premetto che non capisco tutta sta fissazione per l'argomento suicidio, specie se ad averla è gente occidentale a cui non mancano l cose basilari per sostentarsi in un mondo materiale.
mi sembra assurdo che la gente che soffre davvero e che ha gravissimi problemi economici e di salute, grave malformazioni ect sia così attaccata alla vita e la riesce a vivere appieno ed è grata di poterlo fare anche se menomata da handicap fisici o gli mancano le possibilità di vivere decorosamente da essere umano..mentre noi che abbiamo molto e non abbiamo veri problemi ce ne creiamo di assurdi e sputiamo nel piatto in cui mangiamo, anche se non è la cena di un re.
avete da imparare molto dalla gente che soffre veramente per problemi reali, distaccatevi dalle cazzate materiali superflue che vi creano disagi e starete meglio. imparate ad osservare cosa conta nella vita e provate a vivere a contatto con la natura, fuori dal contesto urbano e materialista della società umana, specie di quella occidentale e capirete che i vostri problemi, che ritenete gravi sono delle cose che spesso no hanno senso di esistere fuori dalla vostra visione soggettiva delle cose e dentro la visione obiettiva della vita
elle8n ha scritto:Io sono cattolica ma ho una mia visione dell'aldilà, per esempio non credo che il suicidio sia un peccato, non credo nell'inferno... talvolta anche una morte non autoprocurata porta con sé dolore anche oltre secondo me, credo anche però che prima o poi tutto passi, che ci sia un modo per liberarsi di tutto il dolore...
che ci sia un modo per liberarsi dal dolore terrestre ci siamo e condivido.
sul resto non comprendo, come fai a definirti cattolica, o meglio ancora cristiana se non credi a quello che ti viene detto.
è come proclamarsi comunista e poi andare avotare alleanza nazionale nell'urna elettorale.
se sei cristiana dovresti ritenere la vita un dono, il suicidio è l'antitesi del dono vitale, sarebbe un affronto nei confronti del donatore.
se sei cristiana dovresti comprendere e credere che i dolori delle mancanze di questo mondo non avrebbero più peso...ma in generale dovresti crederlo seguendo quasi ogni dottrina spirituale presente su questo mondo
Riccardina ha scritto:Sono lieto di avere ragione.
ma non penso proprio, sei così incentrato sulla materialità di questo mondo che probabilmente non riesci a cogliere le mille sfumature che lo definiscono come un posto di passaggio. fortunatamente hai torto

Adrien ha scritto:In linea di massima concordo con te. Dopo il suicidio il dolore "di là" dura per un certo lasso di tempo, poi veniamo rispediti in questa dimensione, per continuare la nostra evoluzione, e, spesso, in circostanze peggiori di quelle attuali.
trovo illogica la teoria della reincarnazione e la trovo fuorviante..come la scusa di qualcuno che vuole procrastinare un azione o un compito. una vita è più che sufficiente a fare mille errori, a capire, imparare e cambiare..anche 10 volte la persona che siamo.
non vedo nessuna ragione per cui dovremmo ritornare più e più volte su questo mondo, scordando pure quello che abbiamo fatto nelle vite precedenti. ancora meno utile la teoria di tornare sotto fattezze di altri esseri viventi che non siano umani.
quasi quanto trovo insensata l'idea del purgatorio inventato dai cattolici unicamente per ricevere i compensi economici delle indulgenze
Sebastian Black ha scritto:Beh, ma in questo modo anche una morte naturale comporterebbe la stessa identica cosa, si perderebbe solo il corpo ma non il resto a prescindere dal modo nel quale sia arrivata la morte, e quindi proseguirebbe il dolore a prescindere dal suicidio.
non penso proprio. una volta cambiato il gioco cambieranno gran parte delle regole, saranno superflue in un altro tipo di contesto.
se muori di morte naturale e non hai fatto tu la carogna danneggiando gli altri a livello mentale ed emotivo non dovresti avere nessun genere di peso. togliendoti la vita da solo invece manchi di rispetto a chi te l'ha donata e ti porteresti una tara che ha attinenza con la nuova situazione che dovresti vivere.
in un mondo oltre la morte gran parte dei problemi e delle sofferenze legate a certi concetti non avrebbero più senso, ma altre, legate al'infinito resterebbero e deciderebbero il tuo fato e la tua condizione
Sebastian Black ha scritto:A mio avviso la condizione emotiva con la quale si giunge alla morte, specie se ha caratterizzato larga parte della vita di un individuo, ha il suo peso nell'influenzare ciò che si sperimenta "dall'altro lato". Ma ovviamente potremo accertarcene solo morendo.
appunto influenzerebbero quello che sperimenterai, ma non è detto che molte cose che ti danno dei crucci qui avrebbero un peso in un altro piano eistenziale, specie se ritorni nella moltitudine globale da cui sei stato separato molti pesi sparirebbero (solitudine, essere incompreso, depressione, ect)
Adrien ha scritto:Beh sì, ma io rispondevo all'ipotesi di orchidea, che dice che (forse) il suicidio è la porta per il dolore eterno.
Anche morendo in modo naturale, se si è passata una vita caratterizzata dal dolore, si proverà dolore nell'aldilà, per cui non è il suicidio in sé a portare al dolore "dall'altro lato".
invece si, hai sempre sputato alla possibilità e alla prova che ti è stata offerta, il suicidio è la peggiore delle azioni in un percorso che conduce ad unaltro piano esistenziale