Una volta si diceva così, quando le cose andavano male, e poi peggioravano, si diceva che non poteva fare più buio della mezzanotte, ma evidentemente nel mio caso la mezzanotte é ancora lontana.
Non voglio andare troppo indietro nel tempo, ma solo degli ultimi tre mesi.
Ad inizio gennaio una mattina passo da mia madre, (85 anni), che abita un piano sotto di me, e la trovo per terra,
con degli ematomi sul viso. chiaramente lascio perdere tutto la carico in macchina e la porto al pronto soccorso.
La ricoverano per accertamenti, dopo 2 giorni, in attesa di trovarle una stanza, la portano in un altro ospedale.
Diagnosi, ictus, ma non grave. Dopo una settimana, mi dicono che posso riportarla a casa, perché per loro é a posto così.
(la sanità italiana.....!!!).
Riesco ad impietosire il direttore sanitario, e la tiene in ricovero "post acuzie", per altri 60 giorni, al fine di consentirmi di trovarle una struttura adeguata.
Comincio i giri burocratici per trovarle una struttura adeguata, e non potete immaginare cosa voglia dire.
Nel frattempo, la società per cui lavoravo da 13 anni, mi dice che purtroppo causa crisi, devo fare tagli al personale, e mi mandano una bella lettera di licenziamento.
Da qui sono entrato in un tunnel buio e senza fine dal quale non riesco ad uscire.
Cercavo di riordinare le idee, ma la confusione che regnava in me era totale.
Sapevo solo che il tempo correva e dovevo trovare una sistemazione per mia madre che ovviamente non poteva più stare sola.
Riesco ad avere tutta la modulistica necessaria per il ricovero in una struttura a lungo degenza, due giorni prima della dimissione, ma sorpresa, quando vado alla asl, mi dicono che: 1- devo mettere mia madre in lista di attesa per il ricovero, e non sanno i tempi, e, 2- che comunque mia madre non ha diritto perché con l'ISEE supera la soglia da loro indicata.
Piombo nel panico più assoluto.
Ora che faccio???
Comincio a vagliare le ipotesi "badante" domiciliare: prezzi impraticabili, perché mia madre, con la sua pensione arriva a circa 800 €, e io, sono senza lavoro e senza stipendio, per cui ipotesi da scartare.
Comincio a girare su internet per cercare case di riposo private; per farla breve l'unica struttura abbordabile che ho trovato é a circa 60 km da dove abitiamo ad un prezzo di 1100€.
Nel frattempo nei vari ritagli di tempo mando curriculum, e cerco lavoro, ma prendo solo porte in faccia.
Decido di parlare con mio cognato, (mia sorella purtroppo é morta 6 anni fa), della situazione, e gli prospetto di affittare la casa di mia madre, appena risistemata, in modo da pagare la differenza con la casa di riposo, e di dividere noi la rimanenza dell'affitto una volta tolte le spese delle bollette.
Mi dice ok, nessun problema.
Qualche giorno dopo porto mia madre in questa casa di riposo, e pago la prima retta, e mio cognato fa finta di niente.
Passano 15 giorni ed arrivano le bollette da pagare della casa di mia madre.
lo dico a mio cognato, e mi dice di passare una sera così vediamo il tutto.
Vado dopo qualche sera, e lui una volta controllate, mi dice che quelle risalgono a quando mia madre non era ancora ricoverata nella nuova struttura e quindi lui non avrebbe partecipato al pagamento.
Stringo la cinghia e pago io.
Scade il mese, e quindi mi ritrovo a far fronte ad un nuovo pagamento di retta, al quale ovviamente mio cognato fa finta di nulla.
Nel frattempo ho fatto domande su domande, ma continuo a prendere solo porte in faccia.
Due giorni fa, alle 9.00 del mattino mi chiama la direttrice della struttura, dicendomi che mia madre era caduta e la stavano portando al pronto soccorso e di andare urgentemente.
Lascio tutto e corro in ospedale, ma già immaginavo la diagnosi: femore rotto e gamba da operare per inserire la protesi.
Continuo ma fare colloqui di lavoro, ma a tre mesi dal licenziamento buio assoluto.
Purtoppo a 47 anni sei vecchio per tutto, tranne che per andare in pensione.
Quando ti tolgono il lavoro, ti tolgono la dignità.
E quando ti tolgono la dignità, ti tolgono la voglia di vivere.
In 2 mesi la mia vita mi é franata addosso come un macigno, e ora mi ritrovo con un pugno di mosche in mano.
Ho perso 16 kg, ma quello che sto perdendo di più é la voglia di vivere.
L'unico motivo per cui non l'ho ancora fatto é per mia madre.
Gli sono rimasto solo io, dopo aver perso il marito 15 anni fa e la figlia 6 anni fa.
Sto scoprendo giorno per giorno come si fa a campare con pochi spiccioli; a conti fatti, spendo intorno ai 40€/mese per mangiare, (pranzi cene e colazioni), cercando di limitare il tutto, per la sopravvivenza, e per pagare le bollette.
Ma per quanto tempo ancora potrò farlo???
Per quanto tempo avrò ancora la forza di tirare così la cinghia???
E soprattutto, per cosa vale la pena fare tanti sacrifici, lavorare una vita per poi ritrovarsi a 47 anni, a non vedere un futuro se non quello da barbone???
Scusate la lungaggine,
Spero in un vostro supporto morale
Grazie a tutti.