E' la parola che ripeto sempre più spesso: sono stanca, mi sento stanca, stanca, stanchissima, a terra, per terra, esausta... Non riesco proprio a mentire e dire "sto bene", niente, ho finito le energie anche per questo.
Qui, lo devo ammettere, nessuno a parte un paio di utenti sanno davvero qualcosa di me, qualcosa che mi ha fatto diventare così, certo tutto quello che ho detto e raccontato è vero, e anche se è gran parte della mia vita comunque ha contribuito in minima parte a grattarmi dentro fino a creare il vuoto assoluto.
Adesso. Sono 9 mesi e 5 giorni che il roller coaster del mio umore è partito e gira senza che riesca a fermarlo: 10 minuti sono felice, poi divento improvvisamente triste e mezz'ora dopo torno iperattiva, o arrabbiata. Ed è sempre così, 24 ore al giorno, 7 su 7. E sono stanca. Stanca di questo andirivieni di umore, della mia imprevedibilità, del fatto che costringo me stessa ad essere sempre un po' sopra gli standard e questo per abitudine, io devo essere migliore, io devo arrivare alla perfezione. Ogni riga di disegno, ogni idea, ogni piatto, ogni cosa che ho intorno deve rispecchiare perfettamente quello che ho in testa. Che è la mia idea di perfezione, anche se agli altri può sembrare solo caos.
Quando trovo quello spiraglio tra la tristezza e la depressione riesco addirittura a lavorare a qualcosa, e si, la depressione fa bene ai miei lavori: la precisione che trovo quando li guardo, è innaturale, è perfetta. E allora mi accorgo di essere arrivata alla fine e che per farlo però ho sacrificato me stessa. E allora perchè non mettere in atto la più grande opera d'arte a cui un artista può aspirare? Parafrasando il film da cui è presa anche il dialogo che ho in firma.
Ci penso spesso, tutto il giorno, a volte ci penso anche nei sogni. Ci sono arrivata vicinissimo innumerevoli volte, e ogni volta io ho salvato me stessa. Non c'era nessuno, anzi quando c'era qualcuno venivo lasciata da sola apposta.
Ho provato a buttarmi da altezze diverse, ma niente, quando sentivo la corrente d'aria sul mento mi veniva in mente qualcosa di bello e così tornavo indietro. Nella disperazione ho provato a dormire nella neve. Quella volta ero scappata di casa, avevo trovato solo porte chiuse, solo un'amica mi invitò a stare un'ora da lei, ma poi mi sbattè fuori quando seppe che volevo sparire da casa qualche giorno. Non le ho più parlato, chiaramente. Ma niente anche li, neanche un raffreddore, nessuno si accorse che ci provai.
Ho provato a tagliarmi le vene con un coltellaccio da cucina in casa del mio primo ragazzo, quello che credo mi abbia più volte violentato (per la cronaca, non mi ricordo quando iniziò o finì, mi ricordo a malapena la prima volta, e mi ricordo che io non volevo, riusciva a prendermi e buttarmi sul letto, dopodichè spegnevo il cervello e guardavo l'orologio) e niente, rimasi in bagno per tanto tanto tempo, poi pensai che morire per un essere umano di quella risma infame fosse davvero stupido, e io non ero stupida, no? così uscii, e lo vidi rannicchiato con lo sguardo fisso in un angolo.
Altri tentativi precisi non me li ricordo, qualche investimento, tante alture. L'ultima volta è stato pochi mesi fa, in occasione poco felice. Mi sono avvicinata al precipizio, ho guardato di sotto e ho sentito come un pensiero "non ora, devi raccontare". E' stato scioccante, ero io? Gli Alieni? Ero pazza? Non ne ho idea, fatto sta che se sono qui a scrivere qualcosa è successo.
Da pochi giorni ci si sono messi ancora i sogni, sogni semilucidi, in cui ho possibilità di movimento e scelta in parte. Sono belli, diciamo, sono vacanze, viaggi, belle esperienze con belle persone, ma io mi sveglio angosciata, perchè in quei sogni c'è qualcosa di malato, qualcosa che sembra dirmi cosa mi sto perdendo, cosa il mondo non mi vuole offrire, però me lo fa vedere! Ed è questa la cattiveria. Avere una torta davanti e non poterci affondare nemmeno una forchettina.
Altra cosa che succede ultimamente è il distacco con le persone che mi sono state vicine, a volte prendo il telefono, scorro un elenco qualsiasi, conversazioni, rubrica, "non-amici" di Facebook e cancello. Cancello uno dopo l'altro chiunque non mi ispiri un po' di fiducia, o chi ha un'immagine profilo che non mi piace, così, a caso. E non me ne frega niente. Non ci riesco, io so che dovrei provare qualcosa, qualsiasi cosa, ma ho il vuoto assoluto dentro. E con quelli rimasti non riesco a parlare, cioè si ci riesco, ma non so che dire, ho un misto di vuoto, rabbia, e tristezza. Quello che vuole dire la tristezza viene scagliato nel vuoto dalla rabbia.
Credo di avere scritto abbastanza.
Chiedo scusa per gli errori, di solito sono attenta, e so che quando ne vedrò uno impazzirò, ma non mi va di rileggere, è già stato abbastamza difficile scrivere. E in parte spero che venga perduto, o forse no, o forse chi se ne frega. Insomma, fate quello che vi pare.
Pace.