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Premetto che amo la vita e spero di morire più tardi che mai, magari senza soffrire troppo e senza cari dispiaciuti al mio capezzale. Ma, soprattutto, in salute accettabile. Chiaro che accoglierei serenamente, come parte del processo del tempo, acciacchi vari e patologie tipiche dell'età che avanza (si sa: molte sono gestibili odiernamente). L'anzianità, se vissuta con senno e pace, è un'età davvero meravigliosa.

[Forse la cosa che più mi preme è proprio la preoccupazione di chi potrei lasciare dopo la mia morte: sarebbe terribile immaginare altri soffrire per la mia scomparsa].

Tuttavia, se dovessi scoprire di avere una malattia gravissima imminente con una scarsa possibilità di sopravvivenza (guarigione < 40% di probabilità), ecco... ammetto che potrei decidere di rinunciare alle cure convenzionali che rischierebbero di relegarmi in un letto di ospedale, firmando pertanto solo per le terapie palliative, sì da vivere bene il tempo rimanente al meglio delle mie possibilità del momento. Dopodiché, una volta che il corpo comincerà a cedere, mi indurrei da solo la dolce morte avvalendomi di mezzi che non nominerò né qui né in altra sede. Vorrei morire "bene", come e quando lo dico io, dove desidero io e non prima di essermi concesso pure un'ultima cena di addio alla vita.

Spero che questo mio scritto non sia offensivo per nessuno.

Nel sonno

Una bomba termonucleare che mi scoppia a 2 metri di distanza, praticamente evaporo prima di vedere il lampo

So che può suonare macabro e forse lo è.

Voglio morire perdendo qualsiasi potenziale capacità cognitiva post-mortem.

Un colpo di pistola alla tempia, danni fisici cerebrali.

Credo che il paradiso e l'inferno si trovino i primi 10/20 minuti dopo la morte fisica, diciamo che non voglio correre il rischio di "vivermi" il secondo.