Quando il pensiero del suicidio si fa così assillante da quasi abbandonarsi a compierlo...

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A volte si pensa di non aver più nulla da perdere, nè più motivi di esistere.
E' facile pensarlo se non si ha qualcuno con cui confrontarsi. La vita è piena di insidie, ed è facile perdersi. Ma spesso basta una mano per rimettersi in piedi.
Ma questo è anche un forum sulla Morte, il più grande tabù nella storia dell'essere umano, la paura più grande.

Quando il pensiero del suicidio si fa così assillante da quasi abbandonarsi a compierlo...

Messaggioda LuceBuio » 03/08/2016, 21:29



che cosa fate per desistere? Avete un metodo che funziona?

Perchè ultimamente è un pensiero che mi si presenta più del solito, io so che in condizioni normali, in cui sono lucida mentalmente, non lo farei mai per la convinzione mia che tanto devo morire e tutto finirà un giorno che io lo voglia o no, quindi è inutile anticipare la cosa, e vorrei sempre darmi una seconda possibilità.

Ma quando mi vengono quei raptus istintivi e improvvisi, nei momenti in cui il tutto che va male diventa troppo, ho paura di perdere il controllo... :(
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Messaggioda mmirko » 03/08/2016, 22:44



spero che non lo metterai mai in pratica..i pensieri vengono un po a tutti quelli che hanno dei problemi..ma devono restare solo pensieri..lotta sempre e non ti lasciar andare mai....é una sfida che vincerai..
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Messaggioda Avarice » 03/08/2016, 22:53



Di solito sfogano in atti autolesionistici, nel mio caso. Sono violenti o tristi? Magari se riesci a comprendere la loro natura puoi trovare un modo per indirizzarli in qualche affine. Non sarà molto, ma meglio sicuri che pentiti.
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Messaggioda LuceBuio » 03/08/2016, 23:29



Sono raptus di disperazione, tristi, non violenti, con l'umore sottoterra come se mi fosse morto un parente, pianti continui ed ansia, e vorrei solo smettere di soffrire... oppure c'è della rabbia verso me stessa o senso di colpa dietro.
In genere tendo ad autodistruggermi all'interno e non a "sfogare" tutto fuori, da quando ho deciso di limitare i miei sfoghi con gli amici che quando affronto certe eventualità si preoccupano non poco, forse dovrei farmi un sacco da boxer e iniziare a tirarci pugni contro, potrebbe funzionare?
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Messaggioda Royalsapphire » 03/08/2016, 23:47



Ciao : )
Comprendo benissimo cosa intendi quando parli di raptus.
Ti propongo una breve attività se te la senti di affrontarla...
Se qui, al posto mio ci fosse un tuo genitore, cosa gli diresti?
Buonanotte :tao:
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Messaggioda A.M. » 04/08/2016, 9:51



Tempo fa una mia amica depressa comprò un sacco da boxe. :-)
Credo che tutti coloro che soffrono prima o poi pensino al suicidio.
E' l'istinto che ognuno di noi ha di sottrarsi alla sofferenza.
E' assolutamente normale quindi pensarlo.
Non normale è compierlo.
L'istinto di conservazione infatti ci spinge alla vita, così come ci spinge ad allontanarci dalla sofferenza.
Cmq la cosa migliore davvero è trovare una valvola di sfogo, qualunque essa sia.
Prova pure con gli sport. Io faccio nuoto e mi ha cambiato la vita iniziare a fare ballo caraibico e latino americano (ci si scarica, ci si diverte e si fanno molte amicizie).
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Messaggioda Avarice » 04/08/2016, 10:50



Potrebbe funzionare, ma se non hai mai tirato di boxe rischi di farti davvero male, con un sacco serio. Il mio timore è sempre perdere la fonte originale del disagio: se fai diventare la tristezza aggressività, poi sarai in grado di ritrovare il piccolo nocciolo che ti ha fatto scatenare quei sentimenti?
Tutto qui, comunque ci sono tantissimi modi per sfogarsi, o tentare di farlo, credo che iniziare a provarli sia già un passo ^^
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Messaggioda LuceBuio » 04/08/2016, 12:10



Royalsapphire ha scritto:Ciao : )
Se qui, al posto mio ci fosse un tuo genitore, cosa gli diresti?

non vorrei andare troppo a fondo nelle mie problematiche, ma penso che in modo generale...

Probabilmente... gli direi che è quello che voglio, quindi gli direi:
"non soffrite per me anzi siate felici perchè smetterò di soffrire.
Qualsiasi cosa ci sia dopo sarà una nuova avventura, forse starò meglio, forse dovrò pagare il mio sbaglio.
Vi ringrazio comunque per avermi fatto il dono della vita, anche se non ho avuto voce in capitolo in questa scelta, come voi prima di me d'altronde.
So che non è facile per nessuno vivere, c'è chi si arrangia anche a sopravvivere, c'è chi è più sfortunato di me, c'è chi combatte per vivere ma la morte se lo prende lo stesso, c'è chi non ha davvero niente ed è felice.
L'esperienza della vita è soggettiva.
Alcuni di noi si riscoprono inadatti a vivere in questo mondo, questo mondo che da voi e da chi prima di voi è stato plasmato in questo modo.
So che dovrei ritenermi fortunata di trovarmi a vivere in un epoca di pace come la nostra ed in uno stato "evoluto", dove c'è la sanità, le donne hanno diritti, ci si prende cura dei più bisognosi.
So che ogni giorno persone rischiano la vita per venire qui in Europa nella speranza di una vita migliore, di un rifugio dagli orrori della guerra.
So che dovrei combattere, dare fino all'ultimo, scegliere come voglio spendere il resto dei miei giorni , individuare uno scopo da perseguire, calcolare i sacrifici che ci sono da fare per raggiungere quello che voglio ed essere pronta a farli pur raggiungere le mie aspirazioni.
Dirmi in ogni caso ed in ogni situazione che non è finita finchè non ho ottenuto quello che potrei volere dalla vita o non esalo l'ultimo respiro nella speranza di riuscirci .

Ma per me vivere è troppo, sono anche piccole cose che mi fanno soffrire e che mi porto dietro come una zavorra in ogni momento, vivere mi è difficile, mantenere i pochi impegni quotidiani mi è difficile.
Ci sono i miei difetti, i miei errori, i miei dubbi, i miei sensi di colpa, i miei pensieri con cui convivere, io non so se resisto.

Una volta ho letto una frase di Nelson Mandela che recitava più o meno così -compi le tue scelte fondandole sulle tue speranze e non sulle tue paure-.
E se io ho paura che niente migliorerà ma anzi si andrà peggiorando perchè ormai sono troppo compromessa mentre spero che con la morte la mia condizione possa migliorare che scelta dovrei compiere?"

Forse gli direi questo in mezzo ad altre cose...comunque secondo me dietro il desiderio di morte c'è un grande amore per se stessi, è un modo per dire basta e preservarci da altre sofferenze quando sentiamo che niente andrà meglio, anche se non ce ne mai la certezza.

Inoltre ho conosciuto due famiglie dove hanno perso un figlio, un dolore del genere non è quantificabile.
Mi ha segnato il vedere piangere una madre dopo 23 anni per la morte del figlio come se fosse stato un avvenimento recente. :'( :'( :'( :'( E di certo ripensare a questi poveri genitori mi fa desistere dal tentare di uccidermi.

Seppure ci sarebbe da dire che ogni famiglia è un caso a se...


A dire tutta la verità anche ad uccidermi mi sentirei in colpa per tutti i soldi che gli ho fatto spendere per me :violin:
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Messaggioda A.M. » 04/08/2016, 12:22



Purtroppo anni fa una mia amica si tolse la vita a 22 anni. Era una persona stupenda.
La sua morte non ha risolto nulla, anzi.
Sono convinto che se fosse vissuta avrebbe fatto grandi cose per se e per gli altri.
Avrebbe reso il mondo un luogo migliore.
Spero, con tutto il cuore, che tu riesca a trovare la forza di risalire, di tornare alla luce.
Sfogati, parlane, trova qualcosa che possa darti energia, una prospettiva.
Tutti hanno i propri momenti bui e problemi.
Spero che tu possa aggrapparti ad una vita che, nel bene e nel male cambia di continuo, si evolve.
Spero tu possa credere nel cambiamento, nell'evoluzione.

un abbraccio

A.
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Re: Quando il pensiero del suicidio si fa così assillante da quasi abbandonarsi a compierlo...

Messaggioda RESCUER IN THE DARK » 04/08/2016, 16:00



LuceBuio ha scritto:
Royalsapphire ha scritto:Ciao : )
Se qui, al posto mio ci fosse un tuo genitore, cosa gli diresti?

non vorrei andare troppo a fondo nelle mie problematiche, ma penso che in modo generale...

Probabilmente... gli direi che è quello che voglio, quindi gli direi:
"non soffrite per me anzi siate felici perchè smetterò di soffrire.
Qualsiasi cosa ci sia dopo sarà una nuova avventura, forse starò meglio, forse dovrò pagare il mio sbaglio.
Vi ringrazio comunque per avermi fatto il dono della vita, anche se non ho avuto voce in capitolo in questa scelta, come voi prima di me d'altronde.
So che non è facile per nessuno vivere, c'è chi si arrangia anche a sopravvivere, c'è chi è più sfortunato di me, c'è chi combatte per vivere ma la morte se lo prende lo stesso, c'è chi non ha davvero niente ed è felice.
L'esperienza della vita è soggettiva.
Alcuni di noi si riscoprono inadatti a vivere in questo mondo, questo mondo che da voi e da chi prima di voi è stato plasmato in questo modo.
So che dovrei ritenermi fortunata di trovarmi a vivere in un epoca di pace come la nostra ed in uno stato "evoluto", dove c'è la sanità, le donne hanno diritti, ci si prende cura dei più bisognosi.
So che ogni giorno persone rischiano la vita per venire qui in Europa nella speranza di una vita migliore, di un rifugio dagli orrori della guerra.
So che dovrei combattere, dare fino all'ultimo, scegliere come voglio spendere il resto dei miei giorni , individuare uno scopo da perseguire, calcolare i sacrifici che ci sono da fare per raggiungere quello che voglio ed essere pronta a farli pur raggiungere le mie aspirazioni.
Dirmi in ogni caso ed in ogni situazione che non è finita finchè non ho ottenuto quello che potrei volere dalla vita o non esalo l'ultimo respiro nella speranza di riuscirci .

Ma per me vivere è troppo, sono anche piccole cose che mi fanno soffrire e che mi porto dietro come una zavorra in ogni momento, vivere mi è difficile, mantenere i pochi impegni quotidiani mi è difficile.
Ci sono i miei difetti, i miei errori, i miei dubbi, i miei sensi di colpa, i miei pensieri con cui convivere, io non so se resisto.

Una volta ho letto una frase di Nelson Mandela che recitava più o meno così -compi le tue scelte fondandole sulle tue speranze e non sulle tue paure-.
E se io ho paura che niente migliorerà ma anzi si andrà peggiorando perchè ormai sono troppo compromessa mentre spero che con la morte la mia condizione possa migliorare che scelta dovrei compiere?"

Forse gli direi questo in mezzo ad altre cose...comunque secondo me dietro il desiderio di morte c'è un grande amore per se stessi, è un modo per dire basta e preservarci da altre sofferenze quando sentiamo che niente andrà meglio, anche se non ce ne mai la certezza.

Inoltre ho conosciuto due famiglie dove hanno perso un figlio, un dolore del genere non è quantificabile.
Mi ha segnato il vedere piangere una madre dopo 23 anni per la morte del figlio come se fosse stato un avvenimento recente. :'( :'( :'( :'( E di certo ripensare a questi poveri genitori mi fa desistere dal tentare di uccidermi.

Seppure ci sarebbe da dire che ogni famiglia è un caso a se...


A dire tutta la verità anche ad uccidermi mi sentirei in colpa per tutti i soldi che gli ho fatto spendere per me :violin:

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