problema serio - mentale e/o fisico.
Ti porto due(+1) esempi pratici e desidero da te delle risposte.
Esempio 1. Una persona non trova lavoro, non volendo vivere per strada di elemosine, decide di suicidarsi. Dove sta il problema mentale e/o fisico nella suddetta persona ? Parlare con uno psicologo/psichiatra e iniziare una terapia di psicofarmaci farà trovare il lavoro alla suddetta persona e gli farà ottenere un'indipendenza economica ?
Esempio 2. Una persona soffre di agorafobia, qui è evidente il problema mentale, risolvibile con psicologo/psichiatra e terapia di psicofarmaci.
Esempio 3. Una persona uccide un'altra persona, dovrebbe finire SEMPRE in un apposito carcere psichiatrico, ma questo non mi risulta che succeda.
Navigator63 ha scritto:Personalmente, di fronte ad una persona del genere ascolterei a fondo la sua situazione, e poi gli chiederei se ha ben ponderato possibili alternative; se non ce ne sono, allora forse la morte può essere per lui una liberazione.
Il suicidio dovrebbe essere un modo per liberarsi da un problema realmente irrisolvibile, ossia "scacco matto", che non si può risolvere parlando con qualcuno e ottenendo un punto di vista differente della situazione, insomma nessuna soluzione concreta ed eticamente accettabile deve essere disponibile. Questo è il mio caso, ma ancora la partita è aperta.
kathellyna ha scritto:Sentinella ha scritto:
Chi non ha mai immaginato di uccidersi si deciderà a farlo più prontamente di chi non smette di pensarci. Poiché ogni atto cruciale è più facile da compiersi per assenza di riflessione che per esame, lo spirito vergine di suicidio, non appena vi si senta sospinto, sarà senza difesa contro la pulsione subitanea, sarà accecato e scosso dalla rivelazione di una via d'uscita definitiva, mai considerata fino a quel momento; l'altro, invece, potrà sempre ritardare un gesto indefinitamente pesato e soppesato, un gesto ch'egli conosce a fondo, al quale si deciderà senza passione – se mai si deciderà.
...per caso c'è scritta pure la soluzione o è un problema irrisolvibile?
La soluzione può esistere o meno, tutto dipende dal caso.
Navigator63 ha scritto:"Non che il suicidio sia sempre follia. Ma in genere non è in un accesso di ragione che ci si ammazza."
(Voltaire)
Se Voltaire potesse leggere la mia storia si ricrederebbe.