ci ho pensato ma non è la soluzione

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ci ho pensato ma non è la soluzione

Messaggioda crix » 09/02/2015, 19:17



Cari amici, bentrovati a questo forum sul suicidio che certo non è tematica allegra ma è comunque realtà con cui bisogna fare i conti perchè purtroppo vi è chi lo tenta spesso e purtroppo vi è anche chi riesce ad attuarlo. Non sono tra quellii che non ci hanno pensato, lo sono eccome, ritengo che più si è sensibili, come ritengo esserlo io, e più quest'idea ci bussi alla porta di un'anima fragile che desidererebbe relazionarsi meglio e più proficuamente con il mondo che la circonda. E non condanno coloro i quali pensano al suicidio o vogliono attuarlo. Non sono superiore a loro e non devo permettermi di giudicare. Anche perchè nessuno meglio di chi soffre conosce la propria sofferenza. Chi ne sta al di fuori può condividerla, cercare di attenuarla in mille modi ma non è semplice. Neppure un comico di professione forse ci riuscirebbe quando una persona si ritiene proprio allo stato terminale della sopportazione. Ho letto di recente una definizione sul suicidio che magari qualcuno di voi già conosce e di cui comunque di rendo partecipi: "il suicidio è come curarsi un raffreddore con una bomba atomica". Io personalmente cerco di perseguire questa strada e questo concetto: ciascuna persona è importante per questo mondo e per quanto riesce a dare e, anche se diamo poco, riusciamo comunque a cambiare il mondo facendo sì che non sia più lo stesso di prima. Ogni più piccola azione positiva è una ricchezza donata al mondo, dunque anche a noi stessi che ne facciamo parte. E dunque, in quest'ottica, perchè dovremmo privarci di una ricchezza per noi stessi e per gli altri suicidandoci? Se non riusciamo a percepirci, e lo posso capire, come ricchezza per noi stessi nel momento in cui decidiamo di farla finita (perchè è evidente che in caso contrario non matureremmo affatto un tale proposito), dobbiamo percepirci ricchezza per gli altri. Ci aiuta a capire il senso della nostra presenza, della nostra azione, la nostra incidenza sul bene del mondo, il nostro poter essere protagonisti. Ripeto, chi vi scrive lo fa sulla pelle della propria sofferenza che lo porta non di rado a pensare a questo gesto. Poi però l'aprirsi agli altri con il proprio agire può accendere una fiammella. Non si dice che sia semplice. Ci vuole coraggio, costanza. Ma proviamoci. Ciao e se vorrete confrontarvi su questo, più che volentieri.
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