Nothingface ha scritto:Negli ultimi messaggi di questa discussione si è continuato a ribadire quanto ci troviamo in una società che ci consente di vivere in condizioni migliori rispetto al passato - e su questo mi trovate d'accordo - però ho l'impressione che ci si fermi al "quanto sto bene io adesso", senza alcuna considerazione di quello che potrà avvenire nel futuro. Al di là del fatto che questo è un benessere esclusivamente "occidentale", quindi non è che ci troviamo in una condizione di benessere universale (anche all'interno dello stesso occidente non è che sia tutto rose e fiori), rimane il fatto che si tratta comunque di un benessere apparente (momentaneo, effimero, inutile). Ci sono problemi sociali, politici, economici ed ambientali, più o meno evidenti, per i quali non si sta trovando alcuna soluzione; non so come la situazione si evolverà, ma sono sicuro che, se le cose continuano ad andare in questo modo, gli effetti saranno catastrofici, forse fatali.
Sì, è come essersi gettati da un grattacielo: finché non impatti col suolo puoi anche godertela e pensare che sia uno spasso, ma alla fine ti spiaccichi a terra.
Considerando tutto questo, io (generico) cosa posso fare? Fare finta di niente e stare a guardare? E' ovvio che la situazione è più grande di me, ma forse è anche troppo grande perché un singolo stato la possa gestire da solo. Ormai sono entrati in moto dei meccanismi e delle operazioni che stanno facendo il proprio corso autonomamente, senza che vi sia dietro una qualche mente che organizza il tutto. Davvero non mi rimane da far altro che badare al mio piccolo orticello crogiolandomi nel constatare quanto stia crescendo bene? Perché io ho avuto questa impressione: quello che mi pare che molti di voi dicano è: "Tu (generico) bada a te stesso e basta". Ma non credo che badando esclusivamente a me qualcosa potrà effettivamente cambiare nel mondo: la macchina che si è messa in moto continuerà a percorrere la sua strada, finché poi non sarà troppo tardi. Magari è giusto così? Dopotutto cosa siamo noi uomini se non dei granelli di sabbia in un deserto? Ognuno di per sé conta così poco, quindi cosa gli può interessare degli altri, del futuro? Perché impegnarsi tanto per qualcosa che non ci riguarda così da vicino?
È vero che ormai certi processi vanno avanti come per inerzia, e il vecchio paradigma non verrà abbandonato finché non ci condurrà alla catastrofe; com'è vero che a un certo punto le leggi della natura e della fisica faranno il loro corso, riducendo di molto le nostre possibilità e la nostra stessa presenza sul pianeta. La speranza è però che non sia un travaglio inutile e che alla fine se ne venga fuori con un po' di saggezza, magari germogliata anche da qualche piccolo seme che, senza farci grandi illusioni, abbiamo piantato noi stessi.