Suicidio: disturbo mentale o mero pragmatismo ?

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A volte si pensa di non aver più nulla da perdere, nè più motivi di esistere.
E' facile pensarlo se non si ha qualcuno con cui confrontarsi. La vita è piena di insidie, ed è facile perdersi. Ma spesso basta una mano per rimettersi in piedi.
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Suicidio: disturbo mentale o mero pragmatismo ?

Messaggioda vittimaincarcere » 23/09/2024, 18:12



Prima di raccontarvi, in un apposito topic che aprirò verso la metà del prossimo mese, come una dichiarazione di suicidio è riuscita a portare una persona a una condanna, vorrei esprimere la mia opinione personale e definitiva riguardo il suicidio, come segue.

Io mi sono reso conto che chiunque pensi, dichiari e provi il suicidio viene indubbiamente etichettato come un individuo con disturbi mentali e questo fatto porta l'individuo stesso in una spirale di colpevolizzazione, discriminazione e incapacità di autodeterminarsi, dalla quale è veramente difficile uscirne, anche perché è più redditizio per il settore sanitario e farmaceutico che le persone risultino il più possibile malate.

In questo modo, una persona sana di mente che magari si è semplicemente trovata in una situazione difficile (es. mancanza di occupazione lavorativa, perdita di lavoro, difficoltà economiche, debiti, cyber-bullismo), ha pensato al suicidio, lo ha dichiarato, ci ha provato, quindi viene indubbiamente dichiarata una persona con disturbi mentali con tutte le peggiori conseguenze del caso.

Certamente, arriveranno gli ottimisti che negheranno il pragmatismo e poi quelli manipolati che difendono a spada tratta ogni trattamento della salute mentale.

Chi ha delle reali prove che una persona che pensa, dichiara e prova il suicidio abbia effettivamente dei disturbi mentali ?
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Suicidio: disturbo mentale o mero pragmatismo ?

Messaggioda Sentinella » 23/09/2024, 18:27



Uno dei pensatori che più ammiro è Emil Cioran, spesso al limite del tracollo, nonché super-esperto di suicidio.
Seguono alcuni suoi passaggi al riguardo.

Dove risiede il vero: nell'appello del Buddha o nell'apologia del suicidio fatta da Porfirio alle prese con Plotino? A ben riflettere entrambi invitano alla rinuncia. Nessuna soluzione, dunque, se non al di fuori dell'esistenza. Si può anche andare oltre: rifiutare l'idea di soluzione, affondare sempre più nell'impasse capitale che annulla tutte le domande e tutte le risposte – e che si chiama noia. Nessuno ne ha conosciuto i tormenti come Leopardi.

Chi non ha mai immaginato di uccidersi si deciderà a farlo più prontamente di chi non smette di pensarci. Poiché ogni atto cruciale è più facile da compiersi per assenza di riflessione che per esame, lo spirito vergine di suicidio, non appena vi si senta sospinto, sarà senza difesa contro la pulsione subitanea, sarà accecato e scosso dalla rivelazione di una via d'uscita definitiva, mai considerata fino a quel momento; l'altro, invece, potrà sempre ritardare un gesto indefinitamente pesato e soppesato, un gesto ch'egli conosce a fondo, al quale si deciderà senza passione – se mai si deciderà.

L'ossessione del suicidio è propria di colui che non può né vivere né morire, e la cui attenzione non si allontana mai da questa duplice impossibilità.

Vivo solo perché è in mio potere morire quando meglio mi sembrerà: senza l'idea del suicidio, mi sarei ucciso subito.
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Suicidio: disturbo mentale o mero pragmatismo ?

Messaggioda kathellyna » 23/09/2024, 19:02



Sentinella ha scritto:
Chi non ha mai immaginato di uccidersi si deciderà a farlo più prontamente di chi non smette di pensarci. Poiché ogni atto cruciale è più facile da compiersi per assenza di riflessione che per esame, lo spirito vergine di suicidio, non appena vi si senta sospinto, sarà senza difesa contro la pulsione subitanea, sarà accecato e scosso dalla rivelazione di una via d'uscita definitiva, mai considerata fino a quel momento; l'altro, invece, potrà sempre ritardare un gesto indefinitamente pesato e soppesato, un gesto ch'egli conosce a fondo, al quale si deciderà senza passione – se mai si deciderà.

...per caso c'è scritta pure la soluzione o è un problema irrisolvibile?
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Suicidio: disturbo mentale o mero pragmatismo ?

Messaggioda Sentinella » 23/09/2024, 20:03



kathellyna ha scritto: ...per caso c'è scritta pure la soluzione o è un problema irrisolvibile?


Per Cioran l'idea (teorica) di suicidio è positiva, in quanto permette (in pratica) di non suicidarsi: il sapere di poterlo fare può avere un effetto rassicurante, permettendo di resistere un giorno in più e il giorno successivo e quello dopo ancora.
Lui non si è suicidato.
In compenso ha giocato a pallone coi crani...

«Sì, sì, specialmente il cimitero. Ero amico del becchino, un uomo molto simpatico; sapeva che il mio più grande desiderio era di ricevere dei crani. Quando ne interrava qualcuno, accorrevo subito per vedere se poteva darmelo. Ciò che mi divertiva era giocare a pallone con i crani. Avevo un debole per i teschi, mi piaceva vedere il becchino dissotterrarli… […] Amavo giocarci a pallone. Lanciare il teschio in aria e precipitarmi a raccoglierlo. E non credo che fosse un piacere morboso, piuttosto una specie di sport infantile. L’infamia, il permesso di giocare a pallone con un teschio… Perché sapevo che non era consentito. Ero consapevole che si trattava di una cosa anormale; in verità non ne parlavo con nessuno. […] Allora ero molto giovane, andavo alla scuola primaria. Avevo sette-otto anni e perfino più giovane.»

Il cranio racchiude il cervello, col quale formuliamo i problemi.
La soluzione del problema? Dare tempo al tempo (spassandosela o struggendosi, non fa differenza).
Il teschio è dentro di noi, basta toccarsi la faccia in più punti per sentirlo molto vicino.
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Suicidio: disturbo mentale o mero pragmatismo ?

Messaggioda Navigator63 » 24/09/2024, 6:17



vittimaincarcere ha scritto:Io mi sono reso conto che chiunque pensi, dichiari e provi il suicidio viene indubbiamente etichettato come un individuo con disturbi mentali e questo fatto porta l'individuo stesso in una spirale di colpevolizzazione, discriminazione e incapacità di autodeterminarsi

Veramente ci sono anche molte persone che si dedicano alla prevenzione del suicidio e si fanno in quattro per aiutare le persone che hanno tendenze suicide. Una di queste iniziative è il Telefono Amico, di cui conosco personalmente membri da anni.

Quindi la situazione che dipingi può essere vera in alcuni casi, ma non sempre.
Forse la tua esperienza ti porta a vedere le cose solo in un certo modo; ma la realtà è sempre multiforme.

Chi ha delle reali prove che una persona che pensa, dichiara e prova il suicidio abbia effettivamente dei disturbi mentali ?

Dipende da cosa si intende con "disturbi mentali".
Io concordo col seguente aforisma:

"Non che il suicidio sia sempre follia. Ma in genere non è in un accesso di ragione che ci si ammazza."
(Voltaire)

Uno completamente a posto ed equilibrato non vuole suicidarsi. :dunno:
Il desiderio di suicidio compare sempre in persone problematiche, fortemente sofferenti, con degli squilibri o dei traumi. Ma non vuol dire che l'aspirante suicida sia "pazzo" (termine che non mi piace e vuol dire poco o nulla), bensì che soffre di qualche problema serio - mentale e/o fisico.
Magari quel problema ha una soluzione, o magari no, ma sarebbe comunque sempre utile se quella persona potesse parlare del suo problema, sentirsi accolta e compresa.

Poiché in genere abbiamo orrore della morte, è istintivo esortare l'aspirante suicida a cambiare idea. Il che IMO non è sempre l'approccio più adatto.
Personalmente, di fronte ad una persona del genere ascolterei a fondo la sua situazione, e poi gli chiederei se ha ben ponderato possibili alternative; se non ce ne sono, allora forse la morte può essere per lui una liberazione.
Non condanno chi desidera la morte, ma cerco sempre di esortarlo a vedere altre possibilità.

Come ci ricorda Cioran, citato sopra, sapere che posso sempre suicidarmi mi aiuta a pensare che potrei fare diversamente; ho comunque una scelta.
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Messaggioda vittimaincarcere » 24/09/2024, 11:17



Sentinella ha scritto:L'ossessione del suicidio è propria di colui che non può né vivere né morire, e la cui attenzione non si allontana mai da questa duplice impossibilità.


Praticamente, dopo che mi sono accadute determinate vicissitudini, è esattamente questo il mio pensiero fisso, esattamente come il paradosso del gatto di Schrödinger, io sono il gatto dentro la scatola e sono sia vivo che morto nello stesso tempo.

Navigator63 ha scritto:Veramente ci sono anche molte persone che si dedicano alla prevenzione del suicidio e si fanno in quattro per aiutare le persone che hanno tendenze suicide. Una di queste iniziative è il Telefono Amico, di cui conosco personalmente membri da anni.


Credi alla mia personale esperienza. Senza offesa, le associazioni per la prevenzione del suicidio sono gestite da volontari a tempo perso e utili solamente in casi molto superficiali, richiamano loro senza un orario prestabilito e questo è un grosso problema per chi non ha un posto riservato dove parlare liberamente a qualsiasi orario, inoltre queste associazioni sono basate sull'idea che tutte le persone siano estroverse, mentre ci sono tante persone introverse (informatevi sull'introversione) che non riescono a discutere verbalmente, ma principalmente con lo scritto.

Questo è il motivo per cui mi sono iscritto al servizio mail@micaTAI proprio di Telefono Amico e dopo avergli raccontato la mia assurda storia questa è stata la risposta.

"sono senza parole e non ne ho nemmeno per risollevarti il morale. È una storia incredibile con risvolti assurdi che tu devi portarti sulle spalle. Purtroppo non è ancora finito il tuo calvario ma ti auguro, con tutto il cuore, che succeda qualcosa di straordinario per cui tu possa iniziare a dimenticare questo stillicidio di cattiverie e guardare al futuro con speranza. Tu sai che io sarò qui se avessi bisogno di una parola o di liberati la mente."

Era il 13.08.2023 quando ricevetti la suddetta risposta ed a distanza di un anno la situazione è addirittura peggiorata.

Navigator63 ha scritto:Il desiderio di suicidio compare sempre in persone problematiche, fortemente sofferenti, con degli squilibri o dei traumi. Ma non vuol dire che l'aspirante suicida sia "pazzo" (termine che non mi piace e vuol dire poco o nulla), bensì che soffre di qualche problema serio - mentale e/o fisico.


Ti porto due(+1) esempi pratici e desidero da te delle risposte.

Esempio 1. Una persona non trova lavoro, non volendo vivere per strada di elemosine, decide di suicidarsi. Dove sta il problema mentale e/o fisico nella suddetta persona ? Parlare con uno psicologo/psichiatra e iniziare una terapia di psicofarmaci farà trovare il lavoro alla suddetta persona e gli farà ottenere un'indipendenza economica ?

Esempio 2. Una persona soffre di agorafobia, qui è evidente il problema mentale, risolvibile con psicologo/psichiatra e terapia di psicofarmaci.

Esempio 3. Una persona uccide un'altra persona, dovrebbe finire SEMPRE in un apposito carcere psichiatrico, ma questo non mi risulta che succeda.

Navigator63 ha scritto:Personalmente, di fronte ad una persona del genere ascolterei a fondo la sua situazione, e poi gli chiederei se ha ben ponderato possibili alternative; se non ce ne sono, allora forse la morte può essere per lui una liberazione.


Il suicidio dovrebbe essere un modo per liberarsi da un problema realmente irrisolvibile, ossia "scacco matto", che non si può risolvere parlando con qualcuno e ottenendo un punto di vista differente della situazione, insomma nessuna soluzione concreta ed eticamente accettabile deve essere disponibile. Questo è il mio caso, ma ancora la partita è aperta.

kathellyna ha scritto:
Sentinella ha scritto:
Chi non ha mai immaginato di uccidersi si deciderà a farlo più prontamente di chi non smette di pensarci. Poiché ogni atto cruciale è più facile da compiersi per assenza di riflessione che per esame, lo spirito vergine di suicidio, non appena vi si senta sospinto, sarà senza difesa contro la pulsione subitanea, sarà accecato e scosso dalla rivelazione di una via d'uscita definitiva, mai considerata fino a quel momento; l'altro, invece, potrà sempre ritardare un gesto indefinitamente pesato e soppesato, un gesto ch'egli conosce a fondo, al quale si deciderà senza passione – se mai si deciderà.

...per caso c'è scritta pure la soluzione o è un problema irrisolvibile?


La soluzione può esistere o meno, tutto dipende dal caso.

Navigator63 ha scritto:"Non che il suicidio sia sempre follia. Ma in genere non è in un accesso di ragione che ci si ammazza."
(Voltaire)


Se Voltaire potesse leggere la mia storia si ricrederebbe.
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Messaggioda Royalsapphire » 24/09/2024, 13:34



vittimaincarcere ha scritto:"sono senza parole e non ne ho nemmeno per risollevarti il morale. È una storia incredibile con risvolti assurdi che tu devi portarti sulle spalle. Purtroppo non è ancora finito il tuo calvario ma ti auguro, con tutto il cuore, che succeda qualcosa di straordinario per cui tu possa iniziare a dimenticare questo stillicidio di cattiverie e guardare al futuro con speranza. Tu sai che io sarò qui se avessi bisogno di una parola o di liberati la mente."

Era il 13.08.2023 quando ricevetti la suddetta risposta ed a distanza di un anno la situazione è addirittura peggiorata.


Allora,

Penso che, facendo molta fatica lo riconosco, occorra pensare anche che non tutti sono uguali, e si ha tutti delle competenze diverse, per qualità e quantità.
Se mandassi la tua storia a qualcun altro, riceveresti un diverso contributo, sicuramente più o meno funzionale di questo.
Poi dipende anche da cosa stai cercando; ci sono persone (ad esempio io), a cui ''basta'' sentire di non essere sola, per percepire subito una ventata di calore attorno a sé...
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Messaggioda vittimaincarcere » 24/09/2024, 17:45



Royalsapphire ha scritto:
vittimaincarcere ha scritto:"sono senza parole e non ne ho nemmeno per risollevarti il morale. È una storia incredibile con risvolti assurdi che tu devi portarti sulle spalle. Purtroppo non è ancora finito il tuo calvario ma ti auguro, con tutto il cuore, che succeda qualcosa di straordinario per cui tu possa iniziare a dimenticare questo stillicidio di cattiverie e guardare al futuro con speranza. Tu sai che io sarò qui se avessi bisogno di una parola o di liberati la mente."

Era il 13.08.2023 quando ricevetti la suddetta risposta ed a distanza di un anno la situazione è addirittura peggiorata.


Allora,

Penso che, facendo molta fatica lo riconosco, occorra pensare anche che non tutti sono uguali, e si ha tutti delle competenze diverse, per qualità e quantità.
Se mandassi la tua storia a qualcun altro, riceveresti un diverso contributo, sicuramente più o meno funzionale di questo.
Poi dipende anche da cosa stai cercando; ci sono persone (ad esempio io), a cui ''basta'' sentire di non essere sola, per percepire subito una ventata di calore attorno a sé...
:luce:


Qualsiasi persona leale e genuina che legga la mia storia mi risponderà allo stesso identico modo ed io ho preferito ricevere un contributo perfettamente coerente con la mia situazione, piuttosto che un contributo ipocrita.

Vi ho quotato la risposta che ho ricevuto solo per farvi capire che nemmeno un'associazione per la prevenzione del suicidio può essere d'aiuto per un caso grave come il mio, che presto vi racconterò.

Il mio unico scopo è pubblicare la realtà dei fatti accaduti, nella speranza che altri non cadano nella stessa "trappola".
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Messaggioda Navigator63 » 24/09/2024, 21:59



vittimaincarcere ha scritto:Credi alla mia personale esperienza.

Io non discuto la TUA esperienza.
Dico solo che non riflette TUTTA la realtà, ma solo parte di essa.

Il tuo atteggiamento mi ricorda quelli che sono stati amaramente delusi da UNA donna, e dichiarano risoluti che TUTTE le donne sono in tal modo. :facepalm:

Questo è il motivo per cui mi sono iscritto al servizio mail@micaTAI proprio di Telefono Amico e dopo avergli raccontato la mia assurda storia questa è stata la risposta.

Ha fatto quello che poteva. Ti ha comunque espresso la sua comprensione e compassione. Mica poteva fare miracoli.

Esempio 1. Una persona non trova lavoro, non volendo vivere per strada di elemosine, decide di suicidarsi. Dove sta il problema mentale e/o fisico nella suddetta persona ?

In questo caso il problema è esterno alla persona, non interno. Ok.
Però ci sono tanti disoccupati che non per questo vogliono morire. Quindi è probabile che questa persona, oltre al suo problema oggettivo, abbia ANCHE problemi psicologici (ansia, sfiducia in sé, disperazione esistenziale, mancanza di senso, ecc.)

Esempio 3. Una persona uccide un'altra persona, dovrebbe finire SEMPRE in un apposito carcere psichiatrico, ma questo non mi risulta che succeda.

Dipende dal movente e da una valutazione apposita (se si uccide per denaro o per faida mafiosa cosa c'entra lo psichiatra?).

E comunque la realtà è imperfetta, sempre lo è stata e sempre lo sarà, quindi è ovvio che non sempre le cose vanno come dovrebbero.
Se uno respinge questo fatto elementare e vive con angoscia perché il mondo non corrisponde alle sue aspettative, è segno che non ha raggiunto una maturità adulta (non sa adattarsi alla realtà), quindi ha un problema psicologico.

Se Voltaire potesse leggere la mia storia si ricrederebbe.

"Oh, sono così speciale e unico al mondo. La mia storia è unica e la mia ingiustizia la più iniqua." :rolleyes:
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Messaggioda vittimaincarcere » 25/09/2024, 12:43



Navigator63 ha scritto:Io non discuto la TUA esperienza.
Dico solo che non riflette TUTTA la realtà, ma solo parte di essa.

Il tuo atteggiamento mi ricorda quelli che sono stati amaramente delusi da UNA donna, e dichiarano risoluti che TUTTE le donne sono in tal modo. :facepalm:


Le associazioni per la prevenzione del suicidio funzionano come ho spiegato nell'apposito paragrafo.

Navigator63 ha scritto:Ha fatto quello che poteva. Ti ha comunque espresso la sua comprensione e compassione. Mica poteva fare miracoli.


Come ho già detto e ribadisco, il punto è che le associazioni per la prevenzione del suicidio sono utili esclusivamente per casi molto facili e superficiali.

Navigator63 ha scritto:Però ci sono tanti disoccupati che non per questo vogliono morire. Quindi è probabile che questa persona, oltre al suo problema oggettivo, abbia ANCHE problemi psicologici (ansia, sfiducia in sé, disperazione esistenziale, mancanza di senso, ecc.)


Dipende a quali "disoccupati" ti riferisci, perchè molti hanno i sussidi per la perdita del lavoro, altri hanno messo soldi da parte, molti possono contare sui parenti e così via. Naturalmente, ci sono persone che, dopo aver perso tutto oppure non hanno mai avuto nulla, si accontentano di vivere per le strade a fare l'elemosina e io dico BELLA VITA di M...

Ammettendo il tuo "probabile", ti ripeto le domande a cui non hai risposto. Parlare con uno psicologo/psichiatra e iniziare una terapia di psicofarmaci farà trovare il lavoro alla suddetta persona e gli farà ottenere un'indipendenza economica ?

Navigator63 ha scritto:Dipende dal movente e da una valutazione apposita (se si uccide per denaro o per faida mafiosa cosa c'entra lo psichiatra?).


Una persona che tenta il suicidio fa del male a se stessa e finisce SEMPRE in T.S.O. e imbottito di psicofarmaci, di conseguenza per quale motivo una persona che tenta un omicidio, ossia fa del male al prossimo, a prescindere dalle ragioni, non dovrebbe avere SEMPRE la stessa sorte di una persona che tenta il suicidio ? Vogliamo veramente prenderci in giro dicendo che una parte delle persone omicide sono sani di mente ?!

Navigator63 ha scritto:E comunque la realtà è imperfetta, sempre lo è stata e sempre lo sarà, quindi è ovvio che non sempre le cose vanno come dovrebbero.
Se uno respinge questo fatto elementare e vive con angoscia perché il mondo non corrisponde alle sue aspettative, è segno che non ha raggiunto una maturità adulta (non sa adattarsi alla realtà), quindi ha un problema psicologico.


Queste tue affermazioni, piuttosto pregiudizievoli, possono valere in un società dove non esistono regole. In ogni caso, colpevolizzare la gente non è MAI la soluzione.

Navigator63 ha scritto:"Oh, sono così speciale e unico al mondo. La mia storia è unica e la mia ingiustizia la più iniqua." :rolleyes:


E' evidente, ti sei fatto influenzare dal contenuto del mio topic di presentazione, illudendoti di discutere con un ragazzino sprovveduto che è stato vittima di una situazione comune ad altri, eppure dovresti saperlo molto bene che "il cucchiaio non esiste".

Quando sarà il momento, se vorrai e se accetterai determinate condizioni, potrei decidere di inviarti la mia storia con più dettagli, così ti renderai conto che sei tu quello che vive in un mondo fittizio, più di quanto puoi lontanamente immaginare.
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